Secondo un report redatto dall’Imperial College di Londra il fenomeno sociale del primo appuntamento online è in larga crescita, e fra nemmeno vent’anni sarà dietro metà delle nascite oltremanica
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Progetti per il futuro: non sottovalutare le conseguenze di Tinder. Nel 2037 infatti metà dei bambini sarà figlio di coppie nate da incontri online, almeno per quel che riguarda gli inglesi. Questo racconta un report dal titolo The future of dating redatto dalla Business School dell’Imperial College di Londra per il sito di appuntamenti eHarmony. La ricerca è stata fatta a partire dai dati raccolti dal sito sui propri utenti, incrociati con proiezioni demografiche e dell’andamento della popolazione. Se negli ultimi vent’anni – stimano i ricercatori – sono già nati quasi 3 milioni di bambini da coppie incontratesi online, possiamo aspettarci che il fenomeno si estenda (come i profitti di chi fornisce le piattaforme di dating, peraltro).
Secondo il report, le relazioni nate dagli incontri online a partire dall’anno 2000 fino ad oggi si sono dimostrate parecchio prolifiche. Il 35% di queste ha avuto un figlio addirittura entro un anno dopo l’incontro e il 18% ha dato alla luce due figli. Il totale è di 2,8 milioni di nuovi nati.
Dunque i ricercatori hanno proseguito le indagini su un campione di circa 4mila inglesi. Ne è risultato che negli ultimi anni il fenomeno degli incontri online è largamente aumentato, con un terzo delle persone che raccontano di essersi prima conosciute online (benché non solo su app di appuntamenti). Se, a detta del report, questo riguardava il 19% delle relazioni nate tra il 2005 e il 2014, l’incontro online è diventato l’inizio del 32% delle coppie sorte tra il 2015 e oggi, con una crescita del 68%.
A trascinare verso l’alto la tendenza sono i giovani tra i 18 e i 35 anni. Tra questi la prima conoscenza online è l’inizio più diffuso della relazione: 23%, contro il 20% di chi si è conosciuto al lavoro, il 19% tramite amici in comune e il 17% al bar o in un pub. Già, il caro vecchio pub che tra i britannici non è più ostello di amori come lo era a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, quando una coppia su cinque si conosceva tra una pinta e l’altra. Oggi soltanto una su quattordici.
Proiettando questi andamenti verso il futuro, ne risulta che nel 2030 4 bambini su 10 saranno nati da coppie conosciutesi online. Bisognerà aspettare il 2037 perché siano la metà. E agli inglesi, dopotutto, non sembra dar fastidio: quasi metà degli intervistati, il 46%, sosteneva in effetti sia più facile trovare qualcuno di compatibile attraverso l’online dating e il 47% concordava nel dire che internet facilita l’incontro di un partner per i più introversi.
Più a nord, tuttavia, dall’Università di scienze e tecnologia della Norvegia, è arrivata una ricerca su un piccolo campione che suggerisce forse un futuro diverso. L’obiettivo dello studio, apparso sulle pagine su Evolutionary Psychological Science, era di indagare l’efficacia di una delle app di incontri più famosa al mondo, Tinder, intervistando 269 studenti che lo utilizzavano. Ne è risultato che in media, nel periodo di utilizzo, gli intervistati avevano fatto 100 matches, compatibilità, con altre persone. Se il 25% era alla cerca di una lunga relazione e il 20% di una notte soltanto, alla fine però soltanto il 50% aveva incontrato fisicamente un partner. Insomma, l’app secondo Trond Viggo Grøntvedt, che ha condotto lo studio, non sarebbe abbastanza efficace per incontrare qualcuno di davvero compatibile – quantomeno per farci un figlio. “Ma questo riguarda la Norvegia”, ha dichiarato cautamente, “e abbiamo bisogno di vedere più studi interculturali”.
Insomma, è presto per dire che i costumi della perfida Albione interesseranno noi tutti. Di certo è un fenomeno sociale che fa gola non soltanto ai più timidi British ma anche chi investe nelle diverse piattaforme per questi primi scambi. Vale la pena ricordare che lo stesso sito eHarmony, che ha fornito dati e promosso la ricerca dell’Imperial College, tiene così tanto alla propria efficacia di Cupido, da essersi pubblicizzata con l’annuncio “Fatti da parte, fede. È tempo che la scienza provi ad amare”, suggerendo che il loro “sistema di compatibilità scientificamente provato” offra migliori possibilità di trovare l’amore. Ma non c’è amore senza dolore: la pubblicità, racconta il Guardian, è stata bandita dalla Advertising Standard Autority perché ingannevole.