Dopo quasi un mese di utilizzo eccomi qui pronto per raccontarvi quella che è stata la mia esperienza con il nuovo MacBook Pro 14 di Apple. Annunciati all’inizio del mese di ottobre i nuovi notebook della mela morsicata sono prodotti che guardano decisi verso il futuro strizzando l’occhiolino al passato. Di fianco alle nuove piattaforme Apple Silicon e al display Liquid Retina XDR con retroilluminazione Mini LED troviamo infatti il ritorno della HDMI e del lettore SD, ma anche un design che ricorda quello del vecchio PowerBook G4.
Un mix quasi perfetto di innovazione e tradizione che ha portato ad un dispositivo che, sotto diversi punti di vista, non ha pari all’interno del mercato notebook internazionale. Sin dalla prima accensione ho avuto l’impressione di avere a che fare con una macchina in grado di offrire un’esperienza d’uso di livello altissimo a 360 gradi. Ma non perdiamoci in chiacchiere.
SOMMARIO
DESIGN, COSTRUZIONE E MATERIALI
Appena estratto dalla scatola questo nuovo MacBook Pro 14 offre da subito una sensazione totalmente diversa dal Pro 13 che ho utilizzato fino a pochi giorni fa. Il design è come sempre estremamente sobrio e pulito ma le nuove linee decisamente meno spigolose contribuiscono a far sembrare i nuovi portatili della mela molto più ingombranti di quanto non lo siano realmente. Pensate che addirittura il nuovo Pro 14 è leggerissimamente più sottile del MacBook Pro 13 con M1. Parliamo di frazioni di millimetro ma la sensazione alla vista è opposta.
Il display più grande obbliga invece ad avere una larghezza ed una profondità di circa un centimetro maggiori. Nulla di preoccupante, anzi, per essere un 14 pollici le dimensioni sono adeguate. Ma vi dirò di più, anche il peso sembra essere maggiore di quello che poi leggiamo sulla scheda tecnica. Parliamo di 1,6 Kg, che non sono pochi ma che ad un primo impatto sembrano molto di più.
Merito della struttura in alluminio estremamente solida e compatta. Quando solleviamo il nuovo MacBook Pro 14 sembra di avere tra le mani una lastra di metallo piena, robusta e assolutamente rigida. Una sensazione che ritroviamo anche nell’utilizzo di tutti i giorni e andando volutamente a calcare la mano su poggiapolsi e tastiera. La caratteristica che però vi lascerà davvero a bocca aperta è la resistenza del pannello del display. Se ve ne capita uno tra le mani provate a fletterlo e non potrete che restare stupiti da quanto sia solido. Al di là del peso, al quale comunque ci si abitua in fretta, posso tranquillamente affermare che la qualità costruttiva è fuori discussione e come sempre rimane uno dei notebook migliori da questo punto di vista.
Dato che vi ho già accennato qualcosa sulla sua rigidità entriamo un attimo nei dettagli della tastiera. Parliamo di una delle tastiere più comode tra tutte quelle che ho provato fino ad oggi. Il layout è quello tipico degli ultimi MacBook ma la corsa dei tasti è un pochino più profonda. Il feedback mi piace, la forza necessaria per premere i tasti è corretta e il click abbastanza attutito ma comunque facilmente percepibile. Sparisce poi la TouchBar che è stata sostituita da una serie di tasti fisici. Non sono mai stato un grande estimatore della TouchBar e quindi non ne sento particolarmente la mancanza ma, allo stesso tempo, capisco anche il risentimento di alcuni utenti che, in questo modo, perdono alcune scorciatoie e la possibilità di personalizzare il layout.
Rimane invece il tasto fisico con il sensore per il riconoscimento delle impronte che svolge il suo lavoro sempre in maniera impeccabile. Resta invece grande assente il FaceID; a quanto pare il notch non basta a contenere i sensori necessari per implementarlo.
Come anticipato nell’introduzione quelli annunciati il mese scorso sono i MacBook che per certi versi potremmo definire “del ritorno al futuro”. Dopo alcuni anni di assenza tornano infatti una serie di porte che erano state eliminate. Parliamo nel dettaglio della HDMI e del lettore di schede SD che caratterizzano il lato destro della soluzione e sono accompagnate da una USB-C con supporto Thunderbolt. Il lato sinistro offre invece altre due USB-C, anch’esse Thunderbolt, il jack audio e il connettore Magsafe per la ricarica, altro grande ritorno.
Due note riguardo questa dotazione di porte. La HDMI è soltanto 2.0 e il lettore di SD è un UHS II. Si poteva fare di meglio? Probabilmente sì ma per come è stata concepita, questa è l’unica soluzione possibile. I due strumenti sostituiscono infatti la quarta porta Thunderbolt e, di fatto, si dividono la bandwidth lasciata libera da quest’ultima. Capite quindi come sarebbe stato impossibile fare di più.
Restano comunque delle aggiunte importanti, che per alcuni utenti costituiscono una vera e propria svolta nell’esperienza d’uso. Possiamo quindi abbandonare i nostri adattatori e dongle USB-C? Assolutamente no, se vi serve una porta ethernet o una USB standard non ci sono alternative. Diciamo però che dimenticarseli sarà meno grave di prima.
DISPLAY E AUDIO
Ed eccoci a parlare di una delle novità più interessanti dei nuovi MacBook Pro: il display. Nel nostro caso parliamo di uno schermo da 14 pollici di diagonale che offre una risoluzione di 3024×1964 pixel e un refresh rate dinamico, noto con il nome commerciale di Pro Motion, che permette di arrivare fino ad una frequenza di aggiornamento di 120Hz. Ma non finisce qui, il vero fiore all’occhiello di questo display è sicuramente la tecnologia utilizzata per la retroilluminazione.
Siamo infatti di fronte ad un pannello Mini LED che è in grado di garantire prestazioni elevatissime in termini di luminanza e, allo stesso tempo, profondità dei neri. Pur non trattandosi di un pannello OLED, infatti, la tecnologia Mini LED, spegnendo i LED in corrispondenza delle aree scure, consente allo stesso tempo di avere una elevata luminanza e neri quasi assoluti.
Apple dichiara 1.600 nit di picco e 1.000 nit costanti per questo pannello. Si tratta di numeri che trovano riscontro nelle misurazioni che abbiamo effettuato. Utilizzando la modalità Apple XDR si arriva a registrare un massimo di 1.580 cd/mq, mentre la modalità HDR Video, che è anche la più precisa dal punto di vista della calibrazione, consente di ottenere 1.000 nit costanti su tutto il pannello per un periodo di tempo fondamentalmente senza limiti.
Ma non finisce qui, come appena detto la modalità HDR Video offre anche un bilanciamento del bianco ottimo, con dei Delta E medi ottimi sia per la scala di grigi che per i colori. Bontà del pannello e della calibrazione che sono poi confermate anche dalla copertura praticamente completa dello spazio colore P3.
L’unico neo, a mio modo di vedere, è dato dalla presenza del notch che, per quanto le applicazioni e il software possano essere ottimizzati per fare in modo che non interferisca con il nostro utilizzo, è pur sempre lì nel mezzo che ci guarda e si fa notare, non si può dire di no, andando un pochino a rovinare l’armonia del design. Notch che contiene il sensore della webcam che offre una risoluzione di 1080p e una qualità che finalmente migliora di molto le prestazioni rispetto alle generazioni precedenti ma anche alla maggior parte degli altri notebook in commercio.
Un display di altissima qualità quindi, affiancato da un set di speaker altrettanto buono, anzi ottimo. Parliamo di sistema composto da un totale di 6 altoparlanti di cui due tweeter e quattro woofer che riprendono la tecnologia force cancelling vista a bordo del precedente MacBook Pro 16. In sostanza i 4 woofer sono posizionati accoppiati in senso opposto per fare in modo che le vibrazioni si annullino, ottenendo un suono profondo ma estremamente pulito.
Il risultato è un suono corposo ma allo stesso tempo nitido e estremamente pulito sugli alti e sui medi, con bassi ben presenti nonostante le difficoltà dovute al poco spazio a disposizione e alle conseguenti dimensioni ridotte del cono dei woofer. C’è davvero poco da dire, è senza dubbio il miglior audio che si possa trovare su un notebook e segna quello che potremmo definire un nuovo riferimento nel settore.
Chiudo con un dettaglio certamente non da poco: il jack audio che troviamo a bordo di MacBook Pro di ultima generazione supporta cuffie ad alta impedenza grazie ad un sistema di rilevamento del carico e di regolazione automatica della potenza in uscita. In sostanza, se colleghi cuffie con un’impedenza inferiore a 150 ohm, il jack cuffie fornisce fino a 1,25 V RMS. Per le cuffie con un’impedenza da 150 a 1.000 ohm, il jack cuffie fornisce 3 V RMS. Grazie a questo sistema in alcuni casi sarà possibile eliminare l’utilizzo di un amplificatore dedicato.
HARDWARE E PRESTAZIONI
Parliamo di quello che si nasconde dentro la scocca di questi MacBook. Il modello nelle mie mani è quello base ed è quindi dotato di SoC Apple Silicon M1 Pro con CPU a 8 core, 6 ad alte prestazioni e 2 ad alta efficienza, GPU a 14 core, 16 GB di RAM e un SSD da 512 GB che offre velocità di lettura e scrittura superiori ai 5.000 Mb/s.
Ovviamente non potevo evitare di aprirlo e devo ammettere che l’architettura di questo notebook è davvero fantastica, all’interno della scocca l’ordine regna sovrano e si ha la sensazione di essere di fronte ad un prodotto realizzato con cura sotto ogni punto di vista. Peccato che nessuno dei componenti sia accessibile per un eventuale upgrade, ma non mi sarei aspettato nulla di diverso.
SCHEDA TECNICA MACBOOK PRO 14
- SoC: M1 Pro con 8-core e GPU 14.core; M1 Pro con CPU 10‑core e GPU 14‑core; M1 Pro con CPU 10‑core e GPU 16‑core; M1 Max con CPU 10‑core e GPU 24‑core; o M1 Max con CPU 10‑core e GPU 32‑core
- Schermo: Liquid Retina XDR da 14,2″ (diagonale); risoluzione nativa 3024×1964 a 254 pixel per pollice.
XDR (Extreme Dynamic Range). Luminosità costante (a tutto schermo) fino a 1.000 nit, luminosità di picco 1.600 nit. Contrasto 1.000.000:1. 1 miliardo di colori, ampia gamma cromatica (P3), tecnologia True Tone, tecnologia ProMotion con refresh rate adattivo fino a 120Hz (refresh rate fissi: 47,95Hz, 48,00Hz, 50,00Hz, 59,94Hz, 60,00Hz).
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Memoria:
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16/32/64 GB di memoria unificata (64 GB solo scegliendo il SoC M1 Max)
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512 GB,1TB, 2TB, 4TB o 8TB
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Connettività: Slot SDXC card, porta HDMI, jack da 3,5 mm per cuffie, porta MagSafe 3, tre porte Thunderbolt 4 (USB‑C), DisplayPort, Thunderbolt 4 (fino a 40 Gbps), USB 4 (fino a 40 Gbps), Wi-Fi 6 802.11ax compatibile con con IEEE 802.11a/b/g/n/ac, Bluetooth 5.0
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Batteria e alimentazione: fino a 17 ore di riproduzione film sull’app Apple TV, fino a 11 ore di navigazione web in wireless, batteria ai polimeri di litio da 70 wattora, alimentatore USB‑C da 67W (incluso per M1 Pro con CPU 8‑core), alimentatore USB‑C da 96W (incluso per M1 Pro con CPU 10‑core o M1 Max; opzionale per M1 Pro con CPU 8‑core), cavo da USB‑C a MagSafe 3, ricarica rapida con l’alimentatore USB‑C da 96W
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Videocamera: FaceTime HD a 1080p, processore ISP evoluto con video computazionale
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Audio: sistema audio a sei altoparlanti hi‑fi con woofer force‑cancelling, ampio suono stereo, audio spaziale supportato durante la riproduzione di musica o video in Dolby Atmos con gli altoparlanti integrati, audio spaziale con rilevamento dinamico della posizione della testa quando si usano AirPods (terza generazione), AirPods Pro o AirPods Max, tre microfoni in array di qualità professionale, con rapporto segnale/rumore elevato e beamforming direzionale, jack da 3,5 mm per cuffie con supporto avanzato per modelli ad alta impedenza
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Sistema operativo: macOS Monterey
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Dimensioni e peso: 1,55 cm di altezza, 31,26 cm di larghezza, 22,12 cm di profondità. 1,61 kg
Come vanno MacBook Pro e soprattutto M1 Pro? Alla grande, e ci sarebbe ben poco da dire se non che probabilmente la potenza di queste piattaforme è fin anche eccessiva per il 95% degli utenti. Come vi ho già detto nel contenuto pubblicato settimana scorsa, nell’utilizzo di tutti i giorni è fondamentalmente sprecato. Se il vostro è un utilizzo prevalentemente domestico, o diciamo lavorativo standard, potete tranquillamente risparmiare almeno 1.000 euro e scendere a un MacBook Air o Pro con M1 standard.
In generale posso comunque dirvi che portare al limite questo MacBook è un’impresa non da poco. Per raggiungere il massimo carico ho dovuto lanciare un render con Premiere Pro di un video in 4K con color correction e vari elementi grafici e in contemporanea avviare due conversioni con HandBrake. In sostanza un’operazione che probabilmente nessuno si sognerebbe di fare nella quotidianità.
Anche in queste condizioni, comunque, tenendo d’occhio i valori registrati dai vari sensori dentro la scocca non si va mai oltre i 70 gradi con una media che è di poco superiore ai 60 e ventole che girano poco sopra i 2500 rpm mantenendo sempre una silenziosità sconosciuta a molti concorrenti. Queste ultime si attivano soltanto sopra i 50 gradi e quindi nell’utilizzo di tutti i giorni, dove non si va mai oltre i 40, restano fondamentalmente sempre spente. In termini di consumi abbiamo invece un picco di 50W al massimo del carico con una media, sempre durante lo stress test, compresa tra i 40 e i 45W.
Non è poi una novità ma sicuramente la memoria unificata e la bandwith fino a 200 GB/s sono uno degli elementi che rendono unici questi SoC e contribuiscono in maniera fondamentale a innalzare le prestazioni a questi livelli. Era già così su M1, come ampiamente spiegato nella recensione di MacBook Air, ed è così ancora oggi per i nuovi Pro. Il fatto che CPU e GPU abbiano accesso alle stesse porzioni di memoria consente di avere tempi di caricamento ridotti ma anche un consumo inferiore. Anche per questo motivo non mi è mai capitato di arrivare a saturare i 16 GB di questo modello.
Come sicuramente avrete già letto e sentito dire però, il passo in avanti più grande è stato fatto con le nuove GPU. Rispetto all’M1 standard i Core della scheda grafica sono sostanzialmente raddoppiati già in questa nostra versione base. Il risultato sono prestazioni estremamente migliori in tutte le operazioni che richiedono proprio l’intervento della GPU. Un render dello stesso identico video in 4K della durata di 8 minuti montato con Premiere Pro impiega poco più di 4 minuti con il nuovo M1 Pro e circa 7 minuti con l’M1 base del mio MacBook Pro 13. Un ritardo di 2 minuti e mezzo che viene accumulato proprio nei punti in cui vengono elaborate le componenti grafiche e la color correction.
Ma la caratteristica che più di tutte mi ha sorprese sono le prestazioni quando il notebook è alimentato a batteria e quindi staccato dalla corrente. Queste stesse rimangono infatti praticamente invariate anche quando lavoriamo lontano dalla presa di corrente. Vi basti pensare che lo stesso render di cui sopra impiega soltanto 15 secondi in più per essere completato. Parliamo di un risultato che rivoluziona l’esperienza di utilizzo di tutti coloro che lavorano spesso in mobilità con questo tipo di macchine.
AUTONOMIA
Infine siamo a parlare della batteria e della sua durata. Dentro a Pro 14 abbiamo un modulo da 69,9 Wh che consente di ottenere, secondo quanto riporta Apple, fino a 17 ore di riproduzione video e 11 ore in navigazione. Diciamo che si tratta di stime piuttosto ottimistiche ma, detto ciò, l’autonomia è comunque ottima. Con un utilizzo lavorativo standard fatto principalmente di navigazione e videoscrittura sono riuscito ad arrivare fino a 8 ore e mezza circa di utilizzo, che diventano 12 in riproduzione video con l’app di Amazon Prime Video e scendono fino a un’ora e mezza quando utilizzato a pieno carico.
In confezione troviamo poi l’alimentatore da 96W con connettore Magsafe che ricarica il notebook da zero a cento in un’ora e mezza circa. La buona notizia riguarda la ricarica tramite USB-C, che è supportata e che in caso di emergenza ci permette di caricare il notebook anche con alimentatori senza Magsafe.
CONSIDERAZIONI
Bene, siamo al momento di tirare le conclusioni e ovviamente iniziamo con il prezzo. Il listino Apple parla di 2.349 euro per il MacBook Pro 14 nella versione a nostra disposizione che salgono a 2.849 per la versione che vi consiglierei, ovvero quella con M1 Pro a 10 core e SSD da 1Tb. Sono tanti soldi, anzi, tantissimi, nessuno lo mette in dubbio, ma è anche vero che questo è un notebook che offre il massimo dell’esperienza sotto ogni aspetto. Dalla costruzione al display, dalle prestazioni all’autonomia, non c’è davvero una caratteristica che possiamo considerare anche solo discreta.
Ma quindi vale la pena spendere tutti quei soldi? La chiave sta in quello che è il vostro lavoro. Se la vostra routine lavorativa comprende montaggio video di un certo livello, non il banale taglia e cuci, elaborazione grafica professionale, render 3D, produzione musicale, progettazione CAD e qualsiasi cosa vi venga in mente di paragonabile a questo come carico, allora le nuove piattaforme M1 Pro e Max sono assolutamente da prendere in considerazione e potrebbero segnare un vero e proprio punto di svolta. Altrimenti le alternative ci sono, pure in casa Apple, e vi permettono di risparmiare anche parecchi soldi.
PRO E CONTRO
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