Si chiama “Einstein Telescope” (Et) ed è un telescopio di terza generazione che potrà osservare le onde gravitazionali dell’universo dal profondo della miniera dismessa di Sos Enattos a Lula, nel Nuorese. Il sito sardo è candidato a livello europeo, insieme a un altro tra l’Olanda il Belgio e la Germania, per ospitare questa infrastruttura in grado di disegnare un modello di sviluppo alternativo.
Nella miniera è stato inaugurato il primo laboratorio di superficie, dopo l’allestimento del laboratorio sotterraneo SarGrav destinato a ospitare esperimenti di fisica sulla gravità. Al progetto Et – iniziato nel 2008 e proseguito con interventi nel sottofondo dal 2011 al 2017 – collaborano l’Università di Sassari, l’Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn), la Regione Sardegna (che ha già investito 2milioni di euro) e il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca (con altri 17 milioni).
Per il rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli, “l’infrastruttura rappresenta una possibilità reale di poter avere un laboratorio internazionale di primissima qualità in Sardegna. L’isola sarebbe attrattiva non solo per il turismo ma diventerebbe un luogo della ricerca più avanzata con strutture all’avanguardia”. Per gli studiosi la miniera di Lula è il sito ideale per l’osservazione dell’Universo. “Avendo caratteristiche tecniche molto elevate, ET è il progetto che ci permetterà di ascoltare le onde gravitazionali dall’inizio dell’Universo e di capire per esempio la sua origine e la sua evoluzione”, ha detto Michele Punturo fisico dell’Infn.