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03.11.2021 In Apple, Tecnologia

Recensione Apple AirPods 3, ad un passo dalle Pro

Circa tre settimane fa, dopo infiniti rumor e decine e decine di anticipazioni, Apple ha finalmente ufficializzato le nuove AirPods di terza generazione. Un aggiornamento sostanzioso, che porta tante funzioni Pro su quello che fino ad oggi è stato il modello base e alza così in maniera importante l’asticella di ingresso nella line-up della mela morsicata. Tutto questo ad un prezzo comunque abbastanza alto ma che resta in linea con quello delle precedenti generazioni.

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Ad uno primo sguardo sembra di avere tra le mani delle AirPods Pro senza gommini e con design open-fit e all’atto pratico non ci andiamo tanto lontano. Ma allora quale modello ha più senso comprare e quali sono le reali differenze, form factor a parte, tra le ultime due TWS Apple? Restate collegati perchè vi racconto tutto nelle prossime righe.

SOMMARIO

DESIGN E COMFORT

Iniziamo come sempre parlando di design e di ergonomia, argomento fondamentale quando parliamo di cuffie e, più genericamente, di indossabili. Diciamo che notare le somiglianze tra queste AirPods di terza generazione e le AirPods Pro è piuttosto semplice e ad una prima occhiata l’impressione è che si tratti esattamente dello stesso prodotto ma con form-factor differente. Insomma, è come se Apple avesse preso lo stelo e la struttura delle AirPods Pro e ci avesse attaccato l’auricolare delle Airpods di seconda generazione. Ovviamente semplificando di molto il concetto, nella realtà non è certo così semplice.

Il singolo auricolare è più leggero rispetto al modello Pro di circa un grammo. Può sembrare poco, ed effettivamente in valore assoluto lo è, ma quando le indossate per diverse ore consecutivamente anche i dettagli fanno la differenza e questo peso inferiore va tutto a favore di un maggiore comfort.

Parlando invece di vestibilità posso dirvi che il mio giudizio è assolutamente positivo. Non sono mai stato un amante delle cuffiette in-ear; tranne alcune rare eccezioni dopo alcuni minuti sono costretto a toglierle per fare riposare l’orecchio, cosa che invece non è mai accaduta con queste AirPods di terza generazione. Anzi, considerata la loro leggerezza e la comodità ci sono state alcune situazioni in cui mi sono completamente dimenticato di averle indosso.

Un comfort che comunque non va ad influire sulla stabilità. Almeno per quanto mi riguarda le cuffie rimangono ben salde all’interno dei canale auricolare anche quando si compiono movimenti bruschi con il capo. Ho provato a correre senza riscontrare problemi in questo senso.

Non prendete però la mia considerazione come un giudizio universale. Come ben sappiamo la conformazione dell’orecchio non è uguale per tutti e, come per le generazioni precedenti, ci saranno utenti che non avranno problemi ad indossarle e altri che non riusciranno a tenerle nell’orecchio nemmeno per un secondo. Il consiglio è quindi quello di provarle, se potete, prima di acquistarle.

Rispetto alla generazione precedente c’è poi la certificazione IPX4 che ne attesta la resistenza al sudore e alle infiltrazioni di eventuali gocce di pioggia. Certificazione che è presente anche per la custodia di ricarica, particolare che le differenzia dal modello Pro dove l’impermeabilità è limitata alle cuffie.

La custodia ha dimensioni e peso inferiori sia rispetto al modello Pro che alle precedenti Airpods. Il design è sempre molto simile: parliamo di un parallelepipedo con bordi arrotondati ma le misure sono di 54 mm di larghezza per 46 mm di altezza e 21 mm di spessore, mentre il peso è di 38 grammi che diventano 46 con gli auricolari inseriti all’interno. C’è un piccolo led di stato frontale così come rimane, purtroppo, il connettore Lightning per la ricarica alla base.

CONTROLLI TOUCH E ASSISTENTE VOCALE

Un altro degli elementi che queste AirPods ereditano dal modello Pro sono i controlli touch che si attivano “strizzando” lo stelo. Il riconoscimento del tocco, o meglio della pressione, è sempre preciso e a seconda del numero di tocchi le cuffie rispondono a comandi differenti. A mio modo di vedere si tratta di un sistema di interazione abbastanza comodo, soprattutto se funziona bene come nel caso di queste AirPods.

Un singolo tocco avvia o mette in pausa la riproduzione di un brano, il doppio tocco permette di passare al brano successivo mentre tre tocchi consecutivi vi riportano al brano precedente. Infine, tenendo premuta l’asticella per qualche secondo si attiva l’assistente Siri che può essere richiamato anche con il solito comando vocale “Ehi Siri”.

L’interazione è quella classica che possiamo avere anche quando viene attivata su iPhone. Ma ha senso avere a disposizione l’assistente vocale quando indossiamo le cuffie? Direi di sì, forse più che sullo smartphone. Poter rispondere ad un messaggio su Telegram o Whatsapp oppure avviare una chiamata senza estrarre il telefono dalla tasca sono operazioni che si rivelano sempre utili; soprattutto perché capita spesso di indossare le cuffie per comodità, proprio per non dover tenere lo smartphone in mano.

Oltre ai comandi touch quest’anno Apple ha inserito un nuovo sensore per riconoscere il momento in cui le indossiamo o le togliamo dalle orecchie. Rispetto ai modelli precedenti non si tratta più di un sensore di prossimità ma parliamo di un sensore che riconosce il contatto con la pelle. Non ci sono molti dettagli tecnici a riguardo e non sappiamo esattamente come funzioni ma posso dirvi che il funzionamento è perfetto e non mi è mai capitato di aver problemi da questo punto di vista.

QUALITA’ AUDIO

Ed eccoci a parlare di qualità del suono che è senza dubbio la parte più importante del giudizio di un paio di auricolari, di qualsiasi genere o tipo si parli. Come dicevo nell’introduzione queste AirPods di terza generazione si sono avvicinate al modello Pro molto più di quello che probabilmente ci saremmo aspettati. Anche qui troviamo quindi il chip H1 e l’Adaptive EQ: una sorta di equalizzatore virtuale che, registrando il suono prodotto dalle cuffie grazie ad un microfono rivolto verso l’interno dell’orecchio, analizza l’audio captato e regola le frequenze in maniera automatica per ottenere sempre la migliore esperienza audio possibile.

Questo equalizzatore virtuale è sempre attivo e non può essere disattivato: non so quindi dirvi quanto effettivamente impatti sull’ascolto ma vi posso assicurare che la qualità del suono mi è parsa sempre ottima e non ho mai notato un prevalere netto e distorto di determinate frequenze. Qualsiasi sia il tipo di brano che ascoltiamo e la piattaforma utilizzata ho sempre avuto l’impressione di avere un audio ben bilanciato e assolutamente piacevole.

Manca la cancellazione attiva del rumore che abbiamo invece sulle AirPods Pro. Diciamo che è una funzione sempre molto apprezzata e che ormai è presente anche su auricolari più economici ma se Apple l’avesse inserita qui sarebbe stato davvero difficile giustificare gli 80 euro che separano il prezzo di listino di AirPods 3 da quello del modello Pro. Ne ho sentito la mancanza? Sì, anche se in molte meno occasioni di quelle che mi sarei immaginato.

Apple ha poi dotato le AirPods di nuovi driver da 11 mm, leggermente più piccoli rispetto a quelli precedenti ma dotati di una maggiore escursione e quindi in grado di muovere un maggiore volume di aria, aumentando la compressione e migliorando la resa dei bassi. Non siamo ancora ai livelli del modello Pro o delle Sony WF -1000XM4, che sono considerate il riferimento del settore quando parliamo di qualità, ma diciamo che tra le proposte con design open-fit AirPods 3 segnano probabilmente un nuovo standard.

La differenza rispetto ai modelli in-ear è comunque dovuta principalmente proprio alla conformazione, con queste ultime che garantiscono un maggiore isolamento e quindi una qualità complessivamente migliore. Il salto rispetto alle precedenti AirPods resta però assolutamente evidente e la resa è in generale di un livello nettamente superiore.

Ho apprezzato in particolar modo la pulizia delle frequenze medie e alte che fanno rendere al meglio il sintetizzatore degli Eurythmics in “Sweet Dreams” e l’arpeggio della chitarra di “Should Have Known Better” di Sufjan Stevens. Più in generale diciamo che tutto ciò che è Pop e acustico trova pane per i suoi denti mentre quando si affrontano canzoni dove i bassi coprono un ruolo fondamentale si sente la carenza di corpo nelle frequenze sotto i 200Hz. Big Pimpin’ di Jay-Z, ad esempio, suona un pochino castrata, con i medi e gli alti che vanno spesso a coprire i bassi.

Parlando invece di audio in chiamata posso dirvi che la qualità in ingresso è ottima proprio grazie alla capacità di riprodurre ottimamente le frequenze medie e alte, notoriamente le più utili quando abbiamo a che fare con la voce. Come anticipato non abbiamo la cancellazione attiva del rumore che troviamo invece sulle Pro. Non è un problema enorme visto il comunque ottimo volume di riproduzione, certo in ambienti molto rumorosi può capitare di essere distratti dalla confusione esterna ma non vi capiterà mai di non riuscire a sentire il vostro interlocutore.

Il vero punto di forza di queste Airpods sono però i microfoni, la resa in chiamata è di livello molto alto, forse anche migliore rispetto alle Airpods Pro. Il merito è sicuramente del lavoro di pulizia fatto dagli algoritmi, dal chip H1 e dal nuovo codec AAC-ELD, ma anche della nuova trama del rivestimento dei microfoni, studiata appositamente per rompere meglio il vento e ridurne al minimo il disturbo. Il risultato è davvero ottimo, probabilmente ai vertici della categoria, il timbro è sempre fedele e la voce arriva nitida e cristallina a chi ci sta ascoltando in praticamente ogni situazione.

La connessione allo smartphone o a qualsiasi altro dispositivo avviene tramite Bluetooth 5.0, è sempre stabile e in assenza di ostacoli ci permette di allontanarci fino a 10-15 metri dalla sorgente.

E chiudo il capitolo legato alla qualità audio parlandovi dell’audio spaziale o Spatial Audio, come lo chiama Apple. Di cosa si tratta? Non è cosi semplice da spiegare ma per semplificare posso dirvi che la sensazione è quella di avere un suono più avvolgente, un pochino più distante dall’ascoltatore e direzionale. Sì, avete capito bene, se attivate la modalità di tracking della testa muovendovi all’interno della stanza o anche solo ruotando la testa, l’audio sembra passare da un’orecchio all’altro nella direzione della sorgente. Un effetto immersivo, ma non è sicuramente il motivo per cui acquisterei queste Airpods al posto di una delle decine di alternative.

AUTONOMIA

Quanto dura la batteria di queste AirPods di terza generazione? Apple dichiara 6 ore in riproduzione audio e 4 ore in conversazione; una stima che può variare in base a diversi fattori come il volume di ascolto e la qualità della connessione Bluetooth ma che, in generale, è stata abbastanza vicina a quella che è stata la mia esperienza nell’utilizzo reale. Con un uso misto, conversazione e riproduzione musicale, siamo invece intorno alle 5 ore e 15 di autonomia.

A questa durata va poi aggiunta l’energia fornita dalla custodia che, quando è completamente carica, garantisce fino a 25 ore di ulteriore utilizzo. Custodia che si ricarica con il cavo, purtroppo ancora Lightning, oppure tramite MagSafe con un tappetino compatibile. Si possono utilizzare anche dei caricatori con standard Qi mentre non funziona la ricarica inversa da iPhone.

CONCLUSIONI

Arriviamo al momento di tirare le somme ed è ovvio parlare anzitutto del prezzo. Il listino Apple propone le AirPods di terza generazione a 199 euro e se guardiamo alle altre proposte abbiamo ancora il precedente modello a 149 euro e le AirPods Pro a 279 euro. Vi ho già detto che il salto rispetto alle AirPods 2 è notevole, motivo per cui le acquisterei soltanto ad un prezzo inferiore ai 100 euro; sopra questa cifra non vale più la pena.

Parlando invece delle Pro e del loro street price dobbiamo sottolineare come sia ormai molto semplice trovarle costantemente intorno ai 200 euro, sostanzialmente lo stesso prezzo delle nuove AirPods 3. Quali scegliere quindi in attesa che cali il prezzo di queste ultime? Il modello Pro offre in più la cancellazione del rumore ma le nuove AirPods hanno una maggiore autonomia, una custodia impermeabile, audio in chiamata migliore e dimensioni e peso inferiori. A mio modo di vedere, quindi, si riduce tutto ad una questione di comodità legata al differente form-factor. Preferite le cuffie in-ear o quelle open-fit, scegliete e avrete la vostra risposta.

PRO E CONTRO

Niente cancellazione del rumorePotrebbero non essere stabili per tuttiIl design open-fit isola meno

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Articolo originale disponibile qui

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