Nei film buoni e cattivi inviano i loro messaggi alle televisioni interferendo con la normale programmazione, ma qualcosa di simile può succedere anche nella realtà. Ecco alcune delle intrusioni televisive più celebri, dall’ “alieno” Vrillon, a Capitan Mezzanotte fino al mitico Max Headroom
(smodj/Getty images)
Fa discutere il passaggio al nuovo standard del digitale terrestre, ancora una volta la questione che conta è quella ambientale. I decoder non più compatibili diventeranno rifiuti Raee, ai quali è probabile si aggiungano molte televisioni perfettamente funzionanti, ma dotate di decoder integrato non adeguato. Per accelerare la transizione sono arrivati anche gli incentivi, ma come già spiegava Digital Day nel 2016 l’operazione, tutta italiana, non sembra avere come stella polare il miglioramento del servizio per i consumatori. Diciamo piuttosto che nel 2012 abbiamo maldestramente prorogato delle licenze televisive nella banda 700 Mhz fino al 2032, e ora che questa banda serve per i cellulari bisogna trovare un modo di continuare a trasmettere lo stesso numero di canali, senza sborsare indennizzi alle emittenti.
Questo perché la televisione, piaccia o no, è ancora il mass media per eccellenza, e il quinto potere è molto ambito. Ma è possibile piratare un segnale televisivo? Attivisti, criminali, aziende e governi possono sfruttare le vulnerabilità di qualunque cosa connessa in rete per i loro scopi, ma non sentiamo parlare quasi mai di intrusioni nei segnali televisivi. Solo al cinema vediamo i buoni o i cattivi sostituirsi alle normali trasmissioni per lanciare il loro messaggio, da Videodrome (1983) a V per vendetta (2005), da Die Hard -Vivere o morire (2007) a Essi vivono (1988).
Eppure esistono davvero casi dove qualcuno è riuscito a sostituirsi con successo a una trasmissione in corso. Sono piuttosto rari, probabilmente perché l’attacco richiede a seconda dei casi una combinazione di competenze, soldi, motivazione e rischi che, anche se non fantascientifica, sbilanciano il rapporto costi/benefici. Secondo Ars Technica oggi il digitale e la crittografia complicano ulteriormente le cose, e forse è per questo che i casi più memorabili sono concentrati nel secolo scorso, ma hanno lasciato il segno.
L’interferenza di Vrillon
1977. Nel pomeriggio del 26 novembre il notiziario trasmesso dalla Southern Television, in Regno Unito, fu colpito da una strana interferenza. Invece della voce di Andrew Gardner, il presentatore in video, i telespettatori sentirono un messaggio che cominciava così:
“Questa è la voce di Vrillon, rappresentante del comando galattico di Ashtar, che vi parla. Per molti anni ci avete visto come luci nel cielo. Ora noi vi parliamo in pace e saggezza come abbiamo fatto con i vostri fratelli e sorelle sparsi su questo vostro pianeta Terra […]”
L’anomalia durò circa sei minuti, estendendosi al cartone animato programmato successivo, poi tutto tornò come prima. I cerchi nel grano ci hanno insegnato che le bufale possono diventare arte, e questo è probabilmente uno di quei casi. Che sia molto improbabile l’origine aliena del messaggio ce lo può dire il fatto che, per ottenere quell’effetto , non serviva una tecnologia avanzata: per sostituirsi alla legittima trasmissione audio apparentemente è bastato trasmettere vicino al ripetitore situato nel villaggio Hannington, di cui si serviva l’emittente. Non un’impresa da poco, ma molto terrestre. Un’altra indicazione è il linguaggio del messaggio, ricco richiami alla New Age: sembra tipico delle religioni ufologiche (e infatti qualcuno ha sospettato del movimento reaeliano, fondato da Claude Maurice Marcel Vorilhon). Ma il mistero rimane: nessuno ha rivendicato l’impresa, e le autorità non hanno mai scoperto chi è stato. Non solo: secondo Lost media wiki non esiste più la registrazione originale. Quelle su youtube sono state ricreate con la trascrizione del messaggio.
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L’inafferrabile Max Headroom
L’intrusione televisiva per eccellenza rimane quella verificatasi a Chicago dieci anni dopo. Alle 9 del 22 novembre 1987 il notiziario sportivo della WGN-TV fu interrotto dal video di un uomo travestito da Max Headroom. Questo personaggio era nato qualche anno prima: si trattava di un’intelligenza artificiale interpretata da un attore, pubblicizzata come “il primo presentatore generato al computer” (in realtà l’aspetto sintetico era ottenuto in modo tradizionale, la computer grafica non era così avanzata). Quella mattina l’uomo travestito da Max, già icona del cyberpunk, apparve sulle televisoni per pochi secondi, accompagnati da un ronzio. I tecnici erano riuscito a escluderlo. Ma la sera dello stesso giorno, mentre un’altra rete (Wttv) trasmetteva Dottor Who, Max tornò accompagnato da una voce distorta. Il messaggio non era cristallino come quello di Vrillon, sembrava piuttosto farneticare. Ma le poche frasi pronunciate dall’intruso contenevano in realtà riferimenti precisi alla cultura di massa, dagli spot della Coca-cola agli show televisivi. L’effetto complessivo lo potete giudicare voi stessi.
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Anche questa volta, l’autore o gli autori dell’attacco non sono stati mai presi, né c’è stata rivendicazione. Il segnale, riporta Wired Usa, poteva provenire da un edificio vicino alle antenne, o anche da un furgone. Come scriveva Caroline Haskins su Vice per il trentennale, questa epica intrusione ha avuto una grande influenza sul nostro immaginario. Due anni dopo, per esempio, usciva Batman di Tim Burton, dove Joker interrompe le trasmissioni televisive col suo spot sul gas Smylex: forse non è un caso che Gotham City richiami alcuni elementi di Chicago. Ora invece è in preparazione Broadcast signal intrusion, un nuovo techno thriller ispirato proprio l’hacking di Max Headroom, uscita prevista per il 2020.
La protesta di Capitan Mezzanotte
Un anno prima di Max c’era stato però il caso di Capitan Mezzanotte, forse meno importante per la pop culture ma molto significativo. Il 27 aprile 1986, alle 12:32, il film Il gioco del falco trasmesso da Hbo è stato sostituito per 4 minuti da un monoscopio con una scritta:
“Good Evening HBO from Captain Midnight. $12.95 a month?
No Way! (Showtime/The Movie Channel beware.)”
Il messaggio non sembrava molto minaccioso, e anche i disagi per i telespettatori sono stati contenuti. Questa volta però proveniva dal satellite: chi era stato? Magari un terrorista? Le indagini portarono all’incriminazione di John MacDougall, un tecnico con un movente preciso. Come spiega Forbes, prima della metà degli anni ’80 i segnali satellitari che redistribuivano la tv via cavo non erano criptati. La maggioranza si abbonava al cavo, ma i più intraprendenti si procuravano una parabola per vedere gli stessi canali gratuitamente e legalmente. MacDougall era uno degli installatori, e quando le reti come Hbo cominciarono a criptare il segnale, costringendo gli utenti a comprare il decoder, il business si contrasse. MacDougall chiuse la sua attività indipendente, e finì per farsi assumere da un’azienda che ritrasmetteva il segnale via cavo dell’Hbo verso il satellite. Aveva quindi le conoscenze e l’opportunità per mettere in atto una protesta contro la rete. Se la cavò con poco, ma la legge per questi atti diventò più dura dopo l’episodio. Farà piacere sapere che questo moderno eroe popolare è ancora in attività, nello stesso settore.
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Tv Solidarność, la protesta antisovietica dei radioastronomi
In quegli anni c’è stato un caso anche dall’altra parte del Muro di Berlino. Il 14 settembre del 1985 le tv del centro di Toruń, in Polonia cominciarono a trasmettere dei messaggi firmati Solidarność (Solidarietà), il sindacato anticomunista:
“Solidarietà Toruń: è nostro dovere boicottare le elezioni”
“Solidarietà Toruń: basta aumento dei prezzi, bugie, repressione”
12 giorni dopo colpirono di nuovo. Come racconta lo sviluppatore e imprenditore polacco Maciej Cegłowski sul suo blog, gli autori erano già noti: un gruppo di radioastronomi di Solidarność che anni prima avevano cominciato a trasmettere da una radio pirata. Per l’intrusione Tv quattro di loro furono arrestati e condannati a 4 mesi di prigione: nonostante la piccola scala dell’interferenza, l’impresa non era certo passata inosservata. Come ha scoperto Cegłowski, la persona che aveva materialmente costruito l’apparato era il professor Eugeniusz Pazderski, un radioastronomo che fu solo arrestato e rilasciato poco dopo. In una lettera a Ceglowski, pubblicata nel post, il professor Pazderski ha raccontato la storia dal suo punto di vista, e condiviso i dettagli tecnici: tutto è partito dal fatto che i radioastronomi usavano il segnale televisivo per sincronizzare i radiotelescopi prima dell’avvento del Gps. Purtroppo anche in questo caso non esistono registrazioni originali.
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Un caso più moderno di protesta politica risale invece al 2002, quando i membri del movimento spirituale Falun Gong, perseguitato in Cina dal 1999, è riuscito a introdursi con un filmato che accusava il governo di cospirazione. Un anno prima le tv di stato avevano trasmesso le immagini di cinque persone che si erano date fuoco in piazza Tiananmen, dicendo che appartenevano Falun Gong. Il filmato pirata sosteneva che si trattasse di una messa in scena. Nel 2014 invece, sempre in Cina, gli Hacker contro il partito comunista si sono introdotti nella tv con dei testi che chiedevano la liberazione degli attivisti imprigionati.
Playboy e American Exxtasy
Tra Capitan Mezzanotte e Max Headroom c’è stata un’altra intrusione, diversa da tutte le altre. Domenica 6 settembre 1987 gli spettatori dei canali di Playboy e American Exxtasy hanno sperimentato in tutto tre interferenze. In sovrimpressione ai programmi per adulti erano apparsi dei passi della Bibbia:
“Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. Ravvedetevi, perché il regno de’ cieli è vicino”
Chi era questa volta l’hacker moralizzatore? Le indagini portarono alla fine all’incriminazione di un tecnico di nome Thomas M. Haynie, che lavorava per il Christian Broadcast Network, specializzato in programmi religiosi. Secondo gli investigatori l’attacco era partito proprio dalla stazione dove lavorava quella sera. Alla fine è stato condannato solo per l’interferenza di Playboy e ha perso la sua licenza per operare con apparecchi radio, ma non ha mai ammesso la sua colpevolezza.
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