In questi giorni si è fatto un gran parlare di Nintendo Switch, vuoi per l’annuncio (attesissimo) di Switch 2; vuoi per la presunta visita degli avvocati dell’azienda al CES 2025 (in particolare allo stand di Genki). Ora c’è addirittura un arresto correlato alla console: un giapponese di 58 anni è stato preso in custodia per aver modificato delle Nintendo Switch e averle vendute insieme a 27 giochi piratati.
Come riporta il locale NTV News, è la prima volta che in Giappone si verifica un caso del genere, sebbene il modding sia una pratica popolare da anni. Nel tempo, i giocatori più nerd e fuori dalle righe hanno messo a punto metodi per consentire l’esecuzione di giochi piratati, e in generale di attività oltre le capacità previste dal produttore.
L’uomo fermato è impiegato nel settore dei trasporti nella prefettura di Ibaraki. L’accusa è quella di aver alterato le schede dei circuiti delle console – tutte di seconda mano – saldandovi componenti modificati. Le console modificate venivano poi vendute su un’app-mercatino al prezzo di 28 mila yen ciascuna (circa 170 euro).
Durante l’interrogatorio, il 58enne si è dichiarato colpevole e ha accennato al motivo per cui l’avrebbe fatto: “Ero curioso di sapere se vendere un prodotto del genere mi avrebbe reso popolare”. Per ora, la polizia ha posto sotto sequestro 4 console, ma le indagini sono tuttora in corso.
La modifica del proprio sistema di gioco personale è solita sfuggire al controllo delle autorità. Ma la vendita di dispositivi e giochi alterati può comportare gravi conseguenze: si pensi al caso di Gary Bowser, condannato a una pena esemplare per via del suo legame con il gruppo hacker Team Xecuter. Bowser è uscito dal carcere nel 2023, dopo aver scontato 14 mesi di una condanna a 40 mesi (il rilascio è stato anticipato per buona condotta). Ma con Nintendo non finisce qui: gli deve 14 milioni di dollari, e ogni mese deve fare a meno del 20-30% di qualsiasi somma residua dopo aver pagato l’affitto e aver provveduto ad altre spese essenziali.