Ultimo incontro ravvicinato tra la sonda OSIRIS-REx della NASA e l’asteroide Bennu, con un sorvolo di quasi sei ore per riprendere un’ultima volta la superficie del sasso cosmico e verificare lo sconquasso provocato a ottobre durante la raccolta dei campioni da riportare sulla Terra. Un’occasione utile anche a verificare il corretto funzionamento di tutti gli strumenti scientifici di bordo, in vista del viaggio di rientro sulla Terra che inizierà intorno al 10 maggio e durerà circa due anni.
Durante il sorvolo, la sonda osserverà Bennu da una distanza di circa 3,7 chilometri e con la sua PolyCam riprenderà ad alta risoluzione la superficie dell’emisfero settentrionale, di quello meridionale e della regione equatoriale. Le immagini arriveranno sulla Terra fra qualche giorno e saranno messe a confronto con quelle ottenute nel 2019 per capire come la regione del campionamento sia stata sconvolta dal touchdown di OSIRIS-REx e dalla raccolta di materiale: le operazioni erano durate meno di cinque secondi, ma avevano permesso di giungere fino a quasi mezzo metro di profondità, sollevando grandi quantità di polvere e detriti.
I campioni di Bennu sono stati raccolti e messi al sicuro in una capsula che si sgancerà dalla sonda una volta giunta in prossimità della Terra: dopo aver attraversato l’atmosfera, grazie a un paracadute atterrerà nel deserto dello Utah il 24 settembre 2023. Lì sarà recuperata e trasportata al Johnson Space Center di Houston, dove i campioni saranno estratti e inviati a diversi laboratori del mondo per ricostruire la nascita del nostro sistema planetario e l’origine della vita sulla Terra.