Il Governo decide di rientrare in TIM: rileverà una quota della nuova società della Rete insieme agli americani di KKR.
Il paradosso della storia del nostro Paese è che la privatizzazione integrale di Telecom Italia la realizzò il primo governo di centrosinistra, con partito di maggioranza il PDS, erede del PCI, guidato da Romano Prodi; mentre il ritorno dello Stato con una quota di maggioranza nella società che gestirà la sola rete TIM è voluto dal primo governo di destra, guidato da un’ex missina come Giorgia Meloni.
Addirittura il MEF, il Ministero dell’Economia e Finanze, si è impegnato a rilevare una quota per più di due miliardi di euro, l’equivalente di quanto il Governo intende incassare dalla manovra di tassazione degli extraprofitti delle banche appena decisa, insieme alla quota che la Cassa Depositi e Prestiti – sempre controllata dallo Stato – si è impegnata in un accordo siglato con il fondo americano KKR, che già possiede una quota della società per la banda larga di TIM.
E’ un ritorno a pieno titolo dello Stato nell’economia, proprio nelle TLC che erano state il primo punto di uscita dello Stato dall’economia. Meloni in questo può vantare una certa coerenza: aveva promesso in campagna elettorale che lo Stato non avrebbe lasciato solo ai privati magari stranieri il controllo di un settore strategico come le TLC; ora sta operando in conseguenza.
Proposte di lettura:
Anche i grillini di Conte avrebbero voluto fare lo stesso ma i governi in condominio prima con la Lega e poi con il PD non erano riusciti a farlo. Oggi questa scelta è solo il primo passo di un processo ancora lungo e che vede i francesi di Vivendi che devono cedere le azioni, sempre in cerca di rialzi per guadagnare il massimo dall’uscita da TIM.
Sull’operazione l’Unione Europea non dovrebbe obbiettare nulla, poiché ha sempre spinto per lo scorporo della Rete; ma bisogna vedere quanto sarà contenta di questo nuovo indebitamento pubblico. Rimane sempre incerto il futuro della società di servizi che rimarrà fuori dalla Rete e quindi dal controllo pubblico e che potrebbe nascere già troppo zavorrata dal debito residuo e dal personale.