Eccoci con un nuovo HDrewind, l’appuntamento in cui vi raccontiamo in chiave diversa le notizie più significative e le curiosità della settimana. Nonostante si tratti di un riassunto, l’articolo che ne vien fuori spesso non è breve. Ecco quindi un indice per destreggiarsi comodamente fra i diversi argomenti.
Libero e Virgilio Mail, problemi finalmente in risoluzione
La settimana è stata segnata dai disservizi a Libero e Virgilio Mail. È la notizia più rumorosa di tutte, e a ragione. Perché se è vero che all’inaccessibilità improvvisa e a volte anche intermittente delle piattaforme più varie per grandezza e tipologia siamo abituati, fanno notizia ma dopo un paio di ore l’emergenza rientra e finisce lì, il disservizio per chi ha una mail Libero o Virgilio non è durato un paio d’ore. Le prime segnalazioni sono di martedì 24, poi il problema evidentemente sfugge di mano, arrivano le scuse dei vertici e i comunicati ufficiali insieme a quelli delle associazioni di categoria, adesso impegnate a incanalare le richieste di risarcimento degli utenti. E i giorni passano, fino al comunicato di giovedì 26 in cui ItaliaonLine annuncia il “progressivo ritorno alla normalità”.
Due giorni pieni più buona parte del terzo, perché fino al primo pomeriggio di ieri di segnalazioni degli utenti su downdetector.it ce n’erano ancora centinaia soprattutto per Libero Mail. Tempi lunghi, anzi lunghissimi per gli orizzonti temporali ridotti a cui ci ha abituati il progresso, almeno però sembra siano serviti a “tutelare l’integrità dei dati dei nostri utenti”, come si legge nella nota del 26. I “down” sono una costante fastidiosa dell’era di internet, lo ribadisco, degli incidenti di percorso il più delle volte inevitabili in cui inciampano anche i giganti del web: Facebook e Instagram, ad esempio, da sempre tengono alta la media, e senza andar lontani proprio questa settimana si sono verificati degli eventi analoghi a Eolo e anche al cloud di Microsoft.
Per cui di per sé non ci sarebbe nulla di strano, non fosse per i lunghi tempi di rientro alla normalità, causati, ne sono certo, da circostanze straordinarie che magari hanno pure finito per intrecciarsi. Rimane però la brutta figura e con lei la fuga verso altri lidi degli utenti che con la posta elettronica lavorano, e se è impossibile (e lo è) scongiurare del tutto i blackout, mi auguro che questa sfortunata parentesi sia servita a capire come fronteggiare più rapidamente in futuro degli eventi analoghi. Perché, e chiaramente non me lo auguro, nessuno può assicurare che non si ripresentino.
Sicuri che i Galaxy S23 non siano già ufficiali?
Andando con lo sguardo di là dall’Italia, è stata una settimana spaziale in senso stretto per la Nasa, che ha validato il motore a razzo a detonazione rotante per i veicoli interplanetari, e spaziale in senso lato per Samsung: come da previsioni di settimana scorsa, i Galaxy S23 hanno tenuto banco ancora una volta, per l’ultima prima del “gong”. Domenica scorsa il quadro era già abbastanza chiaro: in settimana si era parlato di prezzi, di render, di schede tecniche, di fotocamere, di tutto insomma. Negli ultimi giorni i rumor sono andati più a fondo, anche se non sembrava possibile:
Una considerazione. Si dice che servano tre indizi per fare una prova, sul listino prezzi dei Galaxy S23 di rumor credibili ne abbiamo solo due. Nonostante io non abbia la palla di vetro, li ritengo sufficienti a dare per assodato il rincaro rispetto ai top di gamma dello scorso anno, e sarei molto sorpreso se i prezzi italiani degli S23 che verranno fuori il primo febbraio differissero anche di 50 euro rispetto a quelli che abbiamo ricostruito in entrambe le occasioni. A parer mio il margine d’errore può essere di qualche decina di euro, nulla comunque che possa spostare gli equilibri su una spesa di mille: i prezzi, decina più decina meno, sono quelli.
Oggi giorno della privacy, Apple tra bastone e carota
Il trend dei prezzi è al rialzo causa inflazione (WindTre, peraltro, ha inserito la clausola sull’adeguamento nei contratti mobili, operativa da febbraio), quello delle valutazioni al ribasso più o meno per la stessa ragione. Apple in settimana ha ridotto i valori di permuta degli iPhone: in pochi giorni un iPhone 12 Pro Max si è svalutato fino a 85 euro, un 13 Pro Max fino a 80 euro e così via; uniche valutazioni a rimanere invariate sono quelle di iPhone XS, XR e 8, mentre l’unica a crescere, va a capire il motivo, è quella di iPhone 8 Plus: vale 5 euro in più.
Qualche euro risparmiato dagli iPhone ricevuti in permuta e qualche dollaro recuperato dal costo di produzione dei nuovi Mac. Scelta a dir poco opinabile quella di risparmiare sulla velocità dell’archiviazione anche dei MacBook Pro “base” (512 GB), macchina per la quale servono comunque 2.500 euro da 14″ e 3.100 euro da 16″. Era già successo una volta, siamo alla seconda: speriamo non diventi un’abitudine.
Microsoft opziona ChatGPT, smartphone “rinfrescante” in arrivo
L’aveva anticipata a Davos, Microsoft, l’intenzione di integrare il “motore” di ChatGPT nei suoi servizi, dal cloud Azure a Bing, durante la settimana dalle parole si è passati ai fatti, con un investimento “pluriennale miliardario” che, sperano, aiuterà a centrare l’obiettivo. Può essere la carta con cui Redmond può riscattare gli anni, i parecchi anni, passati da Bing all’ombra di Google, che adesso fatica a reagire. Una mossa strategica di straordinaria importanza quella annunciata questa settimana. Rimane la curiosità di capire quali saranno le prossime mosse di Microsoft, certamente, ma anche di Google, e pure come (e se) si occuperà delle diverse perplessità e critiche piovute su ChatGPT, l’ultima delle quali ha come mittente il mondo delle pubblicazioni scientifiche.
Chiudo con un rumor emerso nel corso della settimana, partito come tale ed evolutosi fino a diventare una certezza. Qualcuno avrà letto della scoperta di un account Colaphone su Twitter (a dire il vero aperto a novembre 2022) e dell’indiscrezione che ne è derivata su un presunto smartphone a marchio Coca-Cola. Nessuno ha mai pensato che la multinazionale avrebbe progettato da zero uno smartphone, le opzioni in ballo in un mare di perplessità piuttosto erano due: che si sarebbe rimarchiato un prodotto esistente riconoscendo qualcosa a Realme, perché dall’unico render in nostro possesso era palese la somiglianza con Realme 10 4G, o che avrebbe lanciato una versione ad hoc di uno smartphone esistente, una sorta di special edition.
Realme, dopo un paio di giorni, ha confermato che l’ipotesi corretta era la prima, di fatto cederà a Coca-Cola il progetto Realme 10 4G per uno smartphone “davvero rinfrescante”. Una storia flash dall’inizio alla fine, perché se il rumor si è sgonfiato presto anzi quasi subito nemmeno lo smartphone richiederà chissà quale attesa: debutto nelle prossime settimane in India, probabile che almeno inizialmente non arrivi in Europa. Ma la parabola di Colaphone insegna che le sorprese sono dietro l’angolo.
LA SETTIMANA DI HDMOTORI
Grazie al “polso” di Filippo Vendrame per la selezione.
GLI APPROFONDIMENTI E I VIDEO DELLA SETTIMANA