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25.01.2023 In Apple, Tecnologia

Macbook Pro M1 Max 15 mesi dopo: durata e consigli alla luce dei nuovi M2 | Video

Se cambiare smartphone spesso è una pratica abbastanza comune tra gli appassionati e coloro che vogliono provare tutte le ultime novità tecnologiche, anche grazie ad un florido mercato di scambi tra usati e non solo, non si può dire lo stesso per il mondo dei PC. Da un lato il ricambio generazionale non porta benefici particolari, dall’altro il form factor e le differenze tra gli anni sono ancora più limitate rispetto al settore mobile.

Se prendiamo poi in considerazione in mondo Mac, di novità estetiche sui portatili ne vediamo poche e in generale una scocca viene portata avanti per anni, addirittura decenni se pensiamo alla gamma Air che ha visto un nuovo design solo recentemente. Con l’arrivo della piattaforma hardware M1 poi, il mondo Apple è come se si fosse staccato completamente dal settore, entrando in logiche proprietarie e totalmente distanti da quelle di tutte le altre aziende.

Apple non dipende più da Intel – e se vogliamo anche dai produttori di schede video -, non deve più gestire le annualità di prodotto in base alla disponibilità delle CPU Intel e, soprattutto, ha un hardware praticamente unico sul mercato e che gestisce direttamente in casa. Dunque, chi sceglie un Mac con processore M, tra estetica sempre molto classica e hardware che anche nella sua primissima generazione fa ancora la differenza e non è stato eguagliato da nessuno, non ha ragione alcuna di pensare di passare ad un modello nuovo se non per ragioni legate ad una rottura o ad un cambio di prodotto (per intenderci passare da un Air ad un Pro o da un Mac Mini ad uno Studio).

Con l’arrivo dei nuovi Macbook Pro M2 Pro/Max riteniamo corretto fare un attimo il punto sulla situazione sfruttando proprio il mio utilizzo molto intenso del Pro M1 Max iniziato a novembre 2021. Un feedback che potrebbe permettere a tanti di capire la qualità dei prodotti M di Apple e avere ancora più chiaro dove e come questo tipo di architettura fa la differenza. Per quanto infatti i processori su base ARM siano idolatrati ovunque, va sempre preso in considerazione il contesto di utilizzo e quello che offre il mercato allo stesso prezzo e che, dico subito, non è certamente inferiore in termini di potenza pura e prestazioni.

CONFIGURAZIONE SCELTA A NOVEMBRE 2021

Un po’ di storia: sono un fan della tecnologia e la utilizzo in base al prodotto che più si avvicina a quello che cerco. Apple, Android, Windows, Linux non ho preferenze ma scelgo quello che mi permette di avere maggiori soddisfazioni sia nel mio lavoro sia nel mio tempo libero e che si sposa con le mie esigenze del momento. Scelsi Mac ai tempi della serie G, prodotti che al tempo facevano la differenza in termini di autonomia ed estetica rispetto ai modelli Windows. Ho abbandonato Mac quando Apple ha eliminato tutte le porte e sono passato a XPS 15. Ho riabbracciato Apple con l’Air M1 per curiosità e mi sono trovato cosi bene che mi ero ripromesso di sostituire il mio Dell con il nuovo Pro qualosa porta HDMI e SD fossero state confermate.

19 ottobre 2021 Apple presenta i nuovi MacBook Pro M1 Pro/Max confermando rumor e indiscrezioni, il 2 novembre il mio acquisto viene consegnato essendo stato tra i primissimi ad effettuare l’ordine. Che configurazione scelsi al tempo?

  • Chip Apple M1 Max con CPU 10‑core, GPU 24‑core, Neural Engine 16‑core
  • 32GB di memoria unificata
  • Alimentatore USB‑C da 96W
  • Unità SSD da 1TB
  • Tre porte Thunderbolt 4, porta HDMI, slot SDXC card, porta MagSafe 3
  • INPUT 065-CCWG Touch ID
  • Display Liquid Retina XDR da 14″
  • TRACKPAD 065-CCWD Force Touch Trackpad
  • Magic Keyboard retroilluminata con Touch ID – Italiano
  • Kit di accessori
  • Prezzo 3539€

Una configurazione particolare, diciamo a metà in quanto, oltre al processore Max, optai per 32GB di RAM e una GPU a 24 core, ovvero quella non top ma a metà. “Risparmiai” in quanto non utilizzando il Mac per render video particolarmente impegnativi o per gestione di immagini enormi in PhotoShop, mi sembrava uno spreco spendere ancora di più per un prodotto comunque sovradimensionato rispetto all’utilizzo che ne avrei fatto. L’indecisione iniziale era quella di prendere addirittura il modello Pro personalizzato al massimo ma considerando alcune differenze di banda del Chip e la volontà di tenere il portatile per diversi anni, ho preferito scegliere il processore migliore anche in ottica di sostituzione del mio PC Desktop che era già poco utilizzato avendo un Mac Mini base per l’utilizzo normale (no video editing).

MIO UTILIZZO IN 15 MESI: DOVE FA LA DIFFERENZA

MacBook Pro M1 Max mi accompagna dal 2 novembre circa come unico PC per tutto. Ho infatti pensionato tutti gli altri prodotti (salvo quelli utilizzati per recensioni vari o prove) che avevo, venduto Air M1 e tenuto solo il Mac Mini come backup per l’ufficio in quanto pagato al tempo “il giusto” grazie ad un NO IVA Mediaworld.

Un portatile che quindi viaggia insieme a me sempre, è nel mio zaino ogni momento o semplicemente sulla scrivania acceso praticamente 24 ore su 24 quando sono a casa o in ufficio. Si perchè di fatto grazie al consumo molto basso e ad una silenziosità totale, lo tengo attaccato all’alimentazione con schermo chiuso senza mai spegnerlo avendo un monitor esterno collegato.

Mac ha infatti una modalità che permette di bypassare la batteria e alimentare il portatile direttamente dalla corrente preservando quindi la vita della batteria stessa.

Questo ovviamente sulla carta, o meglio in un utilizzo normale e un po’ attento. Io però sono una persona che vive sul PC, lavora con questo strumento e viaggia tantissimo. Non posso stare sempre attendo, pensare di caricare il portatile in modo sempre perfetto e anzi, ho fatto esattamente tutto quello che “non si dovrebbe fare” con un prodotto estremamente costoso.

MacBook Pro è stato in qualunque borsa, zaino o valigia, ha convissuto con chiavi, cavetti di ogni genere e sorta ed è sopravvissuto grazie ad uno sticker attaccato sulla scocca perchè odio le cover che non solo inspessiscono il prodotto ma lo rendono anche più pesante (e già non è proprio una piuma). Un utilizzo “animale” come l’ho definito nel video e che però è legato al mio lavoro e al fatto che prendo mediamente 2 voli ogni 7 giorni oltre a treni, auto e via dicendo.

Come ho sottolineato in apertura, è il contesto e il modo in cui si utilizza un prodotto che deve essere alla base di una scelta intelligente. Macbook Pro M1 Max l’ho scelto perchè è l’unico portatile (se escludiamo i nuovi M2 Max) di fascia top a consentire un utilizzo a batteria veramente eccezionale e, al tempo stesso, a permettere un mantenimento quasi inalterato delle prestazioni (a seconda della modalità di utilizzo che impostate nella gestione energetica).

Considerando quanto utilizzo in mobilità ne faccio, avere prestazioni sempre consistenti ed estremamente appaganti è per me un fattore determinante. A questo si aggiunge un’autonomia molto elevata e, per dirla in modo più corretto, un’efficienza energetica che non ha alcun rivale nel rapporto prestazioni/autonomia.

A tutto questo si aggiunge un ulteriore considerazione che, dopo 15 mesi, ritengo un elemento al quale non rinunciare più: la temperatura di utilizzo. Se con Air M1 mi ero trovato benissimo essendo fanless, sono rimasto stupefatto di come un prodotto nettamente più potente e con due ventole interne sia, per la maggior parte del tempo, paragonabile ad un portatile senza ventole.

Sebbene in utilizzo normale, andando a controllare nelle informazioni avanzate del sistema, mi rendo conto che le ventole sono spesso a 1200rpm circa, queste non si sentono, sono totalmente silenziose e si fa veramente tantissima fatica a percepirle.

Il motivo è che la piattaforma M1, anche nella sua versione Max, ha una temperatura di esercizio estremamente bassa e che difficilmente supera i 50 grado anche dopo tante ore. Se poi sfrutto la modalità risparmio energia e il mio lavoro si limita a Chrome e app di scrittura, ecco che i 35 gradi di media sono considerabili stabili.

Non esiste confronto con la controparte Windows e questo si trasforma nella pratica in un utilizzo a batteria continuativo senza avere nessuna percezione di calore eccessivo anche se tenuto per ore sulle gambe. A maggior ragione vedere un film in un albergo appoggiando il portatile sul piumino non è utopia e non avrete rumori di ventole che girano al massimo perchè avete “chiuso” le prese d’aria con la coperta (caso Windows classico) e al tempo stesso non sentirete calore.

Per molti potrebbero essere “dettagli” ma nel mio caso di utilizzo questi elementi già da soli fanno una differenza enorme. Ma non finisce qui…

La possibilità di ricaricare un Max con qualunque tipo di alimentazione è stato fondamentale in questi 15 mesi per il mio lavoro. Powerbank di fascia bassa, alimentatori cinesi anche poco potenti, super alimentatori multi uscita, Mag Safe proprietario, addirittura alimentazione tramite USB di una ciabatta smart e chi più ne ha più ne metta, hanno cambiato radicalmente il concetto di autonomia di portatile che avevo. A questo si aggiunge un altro dettaglio: le porte che sono su tutti i lati. Tutte le Type-C ricaricano, tutte possono essere lasciate libere se usate il Mag Safe e dunque avete una flessibilità di ricarica, posizionamento e uscite che è davvero difficile da trovare su altri marchi Windows.

Il display è poi un altro elemento distintivo: sebbene ci siano soluzioni Oled sul mercato che possono avere anche un impatto migliore a prima vista, è la luminosità del pannello e il confort visivo che fanno la differenza. Lavorare ovunque con questo display è un’esperienza di rara qualità: non solo è super luminoso e potete anche impostare i 1500nits di picco se lo desiderate, ma è l’attenuazione fine della retroilluminazione, il True Tone e tutti gli adattamenti automatici alla luce che rendono estremamente confortevole l’utilizzo del portatile in qualunque condizione di luce.

A questo si aggiunge un audio estremamente caldo e piacevole che unito alla qualità della Web Cam integrata e dei microfoni mi ha permesso di effettuare video chiamate professionali anche in condizioni di luce ed esterne non certamente semplici.

15 MESI DI UTILIZZO E UN PO’ DI USURA…

Come avete capito, Macbook Pro M1 Max l’ho utilizzato e lo sto utilizzando in modo davvero importante. Questo ha quindi un impatto forte anche sulla durata del portatile sia in termini di resistenza agli urti e all’usura, sia se prendiamo in considerazione l’autonomia.

Parto proprio da quest’ultimo aspetto avendo anche come confronto un altro Mac utilizzato in modo molto più classico e con un terzo dei cicli di ricarica da me effettuati anche se il tempo di utilizzo è paragonabile. Come detto, viaggiando molto, non posso permettermi di ricarica bene il portatile e anzi, sono arrivato alcune volte allo spegnimento totale per esaurimento batteria, pratica non consigliata per preservare la salute della stesa.

Ecco quindi che dopo 15 mesi la mia batteria è all’87% di salute con 157 cicli di ricarica, ovvero 13% perso che equivale a poco meno di un 1% al mese da novembre 2021.

Il MacBook Pro M1 Pro di Gabriele Congiu, che fa un lavoro simile al mio in quanto ad utilizzo e accensione del portatile, ha consumato il 2% della vita della batteria in 14 mesi. Ha quindi ancora il 98% di salute a fronte di 50 cicli di ricarica. Gabriele infatti tiene quasi sempre alimentato il suo Mac e questo non ha influito negativamente sulla salute della batteria.

Altro elemento di usura, graffi e piccole ammaccatura a parte dovute alla mia “incuria”, anche la tastiera ha comunque visto un deterioramento.

In particolare tutti i tasti più utilizzati, compresa la barra spaziatrice, sono diventati più lucidi rispetto alle parti meno stressate. Si tratta di un’usura che, per la mia esperienza, reputo normale ma comunque presente.

Va però detto che il miglioramento delle plastiche c’è stato da parte di Apple: il Macbook Air che ho utilizzato prima dell’arrivo della serie M – quindi alcuni anni fa – aveva addirittura perso anche la colorazione nera del tasto cancellando la lettera A che evidentemente è quella che più utilizzo.

CONCLUSIONI: M1 USATO O M2?

Dopo questi 15 mesi e quello che vi ho raccontato, ecco le mie conclusioni e riflessioni. Fermo restando che la piattaforma M, in qualunque versione, è ad oggi ancora non superata e, per i contesti descritti, imbattibile a patto di superare lo scoglio Mac OS, non possibile per tutti, anche i prodotti Apple si usurano e le batterie non sono fatte di Adamantio (per citare un materiale indistruttibile della cinematografia).

Il punto è che il mio Mac M1 Max personalizzato è costato 15 mesi fa 3539€: oggi, non esiste la medesima configurazione in quanto Apple ha inserito due possibili scelte e la base è praticamente quella che già supera la mia attuale sia lato CPU (ovvio) sia lato GPU. Sono però richiesti 3799€ che sono 260€ in più per una configurazione analoga: cifra che non sposta di molto l’esborso già enorme che deve essere fatto da coloro che vogliono scegliere un Mac Max, ma che comunque possono far riflettere in considerazione del mercato dell’usato.

Un Macbook Pro M1 Max usato ma tenuto molto bene, dovrebbe avere un fisiologico calo di prezzo nei prossimi mesi (ad oggi è davvero arbitrario il prezzo che si vede in molti annunci sui principali siti di usato) e potrebbe non essere una scelta sbagliata considerando anche la potenza ancora eccezionale di questa macchina. Discorso invece più intelligente – se guardiamo al portafoglio – considerare un M1 Pro. La differenza di prezzo rispetto al Max a suo tempo era importante e ci sono state tante offerte proprio per la versione base (o simile) da Unieuro e non solo, che potrebbero permettere al venditore di proporre un prezzo non assurdo. Il nuovo Pro M2 Pro parte infatti da 2499€ e un Pro M1 base non potrà essere venduto ancora per molto tempo a cifre vicine ai 2000€. Dunque magari tra un paio di mesi, un Pro M1 Pro base intorno ai 1600€ potrebbe non essere una scelta assurda se riusciste a trovarlo.

Dopo 15 mesi cambiare il mio M1 Max non avrebbe vantaggi (sia economici sia prestazionali) e anzi, la sensazione è che comunque anche con l’arrivo della generazione M3 Max prevista per la seconda metà 2024, potrebbero non esserci motivi tali da rendere il cambio necessario. Parliamo infatti di un prodotto con SSD che supera i 6000MB/s in lettura e scrittura, con uno schermo e un audio eccellenti e con un design che probabilmente non cambierà per anni ancora e la cui piattaforma hardware ha vantaggi che non si trovano nei concorrenti. Rimane il problema della batteria, unico elemento che ha un’usura importante e che impatta negativamente sull’utilizzo del portatile e capirò se ad ottobre Apple riterrà opportuno sostituirla perchè, magari, scesa sotto l’80% di vita in meno di due anni.

Nell’attesa, se deciderete di acquistare un Macbook Pro M2 Pro/Max, sappiate che tutto quello che ho elencato sopra sarà probabilmente replicabile sulla vostra macchina con tutti i vantaggi elencati.

100 Giorni con iPhone 14 Pro: cos'è cambiato? | Recensione

Apple 24 Gen

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Articolo originale disponibile qui

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