A distanza di un paio di mesi dall’annuncio, Black Shark ha portato anche in Italia gli smartphone della nuova serie 5. Si tratta di Black Shark 5 e Black Shark 5 Pro, due smartphone che puntano tutte le loro carte sul mondo del gaming mobile e che offrono soluzioni interessanti per chiunque sia alla ricerca di un dispositivo che risponda esattamente a questa esigenza: offrire un ambiente di gioco più confortevole.
Noi abbiamo avuto modo di provare per qualche settimana la versione Pro nella configurazione 12/256 GB e ora siamo pronti a raccontarvi la nostra esperienza! Prima di cominciare è bene però fare il solito distinguo quando si parla di questa categoria di smartphone: considerateli solo se siete davvero alla ricerca di un telefono pensato per il gaming, non se siete a caccia di un top di gamma economico.
I gaming phone, in generale, tendono infatti a sbilanciare pesantemente la composizione della loro offerta proprio verso il tema dei giochi, andando a trascurare in maniera molto evidente altri comparti superflui come quello fotografico, la cura della UI e il supporto nel lungo periodo dato dagli aggiornamenti. Con Black Shark 5 Pro non cambiano questi pilastri, quindi se la vostra idea è di portarvi a casa un SoC di fascia alta ad un buon prezzo, ci sono altre alternative verso cui rivolgervi.
DESIGN E QUALITÀ COSTRUTTIVA
Black Shark 5 Pro è uno smartphone con dimensioni in linea con quelle di un dispositivo di fascia alta del 2022, ad eccezione di due elementi. Il primo riguarda il peso, leggermente sopra la media con i suoi 220 grammi, mentre il secondo è lo spessore di 9,5 mm, un filo superiore rispetto ad un classico top di gamma ma in linea con gli altri celebri gaming phone. Le altre misure sono pari a 163,9 x 76,5 mm.
Nel complesso lo smartphone è molto solido e si tiene comunque bene in mano, anche grazie ad un design stondato che non infastidisce mai il palmo della mano con spigoli non necessari. Il frame è realizzato in alluminio, mentre la parte posteriore è protetta da un pannello in policarbonato di alta qualità. Durante i primi giorni di utilizzo ci era sembrato che si trattasse di un buon vetro satinato, ma con il passare dei giorni è diventato sempre più chiara la reale composizione del retro, specialmente per via delle sue proprietà termiche decisamente diverse dal vetro. Questo per dire che comunque anche un pannello in policarbonato può risultare molto curato e piacevole al tatto.
Il peso di 220 grammi è ben bilanciato e trova giustificazione nella presenza di diverse chicche hardware su questo Black Shark 5 Pro, a cominciare dai grilletti dorsali fisici con supporto magnetico, l’adozione di un doppio speaker stereo simmetrico e la presenza di un sistema di dissipazione particolarmente avanzato. Black Shark lo chiama Anti-gravity Dual VC Liquid Cooling, un nome sicuramente accattivante che nasconde – più semplicemente – la presenza di due camere di vapore su entrambi i lati dello smartphone, collegate da diverse colonne in rame che permettono la trasmissione del calore in maniera uniforme.
Tutti elementi che alla fine dei conti vanno a determinare un peso sicuramente superiore alla media, ma comunque motivato. Restando in ambito di temperature, la struttura adottata da Black Shark per questo smartphone sfrutta il frame in alluminio come principale canale di dissipazione, fatto che può causare qualche piccolo inconveniente. Questo perché il calore prodotto finisce direttamente nelle mani dell’utente, rendendo addirittura rovente lo smartphone nelle situazioni più concitate. L’assenza di un vetro posteriore elimina anche quel potenziale canale di sfogo per il calore, aggravando ulteriormente la situazione.
Sul fronte del design ci troviamo ovviamente davanti ad un gaming phone puro, che esprime la sua appartenenza a questa categoria con un retro sicuramente tamarro – ma abbiamo visto di peggio – e con la presenza dell’immancabile LED RGB posteriore il cui comportamento può essere personalizzato a piacimento dalla suite dedicata.
DISPLAY: UN OTTIMO PANNELLO DA TOP DI GAMMA
Black Shark 5 Pro è equipaggiato con un display SuperAMOLED a 10 bit realizzato da Samsung, più precisamente un E4 di passata generazione. Parliamo di uno schermo di alto livello per quanto riguarda la qualità complessiva del pannello che, pur non essendo esattamente al top delle tecnologie attuali, offre una resa visiva paragonabile a quella dei migliori top di gamma della scorsa generazione.
Il pannello in questione è un’unità da 6,67″ e offre una risoluzione FHD+ di 2.400 x 1.080 pixel, con una densità di pixel di poco inferiore ai 400 ppi. Tre le sue altre caratteristiche citiamo il supporto allo standard HDR10+, DC dimming, una copertura del 100% della gamma DCI-P3 e una luminosità di picco dichiarata di 1.300 nit. Non abbiamo mai avuto alcun problema ad utilizzarlo all’aperto, considerando che è presente anche la classica funzionalità che permette di massimizzare la leggibilità sotto la luce diretta del sole, a discapito della fedeltà cromatica.
Lo schermo supporta anche un’elevata frequenza d’aggiornamento sino a 144 Hz, anche se quest’ultima è raggiungibile solo in alcuni scenari ben predefiniti. In particolare è necessario forzarla dallo Shark Space per ogni singolo gioco, mentre negli scenari d’uso quotidiani il telefono si limita a raggiungere i 120 Hz. Per carità, nulla di particolarmente penalizzante, ma è bene sapere che i 144 Hz non sono sempre disponibili, posto che il miglior compromesso tra fluidità e bilanciamento dell’autonomia sono sempre i cari 90 Hz, che è possibile impostare del menù dedicato.
SOFTWARE: LA MIUI 13 SOTTO MENTITE SPOGLIE
Il legame tra Black Shark e Xiaomi non è certo un mistero, motivo per cui non ci stupisce che la Joy UI 13 di Black Shark 5 Pro sia effettivamente basata sulla MIUI 13 e Android 12. Di fatto l’esperienza d’uso quotidiana non differisce in alcun modo da quella di un qualsiasi smartphone Xiaomi o Redmi, se non per la presenza di un’interfaccia caratterizzata da tonalità più scure ispirate al mondo del gaming, con tutti i pregi e i difetti tipici della MIUI che ormai conosciamo da tempo.
Le principali differenze riguardano l’implementazione dello Shark Space 4.0 e di tutto il software dedicato alla gestione dei grilletti dorsali e delle aree del display sensibili alla pressione. Come vi abbiamo raccontato in occasione della recensione di Poco F4 GT, anche su Black Shark 5 Pro è possibile sfruttare i grilletti estraibili per avviare scorciatoie rapide, come scattare uno screenshot o avviare la torcia, e qui troviamo anche la possibilità di impostarne di ulteriori che possono essere collegate alla pressione delle aree force touch del display.
Nel complesso l’esperienza software è quindi molto vicina ad un qualsiasi smartphone Xiaomi, tuttavia si percepisce sin da subito che in questo caso parliamo di un prodotto che non è chiaramente stato pensato per il nostro mercato. Lo si intuisce principalmente dalle classiche traduzioni sbagliate o incomplete di tutti quegli aspetti che esulano le competenze della MIUI, ovvero quelli che regolano gli aspetti tipici del Black Shark 5 Pro, come la gestione della modalità di gioco e il particolare menù dedicato alle impostazioni energetiche.
Completamente incerta la politica di aggiornamento da parte di Black Shark, un tratto comune con molti altri gaming phone. In questo caso ci troviamo tra le mani uno smartphone che comunque parte da Android 12, ha le patch di sicurezza di marzo e integra il supporto completo Widevine L1, quindi sotto questo punto di vista partiamo bene. Certo, speriamo che Black Shark intervenga in maniera regolare per correggere tutte le piccole sbavature – principalmente legate a traduzioni o errori di adattamento del software allo smartphone -, ma è meglio non farsi troppe aspettative in tal senso.
Volete un esempio di errore di adattamento del software allo smartphone? Occasionalmente alcune schermate richiedono all’utente di poggiare il dito sul display per effettuare l’autenticazione biometrica; peccato che Black Shark 5 Pro abbia un sensore di impronte laterale sul tasto di accensione (che funziona molto bene), quindi l’interfaccia mostrata è completamente scollegata dal prodotto in questione. Restando in tema di sblocchi, segnaliamo che anche il riconoscimento facciale è rapido e preciso.
Lo Shark Space 4.0 è invece il classico launcher dedicato alla raccolta dei giochi in un unico posto e alla possibilità di intervenire su alcuni aspetti specifici, come ad esempio il blocco completo delle notifiche durante l’esecuzione di un titolo e la possibilità di programmare i grilletti dorsali per effettuare azioni sul touch. Questa è una soluzione che ormai conosciamo da diversi anni e non ci sono particolari novità in tal senso, se non il fatto che Black Shark 5 Pro è uno dei pochi smartphone ad offrire dei grilletti fisici e non touch o ultrasonici.
Questi possono essere estratti spostando i rispettivi switch magnetici posti sul lato destro dello smartphone e offrono un feedback decisamente superiore rispetto a qualsiasi altro controllo non fisico. Ovviamente non siamo sui livelli di praticità di un vero controller, anche perché la corsa è molto limitata – simile a quella di un bilanciere del volume – e in generale non offrono un feedback che lascia il segno, tuttavia l’interazione è sicuramente migliore rispetto ad altre soluzioni.
Le altre funzioni dello Shark Space consentono di applicare delle impostazioni personalizzate per ogni gioco, come ad esempio la possibilità di scegliere il livello di prestazioni di CPU/GPU (i livelli sono 3, bilanciata, stellare e esagerata), la frequenza d’aggiornamento del display, il livello di anti-aliasing, del filtro texture e così via. Ogni gioco può quindi godere di un livello di personalizzazione che ci permette di spingerlo al massimo delle possibilità o di affrontarlo in maniera più conservativa per preservare l’autonomia.
Una volta avviato un gioco è possibile richiamare il menù dello Shark Space tramite uno swipe dall’angolo in alto a destra dello schermo, per poter accedere rapidamente ad elementi come la configurazione dei trigger dorsali, il blocco delle notifiche, la pulizia della RAM e avere informazioni in tempo reale riguardo il frame rate e il consumo di risorse dello smartphone. Insomma, tutto quello che ci si aspetta da una suite gaming dedicata.
ESPERIENZA D’USO: POTENZA A NON FINIRE
Se c’ un aspetto in cui Black Shark 5 Pro non teme rivali è quello delle prestazioni. D’altronde in uno smartphone da gaming si cerca proprio questo e il team dell’azienda cinese non ha deluso, anche se per raggiungere questo risultato ha dovuto sacrificare qualcosa sul fronte della gestione delle temperature, come evidenziato in precedenza.
Lo smartphone è equipaggiato con uno Snapdragon 8 Gen 1 (peccato che non sia riuscito ad avere l’8+ Gen 1) che non perde mai un colpo, anche negli scenari più intensi. Che stiate giocando a Genshin Impact al massimo o al nuovo Diablo Immortal con tutte le opzioni grafiche più avanzate, Black Shark 5 Pro riesce a garantire un’invidiabile stabilità dell’esperienza di gioco anche dopo i classici 5-10 minuti.
Solitamente è quella la soglia che causa un crollo delle prestazioni a causa dell’entrata in gioco del thermal throttling, ma nel caso di Black Shark 5 Pro potete continuare a giocare senza alcun problema per ore (batteria permettendo, ma ci arriviamo) senza avvertire notevoli cali di prestazioni, a patto di riuscire a convivere con il calore generato (o magari state usando un controller esterno!). La dimostrazione di questa stabilità ci arriva anche dallo stress test Wild Life Extreme di 3D Mark, dove lo smartphone ha mantenuto il 95,3% delle prestazioni anche dopo i 20 cicli del test, raggiungendo un punteggio massimo di 2.578 e uno minimo di 2.456; davvero niente male per un chip certamente non fresco come Snapdragon 8 Gen 1.
Decisamente positiva anche l’esperienza in fase di emulazione, anche considerando che Black Shark 5 Pro offre il supporto completo all’uscita video tramite Type-C. In questo modo è possibile riprodurre anche su un grande schermo i classici PS2 (grazie a AetherSX2), GameCube/Wii (Dolphin), PSP (PPSSPP) e molti altri ancora (santo Retroarch). Le performance sono estremamente convincenti anche sui titoli più esosi di risorse e pure in questo caso non assistiamo a cali di prestazioni in grado di interferire con l’ottima qualità di emulazione, anche quando ci spingiamo su risoluzioni più elevate di quelle native. Ovviamente i grilletti dorsali risultano particolarmente comodi pure in questo scenario, ma un controller esterno è la vera soluzione da preferire.
A garantire un ottimo livello di performance non è solo il SoC e l’efficacia del sistema di dissipazione, ma anche il fatto che la versione Pro di Black Shark 5 è equipaggiata con componenti di migliore qualità rispetto alla versione standard (basata su Snapdragon 870). Tra questi citiamo le memorie UFS 3.1 enhanched, in grado di raggiungere quasi i 2 GB/s in lettura e ben oltre 1,4 GB/s in scrittura, o la memoria RAM LPDDR5 a 6.400 MHz, contro i soliti 5.500 MHZ. Purtroppo la versione internazionale non è equipaggiata con una delle chicche principali della variante cinese, ovvero un modulo aggiuntivo di memoria SSD, quindi non possiamo darvi pareri in tal senso.
Ottimo anche il comparto audio, che grazie all’utilizzo di due speaker stereo simmetrici permette di godere di un volume e una qualità difficilmente riscontrabile altrove. Questo perché la seconda cassa non è la solita capsula auricolare sotto steroidi, ma si tratta esattamente della stessa che troviamo anche nella parte bassa dello smartphone, riproposta una seconda volta per garantire un audio perfettamente bilanciato. Peccato solo che manchi un jack da 3,5mm o una seconda porta Type-C, in modo da sfruttare un paio di cuffie cablate di maggior qualità durante le sessioni di gioco.
Per quanto riguarda la ricarica segnaliamo che è completamente assente quella wireless, tuttavia troviamo quella rapidissima a 120 W cablata, resa possibile dal grosso alimentatore presente in confezione (che include anche una cover). La batteria da 4.650 mAh di cui è dotato Black Shark 5 Pro può essere caricata completamente da zero in circa 17 minuti sfruttando la modalità più rapida, ma è possibile anche rallentare un po’ nel caso in cui si tema di compromettere lo stato di salute della batteria nel lungo periodo. Scegliendo la seconda modalità si passa a circa 25 minuti, una differenza che sicuramente può essere tollerata senza alcun problema, specialmente se preserva maggiormente la durata della batteria.
Batteria che comunque non riesce certo a fare miracoli con la sua capacità, visto che i 4.650 mAh non permettono di andare molto oltre le 5 ore di uso del display in uno scenario misto tra gaming e utilizzo di tutti i giorni. La ricarica rapida permette di recuperare tutta l’autonomia in pochi minuti, ma personalmente continuo a non ritenerla la soluzione adatta a tutti gli scenari, pur apprezzandone la convenienza.
Per poter godere dei 120 W, infatti, è necessario portarsi dietro un alimentatore da quasi 200 grammi (pesa quasi quanto il telefono) e con dimensioni non certo contenute, rendendo poco pratico fruire della carica in scenari diversi da quello casalingo. Certo, ci si può attrezzare con un caricatore rapido a casa e uno nella propria postazione lavorativa, ma è palese che sia necessario un livello di pianificazione (e spese aggiuntive) che non può assolutamente battere una buona batteria in grado di offrire un’autonomia senza compromessi.
Black Shark 5 Pro non delude neanche sotto il fronte della connettività, grazie al supporto completo al 5G, al Dual SIM, al Bluetooth 5.2 e al Wi-Fi 6e. Una dotazione che non lascia scoperti in nessun campo, anche considerando che lo smartphone adotta lo stesso sistema di antenne completamente rivisto che abbiamo visto su Poco F4 GT, che garantisce una ricezione della rete cellulare e Wi-Fi perfetta a prescindere da come si impugna il telefono.
Questo si traduce in un’ottima qualità della connessione sia via Wi-Fi che in 5G anche in scenari particolarmente estremi. Ad esempio, lo smartphone aggancia la rete di casa già (e il mio appartamento è al settimo piano) dalla strada e non ho notato cali di segnale neanche in ascensore, luogo in cui molti dispositivi più recenti tendono ad andare in crisi e a dover ricorrere alla rete 3G.
L’ottima copertura della rete cellulare comporta anche una qualità molto elevata in chiamata e anche i microfoni integrati riescono a riprodurre molto bene la nostra voce, anche utilizzando applicazioni di messaggistica come Telegram e WhatsApp. E a proposito di chiamate e vocali, il sensore di prossimità sembra essere il classico ellitico di Xiaomi, ma non abbiamo rilevato particolari criticità quando abbiamo avvicinato il telefono al volto per ascoltare un vocale o durante una chiamata. Molto convincente anche la vibrazione aptica di cui è dotato lo smartphone, che restituisce un feedback molto preciso e affidabile sia durante l’utilizzo quotidiano che in tutti quei titoli che la supportano.
SCHEDA TECNICA
- Display: 6,67″, AMOLED Samsung E4, refresh 144 Hz e touch sampling rate 720 Hz, HDR10, luminosità massima 1.300 nit, doppio sensore di pressione
- SoC: Qualcomm Snapdragon 8 Gen 1
- Memoria RAM: 8, 12 o 16 GB, LPDDR5
- Memoria di archiviazione: 256 o 512 GB, UFS 3.1 non espandibile
- Fotocamere:
- Posteriore principale: 108 MP f/1,75, lenti 7P, pixel da 0,7 micron, PDAF,
- Posteriore ausiliaria: 13 MP (ultra-grandangolo 120°) f/2,4, lenti 5P, pixel da 1,12 micron, fuoco fisso
- Posteriore ausiliaria: 5 MP (telefoto macro) f/2,45, lenti 4P, pixel da 1,12 micron, autofocus,
- Anteriore: 16 MP, f/2,45, lenti 5P, pixel da 1 micron
- Batteria: 4.650 mAh
- Velocità di ricarica: 120 W cablata
- Connettività: 5G, Dual SIM, Wi-fi 6e, Bluetooth 5.2, NFC, GPS, GLONASS, BEIDOU, Galileo
- Altro: Dissipazione del calore con doppia vapor chamber, pulsanti dorsali magnetici
- Interfaccia: Joy UI 13 basata su MIUI 13 e Android 12
- Dimensioni e peso: 163,9 x 76,5 x 9,5 mm e 220 grammi
- Colori: bianco nebula, nero stellare
COMPARTO FOTOGRAFICO: NON MALE PER UN GAMING PHONE
Il comparto fotografico non è certo il punto di forza di un gaming phone e anche Black Shark 5 non fa eccezione. Questo non significa che si tratti di un pessimo comparto, ma sicuramente non è allineato con la qualità che qualcuno potrebbe aspettarsi sulla fascia di prezzo in cui è posizionato lo smartphone. Il confronto è sicuramente più favorevole se invece si considera la categoria dei gaming phone e in questo caso Black Shark 5 Pro si difende bene e propone scatti di una discreta qualità in quasi ogni condizione di luce.
Il sensore principale da 108 MegaPixel è l’ormai conosciutissimo HM2 di Samsung, in grado di produrre scatti a 12 MegaPixel con pixel binning 9:1. Nel complesso le foto prodotte non sono pessime e persino in modalità notte si riesce a tirare fuori qualche scatto utilizzabile, decisamente sopra la media rispetto ai classici gaming phone concorrenti, specialmente quelli realizzati da Nubia e Lenovo.
Manca purtroppo una fotocamera dedicata allo zoom, visto che l’unica tele presente – da 5 MegaPixel – è in realtà pensata per le macro. Questa è dotata di autofocus e permette di effettuare scatti ravvicinati decenti, dal momento che il grande sensore principale soffre – come tutti – quando si prova a mettere a fuoco un soggetto troppo vicino.
Dimenticabile la fotocamera ultrawide da 13 MegaPixel di OmniVision, che continua a rappresentare uno dei principali punti deboli del comparto fotografico di qualsiasi smartphone, motivo per cui anche Black Shark 5 Pro non fa eccezione. Sul fronte video c’è da segnalare la possibilità di effettuare filmati in 4K a 60 e 30 fps dalla fotocamera principale posteriore, mentre quella anteriore da 16 MegaPixel passa al 1080p a 30 fps.
Nel complesso quindi ci troviamo davanti ad un comparto comunque soddisfacente se rapportato alla categoria, che non si discosta troppo da quanto visto su altri dispositivi di fascia media posti su fasce di prezzo inferiori. Ovviamente non stiamo parlando di una macchina da social, quindi se tra le vostre esigenze c’è anche questo, è meglio rivolgere la propria attenzione altrove.
CONCLUSIONI
Da quello che è emerso sino ad ora, Black Shark 5 Pro è un classico gaming phone che bada alla sostanza e offre quasi tutto quello che si potrebbe chiedere da un prodotto appartenente a questa categoria, se esaminato in una bolla. Ci ha lasciati un po’ interdetti l’assenza dello stesso cavo di ricarica a L presente invece sul Poco F4 GT, che avrebbe avuto molto senso all’interno della confezione di vendita del Black Shark 5 Pro, anche considerando che lo smartphone – a differenza di altri gaming phone – non presenta una seconda porta Type-C sul lato, quindi quel genere di cavo avrebbe reso più pratico l’utilizzo del dispositivo anche durante la fase di ricarica.
E il nome di Poco F4 GT ritorna anche quando si tiene in considerazione il principale problema del nuovo Black Shark 5 Pro, ovvero il fatto di doversi confrontare direttamente proprio con quest’ultimo. Quest’anno Poco ha voluto dare una caratterizzazione da gaming phone al suo top di gamma con Snapdragon 8 Gen 1, posizionandolo su prezzi di listino elevati in assoluto per un Poco, ma che fanno una scomoda concorrenza interna.
Black Shark 5 Pro è infatti proposto a partire da 799 euro per la versione 8/128 GB, per poi passare a 899 euro per la 12/256 GB e a ben 999 euro per la 16/256 GB. I primi due tagli di memoria costano entrambi 200 euro in più rispetto a quanto richiesto per le stesse configurazioni di Poco F4 GT (599 e 699 euro) e considerando le enormi similitudini tra i due smartphone è davvero difficile trovare un motivo per cui preferire il Black Shark 5 Pro, dal momento che elementi come display, memorie, SoC, grilletti, speaker, batteria e ricarica sono praticamente identici tra i due smartphone.
Il gaming phone di Black Shark è un ottimo prodotto in senso assoluto – con pregi e difetti tipici della categoria – ma che viene penalizzato pesantemente da un posizionamento di prezzo del tutto fuori fuoco. Certo, il Black Shark 5 Pro ha dalla sua alcune chicche interessanti, come memorie ad altissima velocità (sia RAM che UFS 3.1), una fotocamera principale con risoluzione più elevata e la completezza della suite Shark Space 4.0. Bastano a giustificare 200 euro di differenza? Probabilmente no, considerando anche che i prodotti di queste serie raramente diventano oggetto di sconti importanti, quindi il prezzo di lancio tende a restare praticamente invariato nel corso del loro ciclo vitale.
Chi comunque è alla ricerca di un gaming phone vero e non intende considerare Poco F4 GT, troverà in Black Shark 5 un prodotto tutto sommato completo e valido, in grado di proporre un display di ottima qualità, un audio di ottimo livello, grilletti fisici e – soprattutto – un livello di performance costante anche nel tempo, come avete potuto vedere dai test svolti. Un prezzo un po’ più aggressivo lo avrebbe reso davvero difficile da non consigliare.
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