Indagini e perizie del tribunale emiliano hanno rivelato che oltre al caso “Angeli e demoni” non c’è quel sistema crudele su cui la politica ha speculato per mesi
Manifestazione di Casapound (foto: Andrea Ronchini/NurPhoto)
Su 100 fascicoli riguardanti richieste di affido per minori della Val d’Enza – territorio emiliano diventato noto per il cosiddetto caso Bibbiano – non è stata riscontrata nessuna anomalia: quei provvedimenti sono legittimi. Lo hanno detto mercoledì 9 ottobre i giudici del Tribunale dei minori di Bologna, che hanno passato al setaccio per tutta l’estate casi simili a quello che ha scosso l’opinione pubblica italiana ed è diventato oggetto di fortissima strumentalizzazione politica.
È importante chiarire che si sta parlando del sistema degli affidi di quella zona nel suo complesso, e non di ciò che è successo a decine di bambini tolti alle famiglie illecitamente con documentazioni strumentalizzate per avere l’affido. Quell’inchiesta – che prende il nome Angeli e Demoni – è ancora aperta, dato che ci sono intercettazioni sulla modalità della richiesta dell’affido.
Ma dalla riunione convocata da Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale dei minori di Bologna, per fare il punto della situazione su Bibbiano e dintorni è emerso che gli altri affidi sono stati regolari: in 85 casi il tribunale ha deciso di lasciare i bambini ai genitori. Solo nei casi più complicati, una trentina in tutto, i giudici hanno deciso per “l’affido esplorativo”, provvedimento che tuttavia non prevede l’allontanamento dalla famiglia e chiede ai servizi sociali di “sostenere” genitori e figli per superare eventuali crisi.
Su 100 casi solo in 15 i giudici hanno accolto la richiesta di allontanamento dei minori dalle famiglie. La buona fede dei servizi sociali sarebbe provata anche dal fatto che si sono verificati solo sette ricorsi, tutti respinti dalla sezione minori della Corte d’Appello.
Secondo Spadaro i mesi di indagine dimostrano che il sistema nel suo complesso è sano e non va calunniato.
Quelle richieste di verifica erano arrivate sul tavolo dei giudici negli ultimi due anni su input dei pm della procura minorile. Difficile non fosse così: Bibbiano è stato il tormentone politico dell’estate, trasformato in clava politica contro il Partito democratico (che governa la cittadina emiliana) usata prima dalla Lega e poi anche dal Movimento 5 stelle contro il suo futuro alleato, affermando che un’intera consorteria politica e un sistema di potere di sinistra stesse tramando per sottrarre ingiustamente dei bambini ai loro cari.
Il Tribunale emiliano la pensa diversamente: non sono infatti state riscontrate anomalie dal controllo che i magistrati hanno fatto sugli allontanamenti dei bambini dalle loro famiglie. D’altronde il procuratore capo di Reggio Emilia, Marco Mescolini, lo aveva già detto in tempi non sospetti, a giugno:
In ogni caso c’è da scommettere che il circo mediatico sul caso continuerà, e i mea culpa di chi ha voluto calcare la mano sulla tragica vicenda non arriveranno.
Leggi anche