Secondo le due aziende è un modo di dare la possibilità di effettuare il mining in sicurezza.
A quanto pare anche gli antivirus stanno iniziando a capitolare sotto il fascino delle criptovalute.
Il primo a cedere è stato Norton 360 che, come peraltro era stato annunciato con anticipo, recentemente ha iniziato a integrare Norton Crypto, un programma che consente di effettuare il mining di criptovalute (Ethereum, nel caso specifico) quando il processore non è occupato in altro.
Le perplessità degli utenti avevano appena iniziato a montare quando anche Avira ha fatto la stessa mossa: come già annunciato in ottobre, ora i prodotti di sicurezza integrano Avira Crypto, anch’esso dedicato alla generazione di Ethereum.
L’adesione a entrambi i programmi – che richiedono comunque una certa potenza di elaborazione, come ricorda Avira stessa, sconsigliandone l’adozione a quanti «dispongono di computer di fascia media» – è del tutto volontaria da parte degli utenti e il mining non è attivo di default, ma l’intera faccenda è comunque un po’ strana.
A destare dubbi non è tanto il fatto che Norton e Avira pretendano una fetta di quanto generato (il 15% nel primo caso, una percentuale non ancora rivelata nel secondo): è la presenza stessa dei due programmi crypto a suonare stonata.
C’è stato un tempo, infatti, in cui i software di sicurezza segnalavano come pericolosi, o quantomeno ingannevoli, quei programmi (o siti web) che avevano al proprio interno le funzionalità necessarie per l’estrazione delle criptovalute (spesso senza dichiararlo); ora, invece, sono essi stessi a fornirle sebbene, per lo meno, lo facciano esplicitamente.
Hanno inoltre un bel dire entrambe le aziende che l’integrazione del mining è motivato dall’intenzione di garantire la sicurezza degli utenti i quali, in assenza di questa possibilità, potrebbero andare in cerca di software per la generazione di criptovalute nel web e, magari, incappare in quale programma “arricchito” con del malware: viene comunque naturale chiedersi che cosa abbia a che fare un antivirus con il mining.
C’è ancora dell’altro: come sottolinea il noto esperto di sicurezza Brian Krebs, il fatto che l’attivazone di Norton Crypto o Avira Crypto sia volontaria non è una vera garanzia contro gli incidenti: «in fin dei conti, tutto dipende dal modo in cui questi programmi vengono presentati e dal fatto che gli utenti capiscano davvero che cosa stanno facendo quando vi aderiscono».
Bisogna infine tenere presente che la generazione di criptovalute non è sinonimo di «soldi facili»: la potenza di calcolo necessaria per ottenere qualcosa di significativo comporta che il gioco non valga la candela in termini di elettricità consumata e di usura dei componenti del PC; ma non tutti gli utenti lo sanno, e potrebbero essere tentati di credere di potersi arricchire facilmente.
In fin dei conti, davanti a una notizia del genere non riesce a venir meno la domanda: ma era proprio necessario tutto ciò, o questa “offerta” può fare più male che bene?