Nell’ultimo anno anche il nostro lavoro è cambiato molto, la pandemia non ha certo fermato il mondo dell’informazione ma l’ha rallentato, cambiando processi e aumentando le distanze. Grazie all’elevata mobilità di questo mestiere ci siamo tuttavia trovati in una posizione di vantaggio; poter lavorare e svolgere i propri compiti anche a distanza – o da casa “al sicuro” – è infatti un lusso che in pochi si possono permettere.
Ad ogni modo siamo dovuti necessariamente “rientrare tutti alla base” e modificare la nostra quotidianità, passando dall’inseguimento della notizia all’analisi più fredda, davanti al monitor dei nostri computer. Ci sia adatta a tutto, anche a questo, e per farlo nella maniera più opportuna è necessario che anche l’ambiente di lavoro sia più confortevole e accogliente. Improvvisamente la redazione è così divenuta la nostra seconda casa – ancora più di prima – l’unico luogo di interazione sociale in un momento di distanziamento totale, perché allora non renderlo più bello?
Negli ultimi dodici mesi abbiamo così apportato piccole e grandi modifiche che oggi ci rendono più felici della redazione di Milano, in attesa che il nostro lavoro torni ad essere quello di una volta e si possa andare attivamente sul campo. Quest’oggi vi raccontiamo quindi una storia diversa, dietro le quinte, uno sguardo ravvicinato nel cuore di HDblog attraverso gli occhi e la voce di alcuni dei protagonisti che siete abituati a vedere ormai ogni giorno nei video e sui canali social. Anche perché ognuno si è effettivamente intestato una parte di questa piccola “rivoluzione tech” della redazione, seguendo le proprie preferenze e passioni.
L’AMBIENTE DI LAVORO
Credo sia fondamentale creare un ambiente di lavoro che sia piacevole, funzionale e che faciliti l’interazione sociale, così da mettere a proprio agio le persone che devono frequentarlo. D’altronde, a conti fatti – ed escluso il momento del sonno profondo nel proprio letto – passiamo più o meno la metà della nostra giornata in ufficio, motivo in più per renderlo confortevole.
La produttività viene da sé in un ambiente sereno e cordiale, dove tutti sono consci delle proprie responsabilità e non esistono cartellini da timbrare, ma solo progetti da portare a termine. Ci sono ovviamente tante altre dinamiche da tenere in considerazione perché si crei la giusta alchimia in un gruppo di colleghi, ma oggi con concentreremo solo sul primo aspetto, ovvero quello ambientale e funzionale. Iniziamo!
LA RIVOLUZIONE PARTE DALLE LUCI
Come prima cosa al nostro rientro dopo il primo lockdown ci siamo trasferiti di qualche metro e appropriati di un’area un po’ più grande nell’open space che ci ospita. Trasloco reso necessario per motivi di sicurezza e per ampliamento dell’organico che, negli ultimi mesi, si è arricchito di un paio di unità.
Nei luoghi di lavoro l’illuminazione svolge un ruolo cruciale, perché influisce sul benessere ma anche sulle prestazioni delle persone. Lo conferma anche una ricerca realizzata qualche tempo fa dal Censis per conto dell’azienda bergamasca Gewiss, da cui è emerso che la parola d’ordine è controllo nella gestione dell’illuminazione.
Dal punto di vista dei lavoratori ciò si traduce in una maggiore possibilità di adeguare la luce del proprio ambiente di lavoro alle proprie esigenze, che variano in base all’età, all’ora della giornata, agli incarichi da svolgere, alle tecnologie utilizzate. Dinamiche che abbiamo toccato con mano trascorrendo lunghe ore in redazione a Milano davanti ai monitor, specialmente in alcune giornate invernali dove la luce latita.
E così, rifacendoci all’esperimento delle luci natalizie che hanno trasformato il soggiorno di Gabriele, abbiamo deciso di adottare le soluzioni Philips Hue anche in redazione e i risultati, come potete vedere, sono d’effetto.
LA DOTAZIONE
Per creare questa particolare atmosfera abbiamo utilizzato numerosi dispositivi di Signify, dalle più comuni barre Hue Play e Lightstrip alle lampade da soffitto. Tutte rigorosamente a LED e dotate di connettività bluetooth, integrate all’interno dell’ecosistema Philips e organizzate in modo da creare simpatici scenari che ci divertiamo a variare a seconda dell’orario e della giornata.
Nel dettaglio, oltre alle già citate Hue Play (da 6,6W e 530 lumen) abbiamo scelto per l’area di lavoro tre lampade da tavolo Signe (14W e 1050 lumen), una per ogni scrivania. Si tratta di soluzioni esteticamente molto piacevoli, poco ingombranti e certamente d’effetto; danno il meglio se dirette verso una parete come abbiamo fatto noi, creando una bella luce diffusa.
Molto utili e soprattutto versatili le Hue Go Portable (6W e 520 lumen); ne abbiamo prese due che utilizziamo in genere per completare la copertura luminosa attorno alle nostre scrivanie, ma è in mobilità che danno il meglio. Sono infatti dotate di batteria interna e quindi basta staccarle dall’alimentazione per godere della loro luce per svariate ore, non a caso le ritrovate in molti dei nostri video.
Per gestire invece l’illuminazione dall’alto ci siamo spostati su una serie di prodotti dedicati, nello specifico le Centris che vantano due faretti Spot da 5,7W (700 lumen) ed un modulo LED da 11W (840 lumen); ne abbiamo tre in fila nella parte centrale. Associato uno Spot Light Fugato, ovvero elemento con 4 faretti orientabili sempre da 5,7W (1400 lumen), ed un altro Centris, ma ben più grande di quelli sopra citati visto il modulo LED centrale da ben 40W (2400 lumen) e i soliti 4 faretti (5,7W e 1400 lumen).
E non è tutto! Nella nostra saletta studio abbiamo infatti installato un’altra Centris, ma il modello “a croce” con tre faretti e un modulo LED da 25W (1800 lumen).
COME LE CONTROLLIAMO
Restando in casa Signify, per interfacciarsi con le luci abbiamo installato il Bridge Philips Hue, l’hub con protocollo Zigbee che si collega al modem dell’ufficio e permette di controllare tutti i prodotti installati direttamente con l’app Philips Hue e ampliare il sistema con prodotti di illuminazione e accessori fino a un massimo di 50 elementi.
L’app è risultata fondamentale per sfruttare appieno tutte le possibilità offerte dalle luci: è articolata in quattro sezioni principali, Casa, Attività, Esplora e Impostazioni. Nella prima è possibile organizzare le luci e gli accessori in stanze (noi ad esempio ne abbiamo due, una comprende le luci al piano terra e l’altra le luci dello studio di registrazione al piano di sopra).
Selezionando una stanza, è possibile regolare nel complesso o anche singolarmente ogni fonte luminosa; si può anche scegliere tra alcuni scenari preimpostati (palette ispirate a tramonti o aurore, ma anche ideali per la lettura, il relax, la concentrazione o gli scenari notturni) oppure creare i propri spostando manualmente l’indicatore di ogni luce sul cerchio cromatico.
La sezione Attività permette di impostare delle routine personalizzate, ad esempio per controllare le luci in base all’ora o all’alba e al tramonto; è presente anche il controllo da remoto, che va attivato con una registrazione sul sito Hue. Ma quella che ci ha regalato particolari soddisfazioni è la sezione Esplora, che contiene la sezione Hue Labs, piena di nuove funzionalità sperimentali.
Tra queste, la nostra preferita è la Living Scenes, che permette di scaricare e salvare degli scenari luminosi legati all’occasione del momento – che sia Natale, l’inizio della stagione primaverile o San Valentino – e permette di selezionare combinazioni di colori che cambiano in modo casuale a intervalli di tempo preimpostati, restando sempre nella palette prescelta.
L’app Hue può essere scaricata da diversi smartphone e, dopo aver effettuato una veloce associazione con il Bridge, ognuno può gestire l’illuminazione come gli pare, a partire da quella della propria postazione: l’ideale, dunque, per l’auspicata personalizzazione dell’illuminazione del proprio tavolo di lavoro.
Nella sezione Esplora c’è anche la possibilità di collegare la controllare la gestione delle luci tramite assistente vocale, da Google Assistant ad Alexa, da Apple Homekit a Microsoft Cortana. Avendo a portata di voce un Amazon Echo di 4^ generazione noi usiamo Alexa, ed è molto comodo, soprattutto la sera, chiederle di spegnere tutte le luci prima di andarcene dall’ufficio.
CONNETTIVITÀ AL MASSIMO
Per garantire un’ottima connettività in tutto l’ufficio, ci siamo affidati a uno dei leader del settore, ovvero Netgear. Nello specifico, utilizziamo un sistema Wi-Fi Mesh Orbi Pro, costituito da un router che abbiamo installato al centro dell’ufficio e un satellite posizionato in sala video.
La particolarità di questo sistema Mesh risiede nel fatto che utilizza una tecnologia Tri-band. In sostanza, oltre alle due classiche bande a 2,4 Ghz e 5 Ghz, troviamo una terza banda che router e satelliti utilizzano unicamente per comunicare tra loro. In questo modo la stabilità della connessione è sempre garantita e, spostandosi da un ambiente all’altro, non è necessario connettersi a una nuova rete. Lo switch avviene in automatico senza nemmeno accorgersene.
Abbiamo poi installato all’interno della nostra rete un NAS Synology al quale è possibile accedere da qualsiasi PC, anche in remoto, attraverso una pratica interfaccia web.
UNA LAVAGNA CONNESSA E UNA WEBCAM INTELLIGENTE
La nostra comunicazione passa dai classici strumenti personali (smartphone e PC) ma anche da un maxi-terminale connesso, Samsung Flip 2, versione riveduta e corretta della prima lavagna interattiva che vi abbiamo raccontato lo scorso anno. Grazie al pannino in dotazione possiamo annotare sullo schermo della Flip i progetti della settimana lavorativa, le cose da fare, i pacchi da ritirare e da consegnare, ma non solo. Teniamo sempre sott’occhio la home page aperta sul browser integrato, rivediamo i nostri video prima di pubblicarli su YouTube e condividiamo i progetti via mail o su NAS. Non manca, infine, la possibilità di proiettare/duplicare gli schermi personali, sia quelli dei nostri cellulari, sia quelli del PC attraverso Miracast, sia quelli del Mac (ma in questo caso serve una Apple Tv come ponte per sfruttare AirPlay).
Ci mancava una cosa, però, per essere completamente collaborativi (e soddisfatti): una webcam per fare videochiamate con il resto della redazione dislocata in remoto. Per questo motivo abbiamo accolto il suggerimento dello staff di Monti & Russo Digital collegando la Flip a un mini-PC, nella fattispecie un Lenovo ThinkCentre M90n-1 (Intel Core i5-8265U), una potente e piccolissima soluzione che permette di espandere l’intelligenza della Flip e di collegarci alcune periferiche dedicate, fra cui proprio una webcam, anzi una Panacast.
Di cosa stiamo parlando? Di una webcam professionale creata da Jabra per comunicare in maniera “allargata”, nel vero senso della parola. Jabra Panacast lavora infatti con un campo visivo di 180° e con una risoluzione fino al 4K, ma soprattutto dispone di un sistema di riconoscimento del volto che permette di ridurre o ampliare l’inquadratura in modo totalmente automatico in base alle persone presenti davanti ai suoi tre sensori d’immagine. In questo modo possiamo avviare le videochiamate senza preoccuparci di posizionarci davanti all’obiettivo: sarà la Panacast a preoccuparsi della “regia” focalizzandosi solo sui presenti. Se qualcuno dovesse aggiungersi successivamente verrà incluso nell’inquadratura, ammesso che si trovi nel campo dei 180 gradi appena citati.
MUSICA PER LE NOSTRE ORECCHIE
Beethoven diceva che dove le parole non arrivano, la musica parla. Ed è per questo che la musica è il perfetto accompagnamento del nostro primo strumento di lavoro (le parole, appunto). Nella nostra redazione non possono quindi mancare dispositivi audio con cui allietare le giornate di lavoro.
Uno dei nostri preferiti è il Sonos Move, presentato a IFA 2019 ma ancora attualissimo. Uno speaker portatile che nella bella stagione fa spesso da sottofondo musicale alle nostre pause all’aperto, che noi però usiamo anche nella sua modalità più “stanziale”. Lo teniamo infatti quasi sempre inserito nella sua basetta di ricarica che è esteticamente molto gradevole: si tratta di un anello in plastica rigida da collegare alla presa di corrente con due elettrodi integrati, che nel giro di circa tre ore circa garantisce il pieno di energia. Il suono è avvolgente e ben direzionato, anche in spazi molto aperti. Si può collegare tramite Wi-Fi e Bluetooth, che ci permette di collegare i nostri smartphone per sfidarci a colpi di playlist.
Nelle giornate più grintose, soprattutto se il weekend è alle porte, il protagonista diventa il PS-919 di Sharp: un altoparlante portatile che non a caso è pensato proprio per le feste. Con i suoi LED multicolor, gli effetti luce ci trasportano direttamente in un clima festoso che può durare fino a 14 ore grazie alla batteria integrata. Per ascoltare la musica in stereofonia basta collegare il dispositivo al suo gemello.
Ultima in ordine di arrivo la Teufel Motiv Go, divenuta in breve una delle nostre preferite vista le dimensioni contenute e l’ottima qualità audio, grazie a due driver full-range e due driver passivi per i bassi riesce ad imporsi anche quando si alza il volume al massimo. Si tratta di un altoparlante bluetooth che si adatta a molteplici situazioni, è infatti elegante quanto basta con il suo telaio in alluminio e griglia in tessuto; batteria integrata che permette di portarlo in giro senza troppe preoccupazioni, il produttore parla infatti di 12 ore di utilizzo continuativo.
Molto utile l’ingresso Aux e il microfono integrato: se ad esempio si collega in bluetooth uno smartphone (supportato il codec aptX) è possibile anche rispondere alle chiamate vocali e gestirle liberamente, una bella comodità quando vogliamo fare delle brevi riunioni telefoniche in redazione in cui più persone devono ascoltare e interagire.
TUTTO IL RESTO
Ognuno di noi vive poi la tecnologia in maniera differente: chi è legato a certi ecosistemi e chi invece non ama farsi imbrigliare sotto il cappello di qualcuno ed è più diffidente. Approcci differenti che si incrociano, si amalgamano e cambiano nel tempo, con l’innovazione che spesso ci porta a cambiare idea e abbracciare nuove direzioni; il bello di questo mondo sta proprio qui, perché si evolve ed è in continua mutazione.
Nel nostro video tour vi abbiamo così voluto raccontare brevemente le nostre postazioni, la dotazione a disposizione in questo preciso momento del 2021 e qualche preferenza, giusto uno sguardo dietro le quinte della nostra nuova “casa”, un po’ più smart e certamente ben illuminata. Non perdetevi quindi il video che trovate qui sotto!
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Hanno contribuito a questo articolo Davide Fasola, Elena Toni, Greta Rosa e Roberto Catania