Una valanga di segnali sulle onde gravitazionali: riaccesi il primo aprile, i rivelatori Ligo e Virgo hanno raccolto finora ben cinque ‘cinguettii’. Di questi, tre sono generati da collisioni di buchi neri, un quarto è stato intercettato il 25 aprile e potrebbe essere nato dalla collisione di due stelle di neutroni; il quinto, del 26 aprile, potrebbe essere il primo nato dalla collisione fra un buco nero e una stella di neutroni. La conferma potrà arrivare solo da nuove osservazioni, ma il mondo scientifico è già un subbuglio.
“L’universo ci sta tenendo sulle spine”, ha detto il portavoce della collaborazione Ligo, Patrick Brady, sull’evento del 26 aprile, nel bilancio reso noto dalla collaborazione Ligo, che fa capo alla National Science Foundation degli Stati Uniti, e Virgo, dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego), al quale l’Italia partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). “E’ probabilmente la cosa più difficile che ci aspetta”, ha detto il coordinatore delle analisi dati di Virgo, Giovanni Prodi, dell’università e della sezione Infn di Trento.
A differenza di quanto è avvenuto finora, adesso Ligo e Virgo rilasciano agli astronomi le informazioni essenziali per fare la ricerca di una possibile sorgente di onde gravitazionali grazie a circolari utilizzate in passato dalla Nasa per altri scopi. E’ grazie a questo circuito di scambio di informazioni rapido e automatizzato che sono state diffuse le coordinate dei cinque segnali rilevati in aprile.