Il fondatore di Facebook ha segnalato allo staff del candidato democratico Pete Buttigieg alcuni suoi conoscenti, spendendosi in prima persona per la sua campagna presidenziale. Per alcuni significa che Facebook ha perso la sua imparzialità
Mark Zuckerberg (foto: Arun Sharma/Hindustan Times via Getty Images)
Bloomberg ha scoperto che il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg ha segnalato personalmente allo staff di Pete Buttigieg – il sindaco di una città dell’Indiana che si è candidato alle primarie del Partito democratico in vista delle presidenziali Usa del 2020 – alcuni suoi conoscenti ed ex colleghi, e due di questi sono stati assunti dalla campagna di Buttigieg.
Zuckerberg e sua moglie Priscilla Chan si sono mossi poco dopo la discesa in campo del sindaco e hanno inviato diverse email a Mike Schmuhl, il responsabile della campagna del sindaco. Sentito a questo proposito, Zuckerberg ha confermato di aver suggerito alcuni nomi ma ha detto di averlo fatto senza nessuno scopo secondario, se non quello di aiutare alcune persone che si erano rivolte a lui e a sua moglie. “Non si tratta di un endorsement”, ha dichiarato in una conferenza stampa il miliardario. “Non dovete fraintendere e pensare che l’abbia fatto perché sono impegnato a supportare la campagna, o cose di questo genere”.
I rapporti tra Zuckerberg e Buttigieg
Zuckerberg conosce personalmente Buttigieg e in passato lo ha definito un “amico”. Entrambi hanno frequentato la prestigiosa università di Harvard (anche se Zuck non si è laureato); Buttigieg ha frequentato per un periodo di tempo alcuni compagni di stanza del fondatore di Facebook, ed è stata una delle prime 300 persone al mondo a iscriversi alla neonata piattaforma ai tempi della sua fondazione. Nel 2017 ha inoltre accompagnato Zuckerberg a fare un tour in macchina di South Bend, il centro dell’Indiana di cui è sindaco.
Zuckerberg non ha mai detto di tifare per Buttigieg in pubblico e non ha espresso preferenze, né fatto donazioni a nessun altro candidato. Come sottolinea Bloomberg, le email che ha mandato al suo comitato elettorale per segnalare alcuni suoi conoscenti sono però la prova che il fondatore si è speso per una campagna presidenziale: e non è una cosa da poco, vista la potenza di fuoco a disposizione di Menlo Park, ovviamente.
In passato, il fondatore di Facebook si era limitato a fare alcune donazioni a politici di peso come il repubblicano Paul Ryan e la speaker democratica della Camera Nancy Pelosi e a fornire indicazioni ai candidati su come trarre il maggior profitto dalla piattaforma con la costituzione di team dedicati – il comitato elettorale di Trump, per esempio, aveva detto di aver beneficiato moltissimo di questo supporto.
Il candidato preferito dalla Silicon Valley
Zuckerberg ha diverse ragioni per apprezzare Buttigieg, oltre al loro rapporto personale. In questi primi mesi di campagna elettorale il sindaco si è mostrato molto più morbido nei confronti dei big del tech rispetto a molti suoi sfidanti. Ha infatti detto di essere a favore di una regolamentazione del sistema, ma non ha mai avanzato proposte radicali come quelle di Elizabeth Warren, che vorrebbe regolamentare duramente il settore e ha anche accusato Facebook di non agire sui contenuti politici che promuovono il falso o incitano all’odio.
La moderazione di Buttigieg sul tema ne ha fatto uno dei candidati preferiti dalla Silicon Valley. Tra i suoi finanziatori ci sono moltissimi imprenditori tech e persone con ruoli di spicco dentro Facebook come David Marcus, che siede nel consiglio di amministrazione della Libra Association (la società costituita per portare avanti il progetto della criptovaluta di Facebook), Naomi Gleit e Chris Cox, ex responsabile capo del prodotto e amico intimo di Zuckerberg.
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