Ho passato quasi un mese in compagnia dell’ASUS ROG Zephyrus G14 2025, dopo essermi divertito e non poco con il ROG Flow Z13 2025. In questi mesi, dove per lavoro ho dovuto viaggiare circa 5-6 volte al mese con spesso voli intercontinentali, poter sfruttare un “tablet da gaming” come il Flow Z13 è stato comodissimo. Dentro ad un comune marsupio riuscivo a portare un computer in grado di montare video in 6K e farmi videogiocare ad altissimi livelli.
Chiaramente c’era qualche lato più oscuro, come l’essere comunque un 2 in 1, meno comodo di un comune notebook come può essere lo Zephyrus G14 dal quale vi sto scrivendo proprio ora, ma a conti fatti mi ha permesso di portare a casa quasi un video al giorno lavorato su Premiere Pro ed una decina di articoli scritti nelle situazioni più scomode immaginabili.
Passare a questo ROG Zephyrus G14 con Ryzen AI 9 HX 370 con RTX 5080 è stato quindi gradevole, avendo di nuovo a disposizione una tastiera “classica” e comunque ben strutturata, un display OLED incredibile per fruire anche di contenuti multimediali ma in linea generale tornare ad un notebook che mi permettesse di lavorare più rapidamente di quanto potesse fare l’altro modello.
Il G14 2025 è l’evoluzione di un progetto già maturo: quello di un laptop da gaming compatto che non scende a compromessi sulle prestazioni, e neanche troppo sull’autonomia o sul display. In questi mesi estivi però uno dei suoi aspetti più critici viene chiaramente esaltato: quello delle temperature.
Praticamente è impossibile per un notebook così compatto e potente non scaldare, ma chiaramente in questi mesi estivi il tutto è più amplificato. Se siete disposti ad accettare questo unico compromesso, comunque spesso presente anche su soluzioni nettamente più grandi, come il mio 17″ con Intel i9 a bordo, vi ritroverete davanti un prodotto quasi perfetto, il tutto giustificato anche da un prezzo di 3749€ in offerta nel momento di scrittura di questa recensione, rispetto ai 4199€ di listino, prezzo che ovviamente pone delle aspettative piuttosto alte. Saranno rispettate?
INDICE
DESIGN E COSTRUZIONE
Il ROG Zephyrus G14 2025 mantiene gli stessi dettami estetici del precedente modello del 2024. I cambiamenti ci sono, ma sono minimi come uno spessore aumentato di 2mm, un compromesso da accettare per un sistema di raffreddamento migliorato a fronte della RTX 5080 e la CPU Ryzen.
Le dimensioni di 311 x 220 x 15.9mm (18.3mm da chiuso) sono un fantastico compromesso per un portatile da 14″ con formato del display 16:10, comodo per videogiocare, per la produttività ma anche per la visualizzazione di contenuti multimediali. Il peso è di 1.57kg rispetto all’1.5KG del modello precedente, una differenza pressoché nulla!
Rimane come sulla precedente generazione la scocca in alluminio CNC, gradevole al tatto e pratico per la dissipazione termica. Durante un utilizzo di Chrome con circa 8-9 schede aperte, Premiere Pro in standby, profilo Turbo su G-Helper e la scrittura di tre articoli (questo, quello dell’OPPO Watch X2 e quello della Smart Band 10) ho avvertito costantemente il tiepido della zona inferiore alla tastiera dove poggiamo i polsi ma non è un calore da irritare, da dare fastidio.
Anche la tastiera risulta tiepida allo stesso modo ma non diventa mai sgradevole al tatto. Durante le sessioni più intense di editing video o gaming le carte in tavola cambiano leggermente e la zona “poggiapolsi” diventa chiaramente più sgradevole, mentre la zona tastiera grazie al sistema di areazione risulta comunque gradevole.
Tempo fa avevo provato il Razer Blade 16 con la 5090 e quello in uso stress era praticamente difficile da toccare, per quanto diventava caldo, qui siamo decisamente su un livello più accettabile, considerando anche il periodo estivo con i 34°C ambientali a Milano ma anche Taipei.
Nessuno scricchiolio da segnalare, nessuna flessione particolare.. insomma un prodotto robusto! Anche la zona della tastiera risulta “poco elastica”, ma di essa parleremo dopo. Soltanto cercando di torcere il portatile prendendolo per una estremità e l’altra in diagonale si avverte inizialmente qualche minimo scricchiolio ma parliamo di un fenomeno piuttosto normale.
Non mi ha fatto impazzire la cerniera del display che permette sì di essere operata con una mano, ovvero possiamo aprire il notebook senza dover tenere la base con una mano, ma non permette poi molto di inclinare il display. Arriviamo circa ad un angolo di 120-130°.
Questo “limite” è stato spiegato da ASUS come atto ad evitare impedimenti nel raffreddamento del notebook, poiché il meccanismo si sarebbe sovrapposto alle prese d’aria con alcune angolazioni.. ci può stare, un compromesso che si accetta!
DISPLAY OLED E SLASH LIGHTNING
Sul coperchio dello Zephyrus G14, dietro al display, ci sono svariati led bianchi posti in diagonale che formano la “Slash Lightning”, questa linea luminosa che possiamo configurare in svariati modi o spegnere del tutto. Risulta essere una soluzione piuttosto sobria, presente anche sulla precedente generazione. Io, ad esempio, la utilizzo per notificare agli altri in redazione a che livello è la mia batteria, facendo spegnere “le tacchette” in base alla percentuale di batteria residua. Una soluzione carina, non stravolgente ma utile!
La cosa che ho gradito è l’assenza di enormi loghi ROG o ASUS, non che non siano belli ma permettono a questo computer di avere un livello di sobrietà maggiore. Anche quelle poche volte che utilizzo un MacBook preferirei un retro totalmente anonimo rispetto all’avere una enorme mela morsicata sul retro, ma questo è un mio punto di vista opinabile o meno!
Ciò che non si discute è la qualità di questo pannello OLED da 14 pollici con risoluzione 2880 x 1800 pixel e refresh rate a 120Hz. Abbiamo un rapporto display/corpo dell’83%, non male, poiché le cornici sono molto risicate attorno ad esso. Superiormente abbiamo una webcam 1080P, inferiormente una scritta “ROG ZEPHYRUS” praticamente visibile solo con una determinata luce battente. I bordi laterali sono spessi 4.8mm, per la precisione.
Parliamo di un pannello con coating “Glossy”, lucido e senza il supporto al touchscreen. C’è chiaramente il supporto all’HDR, al Dolby Vision e il sistema ci notifica una luminosità di picco pari a 616 Nit, seppur in realtà nel quotidiano arriviamo massimo a 500 Nit. In contenuti SDR arriviamo massimo a 400 Nit.
Questo picco non elevato fa sì che qualche riflesso di troppo ogni tanto si veda, rispetto ad esempio al Mini-LED di alcuni MacBook Pro. Fortunatamente l’assenza del touch, poco utile su Windows e su un prodotto del genere, fa sì che non ci sia quell’eventuale effetto granulosità di alcuni OLED.
Il pannello è un Samsung SDC419C ed abbiamo una copertura colore del 100% sRGB, 96.1% AdobeRGB e 100% DCI-P3. Il punto di bianco con configurazione stock è attorno ai 6400K e c’è il PWM Dimming (occhio alle basse luminosità mentre giocate in notturna, potreste avere l’occhio leggermente più stanco di un Mini-LED).
DISPLAY ESTERNI E I/O
Nel mio appartamento a Milano ho un monitor OLED, che ho recensito qualche tempo fa tra l’altro, sempre Glossy e WOLED nel suo caso, che ho pian piano apprezzato sempre di più. L’esperienza è più o meno la stessa e avere quella qualità all’interno di un pannello “portatile” è tanta roba. Non lo amo particolarmente per la scrittura, poiché a volte i caratteri sembrano sempre un poco troppo nitidi, ma con i giusti settaggi si riesce a ben compensare anche questa “problematica”.
Per la gestione di monitor esterni potete far fede alla HDMI 2.1 FRL sul lato sinistro o la type-c sul lato destro. C’è anche il connettore proprietario per la ricarica, una USB-C 4.0, una USB-A 3.2 e il jack audio. Sulla destra troviamo una USB-A 3.2, la già citata USB-C Gen 2 con supporto DisplayPort e un ingresso per microSD UHS-II. Avere un ingresso SD standard sarebbe stato divino.
TASTIERA E WEBCAM
La scrittura con la tastiera del G14 è una delle più piacevoli che si possa sperimentare su macchine simili. I tasti non hanno una durezza eccessiva, ma risultano comunque solidi quando pigiati. La corsa non è ampia ma è sufficente a lasciare una buona sensazione quando si scrive con rapidità. Non parliamo di una tastiera stravolgente, ma piuttosto in linea con le altre soluzioni simili di ASUS. Apprezzo sempre i FONT utilizzati e le doppie funzioni sempre semplici da raggiungere. Bene che il tasto Copilot sia soltanto a destra, vicino all’ALT GR, anche lui uno dei tasti meno utilizzati in vita mia, così da dimenticarmi di tali tasti e non sbagliare mai digitazione con il tasto Windows, invece molto più utile e posto sulla sinistra.
C’è una retroilluminazione RGB, anche questa facilmente controllabile da G-Helper e meno confusionaria di Armoury Crate e Windows, ma non parliamo di una retroilluminazione tamarra. Permette di vedere bene i tasti, apprezzare i colori ma rimane comunque sobria al livello dell scocca esterna.
Dello spazio per poggiare i polsi ve ne ho già parlato citando le temperature ma aggiungo che c’è una leggera stondatura, agli estremi della scocca del notebook, così da non creare un effetto tagliente presente su altre soluzioni simili.
Il touchpad è ottimo, in vetro, ed è piuttosto grande. Nessun problema da segnalare con tap e swipe ma anche gesture. Anche i click fisici agli estremi di esso sono di buona qualità e non sembra che il trackpad si stia incastrando.
Unico appunto: il touchpad arriva quasi a filo con i tasti, con la barra spaziatrice, ogni tanto potrebbe capitare quindi di commettere qualche falso tocco e spostare il cursore del mouse. Parliamo di un problema non problema ma è giusto citarlo, ogni tanto ci è capitato!
Non c’è infine un sensore di impronte, che reputo sempre comodissimo, ma possiamo sbloccare il notebook tramite la selfie camera e sensori IR con Windows Hello!
PRESTAZIONI CON MONTAGGIO VIDEO
A bordo dell’ASUS ROG Zephyrus G14 troviamo un Ryzen AI 9 HX 370 e RTX 5080. Chiaramente la CPU Ryzen, o per meglio dire APU, ha anche una GPU integrata piuttosto potente, la Radeon 890M. Il passaggio da iGPU (integrata) a dGPU (dedicata) è ottimale se sfruttate G-Helper al posto di Armoury Crate, seppur il primo rispetto a quest’ultimo sia più essenziale e privo di alcune funzioni.
A bordo troviamo anche 32GB di RAM LPDDR5x-8000, saldati purtroppo, e 1TB di SSD (SK Hynix HFS001 nel nostro caso).
Il Ryzen 9 AI 370 è basato sui core AMD Zen 5 e Zen5c, più efficienti lato energetico. Il processore può andare a 70-80W sostenuti. La GPU NVIDIA invece potrebbe arrivare a 110W con il Dynamic Boost ma quotidianamente siamo a 90W
Possiamo sfruttare i tre profili “Silent”, “Performance” e “Turbo”, con G-Helper anche a batteria, mentre con Armoury Crate potete sfruttare “Turbo” soltanto con la carica a supporto. Passiamo da circa 70W in crossload con il profilo “Silent” ai 100-120W in Turbo con un livello di rumore che va dai <30dBA ai 50dBA.
A piena potenza le due ventole si sentono eccome ed in uno studio piuttosto silenzioso potrebbero diventare le padrone della stanza. Ovviamente se avete un parlato in riproduzione su Premiere Pro o state videogiocando neanche ci farete troppo caso.
Non abbiamo mai sentito le ventole ferme, se non con i profili manuali impostati al minimo, potremmo dire che sono perennemente attive per raffreddare questo notebook, perlomeno in estate!
Come mio solito non vi parlerò di benchmark, ma esperienza diretta. Partendo dal 10% di carico CPU, 16GB su 32GB di RAM occupati e 0% di carico GPU, dedicata e non, con un export 4K di clip 4K 4:2:2 ALL-I 800Mbps, abbiamo raggiunto circa il 30% di carico CPU, 25 su 32GB di RAM occupati e ben 80% di carico GPU dedicata. Le temperature della GPU dedicata e integrata erano di 77°C e 78°C in una stanza con temperatura ambiente di 32°C.
Il portatile, durante questo export che si è esaurito in 4 minuti, un ottima tempistica, era rovente e difficile da toccare soltanto nella porzione superiore ai tasti funzione, in zona centrale. Quell’area diventa oggettivamente bollente mentre la tastiera rimane più raffrescata, usabilissima.
Un export più complicato tende a mettere un po’ più sotto sforzo la CPU e la RAM ma tutto sommato un nostro video di 10 minuti viene esportato in H.265 con qualità massima in circa 5 minuti.
L’anteprima di Premiere Pro non ha mai scatti se non a batteria impostando la qualità massima, dopo un utilizzo prolungato del portatile. Lavorare in mobilità con questo G14 è piacevole, seppur con questi climi caldi possa generare un po’ di calore circostante. Chiaramente questo portatile può fare molto più che esportare video in 4K e dà il meglio di sé quando utilizzato per videogiocare.
GAMING E TURBO
Parlando di gaming nudo e crudo, tramite G-Helper ho forzato la modalità Turbo ed “Estrema”, che in breve significa utilizzare soltanto la dGPU per evitare che qualche app sfrutti invece la iGPU. Ho anche impostato le ventole al massimo, così da non aver alcun dubbio sulla dissipazione. Siamo in piena estate ed è inevitabile avere temperature leggermente più proibitive, durante una sessione di gaming non reputo un problema avere le ventole un po’ più rumorose dal momento che comunque il tutto viene sovrastato dal volume di gioco.
GLI SPEAKER VI FANNO DIMENTICARE DELLE VENTOLE
Questo ROG Zephyrus G14 ha due altoparlanti incredibili, a sinistra e destra, i migliori che io abbia mai provato a bordo di un portatile di queste dimensioni. Ascoltare un film o videogiocare senza cuffie non è assolutamente un problema, anzi, è un piacere per le orecchie.
Le dimensioni compatte vi potrebbero far pensare a molte rinunce da questo lato ed invece ci troviamo di fronte ad un impianto audio studiato nei minimi dettagli, e tra l’altro con il Dolby tira fuori il meglio di sé!
GAMING SOTTO CARICA
Su Clair Obscur: Expedition 33 ho avuto la CPU attorno al 20-35% di consumo segnalato globale, mentre la GPU era quasi sempre al massimo del carico, tra l’80 ed il 100%. I Watt erogati dalla GPU erano attorno agli 80 e 95 con 86°C di temperatura segnalata. La RAM occupata era attorno ai 15-20GB. Gli FPS medi? dai 40 ai 90 con medie durante i combattimenti di 60. Questi risultati sono stati raccolti con il DLSS su “Qualità” e tutte le altre impostazioni al massimo, con risoluzione nativa.
Tali risultati non sono assolutamente male, migliori del ROG Flow Z13 che avevo provato settimane fa. In questo caso la GPU dedicata fa la differenza e ci permette di alzare i dettagli senza rinunciare al framerate o risoluzione.
Con Avowed l’esperienza è ancor migliore: qui ho sfruttato il DLSS 3 e l’Upscaler in “Auto”. Ho lasciato sempre la risoluzione nativa e tutte le impostazioni grafiche al massimo. Quello che abbiamo ottenuto è un framerate dagli 80 ai 100 fps, un consumo della CPU attorno al 30-40%, la RAM occupata di 25GB ed una GPU dagli 80 ai 100W con GPU attorno agli 87°C e CPU attorno ai 93°C.
L’esperienza è più che fluida, anche perché con il DLSS 3 impostato su “Prestazioni” anziché “Qualità” l’esperienza migliora ancor di più perdendo non molto dal punto di vista grafico. Anche in questo caso abbiamo un bel boost rispetto a Flow Z13 di circa il 20-30%.
Con un F1 2024 abbiamo ottenuto circa 80fps di media con tutto alla massima risoluzione, DLSS attivo ma senza frame generator attivo, con le ulteriori impostazioni al massimo della qualità.
Con Crash Bandicoot 4 ho invece optato per due test: quello sotto carica e quello a batteria. Rispetto agli altri titoli citati questo è molto più leggero e difatti al massimo dei dettagli, DLSS attivo e risoluzione nativa, in questo caso del monitor WOLED ROG esterno, ho raggiunto picchi di 120-140fps mentre la media era attorno ai 100fps.
Scollegando lo Zephyrus G14 dalla carica ho osservato come gli FPS sono scesi attorno ai 60-70 fps, un valore accettabilissimo, senza Turbo attivo, e che permetteva comunque di avere una esperienza 1:1 come con il notebook sotto carica.
Nel caso di Clair Obscur invece rimuovendo la carica, con i dettagli descritti sopra, siamo scesi attorno ai 15 fps, un valore che rende il gioco pressoché inutilizzabile. Per fruire di titoli del genere dovete scendere ad un po’ di compromessi tra qualità e risoluzione.
Con giochi “a metà” come FBC: Firebreak, un FPS in prima persona online, ho potuto riscontrare come avevo oltre i 140fps, un valore praticamente poco utile se non per gli amanti delle statistiche. Anche qui impostazioni e DLSS al massimo possibile.
Anche in questo caso scollegando la carica si ha una esperienza 1:1 quella che avremmo con il notebook sotto carica. Con i giochi giusti insomma o le impostazioni giuste si può avere una esperienza godibile di videogame anche durante brevi voli aerei o viaggi in treno.
AUTONOMIA E CONCLUSIONI
La batteria del ROG Zephyrus G14 permette di montare video 6K per circa 1h-1h e 30 min rispetto ai 40-45 minuti del Flow Z13, un buon risultato per un portatile di queste dimensioni e con questa potenza nascosta sotto al cofano. Non siamo chiaramente sui livelli di un MacBook con ARM, ma non ci saremmo aspettati diversamente. Un po’ come dire che il MacBook non ha le stesse prestazioni gaming di questo G14, è abbastanza scontato.
Nella vita di tutti i giorni possiamo fare anche 7-8 ore di utilizzo continuativo generico, quindi non con carichi pesanti di lavoro. Videogiocare a batteria invece è un po’ una tortura, un po’ come le handheld: dopo un’ora massimo due per titoli poco impegnativi, come Crash 4 che consumava al massimo 30-35W di GPU.
Dopo questo praticamente mese di esperienza, sono soddisfatto? Assolutamente sì, lavorare e viaggiare con questo portatile è stato soddisfacente, appagante, e non mi ha fatto sentire “limitato” avendo una fantastica tastiera, un ottimo trackpad, degli eccellenti speaker e display ed infine delle prestazioni da leader di categoria.
L’autonomia per me non è stato un grosso problema, essendo sempre in luoghi dove avevo la possibilità di ricaricare, anche in aereo dove sfruttavo le type-c a 60W, come quelle montate sugli ultimi Airbus di ITA. Se però vi capita spesso di usare il notebook senza carica pensateci bene prima di acquistare una macchina del genere.
Il prezzo è alto come annunciato in precedenza, parliamo di 3749€ in offerta per questa variante con RTX 5080, mentre il listino parla di 4199€, una cifra proibitiva per molti ma che è giustificata da tutto ciò che ci viene offerto. Parliamo di una macchina destinata in primis ai professionisti, persone che molto probabilmente non si faranno problemi di budget. Tu però cosa ne pensi? Fammi sapere la tua qui sotto con un commento!
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