La Terra è un pianeta fragile e vista dallo spazio lo sembra ancora di più:”è il momento di agire per tutelarla”, ha detto l’astronauta Luca Parmitano nella prima conferenza stampa organizzata dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) a conclusione della missione Beyond.
“Pensi di conoscere il pianeta, poi lo vedi da lontano e ti rendi conto che è un sistema vivente”, ha detto ai giornalisti nel Centro per l’addestramento degli astronauti (Eac) che si trova in Germania, a Colonia.
Vista dallo spazio la Terra sembra viva: “le nuvole che si muovono con il vento sono il suo respiro, l’acqua dei fiumi e degli oceani è il suo sangue”, ha detto ancora AstroLuca, che a due giorni dal suo rientro a Terra è in ottima forma. Al suo fianco il direttore generale dell’Esa, Jan Woerner, e il direttore dell’Esplorazione abitata e robotica dell’Esa, David Parker; nel pubblico la collega Samantha Cristoforetti.
“Dalla quota di 440 chilometri vediamo la fragilità del nostro pianeta e ci rendiamo conto che l’atmosfera è davvero sottile”, ha detto ancora l’astronauta. Da lassù, ha proseguito, “ho visto uragani di intensità notevole, come quelli che hanno colpito le Bahamas e Puerto Rico; ho visto anche i fuochi delle foreste amazzoniche, quelli dell’Africa e da settembre a gennaio ho fotografato i fuochi che hanno tinto di rosso l’Australia”.
Per AstroLuca la fragilità del nostro pianeta evidente, “ma l’elemento più fragile siamo noi – ha detto – perché la vita continuerà ben oltre la capacità dell’uomo di superare i danni che sta causando. La vita continuerà, ma non è detto che ci sia ancora l’uomo: se vogliamo esserci è il momento di agire”.