Il fondatore di Italia Viva sulla proposta di scontare l’Iva a chi paga con sistemi digitali: “Bene ma eliminiamo le commissioni”. E sul fine vita: “Vorrei che fosse la mia famiglia a decidere per me, non un magistrato”
Matteo Renzi al Wired Next Fest (foto: Franco Russo)
“Ridurre l’Iva a chi paga i contanti? Il principio è giusto, ma dobbiamo, per legge, cancellare le commissioni e i costi. Altrimenti diventa un business per i soliti noti”. Così dal palco del Wired Next Fest di Firenze Matteo Renzi, senatore e leader del nascente partito Italia Viva, commentando la proposta del ministero dell’Economia Roberto Gualtieri.
Altro tema di attualità, il fine vita, con la recente sentenza della Cassazione sul caso di dj Fabo. È giusto, come dice il premier Giuseppe Conte, garantire l’obiezione di coscienza? “Quello della morte è il tema più pornografico che ci sia, oggi è un tabù. Si tratta di scelte complicate e, se capitasse a me, io vorrei che fosse la mia famiglia a decidere per me, non un magistrato”, ha spiegato.
All’atto pratico, “credo che il parlamento debba legiferare rispettando questa zona grigia complicata, che l’obiezione di coscienza vada salvaguardata e che si debba dare ai medici coinvolti il ruolo di pubblici ufficiali”. Così da evitare successive denunce da familiari che non fossero d’accordo con la decisione presa dal paziente.
Il tema dei diritti è diventato l’occasione per una riflessione più generale. “Su questo tema io vorrei invitarvi ad avere la sensibilità dell’ascoltarsi. Matteo Salvini“, l’affondo, “ci ha fatto male nel diffondere la cultura dell’insultare l’altro, dell’odio verbale. Noi abbiamo bisogno di ascoltarsi”.
Una delle sfide, per il leader di Italia viva, è quella di coinvolgere i giovani. “Io i ventenni non li voglio convincere, ma li voglio stimolare ed incoraggiare. Qui abbiamo una casa nuova da costruire e ci sono sfide enormi: in dieci anni il mondo cambierà”. Cita l’intelligenza artificiale e i big data: “Vogliamo fare dell’Italia il Paese più smart in questi settori?”
La politica passa però anche da questioni più prosaiche, come le nomine nelle aziende partecipate dallo Stato. C’è l’impegno a dare più spazio alle donne? “All’interno di Italia Viva per noi è un elemento fondamentale, in ogni carica ci saranno un uomo e una donna. Ma prima delle nomine, ruoli per i quali in italia abbiamo tante donne manager bravissime come Patrizia Greco, Bianca Maria Farina, Emma Marcegaglia, Katia Nobili, dobbiamo affrontare un tema culturale”.
Ovvero riflettere sul fatto che “su una persona come Teresa Bellanova, che da bracciante diventa ministro, in America ci fanno un film. Da noi ci si scanna per come si veste. A un uomo con una storia simile nessuno contesta la cravatta”. In chiusura, un passaggio su quella che è la politica oggi, uno spazio in cui il consenso è sempre più volatile. “Un po’ dipende dai media, un po’ è colpa della classe politica. Ma molto interpella ciascuno di noi: negli ultimi due mesi i populisti hanno perso due grandi battaglie contro le istituzioni. È successo in Italia e nel Regno Unito dove le istituzioni hanno dimostrato di essere più forti. E occhio al Congresso americano, che con la battaglia sull’impeachment potrebbe segnare il 3 a 0”.
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