L’iPad Mini si rinnova. Nella forma e nella sostanza.
L’ultimissima declinazione del più piccolo fra i tablet di Cupertino – la sesta, per la precisione – è un aggiornamento che si segnala in prima battuta per il design aggiornato ma anche per un hardware tutto nuovo che promette di dare nuova linfa a un prodotto per troppo tempo troppo uguale a se stesso. In fin dei conti, se si eccettuano gli iPad Pro (che però fanno un campionato a parte) sulla carta questo è l’iPad più potente di sempre, persino degli Air.
Dopo averlo provato per qualche giorno vi raccontiamo ciò che ci è piaciuto e ciò che ci ha convinto meno.
INDICE
DESIGN: ORA ANCHE IL MINI È UNO DI FAMIGLIA
Partiamo ovviamente dal design, dando subito uno sguardo alle dimensioni: 19,5 cm di lunghezza, 13,5 cm di larghezza, 6,3 mm di spessore per meno di 300 grammi, 293 per l’esattezza (297 g nella versione 5G). Non serve la bilancia per capire che siamo di fronte a un vero peso piuma della categoria, un prodotto che è davvero comodo da portare in giro. In una borsetta, nel vano più piccolo dello zaino, persino nella tasca di una giacca o dei pantaloni.
Al di là degli ingombri, è il risultato finale a convincere. L’iPad Mini è quel genere di prodotto che ti vien subito voglia di impugnare. Il form-factor con il profilo a bordi piatti che dall’iPad Pro 2020 contraddistingue ormai tutti i dispositivi della Mela si fa apprezzare anche in questa versione Mini. E no, non fa in nessun modo rimpiangere il comodo ma desueto tastone centrale sostituito da un pulsante in plastica morbida sul lato corto del dispositivo. Stiamo parlando dello stesso comando touch che abbiamo già visto sugli iPad Air e che assolve a tre funzioni chiave: accensione/spegnimento, ritorno alla home screen e sblocco grazie al sensore TouchID integrato.
Ma il risultato più evidente, al di là dei tasti, è la riduzione delle cornici. Il rapporto screen-to-body arriva ora al 77.4% dell’intera superficie frontale. Insomma, malgrado l’abito succinto lo spazio utile resta godibile: gli 8,3 pollici di diagonale del display non sono moltissimi ma si rivelano più che sufficienti per visualizzare pagine web ma anche video, film e serie tv in modo più che decoroso.
ERGONOMIA: SI GUIDA ANCHE CON UNA MANO
Importante sottolineare che rispetto al precedente iPad Mini la porzione di schermo utile cresce in lunghezza ma non in larghezza, una scelta probabilmente dettata dalla volontà di migliorare l’esperienza di lettura in verticale. Con questa conformazione, in pratica, il nuovo Mini risulta essere l’unico iPad che può essere tenuto a una mano sola, un aspetto significativo per tutti coloro che con il tablet ci leggono qualsiasi cosa, persino i libri.
Intendiamoci, l’eReader resta ancora il dispositivo migliore per chi vuole restare un po’ più vicino all’esperienza cartacea, ma sfogliare pagine digitali su questo iPad non è una cosa così azzardata: I 326 ppi di densità si fanno apprezzare a livello di nitidezza, idem le proprietà anti riflesso dello schermo quando si tratta di leggere alla luce del sole.
Va detto che sul sample utilizzato non abbiamo riscontrato fenomeni di jelly screen nello scrolling in verticale, o perlomeno, se esistono non si notano a occhio nudo. Più evidente, semmai, la comparsa di piccoli flash allorquando si effettuano pressioni decise su alcuni punti dello schermo, un aspetto percepibile perlopiù su sfondo nero ma che comunque non va a intaccare l’esperienza d’uso.
Quel che è certo, al netto delle imperfezioni dello schermo, è che non sempre ha senso utilizzare l’iPad Mini in modalità verticale. Per le ricerche su Google o quando si utilizzano le funzionalità split screen e finestra flottante di iPad OS15 conviene passare in modalità landscape: il sistema operativo nella sua ultima release non è sempre ottimizzato per il formato mignon e in alcuni casi ci si ritrova a confrontarsi con caratteri davvero troppo striminziti. Consigliabile, in molti casi, intervenire sulle dimensioni del carattere dal menu accessibilità.
Non si può fare molto invece per ciò che riguarda la visione di film con aspect-ratio ultra-wide (ad esempio il 2.40:1): su uno schermo così piccolo le bande nere sembrano più ingombranti del solito. Lo stesso dicasi per ciò che riguarda la distribuzione delle icone nella home: anche giocando sulle impostazioni si ha come l’impressione che lo spazio non sia sempre sfruttato al massimo. Il discorso riguarda anche le applicazioni esterne, che in alcuni casi andrebbero un po’ ripensate alla luce di questa nuova taglia. La stessa Apple ha spiegato agli sviluppatori che sì, è vero, l’adattamento delle app è automatico a prescindere dalla taglia del display ma che attraverso il compilatore e il kit di sviluppo per iPadOS è possibile ottimizzarle per sfruttare al meglio lo spazio del Mini.
PRESTAZIONI: NELLA BOTTE PICCOLA…
Con l’innesto del chipset A15 Bionic (sì, lo stesso che gira sugli iPhone 13), Apple ha voluto dare un segnale molto chiaro al mercato: se si eccettuano i nuovi Pro 2021 con M1, infatti, il nuovo Mini è l’iPad più muscoloso del catalogo della Mela, persino più dell’eccellente iPad Air, che – come noto – è carrozzato con il più datato chipset A14 Bionic.
A dire il vero i risultati di Geekbench sembrerebbero confermare un lieve dowclock rispetto alle performance degli iPhone di quest’anno: il punteggio medio in single core e multi-core, rispettivamente di 1587 e 4458, denota infatti uno scarto di circa il 7-8% rispetto ai valori registrati su iPhone 13 Pro.
Ma quel che conta, al netto delle puntualizzazioni analitiche, è il risultato a livello di user experience: tutto scorre in maniera molto fluida, reattiva anche nel gioco si ha sempre l’impressione di avere una piccola bomba fra le mani e con un audio tutt’altro che mini: certo non siamo ai livelli fantascientifici dell’ultimo iPad Pro, ma gli speaker stereo posizionati lungo il lato lungo del dispositivo si fanno sentire, in qualsiasi modalità di orientamento.
Dispiace solo che il jack 3,5 sia stato eliminato. Il futuro è sempre più (true) wireless, certo, ma c’è comunque una grande fetta di utenti – e noi siamo fra questi – che fatica a staccarsi dalle cuffie tradizionali.
Specifiche tecniche
- Dimensioni: 195,4 x 134,8 x 6,3 mm
- Peso: 293 grammi (297 grammi modello Wi‑Fi + Cellular)
- Display: 8,3″ Liquid Retina IPS a laminazione completa con rivestimento antiriflesso
- Risoluzione: 2266×1488 pixel (326 ppi)
- Luminosità max : 500 nit
- Gamma cromatica (P3), True Tone
- Compatibile con Apple Pencil (2ª generazione)
- Chip: A15 Bionic con architettura a 64 bit (CPU 6‑core, Grafica 5-core, Neural Engine 16‑core)
- Fotocamera posteriore da 12MP ƒ/1.8 con zoom digitale fino a 5x, flash True Tone quad‑LED, autofocus con Focus Pixels e Smart HDR 3, video 4K a 24 fps, 25 fps, 30 fps o 60 fps
- Fotocamera frontale FaceTime HD con ultra‑grandangolo da 12MP e angolo di campo 122° ƒ/2.4, Smart HDR 3, HD (1080p) a 25 fps, 30 fps o 60 fps
- Altoparlanti: stereo (in orizzontale)
- Due microfoni per chiamate e registrazione audio e video
- Connettività: Wi‑Fi 6 (802.11ax); dual band simultanea (2,4GHz e 5GHz); HT80 con tecnologia MIMO, Bluetooth 5.0, eSIM
- Touch ID
- Porta USB‑C
- Cavo di ricarica USB‑C (1 metro) con alimentatore USB‑C da 20W in confezione
- Batteria ai polimeri di litio da 19,3 wattora
CONNETTIVITÀ E AUTONOMIA: ANCHE IL MINI PASSA ALL’USB-C
Buone notizie anche sul fronte della connettività. L’iPad Mini arriva di default con la compatibilità Wi-Fi 6 (802.11ax), il Bluetooth 5.0 e il 5G per le versioni Wi-Fi+cellular. Su questi ultimi modelli, è possibile utilizzare anche un’eSIM., oltre alla canonica schedina fisica (nano-SIM).
Ma la notizia migliore arriva dall’innesto della porta USB Type-C per la ricarica e per il trasferimento dei dati (fino a 5Gbps di velocità). Il commento è d’obbligo: il connettore Lightning è ormai una specie in via di estinzione… a questo punto mancano solo gli iPhone, l’iPad base e il Watch affinché la transizione sia completa.
Chiudiamo dando uno sguardo all’autonomia: le 10 ore di operatività ininterrotta promesse da Apple non sono una chimera: nell’utilizzo standard siamo riusciti più volte a raggiungere e superare questa soglia, qualcosa di meno spingendo sulla luminosità e sulle funzionalità più energivore, ad esempio la riproduzione dei video.
DUE FOTOCAMERE, PER LA FRONTALE C’È CENTER STAGE
La parte fotografica si compone di due moduli. Quello frontale, da 12 megapixel, si avvale di una lente ultragrandangolare che supporta l’utilissima funzionalità sistema center stage per l’inquadratura automatica durante le videochiamate. Non solo su FaceTime, ma su tutte le app per il meeting virtuale come Google Meet, Zoom, WebEx. Significa che possiamo muoverci dentro la scena o invitare più persone nella stessa sala senza doverci preoccupare di nulla, sarà l’intelligenza dell’iPad a gestire la regia, avvicinandosi o allontanandosi dai soggetti.
Anche la fotocamera posteriore è da 12 megapixel, ma con un grandangolo più stretto, un diaframma più spinto (f/1.8 contro f/2.4 della frontale) e tutta una serie di funzionalità mutuate dalla fotocamera principale dell’iPhone SE.
Si tratta in fin dei conti di un’unità che, senza strafare, fa tutto quello che è lecito attendersi da un dispositivo che non nasce certo con velleità fotografiche: scatti abbastanza luminosi con autofocus e smart HDR, video 4K fino a 60p, slo-mo 1080p fino a 240 fps e scatti al buio grazie al flash True Tone. Insomma, c’è quello che serve per catturare un momento al volo quando stiamo già usando il tablet e non abbiamo troppa voglia di sfoderare lo smartphone o tantomeno la fotocamera.
A dire il vero, la fotocamera posteriore si rivela piuttosto utile quando si tratta di effettuare la scansione di documenti cartacei. iPadOS, come iOS, dispone infatti di una funzione specifica all’interno dell’app Note: si clicca sul tasto fotocamera, si seleziona la funzione dedicata, si effettua lo scatto, si aggiustano i margini e il gioco è fatto.
Volendo si può anche firmare il documento e condividerlo immediatamente, ed è qui che entra in scena una della grandi novità di questo iPad Mini: la compatibilità con Apple Pencil 2.
CON APPLE PENCIL 2 DIVENTA UN MINI-TACCUINO
La possibilità di avvalersi della Pencil 2 è sicuramente un bel benefit per chi ama disegnare o prendere appunti a mano libera. Per tutta una serie di ragioni ormai note: la “matita” di Apple di seconda generazione è più comoda da impugnare, ha la funzione doppio tap per cancellare (o cambiare strumento) e ha soprattutto l’aggancio magnetico per “incollarsi” al tablet, abbinarsi al dispositivo e ricaricarsi. L’immagine un po’ grottesca della prima Pencil da infilare nel retro dell’iPad resta insomma un lontano (e brutto) ricordo. Anche perché qui – come detto – non ci sono porte Lightining.
Certo, stiamo parlando di un accessorio che si paga a parte e si paga di più (135 euro), ma che è decisamente più sensato della – pur più economica – Pencil di prima generazione. Soprattutto per prendere appunti. Intendiamoci, con l’iPad Mini si può anche disegnare, ma lo spazio vitale non è il massimo: chi vuol fare del tablet una vera tavolozza digitale è meglio che si orienti su un iPad di più grandi dimensioni, come l’iPad Air o, meglio ancora, iPad Pro da 12.9 pollici. Diverso il discorso per le note. Su questo fronte, l’iPad Mini è perfetto per essere trattato come un mini-taccuino digitale, ideale per prendere appunti al volo, ma anche firmare documenti, effettuare screenshot e le cosiddette “quick note”, le note intelligenti collegate alle pagine web.
Ci sarebbe anche la possibilità di scrivere a mano libera sui campi testo (ad esempio il campo della URL di Safari) ma è un’opzione che non ci sentiamo di sconsigliare: è difficile per non dire impossibile inputare correttamente un testo comprensibile (per l’iPad) su campi così ridotti.
CONCLUSIONI: COMPATTO E SFIZIOSO, MA IL PREZZO NON È MINI
Nuovo design, nuovo processore, nuove fotocamere, compatibilità USB-Type-C e supporto alla Apple Pencil di seconda generazione: l’iPad Mini 2021 è senza dubbio un bell’upgrade rispetto al precedente modello ma la domanda sorge comunque spontanea: chi può avere bisogno di un tablet ipercompatto, iperperformante ma a costi tutt’altro che “mini”? In fin dei conti si parte da 599 euro e si arriva fino a oltre 1000 euro per la versione da 256 GB Wi+Cellular con Apple Pencil 2 in dotazione.
In un momento storico in cui esistono telefoni taglia XXL e tante alternative (anche in casa Apple) più economiche o comunque più adatte per lavorare serve davvero una buona ragione. Qualcosa che sta forse nell’equilibrio fra dimensioni e prestazioni, fra forma e sostanza: l’iPad Mini resta un prodotto da viaggio, ideale da portarsi dietro quando non si ha voglia di avere il fardello di uno zaino o di una borsa troppo ingombrante, un dispositivo da lasciare in pianta stabile nei dintorni del divano come strumento rapido di consultazione, come media center o come controller per la domotica, eccellente per giocare e più in generale per i genitori che vogliono concedere ai propri figli qualche momento di svago anche in mobilità, un favoloso mini taccuino per prendere appunti al volo ma anche un oggetto da usare a una mano sola per leggere sul divano o sul letto.
Verrebbe insomma da dire che non esiste un unico destinatario specifico per un’offerta del genere bensì la volontà di Apple di intercettare tutte quelle piccole necessità – al limite del vezzo – comuni a tutti coloro che hanno un minimo di dimestichezza col genere tablet. Certo, il rischio di essere rimanere schiacciato fra l’onestissimo l’iPad di 9° generazione, che costa quasi 200 euro in meno, e il più versatile iPad Air, che parte da 669 euro, c’è ed è tangibile.
Ma, va detto, chi è interessato al Mini forse tutte queste domande non se le fa: cede piuttosto alla tentazione di un prodotto che è semplicemente bello e comodo da portare in giro.
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