Disattivare le aritmie cardiache usando protoni e Intelligenza artificiale, è un’innovativa terapia non invasiva resa possibile anche grazie a una tecnologia capace di seguire il movimento cardiaco in tempo reale. I dati dei primi esperimenti eseguiti al Policlinico San Matteo di Pavia sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers.
La tachicardia ventricolare è un disturbo cardiaco che può avere effetti molto gravi ed è legata generalmente a una sorta di corto circuito delle connessioni elettriche che garantiscono la contrazione ritmica del cuore. In caso di disfunzioni i ventricoli si contraggono ‘fuori tempo’. “Ad oggi la cosiddetta ablazione con catetere è la terapia standard per molti casi ma la sua efficienza non è ottimale”, ha spiegato Robert Rordorf, del Policlinico San Matteo di Pavia dove si sta sperimentando il nuovo metodo. Più in generale queste forme di aritmia gravi vengono spesso trattate, e non sempre con grandi risultati, con interventi invasivi. A rivoluzionarne il trattamento potrebbe essere ora la radio terapia, in particolare il bombardamento con fotoni e protoni di specifici punti del muscolo cardiaco la cui disattivazione può riportare le contrazioni del cuore alla modalità regolare.
Ma una delle grandi sfide è quella di riuscire a colpire con precisione submillimetrica uno specifico punto di un organo in continuo movimento, difficoltà resa più ardua dal movimento naturale del paziente e dalla sua respirazione. “Per questo stiamo sviluppando un sistema dotato di Intelligenza artificiale in grado di capire tutti i movimenti e ridurre al minimo i ritardi tra i tempi di lettura delle posizioni e l’irraggiamento della macchina, colpendo così il bersaglio in modo preciso”, ha detto Marina Izzo, amministratore delegato della start up EBAMed. La tecnica con protoni (senza intelligenza artificiale) è stata sperimentata per la prima volta nel 2020 al Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Cnao) di Pavia, e nel 2021 è stato testato un nuovo prototipo della macchina con ottimi risultati su 24 pazienti presso il San Matteo di Pavia. “Il prossimo passo – ha aggiunto Izzo – sarà ora quello di sperimentare su animali la combinazione dei due sistemi, e successivamente di commercializzare e distribuire il dispositivo negli ospedali Europei e Americani entro il 2024.