Il primo aprile è sinonimo di scherzi, i cosiddetti “pesci d’aprile”, e per le big tech è ormai tradizione sfidarsi a suon di burle e fake news – che ogni tanto diventano realtà – con cui strappare un sorriso al pubblico, sebbene alcuni colossi abbiano sospeso l’usanza con il sopraggiungere della pandemia (senza fare nomi: Google e Microsoft).
Pare che i festeggiamenti del primo giorno di aprile affondino le radici nel 1500, poco dopo l’adozione del nuovo calendario Gregoriano, che spostò il Capodanno al primo gennaio. La leggenda più accreditata narra che, nella Francia di Carlo IX, il popolo continuasse a scambiarsi pacchi regalo vuoti tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, periodo in cui la festività veniva celebrata prima del nuovo assetto annuale, per mantenere scherzosamente la ritualità ormai desueta.
Tornando al nuovo Millennio, abbiamo selezionato cinque pesci d’aprile memorabili degli anni passati, in attesa di scoprire cosa ci riserverà quest’anno. Buona lettura!
SOMMARIO
1. YOUTUBE CHIUDE I BATTENTI
Lo scettro di giullare del settore spetta a Google, notoriamente la più burlona tra le aziende della tecnologia, che annovera un denso repertorio di scherzi. Tra le stramberie che ha finto di lanciare come non citare Google Tulip, il dispositivo a forma di tulipano che interpreta e traduce il “linguaggio” dei fiori, o la finta funzione “Screen Cleanser”, una sorta di tergicristallo digitale che pulisce istantaneamente lo smartphone.
Uno dei più esilaranti risale però al 2013, quando su YouTube apparve un video in cui l’azienda madre Big G spiegava che la piattaforma non era realmente un contenitore di video, come si era creduto fino ad allora, ma un concorso per decretare il filmato migliore pubblicato dall’anno dell’apertura della piattaforma, il 2005, ad allora. In poche parole: YouTube avrebbe chiuso. Pochi abboccarono, ma si rivelò uno scherzo divertente.
2. I PICCIONI WI-FI OLANDESI
Senza andare in ordine cronologico, il secondo scherzo tech a nostro avviso più comico è l’idea di un gruppo di aziende e startup olandesi chiamata Dui-Fi e pensata come pesce d’aprile del 2019. I nativi dei Paesi Bassi capiranno il gioco di parole: “Duif“ in olandese significa piccione, e la gag vede come protagonisti proprio questi onnipresenti volatili cittadini.
La finta iniziativa prometteva di applicare su 88mila piccioni olandesi dei micro modem Wi-Fi, specificando che l’impatto sul volatile sarebbe stato pari a zero. In questo modo, chiunque avrebbe potuto beneficiare di connessione gratuita agganciandosi all’hotspot del piccione più vicino con lo smartphone, il PC o altri dispositivi. A incidere sull’efficienza e la rapidità della rete sarebbero state la quantità e la tipologia di movimenti dell’uccello, in poche parole sarebbe bastato affidarsi alla sorte. Il sito è ancora attivo ed è studiato nei minimi dettagli, con tanto di sezioni dedicate alle FAQ, alle indicazioni su come utilizzare gli hotspot, ai piani tariffari e molto altro.
3. LA BICI A GUIDA AUTONOMA
Un altro pesce d’aprile ad alto grado di ingegno proviene ancora una volta da Mountain View. Nel 2017, la divisione olandese di Google pubblicò un video su YouTube – che oggi conta 8 milioni di view – che mostrava le immagini di una bici a guida autonoma con funzionalità innovative capace di scorrazzare per le vie della città in totale indipendenza, tanto da essere in grado di portare i bambini a passeggio in assenza di un conducente o di permettere a chi la inforca di lavorare al PC durante il viaggio. Google Bike, questo il nome dell’allora presunto nuovo veicolo di Big G, risultava dotata di un assetto tecnologico avanzato, con fotocamera anteriore, baricentro stabilizzato e speciali sensori in grado di intercettare gli ostacoli.
Tramite un’app dedicata, Google offriva inoltre la possibilità di chiedere alla bicicletta di recuperare il proprietario ovunque si trovasse e di impostare una modalità comfort per un uso più ergonomico dei pedali. Il video risultava particolarmente credibile non solo per la produzione, degna di un filmato ufficiale di lancio, ma anche per l’intervento del presidente dell’Associazione dei ciclisti dei Paesi Bassi e il vice sindaco di Amsterdam.
4. IL TRADUTTORE PER CANI
Il quarto scherzo più insolito è un traduttore simultaneo per cani (avete capito bene). Il mattacchione in questione è Acer, che il 1 aprile del 2021 ha simulato il lancio di un nuovo dispositivo, chiamato Clever Boy, con cui differenziare la gamma di prodotti del portafoglio. Si tratta di un dispositivo portatile da posizionare sul collare o sulla pettorina del proprio amico a quattro zampe capace di tradurre a parole i suoi latrati. Nel post pubblicato su Twitter non è mancata l’ironia: con un disclaimer di chiusura, l’azienda si autoescludeva da qualsiasi responsabilità nel caso in cui i dialoghi canini avessero spammato sui device dei padroni annunci mirati sui giocattoli da mordicchiare. Peccato, perché il dispositivo avrebbe accontentato soprattutto chi sostiene che ai cani manchi solo la parola.
5. LE CUFFIE OVER-EAR DA CONDIVIDERE
L’ultimo prank della nostra lista – concedeteci un inglesismo – potrebbe essere il sogno di molti. Nel 2019 Jabra, il produttore di cuffie statunitense, ha pubblicato su Facebook un post che mostrava in anteprima Jabra Ear Buddy, le prime cuffie over-ear con archetto estensibile dedicate alla condivisione dell’ascolto musicale. Le premesse erano ghiotte sin da subito: ci sarebbe stata un’app dedicata per regolare le impostazioni, con la possibilità di personalizzare l’equalizzatore musicale per ciascun auricolare. Non deludono neanche le specifiche tecniche: batteria con durata fino a 15 ore, interazione intelligente con doppia assistenza vocale, archetto estensibile ultraleggero, impermeabilità, personalizzazione della musica. Sebbene si tratti dell’ennesimo pesce d’aprile, c’è da dire che avrebbero potuto convincere davvero il mercato. Che serva da spunto per il futuro.
VIDEO
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Altre fonti consultate per la stesura dell’articolo:
Post Facebook Jabra https://urly.it/3mdjj
Tweet Acer: https://urly.it/3mdjm