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29.06.2024 In Tecnologia, windows

Recensione Corsair One i500: PC gaming compatto di lusso

Facciamo un gioco: chiudete gli occhi e immaginate un PC gaming. Con ogni probabilità la GPU del vostro cervello ha renderizzato un case piuttosto grande, con una o più finestre trasparenti che permettono di vedere i componenti interni, cavi in bell’ordine e lucine colorate un po’ ovunque. Le cose stanno così da anni ormai – si potrebbe argomentare in modo piuttosto convincente che è tutto partito dal primo film di Fast & Furious, addirittura!

E se vi dicessimo che si può giocare con prestazioni da top di gamma, con componenti tra i migliori componenti sul mercato, anche con un computer che è poco più grande di un sintoampli AV attuale, con un pannelli laterali in tessuto e quello frontale con effetto legno? Un prodotto decisamente più elegante e discreto, che non sfigura in salotto a fianco del televisore, per esempio?

Ecco, sul mercato da poche settimane, Corsair One i500, la nuova generazione di PC gaming compatti della società americana pensati per chi vuole giocare, ma non sposa necessariamente l’estetica e la filosofia “gaming” che vanno per la maggiore. Un prodotto che si può definire, in un certo senso, di lusso, probabilmente non adatto a tutti e con qualche piccolo compromesso da accettare.

SOMMARIO

SCHEDA TECNICA

  • CPU: Intel Core i9-14900K
  • GPU:
    • NVIDIA GeForce RTX 4080 SUPER (16 GB GDDR6)
    • NVIDIA GeForce RTX 4090 (24 GB GDDR6)
  • Motherboard: MSI MAG Mortar Wi-Fi, Mini-ITX, Intel B760M
  • RAM: DDR5-6000 Corsair Vengeance, 32 o 64 GB
  • SSD: 2 TB PCIe 4.0 NVMe Samsung PM9A1; 7.000/5.200 MB/s | 1.000/850 K IOPs
  • Raffreddamento:
    • CPU: dissipatore a liquido 120 mm con una ventola (Corsair AF120 Slim)
    • GPU: dissipatore a liquido 240 mm con due ventole (Corsair AF120 Slim)
    • Due ventole aggiuntive sul lato (Corsair AF120 Slim)
  • Alimentatore: Corsair SF1000L, 1.000 W basso rumore, form factor SFX-L, completamente modulare, ATX 3.0/PCIe 5.0
  • Case: Pannelli laterali mesh, pannello frontale effetto legno (chiaro o scuro), pulsante di accensione, controllo illuminazione RGB a sfioramento, 2x USB-A + 1 USB-C + 1 jack combo frontali
  • Dimensioni: 391 x 185 x 300 mm

ASPETTO E ASSEMBLAGGIO

Il filone dei pc/case SFF (Small Form Factor) non è certo una novità assoluta, ma è chiaro che Corsair con questa nuova generazione ha voluto pensare un po’ fuori dagli schemi. Come dicevamo, all’apparenza questo è tutto fuorché un computer gaming, con il suo pannello in legno frontale e la griglia superiore per l’aerazione molto elaborata e raffinata, un po’ in stile Fractal Design per capirci. Anche i pannelli laterali, in tessuto, sono abbastanza atipici per il settore.

In ultimo, tra una cosa e l’altra il computer ricorda più un curioso mix di diffusori e amplificatori hi-fi. Qualche lucina comunque c’è: due sottili fasce verticali che corrono tra i pannelli laterali e quello frontale, e proiettano anche verso il basso lungo il pannello laterale. Sono RGB e controllabili sia sfiorando direttamente il pannello frontale sia tramite app dedicata, di cui parleremo un po’ più avanti. Ci sono anche dei LED bianchi sul retro che si attivano quando serve per illuminare l’I/O shield della motherboard e favorire il collegamento dei cavi.

Rispetto alle precedenti generazioni di Corsair One, il case è un po’ più profondo, più basso e più largo: è una scelta che ha senso sotto parecchi punti di vista, soprattutto per ospitare le schede video più potenti attualmente sul mercato, fino addirittura alla RTX 4090. Nel complesso il volume interno è di circa 22 litri, e di spazio vuoto ce n’è decisamente poco!

Come è facile immaginare, Corsair impiega una scheda madre mini-ITX e un alimentatore SF-L. Sia la CPU sia la GPU sono raffreddate a liquido con normali radiatori AiO, il che permette di risparmiare spazio. Corsair ha implementato tutta una serie di soluzioni ingegnose per alloggiare ventole e radiatori “sopra” alla motherboard mantenendo il tutto compatto e al tempo stesso accessibile con relativa facilità, e per chi è appassionato di PC building è un piacere esplorare il case. Menzione d’onore per la cerniera che trasforma dissipatore e ventola CPU in una sorta di “porta” di accesso alla motherboard, e alla piastra in metallo che rende la GPU “portante” per la ventola inferiore.

MANUTENZIONE E UPGRADE

Come dicevamo, il case è nel complesso molto accessibile, ma è inevitabile che le dimensioni compatte lo rendano un po’ complicato da mantenere. L’interno è molto affollato e la gestione dei cavi è complessa. Per esempio: l’unità di test ci è arrivata con il cavo USB interno dell’illuminazione frontale scollegato, raggiungere il connettore sulla motherboard è stato una bella sfida (doveroso precisare che il PC non era sigillato quindi non possiamo attribuire la responsabilità dell’accaduto a una svista del controllo qualità o a un imballaggio inadeguato). Se mai si rendesse necessario sostituire la scheda madre, tanto per dirne una, bisognerà armarsi di un bel po’ di pazienza.

Inoltre, una soluzione come questa pone un po’ di interrogativi sulle potenzialità di upgrade, che in un normale PC desktop di dimensioni tradizionali sono sostanzialmente infinite. Corsair sembra essersi impegnata molto per usare componenti il più standard possibile; grazie alla dissipazione a liquido, anche una scheda video top di gamma diventa di dimensioni gestibili, e con ogni probabilità così sarà anche in futuro. Nel peggiore dei casi il dissipatore potrebbe non essere compatibile con il layout delle nuove schede, ma è plausibile immaginare che si possa adattare o alla peggio sostituire, come del resto accade con le CPU.

Tutto questo per dire: non è che la configurazione debba per forza nascere e morire identica a sé stessa come accade in un laptop, ma un eventuale upgrade importante (CPU, GPU, motherboard) potrebbe richiedere un po’ più di capacità tecniche e pianificazione rispetto a un case tradizionale.

SOFTWARE

Ci si aspetterebbe di interfacciarsi con iCue, la solita suite di Corsair che gestisce tutti i componenti e le periferiche della società; e invece no, qui abbiamo due applicazioni progettate espressamente per questo sistema. La Corsair One Dashboard permette di regolare gli effetti di illuminazione, tenere sott’occhio la velocità delle ventole, la temperatura del liquido dei dissipatori e poco altro; mentre il Diagnostic Center offre un gran numero di strumenti di gestione e (appunto) diagnostica, per esempio stress test, benchmark, hardware monitor, riepilogo di tutti i componenti, collegamenti rapidi per lanciare utility integrate di Windows.

Il tool non permette di modificare troppo a fondo l’aspetto prestazionale del PC – per esempio non si può regolare la curva di attivazione delle ventole, né c’è una suite dedicata all’overclocking. Nel complesso emerge in modo piuttosto chiaro che Corsair vuole proporre un prodotto completo e “chiuso”, naturalmente tenendo presente i parametri in cui opera il mondo PC. Naturalmente è sempre possibile installare iCUE, ma ci potrete solo controllare eventuali periferiche: il PC in sé non viene riconosciuto in alcun modo, il che lascia comunque un po’ perplessi – nemmeno installando la plugin MSI per le motherboard. Almeno un po’ di versatilità in più nella gestione degli effetti di illuminazione non ci sarebbe dispiaciuta.

PRESTAZIONI

Sia il processore sia la scheda video (in questo specifico caso una RTX 4080 Super, come dicevamo, ma si può montare anche una RTX 4090) sono componenti già ben noti sul mercato, che peraltro abbiamo già recensito in modo approfondito e separato: se siete interessati ad approfondire, vi lasciamo qui sotto il link a entrambe, ma per farla breve la questione è molto semplice – è una configurazione molto potente e costosa, che è in grado di spingere al massimo dei dettagli praticamente qualsiasi gioco in commercio.

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Entrambi i sistemi sono più che idonei per il 4K a 60 Hz, che è lo scenario più plausibile immaginando il PC piazzato in salotto e collegato al televisore. Chiaramente ci sono alcune differenze prestazionali tra una scheda video e l’altra, e con la RTX 4080 Super in alcuni titoli bisognerà fare qualche piccolo compromesso in più nel livello di dettagli, ma saranno addirittura difficili da identificare a occhio nudo. Le sessioni di gaming in questa recensione sono tuttavia state fatte con un monitor 2K a 144 Hz (che a livello di potenza richiesta è più o meno la stessa cosa), e raggiungere il “nirvana” del gioco perfettamente inchiodato a 144 FPS stabili è stato molto facile su praticamente qualsiasi titolo, nella maggior parte dei casi a livelli di dettaglio massimi o “Ultra”. Qualche benchmark tanto per farvi un’idea:

TEMPERATURE E RUMORE

Più interessante è concentrarsi sul sistema di dissipazione. La grande domanda naturalmente è: un sistema così compatto riuscirà a tenere a bada i bollenti spiriti sia della GPU sia della CPU? E a quali livelli di comfort acustico? Le notizie sono per lo più buone, ma qualche dettaglio da notare c’è.

Nelle sessioni di gaming ci è capitato spesso di incappare in thermal throttling del processore. Il fenomeno sembra verificarsi per lo più nelle fasi iniziali di lancio/primo caricamento. Non è facile capire quanto il fenomeno abbia impatto sulle prestazioni finali del gioco in termini di FPS, ma possiamo confermare che se non altro non ci sono fenomeni di scatti e rallentamenti improvvisi, e che il framerate rimane tutto sommato stabile.

Nel complesso abbiamo testato una decina di giochi: gli otto i cui benchmark vedete poco sopra e poi, a fine di puro gioco/esplorazione, Starfield e The Witcher 3. L’unico titolo in cui non abbiamo osservato throttling è stato Metro Exodus, per chissà quale ragione. Il fatto curioso è che durante gli stress test, in cui CPU e GPU girano al 100% del carico per periodi di tempo prolungati, i risultati sono stati altalenanti: ogni tanto ci sono stati throttling, ogni tanto no, per poi attestarsi su temperature tra gli 80 e i 90°C. In tutti i casi, tra un test e l’altro abbiamo lasciato scendere il liquido di raffreddamento al di sotto dei 30°C rilevati; la temperatura ambientale ha oscillato tra i 20 e i 22°C.

La sensazione è che Corsair abbia riposto troppa fiducia nel radiatore da 120 mm per il raffreddamento della CPU; la beffa è che basterebbe un case di qualche centimetro più profondo per ospitarne uno da 240 mm, che con ogni probabilità dovrebbe riuscire a tenere perfettamente sotto controllo il chip. L’altra soluzione sarebbe realizzare o un radiatore o un dissipatore ad aria su misura, in grado di sfruttare appieno tutto lo spazio disponibile nel case, che però farebbero lievitare ulteriormente i costi di un prodotto che è già di per sé decisamente caro. Niente da dire invece per la GPU: il radiatore, questa volta da 240 mm, riesce a tenere le temperature della RTX 4080 Super sotto ai 70°C anche a pieno carico per periodi di tempo prolungati.

Forse anche la logica operativa del sistema di dissipazione potrebbe essere migliorata un po’. Le ventole intervengono in base alla temperatura del liquido di raffreddamento dei due radiatori. C’è un ritardo non trascurabile tra il riscaldamento del chip e del liquido: se le ventole intervenissero più in fretta potrebbero mantenere il liquido freddo più a lungo e quindi di riflesso il processore. Purtroppo il software di controllo integrato, come dicevamo già sopra, è molto scarno in questo senso e non offre alcuna possibilità di personalizzazione. Il BIOS della scheda madre in questo senso è più permissivo: offre anche un’interfaccia completa per l’overclocking, ma visto che si va in throttling già con i parametri predefiniti non c’è un gran margine di manovra.

Il sistema non è neanche eccezionalmente silenzioso, come è facile immaginare. Durante il gaming le ventole girano tendenzialmente sempre a velocità sostenute, intorno ai 2.500 giri al minuto; chiaramente un computer desktop, che magari monta radiatori ben più generosi e un numero di ventole che può arrivare a raddoppiare, se non triplicare, da questo punto di vista è in vantaggio schiacciante, anche se è ovvio che Corsair non ha risparmiato sulla qualità delle ventole. Ciò non vuol dire che sia inutilizzabile, anzi, e il suono è relativamente tollerabile, piuttosto corposo e senza sibili acuti fastidiosi.

CONCLUSIONI

Questo Corsair One i500 ci è piaciuto parecchio, perché è un sistema gaming top di gamma con una filosofia radicalmente differente da quella a cui questo settore ci ha abituati. È compatto, elegante e perfettamente in grado di integrarsi con l’arredamento di un po’ qualsiasi salotto senza risultare troppo ingombrante o pacchiano. Corsair ha chiaramente dedicato molte risorse nella realizzazione di un prodotto ben curato e di qualità, mantenendo al minimo i compromessi termici e prestazionali tipici di questo segmento.

Il prezzo è tuttavia elevato. Procedendo con il fai-da-te e soprattutto senza limiti di spazio si possono risparmiare facilmente diverse centinaia di euro. Del resto, la diatriba tra preassemblati e DIY esiste da tempo immemore, ma la nostra idea è che ci sia spazio per entrambi gli approcci. Non bisogna per forza essere esperti assemblatori per godersi i videogiochi per PC (e, ribadiamo: siamo convinti che la manodopera per assemblare un PC come questo One i500, con questa cura per ordine e dettagli, sia tutt’altro che trascurabile!), per non parlare di tutti i discorsi di assistenza, garanzia e supporto semplificati quando ci si interfaccia con un prodotto preconfezionato.

Ricapitolando: Corsair One i500 è un computer gaming top di gamma compatto, discreto ed elegante che costa un po’ di più, è più complicato da aggiornare e va un pochino meno rispetto a un autocostruito a dimensioni standard. Vale la pena? Dipende naturalmente dalle esigenze di spazio/arredamento, competenze e budget di ognuno, ma possiamo confermare direttamente che c’è almeno un PC gamer di lunga data con più di vent’anni di PC assemblati high-end sul groppone che si accollerebbe questa macchina di buon grado.

Articolo originale disponibile qui

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