Il mercato degli indossabili non conosce crisi: la pandemia non ha lasciato segno, anzi, se possibile ha accelerato il processo di crescita dell’intero settore destinato a raddoppiare il suo valore nel giro di quattro anni. E per cercare di dare un nuovo impulso agli smartwatch – vero tallone d’Achille di una florida industria – i produttori stanno cercando di puntare non tanto sul singolo prodotto, quanto su un ecosistema a 360 gradi capace di offrire la migliore esperienza d’uso possibile.
Tra le proposte c’è anche quella di Amazfit, che con lo smartwatch Bip S e gli auricolari true wireless PowerBuds vuole mettere a disposizione un vero e proprio ambiente fatto di strumenti dedicati al monitoraggio dell’attività fisica. Non solo, ovviamente, visto che l’orologio integra pure funzioni di notifica e le cuffiette sono state pensate per ascoltare la nostra musica preferita anche quando siamo comodamente seduti sul divano.
AMAZFIT BIP S
- cassa: policarbonato
- colorazioni disponibili: bianco roccia, nero carbone, rosso arancia, rosa caldo
- tasto: acciaio Inox 316L
- cinturino: silicone con trattamento antisporco, 20mm
- dimensioni: 42×35,3×11,4mm
- peso:
- 31 grammi con cinturino
- 19 grammi solo cassa
- display: transflettivo a colori da 1,28″ 176×176 pixel, always-on
- GPS: integrato con chip Sony a 28nm
- connettività: Bluetooth 5.0
- sensore del battito cardiaco: BioTracker PPG di Huami integrato
- resistenza all’acqua: fino 5 ATM (QUI la nostra guida sul tema)
- funzioni:
- Huami-PAI per la valutazione della salute (impatto dell’attività fisica sul cuore)
- 11 modalità sport: corsa all’aperto, corsa al chiuso, ciclismo, ciclismo all’aperto, stile libero, camminata, nuoto in aree pubbliche, piscina, ellittica, yoga, salto corda
- notifiche, sveglia, previsioni meteo, controllo musica
- supporto a più di 40 quadranti personalizzabili (a cui si aggiunge il mondo del modding…)
- batteria: 190mAh con autonomia fino a 40 giorni (22 ore con GPS sempre attivo)
- compatibilità: Android, iOS
Cercate più i difetti o i pregi di questo smartwatch? Volete prima leggere le critiche o i punti di forza? Come nei migliori libri game (si scherza, ovviamente), a voi la scelta. Il mio consiglio è di dare una scorsa a entrambi i finali.
Bocciato!
Amazfit Bip S è economico, e si vede. Il sensore del battito cardiaco è integrato, ma mettendolo a confronto con una macchina per la misurazione della pressione il numero di battiti rilevati è in eccesso. Certo, non è un dispositivo medico, ma rischia di diventare poco affidabile. E il monitoraggio del sonno non sempre è preciso, tendendo a sottostimarne la durata.
Ho riscontrato problemi anche con il display touch, che spesso non interpreta bene il comando, confondendo ad esempio uno swipe verso il basso con uno verso sinistra. Così si rischia di ritrovarsi in un sottomenu quando la nostra intenzione era invece un’altra. Display transflettivo che si legge bene in tutte le condizioni di luce e permette di risparmiare batteria, ma è indubbio non possa essere paragonato ad un pannello LCD: la differenza si vede tutta. Ciò che non si vede sono invece i caratteri, troppo piccoli per essere leggibili senza affaticare la vista, e manca anche il supporto alle emoji. Lo smartwatch può essere utilizzato per dare un’occhiata rapida alle notifiche, ma non si può pretendere che in questo sostituisca lo smartphone.
A proposito di notifiche, è facile perderle visto che non sono ordinabili per applicazione – mail, SMS, Whatsapp e così via. Se le si vuole leggere bisogna scorrerle verso il basso col dito finché non si trova ciò che interessa. Scorrere, poi, si diceva: l’unico modo è usare il touch, ostruendo gran parte del display. Allora a che serve la corona laterale? Non di certo per scrollare verso il basso o verso l’alto, funzione non disponibile nonostante la corona stessa sia “fisicamente” in grado di ruotare. Può solo essere premuta, permettendo ad esempio di attivare l’illuminazione, accedere al menu e gestire le sessioni di allenamento.
Ed è proprio durante gli allenamenti che si possono avere problemi nell’indossare Bip S: mi è capitato che il cinturino non facesse respirare bene la pelle, procurandomi fastidiose irritazioni. O lo si toglie di frequente, o si cambia cinturino acquistandone uno forato come ad esempio questo (ce ne sono tanti in rete):
Altro problema che ho riscontrato riguarda il vetro che protegge il display: sull’unità in mio possesso è come se non fosse stato incollato a dovere. Nell’angolo in alto a sinistra presenta infatti una sorta di alone, come se appunto si fosse leggermente staccato/scollato. Difetto che si nota solamente sotto certe condizioni di luce e prestando particolare attenzione, ma c’è. Non risolve questo problema, ma una sottile protezione antigraffio potrebbe essere consigliata per evitare altri tipi di danni.
- In sintesi: plasticoso, poco leggibile, confusionario nella gestione delle notifiche
Promosso!
Rispetto al Bip originale che abbiamo recensito a inizio 2018 c’è poco da aggiungere, ma si sa: sono i particolari a fare la differenza. Non quelli estetici, visto che lo smartwatch ha mantenuto invariati design, dimensioni e peso, quanto piuttosto l’esperienza d’uso, con l’ottimo supporto fornito dall’app Amazfit disponibile sia per Android che per iOS (ho usato un iPhone 11) e l’interfaccia finalmente tutta in italiano.
Amazfit Bip S è leggerissimo – appena 31 grammi, cinturino incluso -, il display transflettivo a colori da 1,28″ si legge perfettamente in qualunque condizione di luce, e soprattutto la batteria dura tantissimo: la casa parla di un’autonomia capace di toccare i 40 giorni, e anche con il GPS attivo – altra chicca dello smartwatch pensando alla fascia di prezzo a cui appartiene – ci si dimentica di doverlo caricare. Diciamo che con un utilizzo misto GPS on/off, in media l’ho ricaricato ogni 10-15 giorni. E questo è un gran bel punto a favore del dispositivo. Certo, il display transflettivo (a colori) non sarà il massimo – un po’ retrò, diciamo – ma consente di massimizzare la durata della batteria.
Per monitorare l’attività fisica c’è tutto ciò che serve, perlomeno per un utente “medio”: la cassa dell’orologio include anche un sensore del battito cardiaco, ora di dimensioni maggiori rispetto a quello che trovavamo sulla prima generazione. In pratica, con il cardiofrequenzimetro, il GPS, le 11 modalità sport pre-caricate e l’assenza di ansia da batteria scarica, Amazfit Bip S si è rivelato un perfetto compagno di allenamento passeggiata. Le rilevazioni sono abbastanza accurate, specie il conteggio dei passi e dei km percorsi (simpatica la piccola mappa che fa vedere il percorso fatto), ed ho apprezzato soprattutto il fatto che lo smartwatch riconosca automaticamente lo svolgimento di un’attività fisica senza che si debba necessariamente attivarla in modo manuale.
I risultati si possono consultare anche a schermo, mappa inclusa, ma le dimensioni del display e, soprattutto, dei caratteri utilizzati non sempre ne facilita la completa (e corretta) comprensione. Meglio dunque prendere in mano lo smartphone, aprire la companion app e visualizzare il riassunto delle statistiche rilevate dai sensori.
App che, tra l’altro, ho trovato esaustiva, chiara e ben fatta (nel frattempo ha anche cambiato nome, ora è Zepp): qui troviamo tutti i dispositivi Amazfit connessi (le PowerBuds e Bip S, nel mio caso), consentendoci di avere una visione completa della nostra attività. Ed è proprio dall’app che si impostano i parametri dell’orologio, dal pairing alla personalizzazione delle funzioni utilizzate quotidianamente.
- In sintesi: bello da vedere, completo, con batteria infinita, economico
CONCLUSIONE: a ognuno la sua visione finale: per quanto mi riguarda, analizzare design, hardware, software e funzioni da due punti di vista contrapposti – uno che ne evidenzia i limiti e i difetti, l’altro i pregi – mi ha aiutato a dare un parere ponderato e più ragionato, fornendo a ciascun singolo dettaglio il suo giusto peso. A questo prezzo – 69 euro – si può anche chiudere un occhio sulle limitazioni che lo smartwatch presenta. Ha dei difetti, certo, ma offre anche tante funzioni che su altri prodotti della stessa fascia di mercato non troviamo. E’ gradevole esteticamente, ha una super autonomia, il GPS, il PPG. Difficile pretendere di più a queste condizioni.
AMAZFIT POWERBUDS
- tipo: TWS
- riduzione rumore: a doppio microfono ENC
- controlli: touch personalizzabili (due o tre tocchi) per chiamate, musica ed assistenti vocali (supporto a Google Assistant, Siri, XiaoAI)
- resistenza ad acqua e polvere: IP55
- accessori: archetti magnetici circumaureali rimovibili
- connettività: Bluetooth 5.0 LE
- sensore del battito cardiaco: PPG integrato. Notifiche vocali quando la frequenza cardiaca supera il valore di avviso predefinito
- sensori in-ear: play/stop musica quando si indossano/rimuovono gli aricolari
- modalità Thru: attivabile con due o tre tocchi sugli auricolari per la trasmissione del suono ambientale
- modalità ritmo in movimento (Motion Beat): aumenta i bassi durante l’esercizio
- batteria:
- auricolari: 55mAh (8h di autonomia)
- custodia: 450mAh (16h di autonomia, totale 24h)
- 3h di riproduzione con 15 minuti di ricarica (monitoraggio frequenza cardiaca disattivato)
- ricarica tramite USB-C
La vera novità sono le Amazfit PowerBuds, primi auricolari TWS di Huami svelate a inizio anno e arrivate in Italia assieme allo smartwatch Bip S la scorsa primavera. Un altro paio di cuffiette wireless? Sì, d’accordo, ma qualcosa di speciale questi auricolari ce l’hanno, il che le rende un po’ diverse da ciò che la concorrenza offre sul mercato. Stiamo parlando del sensore PPG proprietario integrato, tramite il quale è possibile misurare la frequenza cardiaca in tempo reale direttamente dall’orecchio, senza necessariamente indossare alcuno smartwatch o prodotto simile. I dati rilevati vengono poi elaborati e visualizzati dall’app Amazfit appena viene effettuata la connessione tra i due dispositivi via Bluetooth.
Sono cinque gli aspetti che, a mio parere, rendono le PowerBuds degne di essere prese in considerazione:
- batteria: l’autonomia non è un problema, e se lo diventa c’è sempre la custodia di ricarica che garantisce altre 16 ore di utilizzo, per un totale di 24 ore. Non si scaricano davvero mai, anche con la rilevazione del battito cardiaco attivata.
- comodità: non ho avuto alcun problema nell’indossarle, sono leggerissime e possono essere sistemate correttamente ruotandole leggermente fino a trovare il punto in cui meglio si adattano alla conformazione dell’orecchio. I più esigenti potranno però sfruttare gli archetti in dotazione, discretamente alloggiati all’interno della custodia di ricarica. Si attaccano magneticamente: facilissimi da montare/smontare e super pratici.
- funzioni: la rilevazione del battito cardiaco è la ciliegina su una torta già di per sé buona. Si può anche interagire con gli assistenti vocali dello smartphone, personalizzare i doppi e tripli tocchi su ciascuno dei due auricolari, immergersi nella musica preferita senza distrazioni grazie alla riduzione del rumore ENC (electronic noise cancellation, dai risultati comunque eccellenti), attivare o disattivare rapidamente il Thru Mode per sentire i rumori ambientali e persino aumentare automaticamente i bassi durante l’allenamento per essere ancor più concentrati sugli esercizi.
- qualità audio: proprio il Motion beat mode è un altro degli aspetti che più mi ha meravigliato di questi auricolari. Sì, siamo nella fascia economica, va ricordato sempre: non sto facendo un confronto con i prodotti premium che costano anche 4, 5 volte tanto o più. In questo segmento (ma non solo) ritengo che le PowerBuds abbiano ben pochi degni concorrenti. Il suono è pulito, cristallino – solo una volta mi è capitato gracchiasse più del dovuto, problema che però non si è più manifestato – e ciò vale anche per le chiamate.
- prezzo: 89 euro per questa tipologia di prodotto sono un ottimo prezzo. Ci sono auricolari TWS ancora più economici, ma mai ho avuto la percezione di un audio così buono come con le PowerBuds, senza dimenticare le diverse funzionalità che queste integrano al loro interno. In altre parole: il rapporto qualità-prezzo lo ritengo davvero elevato.
COME VANNO INSIEME
Un ecosistema, si diceva all’inizio. Forse è una affermazione un po’ esagerata, ma è volutamente provocatoria. Diciamo che indossare Bip S e PowerBuds contemporaneamente consente di ottenere il meglio da entrambi i dispositivi che, attraverso l’app Amazfit, possono essere gestiti in modo integrato e, soprattutto, ordinato. E con una spesa davvero contenuta – 160 euro in tutto – si ha accesso a funzioni fitness e audio, inclusa la possibilità di controllare direttamente dallo smartwatch la musica che lo smartphone trasmette agli auricolari.
Non si tratta di certo di una novità in ambito mobile: Apple, Samsung e Huawei, ad esempio, puntano molto su una “esperienza a 360°” mettendo a disposizione degli utenti piattaforme complete che includono prodotti, funzioni e servizi tra loro perfettamente interconnessi. E Amazfit, nel suo piccolo, intende muoversi nella stessa direzione. Il risultato è ovviamente proporzionato al prezzo a cui i suoi prodotti vengono venduti, ma la soluzione proposta da Huami dovrebbe essere presa in considerazione da coloro che non hanno particolari esigenze e desiderano completare la loro dotazione mobile senza svuotare il portafoglio .
CONCLUSIONI E PREZZI
Ci troviamo davanti a due prodotti che svolgono il loro lavoro in modo egregio. Lo smartwatch va a migliorare quanto di buono si era già visto sul predecessore Bip, senza tuttavia stravolgerlo. Bisogna però mettere in conto qualche sbavatura dal punto di vista costruttivo e diversi limiti nelle funzioni offerte, ma a questo prezzo è davvero difficile trovare di meglio in ambito smartwatch. Bene il display transflettivo – nonostante qualche critica – che si vede perfettamente sotto il sole, così come la batteria. Meno bene invece la leggibilità dei caratteri a schermo e il software proprietario, appena sufficiente.
Le cuffie PowerBuds sono la vera sorpresa della prova, complete, ben fatte e dalla qualità audio che in questa fascia di prezzo è davvero difficile trovare. Se non si hanno particolari pretese sono perfette sia per l’isolamento acustico, sia per l’ascolto della musica, sia ancora per monitorare il proprio battito cardiaco attraverso il sensore integrato.
Ovvio che questi due dispositivi possano essere utilizzati anche separatamente (dipende dalle esigenze…), ma insieme offrono un plus che mi ha permesso di godere appieno delle funzionalità di entrambi. Basta aprire l’app Amazfit e si ha tutto a portata di mano.