Negli ospedali italiani ci sono 229 persone affette da nuovo coronavirus ricoverate in terapia intensiva: al momento occupano il 5% dei posti disponibili
(foto: Getty Images)
Aumentare del 50% i posti in terapia intensiva, raddoppiare quelli nelle unità di malattie infettive e pneumologia. Questo il piano annunciato dal governo per far fronte alla diffusione del nuovo coronavirus.
Il numero delle strutture di terapia intensiva è disciplinato dal DM 70/2015, sulla base del quale ogni reparto deve avere un bacino di utenza compreso tra le 150 e le 300mila persone. Stando al ministero della Salute nel 2017, questo il dato più recente, i posti letto sono 4.629 in tutta Italia.
Ora, secondoi dati diffusi dalla Protezione civile, al 3 marzo sono 229 le persone ricoverate in terapia intensiva positive al Covid-19. Tenuto conto del totale dei posti disponibili, significa che l’epidemia sta impegnando il 4,94% dei letti.
Questo facendo una semplice operazione matematica. I pazienti affetti da nuovo coronavirus, però, non possono essere ricoverati nella stessa stanza di altri che si trovano in terapia intensiva per altre patologie. È vero che esiste l’isolamento a coorte, ovvero che più persone con il Covid-19 possono stare nella stessa stanza, ma la logistica all’interno degli ospedali è più complicata del calcolo di una percentuale.
Occorre poi capire quanto i posti in terapia intensiva siano occupati normalmente. Ora, stando ai dati forniti dal ministero, il totale dei giorni di degenza disponibili in questi reparti è pari a 1 milione e 681mila. Il dato arriva dal ministero della Salute ed è aggiornato al 2017, quando era stato occupato poco più del 33% di questa disponibilità.
Il che ci dice che i restanti due terzi dei posti potrebbero accogliere persone affette da Covid-19. Circostanza che, in numeri assoluti, si traduce in 3.055 pazienti che il sistema è in grado di gestire, ovviamente al netto dell’incremento dei letti annunciato dall’esecutivo. Ma anche qui, si tratta di una approssimazione, che non tiene conto delle complicazioni logistiche.
Per cercare di capire meglio quanto questi reparti siano sotto stress, Wired ha confrontato il numero dei ricoverati su base regionale con il totale dei posti letto disponibili. Il risultato è rappresentato in questa infografica:
Come si può notare, e come era facile intuire, è la Lombardia la regione che vede la quota maggiore di posti nei reparti di terapia intensiva occupati da pazienti affetti da nuovo coronavirus. In numeri assoluti si tratta di 167 ricoverati su un totale di 723 letti disponibili sull’intero territorio regionale.
Se la Protezione civile fornisse il dato su base provinciale, sarebbe possibile capire come vadano le cose in provincia di Lodi, Cremona e Bergamo, al momento le più colpite dall’epidemia. Facile immaginare che qui la percentuale sia più alta. Ma, non avendo il dato, si tratta solo di supposizioni.
Dopo la Lombardia ci sono le Marche, che vedono 13 dei 132 posti in terapia intensiva occupati da pazienti con il nuovo coronavirus. Quindi l’Emilia Romagna con un 6,96% di letti destinati a chi ha contratto il Covid-19 e il Veneto con un 4,06%. Nelle altre regioni, per il momento, la situazione è decisamente più tranquilla, almeno per quanto riguarda i ricoveri in terapia intensiva.
Tenere monitorato questo parametro, come detto, è importante per capire quanto il sistema sanitario nazionale sia in grado di far fronte ad un’epidemia che, verosimilmente, vedrà aumentare il numero di persone contagiate ancora per qualche tempo.
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