I motori di ricerca più famosi – quali Google e Bing – saranno anche ottimi nel fornire risultati, ma non si può dire che siano particolarmente attenti alla privacy dei loro utenti.
D’altra parte, il motivo è ovvio: se un motore trae buona parte del proprio guadagno dalle pubblicità, è chiaro che non potrà fare a meno di adoperare nel modo per sé più fruttuoso possibile le informazioni che ottiene su chi lo adopera.
Per questo motivo nel tempo sono nati motori che promettono di avere un’attenzione particolare per la privacy, come DuckDuckGo.
Oggi un nuovo motore di ricerca rispettoso della riservatezza degli utenti si affaccia sul web: OneSearch.
Come DuckDuckGo, OneSearch non conserva i dati di chi lo usa né li condivide (o vende) con gli inserzionisti pubblicitari.
Per fornire i risultati si appoggia a Bing, evitando però di passare al motore di Microsoft ogni informazione che possa permettere di tracciare gli utenti. Si finanzia con la pubblicità, ma i banner non sono personalizzati tramite cookie: vengono invece mostrati in base alle keyword inserite.
Dietro OneSearch c’è Verizon, il gigante statunitense delle telecomunicazioni. Perciò ha anche una particolare attenzione per le aziende, affermando di potersi integrare con i prodotti per la sicurezza da esse già impiegati e le loro politiche sulla privacy.
«Le aziende che si preoccupano della sicurezza possono collaborare con Verizon Media per integrare OneSearch nei loro prodotti di sicurezza e privacy, offrendo ai loro clienti un altro mezzo per controllare i propri dati» scrive Verizon nel post di presentazione del servizio.
Infine, OneSearch offre una speciale modalità avanzata (Advanced Privacy Mode), attiva di default. In questo caso «i link dei risultati scadranno entro un’ora, aggiungendo un ulteriore livello di privacy nel caso in cui più persone adoperino lo stesso dispositivo o qualora un link sia condiviso con un amico».