I mattoncini della Lego sono stati usati per creare di tutto, ma adesso alcuni scienziati li hanno addirittura usati per creare campioni di pelle umana: hanno inventato una stampante 3D a basso costo e perfettamente funzionante che sopperisce al problema della limitata fornitura di biotessuti così importanti per la sperimentazione scientifica e la ricerca medica. Quasi tutti i pezzi per costruire questo sofisticato marchingegno sono prodotti in serie dalla Lego.
Indagini biologiche. Andiamo per ordine: gli artefici del progetto sono un gruppo di scienziati dell’Università di Cardiff (Galles), nel Regno Unito, che volevano risolvere un problema di base: l’elevatissimo costo delle strumentazioni di questo tipo. Le bioprinter, infatti, ossia le stampanti 3D di tessuti organici, sono un’invenzione recente e dai costi elevatissimi (decine di migliaia di euro, quando non centinaia). Esse permettono di compensare la scarsità di tessuti su cui compiere indagini biologiche o sperimentazioni mediche, possibili fino a poco tempo fa solo grazie agli scarti delle procedure chirurgiche.
Inventata questa nuova tecnologia, restava il problema dei costi, ed è qui che entra in gioco l’equipe dell’ateneo gallese: spendendo in tutto appena 500 sterline, gli scienziati sono riusciti a realizzare un modello di biostampante 3D perfettamente funzionante, utilizzando quasi esclusivamente i diffusissimi mattoncini (sia quelli standard, sia quelli della sottomarca robotica Lego Mindstorms), oltre a una pompa da laboratorio, dispositivo che si trova comunemente nei laboratori di ricerca.
LEGO, buoni per tutto. «Chiunque abbia mai armeggiato con i Lego sa che oltre a essere un gioco estremamente versatile […], sono anche un prodotto di altissima precisione, con parti standardizzate accessibili a livello globale», spiegano i ricercatori. «Sapevamo che c’era chi li aveva usati per creare stampanti 3D tradizionali, ma non eravamo certi che potessimo prendere quell’idea e riadattarla per una stampante di materiale biologico morbido».
Alla fine però, lavorando in un angolo del loro laboratorio di Cardiff, un team multidisciplinare di biologi e ingegneri è riuscito con successo a progettare, meccanicizzare, costruire e programmare la biostampante.
istruzioni Comprese. Come funziona? Un ugello espelle il bioinchiostro (una sostanza gelatinosa piena di cellule) su un piatto. Al centro della stampante c’è un mini computer Lego Mindstorms che sposta il dispositivo avanti e indietro, da un lato all’altro, mentre fa muovere l’ugello in alto o in basso. Questi movimenti sincronizzati riescono, strato dopo strato, a dare vita a un tessuto dalle caratteristiche necessarie ai diversi tipi di sperimentazione richiesta.
Come nella migliore tradizione dei set Lego, gli scienziati hanno poi messo a disposizione le istruzioni dettagliate per riprodurre la biostampante in qualsiasi altro laboratorio del mondo, allegandole alla loro pubblicazione. «In un momento in cui i finanziamenti per la ricerca sono così ridotti – chiosano gli inventori – vogliamo che la nostra stampante Lego consenta a tutti di condurre studi rivoluzionari, che ci porteranno a una migliore comprensione della biologia al fine di migliorare la salute umana».