Ormai Maxda MX-5 non è più un novità, ma quando mi è stata offerta l’opportunità di averla nel mio garage e poterla guidare per un paio di settimane non ho potuto proprio dire di no. Con le sue dimensioni compatte, la sua leggerezza, il suo cambio pazzesco e il 2.0 aspirato da 184 cavalli è un’auto a cui difficilmente si può dire di no, specialmente se vi piace davvero guidare e vi piace farlo a bordo di una macchina che è in grado di trasferire al volante tutte le sensazioni derivate dalla guida sportiva in una maniera così sincera. Questa non sarà ovviamente una recensione, il web ormai ne è pieno e se volete la prova completa la trovate qui; oggi andrò più che altro a raccontarvi perchè, a mio modo di vedere, siamo di fronte alla spider a due posti perfetta.
BELLA, COMPATTA E SENZA TEMPO
Inizio parlandovi un’attimo del suo aspetto estetico perchè al di là delle performance e del piacere di guida questa è un’auto che si fa indubbiamente apprezzare anche per il suo design che, pensate un po’, ha già la bellezza di otto anni sulle spalle. Lo avreste mai detto? Io sinceramente no, ma i designer giapponesi, quando hanno pensato a questo restyling sono stati davvero intelligenti. Le sue linee sono sportiveggianti ma allo stesso tempo sobrie e pulite; è allo stesso tempo un disegno caratteristico e distintivo ma non ha elementi troppo impattanti e che alla lunga possono stancare.
Mi piace tutto di lei, dal frontale con questi gruppi ottici piccoli e taglienti, che gli donano un sguardo quasi “incazzato”, fino al cofano lungo e filante, che serve per contenere il motore posizionato longitudinalmente e quasi completamente dietro le ruote per una distribuzione ottimale dei pesi. Insomma, un piccolo capolavoro di ingegneria ma anche di design, che riesce ad essere al passo con i tempi mantenendo però una strettissima connessione con il passato. È una MX-5, ed è impossibile non riconoscerla al primo sguardo, che è assolutamente un bene perchè comunque rimane un’icona che deve dare grande importanza agli appassionati del brand e soprattutto del modello stesso.
Il modello provato da me è il My2022 RF Sport, con tettuccio retrattile rigido che aggiunge sì qualche chilo in più alla vettura ma che garantisce un maggiore livello di comfort a livello di acustica e di mantenimento della temperatura nell’abitacolo. Ci sono indubbiamente pro e contro, i maniaci saranno infastiditi da quei pochi chili in più al punto da optare per il soft top; io non sono così “nazista” e in tutta sincerità vi dirò che una volta appoggiate la chiappe sui sedili RECARO di questo allestimento ci si dimentica in fretta di certi dettagli.
Come ci si dimentica anche della fatica che si fa per entrare e uscire dall’abitacolo. Non è certo l’auto più comoda da questo punto di vista, è bassa, i sedili sono belli contenitivi e lo spazio a bordo non è molto, ma alla fine sarete ben disposti a scendere a questi piccoli compromessi e a sacrificare un pochino di comodità. Che poi, intendiamoci bene, non è che si stia scomodi una volta seduti. Lo spazio non è ovviamente quello di un SUV e nessuno se lo sarebbe aspettato, ma una volta seduti a bordo la posizione di guida è semplicemente perfetta. Il sedile si muove avanti e indietro, così come il volante, e ci permettono così di trovare in pochi istanti la nostra posizione di guida ottimale. Siamo a tu per tu con l’asfalto e i fianchetti del sedile ci tengono sempre ben saldi al nostro posto, anche quando alziamo il ritmo e la strada si fa più movimentata.
Gli interni sono abbastanza semplici ma non per questo poco rifiniti, anzi, c’è un buon accostamento di materiali morbidi e rigidi e per tutti gli aspetti si è badato principalmente alla praticità e al piacere di guida. Ce ne accorgiamo sin dal momento in cui ci si siede a bordo e si appoggia il gomito sul bracciolo. A primo impatto viene spontaneo chiedersi come mai i comandi dell’infotaiment siano posizionati cosi indietro, ma basta allungare la mano verso la manopola del cambio e abbiamo subito la risposta. Chissenefrega dell’infotaiment, l’importante è che il cambio sia nella posizione perfetta; e come non essere d’accordo?
E proprio l’infotaiment è forse l’unico elemento che andrei ad aggiornare dentro all’abitacolo: il display è oggettivamente piccolo e anche di qualità non eccelsa. Tra l’altro le cornici che circondano il display sono abbondanti e quindi sarebbe sufficiente sostituire il pannello senza dover cambiare tutta la struttura. La buona notizia è invece che il sistema è compatibile con Apple Carplay in modalità wireless e Android Auto, solo con cavo.
Merita poi una menzione il fatto che Mazda abbia inserito degli altoparlanti nel poggiatesta, utili per ascoltare i nostri interlocutori in chiamata quando abbiamo il tettuccio abbassato. Anche se, onestamente, l’unico rumore che vi verrà voglia di sentire una volta a bordo sarà proprio quello del suo 4 cilindri in linea.
IN STRADA SI GODE
Ma veniamo all’argomento più interessante e cioè come si comporta su strada. Anzitutto occorre premettere che la versione da me provata è quella dotata di motore 2.0 aspirato con 4 cilindri in linea, 184 cavalli e 205 Nm di coppia a 4000 giri. Si tratta del propulsore più recente tra quelli disponibili, che ha fatto il suo esordio a bordo di MX-5 nel 2019 e che ha portato qualche cavallo in più ma anche un nuovo limitatore per i giri motore che è salito da 6.800 a 7.500 giri. Già avete capito bene, questa bestiolina arriva tranquilla fino a oltre 7.000 giri, e anzi, è proprio sopra i 4-5.000 giri che offre il meglio di sè.
Se devo essere proprio sincero al 100%, infatti, sotto i 4.000 giri potrei dirvi che è un po’ vuotina, ma è un aggettivo che va comunque contestualizzato e rapportato alle sensazioni sopra quella soglia. Diciamo che comunque è molto meglio di decine di altre macchine, ma dopo averle tirato un po’ il collo si vorrebbe sempre andare a limitatore. Anche perchè sopra questi “fatidici” 4.000 giri l’erogazione è qualcosa di pazzesco, lineare, sempre piena, sempre in spinta, una vera goduria. E la cosa bella è che, proprio per queste sue caratteristiche, non c’è bisogno di raggiungere velocità folli per divertirsi, anzi, bastano 4 curve un po’ allegre e immediatamente vi sorriderà il cuore.
Sì, insomma, due marce belle tirate, un paio di inserimenti decisi e vi sfido a non volerne una nel vostro garage. Oltre al motore di cui vi ho appena parlato, infatti, qui c’è anche un assetto e una dinamica di guida che rasenta la perfezione. Gli ingegneri e i meccanici giapponesi, dall’alto della loro rinomata precisione e pignoleria, hanno messo davvero anima e corpo nella messa a punto di questa vettura, e lo hanno fatto senza escludere nessun aspetto. La nostra versione è quella Sport, ancora più bella e divertente da guidare perchè, all’assetto già ottimo dei modelli “normali”, aggiunge una barra Duomi all’anteriore e delle sospensioni Blistein che sono ancora più precise nell’assecondare i movimenti del telaio.
L’assetto è quindi certamente sportivo, rigido ma mai eccessivo. Anzi, se devo dirvela tutta me la sarei aspettato anche più “scomda” da questo punto di vista. E invece qui rimane quel filo di morbidezza che ci aiuta ad interpretare al meglio ogni reazione della macchina. Nelle curve a velocità più sostenuta il modo in cui l’assetto comunica i trasferimenti di carico a chi siede al posto di guida è semplicemente perfetto. Il bilanciamento dei pesi 50 e 50 e il differenziale autobloccante fanno poi il resto del lavoro, garantendo un inserimento in curva sempre preciso e in grado di assecondare alla perfezione qualsiasi nostra intenzione.
Bastano pochi istanti al volante per comprendere alla perfezione il concetto del “jinba ittai”, la famosa connessione tra cavallo e cavaliere che tanto sta a cuore a chi ha pensato e progettato la MX5. Per descriverla con un solo aggettivo potrei dirvi che è un’auto “sincera”, al punto che potrei considerarla la soluzione perfetta per chi si approccia per la prima volta al mondo delle sportive, così come, allo stesso tempo, potrei consigliarla a chi è già navigato ma vuole una macchina non troppo impegnativa e che permetta di divertirsi in sicurezza.
Va bene per chi ama pennellare le curve con una andatura più sostenuta del normale ma anche per chi vuole sentire ogni tanto il posteriore scappare via senza rischiare troppo. Uscendo allegramente da una rotonda, infatti, l’asse posteriore perde di aderenza quel tanto che basta prima che il controllo di trazione ci riporti sulla retta via senza spiacevoli conseguenze. Ma se avete un po’ di manico potete anche disattivare completamente i controlli e divertirvi a gestire i trasferimenti di carico.
E poi c’è il cambio, subito a portata di mano, con una leva cortissima, innesti precisi e accompagnati da una frizione che stacca semplicemente al punto giusto regalandovi delle cambiate rapidissime. Una vera goduria e un motivo di giubilo per tutti gli amanti della guida e dei motori.
CONSUMA IL GIUSTO
Tutto molto figo vero? Però chissà quanto consuma! E invece no, mi spiace ma non potrete usare nemmeno questa come scusa per non volerne una. Nell’utilizzo di tutti i giorni, nel classico tragitto casa-lavoro fatto di strade statali, autostrada e un pochino di città si può arrivare ad un consumo medio di 17 km con un litro. Nei miei 20 giorni di utilizzo la media è stata di 6,5 litri per 100 km, ovvero circa 15 km con un litro, che è un consumo assolutamente ragionevole per il tipo di macchina e per il divertimento che garantisce quando vogliamo spingere un po’ di più sull’acceleratore.
In autostrada poi, a velocità di codice, siamo sui 14-15 km/l, che ovviamente scendono abbondantemente sotto i 10 quando decidiamo di portarla al limite. Nel complesso direi comunque che gli oltre 600km con un pieno raggiungibili con i 45 litri di serbatoio sono più che onesti per il tipo di macchina con cui abbiamo a che fare.
PREZZI E CONSIDERAZIONI
Insomma, lo avete capito, mi ci sono innamorato ma ci è voluto davvero poco e, come vi dicevo in apertura, al netto dei sacrifici da mettere in conto in termini di spazio a bordo e comodità, questa è davvero la spider a due posti perfetta. E lo è anche per via del prezzo, pensate che il punto di ingresso, con la versione PrimeLine 1.5 benzina da 132 CV, è di 29.900 euro. Certo si può salire anche un bel po’, ma la nostra versione che può essere considerata top di gamma, supera di poco i 40.000 euro.
A suo favore c’è poi un mercato che offre poche alternative, anzi, quasi nessuna. Le altre spider con due posti e trazione posteriore si contano davvero sulle dita di una mano, ma sono più pesanti, più ingombranti, e costano anche decisamente di più. Insomma se non avete figli o cercate una macchinina da utilizzare nel weekend che metta al primo posto l’esperienza e il piacere di guida, direi proprio che questa è quella che fa per voi.
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