Quando lo scorso mese di gennaio, in occasione del CES di Las Vegas, Acer ha mostrato per la prima volta il suo Swift 7 siamo rimasti letteralmente a bocca aperta. Si tratta di un ultrabook di fascia alta che è talmente leggero e sottile da far sembrare obsoleti altri prodotti simili e annunciati di recente. La versione precedente deteneva già lo scettro di notebook più sottile e leggero al mondo e questo nuovo Swift 7 consolida questa posizione, almeno per ora.
Ma è tutto oro quello che luccica? Ovviamente no e, come prevedibile, questo design così estremo ha delle limitazioni e dei compromessi da accettare per avere in cambio queste caratteristiche di portabilità così accentuate. Fatta questa promessa possiamo procedere con l’analisi approfondita di questo Swift 7 e quale modo migliore per iniziare se non dando un occhio all’interno dello chassis?
SOTTO LA SCOCCA
Aprire Acer Swift 7 è quello che si direbbe un gioco da ragazzi, via le viti che trattengono il pannello alla base ed è fatta. Non appena rimossa la copertura all’interno non possiamo non notare la batteria che occupa buona parte dello spazio a dispozione. Per lasciare spazio a quest’ultima, Acer ha dovuto quindi modellare a “L” rovesciata la scheda madre che occupa sostanzialmente tutto lo spazio a disposizione al di fuori della batteria.
All’interno della paratia abbiamo dei pad termici che sono il mezzo con il quale il calore viene trasportato verso l’esterno della scocca. Non ci sono infatti ventole, il sistema è totalmente fanless e questo lo rende ovviamente silenziosissimo ma allo stesso tempo è necessario rinunciare adottare soluzioni che permettano di non salire troppo con le temperature anche quando la macchina è sotto stress. Del resto ve lo avevo detto che è tutta una questione di compromessi.
SCHEDA TECNICA ACER SWIFT 7 (2019)
-
CPU: Intel Core i7-8500Y / GPU Intel UHD 615
- Display 13,9″ 16:9 IPS / Full HD
- Memoria: RAM LPDDR3 8 GB
- Archiviazione: SSD 512 GB SK Hynix
- Connettività: Bluetooth 5.0 / Wi-Fi ac
- Altro: webcam 720p / Lettore di impronte digitali
- Porte: 2x USB 3.1 Gen2 Type-C – Thunderbolt 3.0 / Jack combo
- Batteria: 32 Wh / Alimentatore USB-C
- Dimensioni: 317,9 x 191,5 x 9,95 mm / 890 grammi
- Sistema operativo: Windows 10
- Confezione: Hub USB-C (USB-A, HDMI, USB-C) / Custodia in simil-pelle
Ecco quindi perchè Acer ha deciso di inserire all’interno di questo nuovo Swift 7 un processore Intel Core i7 8500Y della famiglia Amber Lake. Si tratta di una piattaforma dual-core resa disponibile a inizio anno e dotata di un TDP di 5W, perfetta per raggiungere lo scopo di non mandare il sistema in ebollizione ma, allo stesso tempo, ovviamente meno spinta di un modello a 15, 25 o 45W. Processori che troviamo in molti degli ultrabook attualmente disponibili, che comunque fatico a definire concorrenti per via delle caratteristiche fisiche uniche di questo Acer.
Ad accompagnare il processore abbiamo poi 8GB di memoria RAM e un SSD SK Hynix saldato sulla scheda, e quindi non sostituibile o aggiornabile, da 512 GB. Un disco che è in grado di raggiungere 1600 MB/s in lettura e circa la metà in scrittura, molto migliore rispetto al modello dello scorso anno e, a parer mio, il giusto compromesso tra velocità e capacità. Per il resto posso poi dirvi che l’unico componente rimovibile è il chip WiFi, marchiato Intel.
PRESTAZIONI COME DA ASPETTATIVE
Ok, vi ho raccontato cosa ci sta dentro ma poi all’atto pratico in cosa si traduce questa scheda tecnica? Come va nell’utilizzo quotidiano questo Swift 7? Beh, lo avrete capito, non è certo una macchina da benchmark e non è il tipo di prodotto con cui potete pensare di gestire operazioni come il gaming hardcore, montaggio video o fotoritocco professionale. Diciamo che si tratta piuttosto di un notebook adatto ad un utilizzo lavorativo “standard” fatto di fogli di calcolo, documenti Word, PDF, gestione mail, PowerPoint e magari anche un pochino di Photoshop base.
In questi ambienti di lavoro Swift 7 è sempre reattivo e gestisce i software in maniera adeguata. Si riesce anche ad avere un discreto margine operativo in termini di multitasking e generalmente non ho notato rallentamenti o incertezze anche con più di un software aperto, tra cui sempre un paio di istanze di Chrome con diverse finestre aperte ognuna.
In una soluzione di questo tipo, come già accennato sopra, il problema più grande riguarda il controllo delle temperature. Abbiamo quindi già detto che non si tratta di una macchina da benchmark ma ho voluto comunque far girare un paio di benchmark con un programma di monitoraggio delle risorse attivo per vedere come venisse gestito questo hardware raffreddato passivamente.
Il risultato è quello che vedete nei grafici qui sopra ed è esattamente in linea con quelle che erano le mie aspettative. Il comportamento è piuttosto “standard” e Acer si è tenuta dei buoni margini in termini di temperature per evitare problemi di throttling termico e i conseguenti possibili rallentamenti.
Come nella maggior parte delle soluzioni abbiamo quindi un picco iniziale in cui le frequenze raggiungono i 3 GHz e si tocca il massimo TDP configurabile per questo processore, ovvero 7 W. Questo livello viene mantenuto per pochi secondi, giusto il tempo di fornire lo spunto necessario ad avviare un processo particolarmente pesante. Dopodiché, per contrastare l’aumento delle temperature interne, il TDP torna ai 5 W standard e le frequenze si abbassano gradualmente restando però sempre sopra gli 1,5 GHz fissati come frequenza base operativa dell’8500Y.
In questo modo anche con il sistema a pieno carico per diversi minuti, Acer riesce a mantenere un notebook comunque sempre reattivo e a tenere sotto controllo le temperature che fanno segnare una media intorno ai 60-62 gradi all’interno della scocca in prossimità della CPU. Lo spessore ridotto dei materiali permette di dissipare il calore più rapidamente ma, allo stesso tempo, causa un surriscaldamento della superficie esterna leggermente sopra alla media. In alcune occasioni si sfiorano i 50 gradi, fortunatamente solo nella parte di scocca vuota sopra la tastiera, dove difficilmente andremo a mettere le mani.
TANTO LEGGERO CHE VE LO DIMENTICATE, DAVVERO
Talmente sottile e leggero da far sembrare cicciotto qualsiasi altro notebook, questa è la corretta descrizione di Acer Swift 7 e forse anche quella che rende maggiormente l’idea di cosa si prova quando lo si estrae per la prima volta dalla scatola. Anzi, direi che non ci sono parole adatte a descrivere questa sensazione, dovete tenerlo tra le mani qualche istante per capire veramente quanto sia sorprendentemente compatto.
Diciamo che se nello zaino tenete altri oggetti come un tablet, magari un’agenda, dei blocchi per gli appunti, o dei libri se siete studenti universitari, è meglio se prima di uscire di casa date sempre un’occhiata per controllare che il notebook sia effettivamente nella vostra borsa. L’impatto è talmente basso, sia per dimensioni che per peso, che non accorgersi di averlo con sé è una possibilità tutt’altro che remota.
Per darvi un’idea di quanto sia sottile prendete il vostro smartphone e guardatelo di profilo, oppure impilate 4 monete e mettetele di fianco al vostro notebook attuale, ecco le 4 monete sono lo spessore dello Swift 7, display compreso. Proprio per via di questo design così estremo Acer non ha potuto inserire sui lati altri connettori che non fossero due USB Type-C, entrambe compatibili Thunderbolt 3.0 e il jack da 3.5 mm. Ho comunque apprezzato in questo senso il fatto che Acer abbia inserito in confezione un adattatore USB-C che permette di espandere la dotazione con una HDMI in formato standard, una USB Type-A e una Type-C passante per la ricarica del notebook.
Nonostante questo spessore così ridotto (0,99 cm) e il peso di soli 890 grammi, la struttura di questo Swift 7 è comunque più solida di quello che mi sarei aspettato. Il pannello dietro al display è sufficientemente rigido, così come il poggiapolsi e il piano della tastiera. La colorazione bianca a mia disposizione è sicuramente elegante ma ho sempre paura che con l’usura si possa sporcare, specialmente nella parte in cui appoggiamo il palmo delle mani per digitare.
Considerando lo spessore mi sarei aspettato una tastiera con una corsa più breve di quella che in realtà abbiamo qui. Apprezzo quindi l’escursione dei tasti ma avrei preferito un click più deciso e meno gommoso. Detto questo i tasti sono di dimensioni leggermente inferiori allo standard ma la buona spaziatura che li separa permette comunque di familiarizzare in fretta con l’ergonomia e di digitare dopo poco tempo velocemente e senza troppi errori.
Più difficile da digerire, invece, il layout: manca la fila dei tasti funzione F1, 2, 3, 4 che sono integrati in seconda funzione nella riga dei numeri, i comandi rapidi, come quello per attivare e disattivare il touchpad, sono un po’ sparsi per la tastiera e il canc condivide lo spazio con il tasto backspace ed è quindi abbastanza facile confondersi e premere uno anzichè l’altro.
Spendo poi due parole anche riguardo alla webcam. Le cornici del display sono sottilissime ed era così praticamente impossibile inserirla al loro interno. Acer ha quindi pensato ad una soluzione molto simile a quella dei Matebook X Pro di Huawei e ha posizionato la webcam poco sopra la tastiera con un meccanismo pop-up che si aziona tramite la pressione. Parliamo di una classica 720p che soffre, ovviamente, il posizionamento poco felice: l’inquadratura dal basso è proprio bruttina e se andiamo a digitare sulla tastiera copriamo completamente la nostra immagine con le dita.
Il touchpad è poi decisamente migliore di quello del modello dello scorso anno. È lungo e stretto ma sfrutta i driver Microsoft Precision che lo rendono pienamente compatibile con le gesture di Windows. Il rivestimento in vetro è ben scorrevole e il riconoscimento del tocco preciso, insomma, un touchpad che non vi farà rimpiangere un mouse se doveste dimenticarvelo.
DISPLAY OK
E siamo al display, un pannello IPS touchscreen da 13,9 pollici di diagonale con risoluzione FHD. In questo momento e in questa fascia di prezzo non è più così raro trovare soluzioni che offrono anche risoluzioni più elevate ma è altresì vero che su un display da 13 pollici la risoluzione FullHD è già sufficiente per offrire una densità tale da non riuscire a distinguere i pixel a schermo, specialmente alla distanza da cui viene osservato lo schermo di un notebook.
Lo stesso vale per questo Swift 7 che offre allo stesso tempo una luminosità massima di circa 250 cd/mq, non elevatissima ma accompagnata da un’ottima profondità dei neri che porta il rapporto di contrasto da oltre 6.000:1, sufficiente per godere al meglio di contenuti multimediali e per leggere le informazioni a schermo in ogni situazione senza troppi problemi.
I colori sono poi brillanti, guardare un video o un filmato in alta risoluzione su questo display è sicuramente appagante. In relazione alla precisione delle tonalità la misurazione con il colorimetro mostra poi un Delta E di 4,6 per la scala di grigi e 5,3 per i colori. Ricordiamo che il valore di riferimento è 3 e quindi siamo di fronte ad un errore superiore al margine di tolleranza ma che, comunque, è difficilmente visibile se non si ha un occhio molto allenato.
BUONA AUTONOMIA
La batteria dentro a questo Acer Swift 7 è da 32 Wh e, come abbiamo visto aprendolo, sarebbe stato molto difficile inserire un modulo più grande di questo. Si tratta quindi di una capacità che sarebbe stata insufficiente per la maggior parte dei prodotti dotati di processori della serie U o H ma che, abbinati a questo Core i7 8500Y da 5W permettono di raggiungere una autonomia soddisfacente.
Impostando il risparmio energetico su bilanciato e con luminosità al 50% si superano le 6 ore e mezza di riproduzione video in streaming, mentre si arriva a sfiorare le 5 ore con un utilizzo lavorativo abbastanza intenso . Se poi decidere di portarlo in aereo per guardare la vostra serie TV preferita, ovviamente in locale e offline, potete pure attivare il livello massimo di risparmio energetico e state tranquilli che vi porterà da Milano a Hong Kong (10-11 ore) senza problemi. Non sono certo prestazioni da record ma bisogna sempre tenere in considerazione lo spessore, il peso e i famosi compromessi.
Il notebook si ricarica poi tramite Type C grazie ad un alimentatore che troviamo in confezione insieme ad una pratica busta in pelle per il trasporto. Le dimensioni dell’alimentatore sono molto contenute, se escludiamo il cavo sta nel palmo di una mano, ma forse si poteva trovare un design che facesse meno a botte con quello del notebook. Della serie, non basta farlo bianco perchè si abbini. Per la ricarica completa in stand-by occorre poco più di un’ora.
CONSIDERAZIONI
Tiriamo quindi le somme dicendo che rispetto al modello precendente Acer ha mantenuto leggerezza e spessore praticamente senza pari e ha migliorato alcuni aspetto critici rendendo questo nuovo Swift 7 un notebook che presenta certamente dei compromessi ma su cui si può fare affidamento per lavorare in mobilità senza problemi.
Ho particolarmente apprezzato il display, soprattutto per via dell’ottimo rapporto di contrasto e per la brillantezza dei colori, ma non si può tralasciare l’impatto praticamente nullo a livello di ingombro e di peso. Avrei invece sicuramente preferito qualche cavallo in più nel motore ma si sarebbe andati incontro a temperature troppo alte e impossibili da tenere sotto controllo con un sistema passivo.
Ragionando a freddo siamo forse di fronte ad un prodotto arrivato troppo presto. Non ho ancora avuto occasione di verificare ma non è da escludere che i nuovi processori Intel serie U di decima generazione, possano permettere un’implementazione simile con meno rinunce dal punto di vista delle prestazioni. Staremo a vedere.
Il prezzo infine è indubbiamente alto, parliamo di 1999 euro, che sono tanti anche considerando le caratteristiche uniche di cui è dotato. Se dovessi scegliere credo opterei per il nuovo Swift 5, che resta comunque molto leggero, mantiene dimensioni contenute e offre prestazioni anche superiori permettendoci però di risparmiare diverse centinaia di euro.
PRO E CONTRO
VIDEO
[embedded content]