Da qualche giorno ho tra le mani questo nuovo Asus Zenbook S16, un notebook che quest’anno è particolarmente interessante perchè è il primo notebook che giunge tra le nostre mani dotato delle nuove piattaforme AMD Strix Point. Nel caso specifico stiamo parlando del nuovo Ryzen AI 9 HX370 e diciamo che fortunatamente AMD si è impegnata nello sviluppo della piattaforma molto più che nella ricerca di una nomenclatura semplice e efficace.
Si tratta a tutti gli effetti della prima risposta X86 all’avvento delle piattaforme ARM, in questo momento rappresentate dalle soluzioni delle famiglie Snapdragon X Elite e X Plus di Qualcomm. In sostanza parliamo di una delle prime piattaforme non ARM ad unirsi al balletto dei nuovi Copilot+ PC. Non è una rivoluzione dal punto di vista della potenza di calcolo ma porta interessanti ottimizzazioni lato efficienza energetica, che era poi, a mio parere, quello su cui si doveva lavorare. Ma non perdiamoci in altre chiacchiere e vediamo subito come si comportano queste nuove piattaforme e come Asus le ha implementate noi suoi notebook.
INDICE
AMD STRIX POINT
I processori mobile AMD Ryzen AI 300 sono basati, come i processori desktop Ryzen 9000, sulla nuova architettura Zen 5, migliorata rispetto alla precedente in relazione a latenze, branch prediction, larghezza della banda della Cache L1 e capacità di calcolo in parallelo. Il tutto in funzione di un incremento delle istruzioni per clock (IPC) che in media si aggira intorno al 16%.
Oltre a essere basati su una nuova architettura, i nuovi processori mobile AMD possono contare sulle nuove GPU integrate con architettura RDNA 3.5, forti di ottimizzazioni che riguardano il texture sampling, l’interpolazione degli shader, una migliore gestione della memoria e l’accesso ottimizzato alle memorie di tipo LDDR5. La tecnologia alla base non è dissimile da quella delle GPU RDNA 3, ma le novità sono sufficienti, secondo i test condotti da AMD, da garantire un miglioramento delle prestazioni, con 15 W di alimentazione, del 19% in 3D Mark Night Raid e del 32% in 3DMark Time Spy.
A tutto questo va aggiunta anche la nuova NPU XDNA 2 che grazie a una potenza di 50 TOPS riservata all’intelligenza artificiale generativa consente ai laptop basati sui nuovi processori mobile AMD di soddisfare i requisiti Copilot Plus PC. Di conseguenza parliamo di sistemi in grado di sfruttare in locale le capacità AI avanzate dell’ultima versione di Windows che comprendono la versione potenziata dell’assistente Copilot, la funzione Recall e l’upscaling Auto SR.
Non è solo la presenza di una NPU a differenziare i nuovi processori mobile AMD dai modelli desktop della serie Ryzen 9000, rimasti invariati in quanto a numero di core rispetto ai modelli della serie Ryzen 7000. Aumentano invece con i Ryzen AI 300 che tra l’altro fanno uso di due tipologie di core differenti.
Nello specifico il Ryzen AI 9 HX 370, il modello top di gamma, mette in campo 4 core Zen 5 e 8 core Zen5c per un totale di 24 thread contro gli 8 core Zen 4 per 16 thread complessivi del Ryzen 9 8945HS, il precedente top di gamma mobile di AMD. Nel caso del Ryzen AI 9 HX 365, al momento l’unico altro modello annunciato, parliamo invece di 4 core Zen 5 e 6 Core Zen5c per un totale di 20 thread.
I due modelli della serie Ryzen AI 300 si differenziano tra loro anche per la GPU integrata, una Radeon 890M da 16 unità di calcolo per il più potente e una Radeon 880M da 12 unità di calcolo per quello meno potente, e per la frequenza di punta che per il modello da 12 core arriva a 5.1 GHz mentre per il modello da 10 core si ferma a 5.0 GHz.
HARDWARE E PRESTAZIONI
E dopo una breve infarinatura su queste nuove piattaforme AMD ecco che andiamo ad analizzare la prima a nostra disposizione, ovvero il Ryzen AI 9 HX370. Come già detto si tratta di un SoC dotato di una CPU a 12 Core e 24 Thread, di cui 4 Core Zen 5 ad alte prestazioni e 8 Zen5c ad alta efficienza. La frequenza massima operativa per i core “performance” è di 5.1 GHz mentre la componente grafica è affidata alla nuova Radeon 890M. In tutto questo non manca la NPU XDNA2 con una capacità di calcolo di 50 TOPS, superiore alla richiesta di Microsoft per ottenere la certificazione Copilot+. Per quel che riguarda le memorie abbiamo poi 32 GB di memoria RAM e 1 Tb di storage su SSD PCIe 4.0 che è anche l’unico elemento aggiornabile della piattaforma.
Liquidiamo subito l’argomento NPU che ha bisogno veramente di poche parole. Come già detto si tratta di una unità da 50 TOPS di potenza di calcolo. Un valore superiore a quello della NPU delle soluzioni Qualcomm, che si fermano a 45. Al netto di eventuali ottimizzazioni mancanti, quindi la NPU della piattaforma AMD è semplicemente più veloce, ma la differenza non è tale da considerarla un motivo sufficiente per preferire una soluzione all’altra. Anche perchè nelle nostre prove abbiamo potuto constatare come proprio la NPU sia ancora poco sfruttata dai software che utilizzano questa presunta AI. Molti di essi preferiscono spostare il carico su CPU, o meglio ancora GPU. In questo momento quindi, se non per il fatto di ottenere la certificazione Copilot+, la NPU di questi SoC non è ancora, a parer mio, un motivo sufficiente per instaurare nell’utente la necessità di possederla.
Ma NPU a parte vediamo un attimo come si comportano CPU e GPU. Come sempre siamo partiti dal nostro classico stress test con un carico del 100% su tutti i core della CPU. Si tratta volutamente di una situazione estrema che probabilmente non si verificherà mai nella vita di una soluzione con un target come quello a cui si riferisce questo Zenbook S16. In questa circostanza i performance core lavorano ad una media di 2 GHz che scendono a circa 1,5 per i core ad alta efficienza. potrebbero sembrare valori bassi, con un thermal throttling significativo, ma dobbiamo mettere in conto due fattori, il primo sono le temperature, in questi giorni a Milano fa molto caldo e la temperatura ambiente era di 27 gradi, quindi non esattamente un toccasana per il notebook. Il secondo fattore sono le temperature interne, sul SoC non si va mai oltre gli 80 gradi, segno che un po’ di margine ancora ci sarebbe ma che Asus ha preferito una messa a punto conservativa che garantisca comunque stabilità alla soluzione anche in situazioni estreme come questa. E in effetti anche con questo test in background il notebook resta mediamente utilizzabile, segno che i task vengono comunque ben distribuiti anche a pieno carico.
Parlando invece di test sintetici e confrontando questa piattaforma con le alternative sul mercato scopriamo un quadro che è tutto sommato in linea con le nostre aspettative. Il Ryzen 9 AI HX370 non stravolge alcun tipo di paradigma, mostra prestazioni solide nella maggior parte dei contesti, a tratti superiori alla concorrenza, pur senza strafare. Messo a confronto con lo Snapdragon X Elite del Lenovo Yoga Slim 7x e il Core Ultra 9 dello Yoga Pro 9i in un test come Cinebench 24, abbiamo punteggi leggermente inferiori sia per quello che riguarda il single core che per il multicore, seppur la differenza sia minima, nell’ordine del 5-10%. Scarto ridotto che ritroviamo anche nei punteggi di PCMark 10, questa volta a favore del Ryzen e senza riferimento per X Elite che non è compatibile. Insomma, a fare le differenza non è la potenza sprigionata, che possiamo definire allineata ai concorrenti.
L’analisi più interessante riguarda infatti il modo in cui vengono ottenuti questi risultati perchè tra le tre piattaforme il Ryzen 9 AI è quello che consuma meno quando sotto sforzo. Nei nostri test non abbiamo mai visto la piattaforma superare i 33W, con una media di 28W nella maggioranza delle situazioni. Non abbiamo ancora un modo per verificare esattamente i consumi della piattaforma Qualcomm ma basandosi sull’assorbimento e sul livello di carica possiamo stimare un consumo medio tra i 40 e i 50W per coprire le stesse richieste. E infine l’Intel Core Ultra 9, anch’esso più energivoro; parliamo di un range di consumi compreso tra 35 e 55W a seconda delle situazioni. Al netto delle prestazioni, quindi, il lavoro di AMD si è concentrato sul migliorare il rapporto prestazioni per watt, con risultati apparentemente buoni, almeno per quello che mostrano questi primi test.
Ma un’altro elemento aggiornato in queste nuove piattaforme è la GPU, con la Radeon 890M a occuparsi delle operazioni legate alla grafica. Allo stato attuale parliamo sicuramente di una delle migliori soluzioni integrate presenti sul mercato, ovviamente nemmeno paragonabile alle RTX40 di Nvidia ma comunque un ulteriore passo avanti per le soluzioni mobile. Rispetto alla concorrenza questa Radeon 890M fa meglio in tutti i test sintetici, sia quelli Direct X che quelli Vulkan. In 3D Mark Timespy, per esempio, il divario è enorme rispetto alla Adreno dello Snapdragon X Elite, e stacca di poco meno del 10% anche la Intel Arc del Core Ultra 9. Con un test Vulkan come Steel Nomad, invece, la differenza rispetto alla Adreno si riduce ma resta comunque superiore.
E se parliamo di gaming reale e non benchmark? Beh, anche qui non possiamo ovviamente paragonare la Radeon 890M ad una RTX 40 o ad una qualsiasi altra scheda discreta, ma comunque posso dirvi che, in un titolo abbastanza complesso e recente come Cyberpunk, si riesce ad ottenere un framerate medio che si aggira intorno ai 35 fps. Come ovvio la risoluzione sarà solo FullHD, i dettagli medi e FSR attivo su bilanciato. Insomma, rimane assolutamente giocabile pur con qualche rinuncia in termine di qualità.
AUTONOMIA
E anche se di solito è l’argomento con cui chiudiamo le recensioni dei notebook, stavolta parliamo subito di autonomia, dato che vi ho appena parlato anche di come AMD abbia lavorato bene in termini di rapporto prestazioni/consumi. Nonostante lo spessore comunque abbastanza contenuto di questa soluzione, Asus è riuscita a inserire dentro la scocca di questo Zenbook S16 una batteria da 78Wh. Grazie a questo modulo riusciamo quindi ad ottenere fino tra le 10 e le 12 ore di utilizzo con luminosità al 50% e modalità d’uso bilanciata. Si scende poi fino a poco più di 8 ore se alziamo la luminosità e se inseriamo nel nostro pattern d’uso qualche operazione un pochino più complessa del classico uso lavorativo a basso carico.
Non siamo quindi ancora ai livelli delle 14-16 ore che abbiamo raggiunto con lo Snapdragon X Elite sullo Yoga 7x. La piattaforma Qualcomm, del resto, paga pegno nelle situazioni d’uso intenso ma, se utilizzata con i software nativi ARM e in operazioni a basso carico, ha consumi comunque inferiori. Per quello che riguarda la ricarica poi, utilizzando il caricatore in confezione da 65W servono circa 2 ore per una ricarica completa in standby.
IL NOTEBOOK
Ma ovviamente, ora che abbiamo sviscerato l’argomento piattaforma non possiamo non spendere due parole a proposito del notebook Asus. Questo Zenbook S16 merita infatti assolutamente la nostra attenzione. Esteticamente è davvero molto gradevole; sin dal primo istante in cui lo estraete dalla scatola avrete la sensazione di tenere tra le mani una soluzione premium. La scocca è realizzata in Ceraluminum, nome commerciale del materiale brevettato dalla stessa Asus che consiste in una sorta di lega di alluminio e ceramica, che non sono però fusi tra loro. In questo caso, più che di una lega, parliamo infatti di uno strato di ceramica ossidata che riveste l’alluminio stesso.
Ma poco importa di come Asus sia riuscita a ottenere questo connubio perchè il risultato è appagante sia in termini estetici che al tatto. La nostra colorazione grigio chiara è indubbiamente elegante e l’unico elemento di estro che si è concessa Asus è la decorazione geometrica che richiama la A del logo, incisa sulla scocca; nulla che ne intacchi la sobrietà. Asus distribuisce anche una versione nera, che rimane comunque assolutamente elegante.
Il portatile pesa meno di 1,5 Kg e lo spessore è inferiore a 1,3 cm nel suo punto più spesso. Ma nonostante queste dimensioni la robustezza non è mai messa in discussione. La cerniera è rigida al punto giusto, il display si apre con una sola mano e, in generale, si ha sempre la sensazione di avere di fronte una soluzione curata nei dettagli; basta dare un’occhio alla precisione della lavorazione a CNC della griglia di areazione sopra la tastiera.
Ottima la dotazione di porte. Anche con uno spessore così ridotto abbiamo infatti una HDMI standard, due USB-C da 40 Gb/s di banda, jack audio, una USB-A e un lettore di schede SD in formato pieno. Insomma, tutto quello che ci può essere utile quotidianamente, dettaglio non scontato anche su prodotti da 16 pollici.
Molto buona anche la tastiera, ovviamente retroilluminata e dotata di tasti a isola di dimensioni standard, con una corsa sufficientemente profonda e un click ben definito, forse solo la barra spaziatrice è un po’ ballerina ma nulla di preoccupante. In generale si scrive molto bene, come si lavora molto bene anche con il trackpad, davvero molto grande e rivestito in vetro. Le dita scorrono perfettamente e la precisone nel tocco è come deve essere, peccato solo che non sia cliccabile su tutta la superficie, sarebbe stata davvero la ciliegina sulla torta.
DISPLAY E AUDIO
Ma tra gli aspetti più centrati di questo notebook c’è sicuramente anche il display. Un fantastico pannello OLED da 16 pollici di diagonale con risoluzione 2880×1800 pixel e un refresh rate di 120Hz. La resa di questa unità è davvero ottima, i colori sono brillanti, il contrasto elevatissimo e i neri molto profondi, al punto da enfatizzare molto la definizione dei contenuti. Bene anche la precisione dei colori, con Delta E medi inferiori a 3 sia per i grigi che per i colori. L’unico neo è forse dato dalla luminanza massima che non è elevatissima, siamo poco sotto ai 400 nit; un valore comunque sufficiente per mantenere un’ottima visibilità negli ambienti chiusi ma che, soprattutto in questo periodo, può dare qualche grattacapo in esterna sotto la luce diretta del sole.
Parte della colpa della scarsa visibilità in esterna è da attribuirsi anche al rivestimento lucido del pannello, che ovviamente non aiuta ad evitare i riflessi, anzi. Ma allo stesso tempo il rivestimento lucido è quasi obbligatorio per il fatto che si parla di un pannello touch. In confezione troviamo infatti anche la Asus Pen 2.0, che ci consente di interagire con il sistema e di scrivere o prendere appunti direttamente sul display. A questo proposito peccato che il pannello non si apra fino a 180 gradi sdraiandosi sul piano di appoggio; scrivere con il pannello in verticale non è molto comodo.
E rimanendo sempre in tema multimedialità vi parlo anche di audio, perché il set di speaker inserito qui dentro è di ottimo livello. Il volume è davvero elevato, quasi al livello di un macbook Pro, ma anche la qualità non è assolutamente male, anzi! Le frequenze vengono riprodotte in maniera chiara e c’è anche un accenno di bassi, dettaglio assolutamente non scontato.
CONSIDERAZIONI
Tirando un attimo le somme non posso che ammettere di essere rimasto soddisfatto da questo nuovo Zenbook S16. La piattaforma AMD di nuova generazione è una evoluzione che non porta enormi miglioramenti in termini di prestazioni ma che ottimizza parecchio dal punto di vista dei consumi il lavoro svolto negli ultimi anni dall’azienda statunitense. Considerato l’avvento delle piattaforme ARM era la risposta che serviva per togliere l’etichetta di “vecchio e passato” alle piattaforme X86.
Bene ma quanto costa? Il prezzo di listino di questo Zenbook S16 è di 1799 euro, che non sono pochi in termini assoluti ma che sono secondo me corretti per quello che offre questo laptop. A partire dalla costruzione, passando per l’ottimo display OLED e arrivando al rapporto prestazioni consumi, senza dimenticare che qui troviamo 32 GB di RAM e 1 Tb di storage. In ambiente Windows, in questo momento è difficile trovare un notebook tuttofare così completo e bilanciato a questo prezzo. Snapdragon X elite potrebbe essere un’alternativa ma la piattaforma è ancora acerba lato compatibilità software, mentre per Intel occorre aspettare il lancio di Lunar Lake.
PRO E CONTRO