Basta con le installazioni in locale.
Per un Google Cloud Print che se ne va, c’è un Microsoft Universal Print che arriva.
I due servizi, in realtà, non sono esattamente sovrapponibili:il primo è nato per gli utenti di Chrome OS; il secondo è, almeno inizialmente, dedicato alle aziende e alle istituzioni. In entrambi i casi, però, si tratta di sistemi per semplificare l’installazione e la configurazione delle stampanti tramite il cloud computing.
Per il momento, Universal Print è accessibile soltanto come anteprima privata destinata a organizzazioni o scuole che usano Windows 10 Enterprise o Education e Azure Active Directory.
Grazie a questo servizio – spiega Microsoft – si aggiungono all’offerta cloud Microsoft 365 alcune «funzionalità chiave di Windows Server per la stampa»: così i singoli dispositivi non hanno più bisogno di installare i driver per le stampanti, né c’è più bisogno di un print server locale.
«Le organizzazioni IT» – spiega Microsoft – «possono posizionare le stampanti e registrarle con il servizio Universal Print senza la necessità di un setup ibrido complesso. Inoltre, le stampanti possono essere preconfigurate e individuate facilmente dai dispositivi Windows connessi ad Azure Active Directory. Gli utenti possono continuare a stampare dai loro dispositivi Windows o da Office come hanno sempre fatto, senza dover affrontare alcuna curva di apprendimento».
Grazie al lavoro con i partner – tra i quali spicca Canon – Microsoft vuole inserire il supporto a Universal Print direttamente nelle nuove stampanti, ma anche quelle esistenti sono supportate tramite un’applicazione che funge da proxy.
La strategia complessiva di Microsoft diventa insomma sempre più chiara: continuare a puntare sul cloud computing per trasformarsi compiutamente in un’azienda che offre servizi (in abbonamento), sganciando l’informatica dalle risorse locali per trasferire tutto su server remoti.
Chi volesse saperne di più su Universal Print può fare riferimento alla documentazione ufficiale.