Gli scarti del mais possono avere una seconda vita, sulle passerelle di moda come sugli scaffali delle farmacie: dal tutolo del mais colorato è infatti possibile estrarre dei pigmenti naturali dal forte potere antiossidante, le antocianine, che possono essere usate per la produzione di integratori alimentari e per la colorazione di tessuti potenzialmente in grado di proteggere la pelle dai raggi Uv del sole. Per chi volesse sperimentare questa attività con le proprie mani, l’appuntamento è per la Notte europea dei ricercatori targata MeetMeTonight, che torna il 27 e il 28 settembre tra Milano, Napoli e altre città lombarde e campane.
Promotori dell’iniziativa sono Università di Milano-Bicocca, Politecnico di Milano, Statale di Milano, Federico II di Napoli e Comune di Milano, che organizzeranno conferenze, proiezioni di film, concerti, spettacoli teatrali e stand di divulgazione aperti a tutti. Quello dedicato al riciclo dei tutoli di mais, promosso dall’Università Statale di Milano, sarà presente sabato 28 settembre ai giardini Indro Montanelli di Milano.
“I visitatori potranno provare a estrarre i pigmenti dalle varietà colorate di mais per tingere tessuti”, spiega Roberto Pilu, esperto di genetica agraria e professore associato all’Università degli Studi di Milano. “Per farlo è sufficiente sminuzzare il tutolo, metterlo in acqua e limone e scaldare a cento gradi in un forno a microonde: si ottiene così un’acqua colorata che tinge di rosa e rosso i tessuti, con risultati migliori su lana e seta rispetto a lino e cotone”.
I ricercatori, che hanno sviluppato in laboratorio un sistema di estrazione ben più sofisticato (grazie al progetto Pastel finanziato da Fondazione Cariplo), puntano ora a sperimentarlo su scala industriale: “pensiamo alla produzione di integratori, ma anche a tinture naturali per il fashion di alta gamma”, prosegue Pilu. “Dobbiamo ancora stabilizzare le molecole coloranti, che tendono a degradarsi per effetto della luce, ma il fatto che assorbano i raggi Uv ci fa pensare che potrebbero proteggere la pelle dai danni del sole, un aspetto che approfondiremo con le nostre ricerche”.