Consegnati i due chilogrammi di rocce lunari raccolti dalla missione cinese Chang’e 5: il modulo di risalita le ha trasferite alla sonda madre in orbita intorno alla Luna durante il primo aggancio in assoluto tra due veicoli robotici avvenuto nell’orbita lunare, che ha segnato un nuovo record per la Cina.
La sonda resta nell’orbita lunare per circa una settimana, in attesa della finestra temporale giusta per compiere il viaggio di ritorno sulla Terra la cui durata prevista è di circa tre giorni, nei quali percorrerà 383.000 chilometri. La sonda “rimbalzerà” sull’atmosfera terrestre per rallentare la sua velocità prima di liberare la capsula di rientro, il cui atterraggio con i paracadute è previsto nella steppa della Mongolia interna, dove in passato sono atterrate anche le capsule cinesi Shenzhou con equipaggio.
Se la missione avrà successo, la Cina potrà diventare il terzo Paese a portare sulla Terra rocce lunari, dopo gli Stati Uniti e l’ex Unione Sovietica. Quelli raccolti dalla missione Chang’e 5 sono i primi campioni prelevati dalla superficie lunare dopo quelli portati a Terra nel 1976 dalla missione robotica sovietica Luna 24.
Lanciata il 23 novembre scorso, la missione è arrivata sulla superficie lunare il primo dicembre ed è ripartita il 4 dicembre, segnando una pietra miliare nel programma di esplorazione spaziale cinese. Per la Cina infatti è stato il primo lancio di una capsula dalla Luna, mentre nessuno finora era riuscito nella difficile impresa di un aggancio robotico nell’orbita lunare.
Il programma lunare Chang’e prende il nome dall’antica dea cinese della Luna e fra i suoi successi maggiori si sono state la missione Chang’e 4, la prima a raggiungere il lato nascosto della Luna, e la Chang’e 3, atterrata sulla Luna del 2013.