Vlad Sitnikov, il creativo inventore che vuole mandare i cartelloni pubblicitari nello spazio, ne ha pensata un’altra. Qualche settimana fa, sfruttando la vulnerabilità software di oltre 620.000 stampanti connesse a Internet, si è “intrufolato” in migliaia di uffici in tutto il mondo per lanciare un messaggio sul potenziale impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro.
Terrorismo digitale. Le macchine controllate da Sitnikov hanno stampato un volantino nel quale si afferma che entro il 2024 il 94% dei posti di lavoro di contabili, analisti finanziari e “colletti bianchi” di vario genere sarà soppresso e sostituito da sistemi di AI, e che la stessa sorte toccherà a tutte le professioni basate su processi strutturati e ripetitivi e sull’analisi dei dati.
La comunicazione si chiude invitando i lavoratori dei comparti a rischio a investire tempo e risorse (denaro) nello sviluppo di capacità creative. Secondo Sitnikov, infatti, nei prossimi anni la tecnologia non sarà ancora in grado di sostituire designer, grafici e copywriter, quindi c’è ancora tempo per correre ai ripari.
Beccati la réclame. Non a caso, la “lettera” recapitata direttamente alle stampanti include un buono per iscriversi a prezzo scontato a un corso di design tenuto da Michael Janda, con cui Sitnikov ha già lavorato in passato. Dal punto di vista tecnico l’hack realizzato da Sitnikov non è una novità: il programmatore ha realizzato un bot che sfrutta (illecitamente) una via di comunicazione (una porta) normalmente utilizzata dalle stampanti per inviare e ricevere dati. Ma prima di lui nessuno l’aveva usata per una campagna di marketing così virale. Per localizzare le stampanti connesse Sitnikov ha utilizzato shodan.io, un motore di ricerca che permette di trovare e identificare milioni di oggetti e dispositivi connessi a Internet in ogni angolo del pianeta.