La relazione con un operatore telefonico, si sa, può essere più limacciosa delle vicende delle telenovelas: odi et amo, telefono oppure no, mannaggia alle valli remote dove prende un solo operatore che non è mai quello giusto.
Certo, verrebbe da dire che negli ultimi anni la situazione sia complessivamente migliorata: chi c’era agli albori del mercato telefonico mobile non può aver dimenticato i salassi di fine anni ’90 e inizio 2000, quando i piani all-inclusive erano di là da venire, gli sms si pagavano a peso d’oro e per risparmiare sullo scatto alla risposta i ragazzini si scambiavano dei romantici squilli.
Fortunatamente, almeno per questo aspetto, quei tempi sembrano finiti: l’ultimo, ignominioso lascito è stato il costo della ricarica del 20% (su dieci euro di ricarica, ne venivano effettivamente accreditati otto), provvidenzialmente spazzato via dalla Legge Bersani del 2007, che introdusse una serie di importanti strumenti a difesa dei consumatori e della concorrenza sul mercato. Poi, la moltiplicazione di operatori virtuali ha fatto il resto, fornendo una bella boccata d’ossigeno all’offerta.
Concluso il momento amarcord con il ricordo dello spiacevole balzello, è bene ricordare che alcune abitudini sono dure a morire, e così qualcosa di simile è stato introdotto da qualche operatore anche negli anni successivi, come le trappole nascoste nei banner “zero click”: fortunatamente, in questi casi la giustizia fa il suo corso.
Al netto di tutte queste vicende una cosa è certa: dagli operatori telefonici non si può prescindere, e non sempre le relazioni (contrattuali) si rivelano spiacevoli come nei casi citati sopra; c’è chi festeggia anniversari di un lustro o più con il proprio operatore, e possiamo chiamarle storie a lieto fine. Quindi, visto che è un po’ che non facciamo un sondaggio, quello che vorremmo chiedervi oggi è: cosa deve avere un operatore telefonico perché vi convinca di essere quello giusto?