Eccoci con un nuovo HDrewind, l’appuntamento in cui vi raccontiamo in chiave diversa le notizie più significative e le curiosità della settimana. Siamo alla sesta settimana del 2023. Nonostante si tratti di un riassunto, l’articolo che ne vien fuori spesso non è breve. Ecco quindi un indice per destreggiarsi comodamente fra i diversi argomenti.
L’IA DOMINA LA SCENA, È GUERRA TRA GOOGLE E MICROSOFT
È stata senza alcun dubbio la settimana dell’intelligenza artificiale. Finalmente Google ha risposto al duo ChatGPT-Microsoft, che tanto aveva fatto parlare nelle settimane precedenti per via dell’esposizione economica di Redmond nei confronti di OpenAI, e soprattutto delle voci sulla possibile integrazione di ChatGPT nelle piattaforme dell’ecosistema Microsoft, motore di ricerca Bing in testa.
Voci che col senno di poi erano fondate: Bing non era mai stato così intelligente come lo è da qualche giorno a questa parte, e la bella notizia per noi utenti finali è che il motore di ricerca a lungo all’ombra di Google già adesso, in italiano, è in grado di dispensare “consigli artificiali” con la naturalezza che in molti abbiamo apprezzato giocando con ChatGPT, alla base del Bing 2.0. La stella del motore di ricerca che utilizzavano in pochi brilla da mercoledì, da quando Microsoft ha risposto per le rime a Google con l’integrazione in Bing di ChatGPT che a breve sarà parte integrante di Outlook, Word e compagnia, rimettendo la palla al centro del terreno di gioco virtuale.
È rimasta poco lì. La reazione di Google non si è fatta attendere, è arrivata il giorno stesso quasi con la rabbia di chi non è abituata a star lì in silenzio per due mesi abbondanti, da quando ChatGPT a inizio dicembre aveva mostrato il futuro agli addetti ai lavori e agli appassionati di tecnologia mentre Microsoft gongolava dietro le quinte. Per cui a Mountain View hanno annunciato diverse novità per alcuni dei servizi dell’ecosistema possibili grazie ai progressi dell’intelligenza artificiale:
Nessuna rivoluzione, intendiamoci. Piuttosto la volontà da parte di Google di sottolineare, in un braccio di ferro tra big tech, la “pericolosità” delle frecce al suo arco e mandare un messaggio al rivale: il nostro ecosistema è ampio, lo affileremo e lo stiamo già affilando con l’IA. Da affilare è sicuramente Bard, il chatbot con cui mercoledì aveva risposto a Redmond. Il suo carattere distintivo sta nel fatto che, a differenza di ChatGPT, non si affida ad un database di informazioni ma di volta in volta pesca dal web, così da fornire risposte sempre attuali.
Che Google vada di corsa, comunque, è palese: è disponibile per un piccolo gruppo di tester scelti, per averlo su Ricerca bisognerà attendere. Quanto non è dato saperlo. La sensazione che l’annuncio sia stato anticipato il più possibile perché la risposta alla concorrenza non poteva più attendere è forte. Google non perde occasione per sottolineare che approccia l’intelligenza artificiale con il mantra della responsabilità, e questo in parte spiega la relativa lentezza con cui si muove rispetto ai competitor. Comunque si tratta di una potenziale arma a doppio taglio, perché non le sono concessi scivoloni. Analisti, osservatori e appassionati, a questo punto, non contemplano margini d’errore: la prima bugia di Bard sull’astronomia è costata 100 miliardi in borsa.
Ad ogni modo Microsoft non sta a guardare, non potrebbe dopo le decine di miliardi con cui ha riempito le casse di OpenAI. Secondo CNBC, per dare un senso agli investimenti il CEO Satya Nadella vorrebbe fare di Microsoft un “intermediario” dell’intelligenza artificiale, ritagliarle un ruolo da filtro tra l’intelligenza artificiale e le applicazioni concrete che arriveranno in futuro per iniziativa di altre grandi aziende che vorranno fare dei chatbot basati sull’IA.
LA SETTIMANA ITALIANA, ECCO I RISTORI DI LIBERO E VIRGILIO
In Italia la settimana è stata abbastanza movimentata. Gli hacker hanno scelto un festivo per scagliare un attacco informatico ransomware su larga scala nei confronti di decine di sistemi nazionali. Un attacco che come vi abbiamo raccontato avrebbe potuto avere un impatto minore, purtroppo la negligenza di chi ha avuto due anni di tempo per installare una patch correttiva e invece non lo ha fatto ha portato al panico che si è dissolto solo dopo due giorni.
Panico che domenica ha avvolto anche TIM e i suoi clienti, con la rete che ha avuto un blackout di qualche ora a causa di un problema al “flusso dati su rete internazionale che ha generato un impatto anche in Italia”, ha poi spiegato l’operatore comunicando la fine dei disservizi. Sul fronte Libero e Virgilio Mail l’emergenza è ormai rientrata, e IoL, giusto ieri, ha iniziato a scrivere agli utenti danneggiati informandoli con un pizzico di autoironia sul risarcimento che aveva promesso: il ristoro è il 20% di spazio in più sulla mail per sempre. Pare un po’ poco a fronte della settimana abbondante di disagi, vedremo come la prenderà la community.
Lunedì è arrivata l’analisi di nPerf sui migliori operatori di rete fissa italiani nel 2022: Fastweb agguanta la testa della classifica sull’esperienza di navigazione mettendo insieme tutte le tecnologie, considerando invece la sola fibra FTTH, quella che fa a meno dei cavi in rame, gli oltre 900mila test eseguiti su nperf.com hanno incoronato ancora una volta Fastweb, ma la miglior performance in termini di velocità pure l’ha ottenuta la fibra di Iliad.
Quanto alla linea mobile, il miglior operatore italiano per qualità della navigazione in rete secondo gli speedtest degli utenti di Altroconsumo il top nel 2022 è stato Vodafone, con un gran distacco su Iliad in termini di punti su Iliad. In Italia molti attendono di capire in cosa consisterà la stretta di Netflix sulla condivisione delle password e degli account. Il gigante dello streaming fa sul serio, e nei giorni scorsi è passata ai fatti in Canada, Nuova Zelanda, Portogallo e Spagna. Noi italiani faremmo bene a osservare le misure applicate negli ultimi due Paesi, soprattutto in Spagna che per numeri è più simile a noi del Portogallo. Attendiamoci novità simili nel breve periodo.
Sul fronte dello streaming si è mossa anche Dazn lanciando la promo San Valentino. Ottimo sconto sul mensile per chi si era scottato con gli aumenti post Mondiale, l’unica condizione a cui vale prestare attenzione è che l’opportunità è subordinata all’impegno di un anno, pena la restituzione dello sconto fruito. Nella settimana del Festival di Sanremo ha preso la parola il Ministro dell’Economia Giorgetti, il quale ha assicurato che dal prossimo anno il Canone Rai non gonfierà più il conto dell’energia elettrica. Difficile che venga abolito, ben più probabile che sia accorpato ad altre tasse che non lo configureranno come onere improprio.
Non arriverà con ogni probabilità in Italia l’interessantissimo OnePlus Ace 2 che l’azienda ha ufficializzato in settimana in Cina. Interessante perché il compromesso su cui è stato realizzato in termini di prestazioni e prezzo ricorda i flagship killer di una volta, quando in società c’era ancora Carl Pei. Comunque in OnePlus si respira aria di passato, perché se Ace 2 rimarrà esclusiva di Cina e probabilmente anche India da noi è appena arrivato OnePlus 11, un prodotto che odora della OnePlus di una volta.
Il prezzo è doppio rispetto a quello di Ace 2 convertito in euro (un giochetto che, va detto, non tiene in considerazione tasse e balzelli che verrebbero applicati se mai venisse venduto in Italia), ma c’è tanta carne al fuoco in più, il livello è un altro. Uno smartphone, OnePlus 11, che noi abbiamo già provato con soddisfazione, e che rappresenta un’inversione rispetto alla filosofia degli ultimi anni, positiva per chi ricorda con nostalgia la OnePlus dei primi tempi. Tra questi ci sono anch’io, quindi dico: bene così.
LE NOVITÀ HARDWARE…
Parlando di hardware, di prodotti, la settimana è stata utile per andare più a fondo della questione Galaxy S23. Nell’attesa di iniziare a parlare di S23 base e S23+ che quasi la stessa Samsung ha voluto lasciare in secondo piano – il “base” è appena arrivato in redazione, vi anticipo che a brevissimo ci sarà il live batteria come quello fatto lunedì per S23 Ultra – , sul più costoso c’è già un quadro completo.
Oltre la nostra recensione, i primi teardown hanno messo in luce la buona riparabilità in caso di imprevisti sottolineando che il display sarà anche bello con la sua curvatura e duro a sufficienza per tenere lontani i graffi ma che basta una caduta da altezza tasca per mandare in frantumi il Gorilla Glass Victus 2. Galaxy S23 Ultra è passato anche tra le mani del celebre JerryRigEverything, un riferimento mondiale per i test di durevolezza. Jerry è simpatico e i test sono piacevoli da guardare, ma vi anticipo che il top di gamma Samsung ha superato alla grande il più sfidante di tutti, il bend test.
A Cupertino ha strappato un sorriso ai nerd il cognome del nuovo boss delle risorse umane: Surface, come la linea di laptop dei rivali di Microsoft. Ad Apple Park però si sorride poco in questo periodo, le espressioni sono quelle di chi pianifica il futuro prossimo e meno prossimo con un’idea che procurerebbe alla Mela più “nemici” di quanti non ne abbia già. L’introduzione di un nuovo modello di iPhone ancor più costoso del Pro Max: un iPhone Ultra con “il meglio che può esserci in quella categoria”. A parer mio più che un’idea è una decisione già presa, Tim Cook con le sue dichiarazioni esplicite ma non troppo ha semplicemente cercato di preparare il terreno a una novità che, se dovesse arrivare davvero a un prezzo astronomico, terrà banco per mesi nelle discussioni tra gli appassionati e nei commenti di HDblog.
È già pianificato il futuro prossimo della gamma smartwatch, il punto semmai è intercettare i piani di Apple. È certo ad esempio che su Watch Ultra arriverà la tecnologia micro LED, c’è da capire quando. Secondo alcuni nel 2025, secondo altri già l’anno prossimo. Quest’anno l’unico Watch a essere aggiornato dovrebbe essere il Series, nessuna novità per Ultra e SE che dovranno attendere la rivoluzione del 2024, il decimo anniversario della gamma Watch. Ultima novità hardware della settimana è il curioso Realme 10 Pro Coca-Cola Edition, che sembrava un’invenzione di qualche fan della bibita frizzante e invece è arrivato davvero. Per il momento solamente in India, domani chissà.
…E SOFTWARE
Due parole in chiusura non posso non spenderle su Android 14. Sono giusto due, perché la prima Developer Preview è inevitabilmente acerba: poche le certezze sulle novità della prossima release del robottino verde, molte invece le speculazioni – anche interessanti – che sono state fatte passando in rassegna le righe di codice. È un work in progress puro, com’è normale che sia alla prima build per sviluppatori.
Qui la nostra analisi sulla DP1 di Android 14: novità ancora marginali con qualche speranza per il futuro, ma il tempo per vederci più chiaro non manca. Secondo la roadmap ufficiale arriverà in versione stabile in estate, probabilmente ad agosto come fu per Android 13. Qui una delle “speranze” per il futuro – la clonazione delle app, funzione desiderata a lungo sugli Android dual SIM – , qui invece una raccolta di tutte le funzioni nascoste nel codice sul cui debutto in pianta stabile però – lo ribadisco ancora una volta – non c’è alcuna garanzia.
LA SETTIMANA DI HDMOTORI
Ringrazio il “polso” di Filippo Vendrame per la selezione.
GLI APPROFONDIMENTI E I VIDEO DELLA SETTIMANA
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