Era convinta fossero soldi come quelli del Monopoli.
C’è un motivo se è considerato sconsigliabile lasciare i propri figli piccoli liberi di usare lo smartphone o il tablet su cui sono salvate informazioni utilizzabili per i pagamenti.
Lo ha scoperto letteralmente a proprie spese un padre britannico, Steve Cumming, che un giorno dello scorso aprile s’è sentito chiedere dalla figlia undicenne il permesso di fare un acquisto su Roblox.
Roblox è un gioco molto popolare e, in sé, gratuito. Contiene però i cosiddetti “acquisti in-app”: in altre parole certe caratteristiche (estetiche o funzionali) si acquistano separatamente dal gioco base.
L’acquisto era di importo contenuto – 4,99 sterline, ossia circa 5,50 euro – e l’uomo ha acconsentito, inserendo i dati della propria carta di debito. Poi se n’è dimenticato.
Gli è tornato tutto alla mente circa un mese dopo, quando ha controllato l’estratto conto della banca. «Sono rimasto scioccato davanti a centinaia e centinaia di transazioni separate. Tutte tra 0,99 sterline e 9,99 sterline. Non capivo. Credevo d’essere stato truffato».
Invece, s’è poi rapidamente accorto di come tutte quelle transazioni si riferissero ad acquisti fatti su Roblox. Il totale ammontava a oltre 4.600 sterline (oltre 5.000 euro), che la figlia nemmeno s’era resa conto di aver speso.
«Mia figlia era davvero turbata quando le ho spiegato le conseguenze finanziarie. Pensava di stare giocando con i soldi del Monopoli: non le parevano reali. Com’è possibile che queste aziende possano intrappolare i minori in questi giochi? Intrappolare persone fragili?» si chiede ora il signor Cumming.
L’uomo, che ha settantadue anni ed è in pensione, s’è trovato con il conto in rosso. La banca è stata comprensiva, anche perché il signor Cumming rientrerà con gli accrediti della pensione nei prossimi mesi, anche se non potrà fare la vacanza che aveva programmato, ma egli stesso ammette «per me sono un sacco di soldi».
Steve Cumming riconosce di non aver letto le condizioni d’uso quando ha autorizzato la prima transazione, ma sottolinea come non capisca proprio perché un gioco dedicato ai bambini consenta di spendere migliaia di sterline in poche settimane come se niente fosse.
Roblox, dal canto proprio, ha fatto sapere che risarcirà l’uomo e che in realtà esistono delle misure per prevenire gli acquisti non autorizzati, come il fatto che il programma non conserva le informazioni per l’addebito. Lo fa però Google Play, ed è stato questo a creare il problema.
«Noi incoraggiamo i genitori a controllare le impostazioni di pagamento sui servizi di terze parti, come Google Play, dato che spesso offrono un’opzione che attiva la richiesta di una password per ogni acquisto».