(di Elisabetta Stefanelli) (ANSA) – ROMA, 09 FEB – Il ruolo svolto dalle piattaforme
online nell’economia digitale, amplificato dalla pandemia, segna
cambiamenti senza precedenti nei processi economici, nella
rappresentazione delle istanze pubbliche e politiche, negli usi
e nei costumi privati dei cittadini. È in questo scenario che
l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni avvia un’indagine
conoscitiva, con una formula originale e innovativa, che mapperà
l’ecosistema digitale in tutte le sue componenti e in relazione
al quadro normativo. Relatrici della Delibera, approvata
all’unanimità dal Consiglio, sono le Commissarie AgCom Laura
Aria e Elisa Giomi, due donne e un voto all’unanimità per
guardare avanti in modo innovativo ed affrontare un nodo
fondamentale del nostro futuro.
”Per stare alla stretta attualità – spiega Laura Aria in
un’intervista all’ANSA – basta guardare al caso Trump, un caso
assolutamente emblematico perchè la piattaforma si è
autoregolata ed ha deciso di silenziarlo in base ai termini dei
loro contratti. Ma questo è veramente corretto? A una democrazia
si contrappone una tecnocrazia. L’innovazione in realtà ci deve
solo aiutare a vivere meglio e per farlo ci servono regole di
trasparenza, diverse da quelle degli altri media”. Altro caso
recente, aggiunge Aria, ma altrettanto significativo ӏ quello
di TikTok, che riguarda il tema della tutela dei minori. Lì ad
esempio ci vuole una policy più trasparente per sapere l’età di
chi la usa. Serve anche uno sforzo per l’educazione del
cittadino ad usarli”. Il tema fondante per la commissaria
infatti, ӏ quello della trasparenza, nella gestione dei
reclami ad esempio, nella conoscibilità e tracciabilità. Le
regole saranno condivise, ci deve essere un’autoregolamentazione
vigilata, ma la vigilanza deve essere esterna di un organismo
terzo”.
Tornando all’indagine conoscitiva, ci spiega come è nata e
quali sono le finalità. ”E’ nata da una serie di lavori che ha
svolto l’Agcom negli anni passati – dice Aria relatrice insieme
ad Elisa Giomi – indagini conoscitive parcellizzate su big data.
Quello che si vuole fare ora però è una ricognizione ad ampio
raggio. Avere un’indagine che ci dia una cassetta di attrezzi
normativa da portare nel quadro della regolazione europea quando
si sarà assestata”.
”La cornice finale della regolamentazione non può infatti
che essere europea”, aggiunge la commissaria Agcom – e le
regole europee sono in fase di forte evoluzione”, a partire
ovviamente dal recente pacchetto del Digital Services Act e del
Digital Market Act. ”I tempi dell’indagine sono 6 mesi, ma è
chiaro che in questo settore la rapidità è fondamentale per fare
una mappatura e vedere come affrontate le criticità: dai
comportamenti illeciti che mettono in pericolo le piccole e
medie imprese, all’hate speech e più in generale alle violazioni
individuali o massive dei diritti fondamentali capaci di
compromettere l’integrità dei processi democratici, l’autonomia
decisionale degli individui, la tenuta del tessuto sociale, il
pluralismo informativo e la tutela dei minori”. Insomma lo
scopo è quello di fare una mappatura per un confronto a livello
europeo, che porti alla luce le zone d’ombra: ”serve insomma un
quadro di regole per frenare le criticità a cui porta la
gestione di grandi masse di dati che vanno trattati in modo
etico, attraverso l’applicazione di valori che per l’Europa sono
fondanti”. (ANSA).