Sono passato da iPhone 14 Pro ad iPhone 16 Pro, ma delle differenze tra le generazioni ne parleremo in un’altra storia che vi racconterò prossimamente. Nella recensione di iPhone 16 Pro andremo ad approfondire tutte le novità del nuovo modello che, finalmente, colma il divario rispetto alla versione Max e torna a differenziarsi solo per dimensione del display e batteria. Se iPhone 15 Pro non era un grandissimo salto avanti, per me che avevo il 14 Pro, questo nuovo modello porta alcune novità e miglioramenti che possono sembrare banali ma ottimizzano e perfezionano l’esperienza d’uso, soprattutto per coloro che non hanno mai fatto il passaggio alla serie 15.
Il nuovo sensore della fotocamera principale, denominato “Fusion”, permette di scattare in ProRAW 48MP con zero shutter lag e di registrare video 4K a 120fps HDR. La nuova ultrawide con sensore da 48MP finalmente ha una qualità degna di nota.
Abbiamo poi un nuovo display super luminoso e finalmente supportato anche da un sistema di dissipazione adeguato, un SoC sempre prodotto da TSMC a 3nm ma su un nodo diverso, N3E, lo stesso visto su M4 e infine i nuovi quattro microfoni studio che permettono una gestione dell’audio a 360° e svariate altre novità.
Ad un primo sguardo iPhone 16 Pro può sembrare simile ai suoi due predecessori, in realtà le novità sono notevoli e possono giustificare il passaggio per chi ha intenzione di sfruttarlo al massimo. Non sono d’accordo nel ritenere che l’iPhone Pro sia solo adatto ai professionisti, considerato che nel mio caso un iPhone 16 base sarebbe troppo limitante a causa del display a 60Hz e del comparto fotocamera (senza ProRAW, senza teleobiettivo e con fotocamera principale peggiore).
Ho molti amici e conoscenti con un iPhone Pro e non tutti lo usano in modo professionale. In questi tre anni in compagnia di iPhone quello che ho capito è che Apple riesce a rendere le funzioni PRO semplici anche per un pubblico che le utilizza per la prima volta. Basti pensare alla gestione dei ProRAW in galleria, dei microfoni esterni o del ProMotion che funziona perfettamente in ogni app senza dover modificare i database come capita con OnePlus/Oppo/Realme.
Seppur abbia un Galaxy S23 dai tempi di iPhone 14 Pro, oggi mi trovo ad aver scattato più di 10.000 foto con iPhone 14 Pro e poco più di 2.000 con S23. Ho comprato entrambi gli smartphone, nessuno mi ha costretto ad usare l’uno o l’altro, ma ad ogni occasione valida o viaggio ho preferito mettermi in tasca l’iPhone.
Come mai? Ve lo racconterò un po’ in questa recensione e nel futuro video sul passaggio da 14 Pro a 16 Pro, oggi concentriamoci su tutti i PRO e CONTRO (perché qualcuno ce n’è!) di questo iPhone 16 Pro. A fine articolo faremo anche qualche ragionamento sui prezzi.
INDICE
DESIGN E QUALITÀ COSTRUTTIVA
L’impiego del titanio in 15 Pro e Pro Max ha convinto praticamente tutti. Al netto delle discussioni sulla presenza totale o meno, il rivestimento esterno è risultato efficace: chiunque abbia usato 15 Pro e Pro Max senza cover oggi si ritrova fra le mani uno smartphone praticamente senza graffi o imperfezioni.
Anche io ho potuto constatare la qualità del titanio su S24 Ultra, seppur ne utilizzi uno di qualità “inferiore”: dopo svariate cadute e colpi lo smartphone è ancora come nuovo. L’acciaio del mio 14 Pro lo reputo ancora spettacolare alla vista ed al tatto ma noto qualche micro graffio soprattutto nella zona della porta lightning.
Fatta questa premessa, vi dico che su iPhone 16 Pro ritroviamo lo stesso titanio di iPhone 15 Pro ma con un trattamento di “micro-sabbiatura” anziché di “spazzolatura”. La differenza è tutta nella sensazione al tocco e nella percezione alla vista perchè il frame risulta più lucido e omogeneo. Questo dovrebbe ridurre ancor il rischio di micro graffi ma per affermarlo dovremo attendere un po’ di mesi di utilizzo.
iPhone 16 Pro si pone perfettamente a metà strada tra il 14 Pro ed il 15 Pro, sia come peso sia come dimensioni. Sulla bilancia abbiamo 199g distribuiti su 149,6mm di altezza, 71,5mm di larghezza e 8,25mm di spessore. Senza usare lo smartphone con una cover ho notato come questo nuovo design offra un’ergonomia più piacevole, grazie alle leggere stondature dei bordi. Anche quei 7g in meno aiutano su medie o lunghe sessioni di utilizzo in mobilità.
TANTE “NOVITÀ” SUL FRAME
Chi come me passa da un iPhone 14 Pro ad un iPhone 16 Pro si trova di fronte a tre intriganti novità: la type-c, il tasto azione ed il nuovissimo Camera Control.
- La type-c finalmente mi permette di viaggiare con l’iPad ed altri oggetti tech senza la necessità di portare cavetti o caricatori diversi. Questa USB-3 supporta ovviamente l’uscita video tramite DisplayPort.
- Il tasto azione permette di silenziare lo smartphone come il precedente slider, ma apre le porte a tantissime altre configurazioni.
- Il Camera Control è ad oggi ancora un punto interrogativo e ha bisogno di un aggiornamento per risultare effettivamente comodo e sensato, ma ne parleremo alla fine del capitolo fotografico.
IL COMPARTO FOTOGRAFICO DA PRO
Vi ho anticipato in apertura alcune novità introdotte da iPhone 16 Pro per quanto riguarda il comparto foto e video ma in realtà ce ne sono molte altre: una delle più sottovalutate è il nuovo supporto al Jpeg XL, sia Lossless che Lossy. Apple è la prima a supportare questo formato in versione Lossless, mentre Samsung in Expert RAW lo aveva già integrato in versione Lossy.
Perché questa novità dovrebbe interessarvi? Perché uno scatto ProRAW compresso tramite JPEG XL occupa fino al 55% in meno rispetto alla compressione tramite JPEG, riduce ed evita banding e rumore tipici della compressione JPEG. Questo nuovo formato nasce per supportare l’HDR ed il wide-gamut, supporta una profondità colore fino a 32 bit per canale e sfrutta lo spazio colore XYB.
Riducendo le dimensioni dei file, inoltre, si riduce anche il consumo di energia necessario per archiviare e trasferire i dati. L’adozione del JPEG XL “aiuta” quindi anche l’ambiente: si stima che, se fosse adottato globalmente, permetterebbe un risparmio di 4,87 gigawattora al giorno, ovvero 3.500 tonnellate di emissioni di CO2 in meno (dati Apple).
Queste sono le novità che un pubblico veramente PRO apprezza e vorrebbe vedere, ma anche un utente normale come me, una volta che viene a conoscenza del loro funzionamento, riesce a trarne un gran beneficio. Immaginate se avessi potuto risparmiare il 40% di archiviazione per ognuna delle 10.000 foto che ho sull’iPhone 14 Pro, avrei avuto quasi il doppio dello storage a disposizione, mentre spesso mi sono trovato a doverlo liberare.
Ovviamente rimangono i formati HEIC ed HEIF, essenziali ad esempio per le live foto. Questo formato è verosimile che lo vedremo sparire in futuro, anche perché è sottoposto ad un costo di royalty, mentre il JPEG XL è “gratuito”. Tra l’altro giusto pochi mesi fa Google ha rimosso il supporto al JPEG XL su Chrome, ma è probabile che vedremo una marcia indietro, anche pensando al fatto che aziende come Adobe lo stanno supportando come prima e unica soluzione per la gestione HDR.
Tutto ciò va anche a braccetto col il nuovo sensore per la fotocamera ultra grandangolare. Il sensore resta di dimensioni pari a 1/2.55″ ed ha lenti con apertura focale f/2.2 ma adesso abbiamo 48MP. Potendo scattare foto a 48MP in ProRAW anche con questa fotocamera, ora, è essenziale avere un formato di compressione più efficace come il JPEG XL.
La lunghezza focale resta di 13mm e l’autofocus è PDAF. Questa nuova fotocamera arriva al 4K/60fps, non supporta i 120fps come la principale. Su iPhone 13 Pro e iPhone 14 Pro mi sono sempre trovato nella condizione di ignorare completamente l’ultrawide: la differenza di qualità dalla fotocamera principale era troppa e aveva molto più senso fare due passi indietro ma scattare una foto con la 1X.
Con il nuovo cambio invece scattare con la 0.5X o la 1X non comporta un netto degrado della qualità, anche se la fotocamera principale resta comunque di un livello superiore. Proprio riguardo la fotocamera 1X qui la scheda tecnica resta identica: sensore da 1/1.28″ di dimensioni, 48MP, dual-pixel PDAF, sensor-shift IS e lenti con apertura focale f/1.8.
Come per iPhone 14 Pro e iPhone 15 Pro reputo che questa fotocamera continui ad avere un solo difetto: la distanza minima di messa a fuoco, a volte il doppio rispetto a quella di un top di gamma Android. Passare dalla 0.5X alla 1X comporta un cambiamento anche dello sfondo, poiché un 24mm stringe lo sfondo molto di più di un 13mm, e non sempre quindi l’una può sostituire l’altra.
Per mettere a fuoco da vicino personalmente preferisco i telemacro visti su Sony, Huawei, Xiaomi o Vivo e spero vivamente che Apple integri questa funzione sui futuri iPhone 17 Pro. Spesso con iPhone 16 Pro ho preferito scattare a 2X che a 0.5X per zoomare su un dettaglio e mantenere uno sfocato attorno al soggetto.
Parlando invece della fotocamera principale e del nuovo sensore “Fusion”, questo cambiamento permette di scattare con zero shutter lag anche a 48MP in ProRAW. Quello che voi vedete è quello che state immortalando, appena cliccherete il tasto di scatto congelerete quell’attimo, al contrario di ciò che avviene con Samsung S24 Ultra. Anche la rapidità di scatto è migliorata, permettendo “raffiche” più rapide.
Tutti gli scatti che state osservando sono file ProRAW in JPEG XL Lossless elaborati con Lightroom partendo da due preset: “MOMENTO” di Simone Cioé, ottimizzato per iPhone 15 Pro Max ed uno mio personale utilizzato su iPhone 14 Pro. A fine capitolo trovate come sempre il BOX con tutte le foto originali non ritoccate scaricabili, così da poter giudicare anche come lavora lo smartphone senza alcun ritocco personale, che può piacere o meno.
Tutte le modifiche sono state fatte in mobilità, subito dopo lo scatto, con tre o quattro tap su Lightroom. Lavorando con più calma, magari da computer, per ottimizzare colori, ombre e luci, si possono ottenere risultati davvero eccezionali. Tutte le modifiche sono state effettuate partendo dal profilo “Apple ProRAW” disponibile su Lightroom ma ridotto a “1” di valore, così da avere una lavorabilità estrema.
Il teleobiettivo 5X è ad oggi la fotocamera più sofferente delle tre: abbiamo a disposizione un sensore da 12MP e dimensioni 1/3.06″. Alcuni medio gamma Android come il Realme 12 Pro + offrono una fotocamera periscopica da 1/2.0″ con 64MP ed apertura focale f/2.0. Qui su iPhone 16 Pro l’apertura focale è f/2.8. Fortunatamente anziché l’OIS classico degli smartphone Android abbiamo il più efficiente sensor-shift IS, come sulla principale.
Questa fotocamera non può essere utilizzata né in modalità ritratto né per i video 4K/120fps. Il tetraprisma in ogni caso resta una soluzione più valida del periscopio e quindi a conti fatti, esclusa la scheda tecnica non prestante, abbiamo delle performance comunque discrete.
Passando dal 14 Pro al 16 Pro sto sentendo la mancanza del teleobiettivo 3X. I 120mm della 5X sono molto più difficili da utilizzare rispetto i 77mm nella quotidianità. In realtà il mio desiderio sarebbe avere entrambe le lunghezze focali a disposizione, così da poter colmare quel buco tra i 24/35mm ed i 120mm.
Xiaomi 14 Ultra, Oppo Find X7 Ultra, il futuro Vivo X200 Ultra e Samsung S24 Ultra sono tutti smartphone che integrano 4 fotocamere con ben due teleobiettivi differenti. Questo per accontentare tutti, chi ama usare i 70mm per la street e chi ama i 120mm per architettura, paesaggi o close-up particolari.
Con iPhone 16 Pro non si è portati a scattare dai 70mm ai 119mm, poiché lo zoom digitale perde davvero molta qualità rispetto ad uno zoom ottico. È vero che iPhone grazie al ProRAW resta in ogni caso il cameraphone da battere, ma su iPhone 17 Pro vedrei bene l’integrazione di una quarta fotocamera, anche se stravolgerebbe il design.
Concludiamo il discorso con i video, argomento che riprenderemo con una futura riprova. In queste due settimane abbiamo avuto poco tempo per testare al massimo iPhone 16 Pro e i nuovi video 4K/120fps con Dolby Vision, la nuova ultrawide in ambienti critici e con autofocus migliorato. Vedrete svariati vlog e recensioni registrate interamente da iPhone 16 Pro, essendo ormai a tutti gli effetti la videocamera compatta “da creator” per eccellenza.
Vi ricordo ad esempio la riprova di Galaxy S23 registrata a fine 2023 con iPhone 14 Pro, interamente in modalità Cinema 4K. Dai tempi di iPhone 13 Pro ancora nessuno è riuscito a replicare una modalità software tanto valida e qualitativa. Google con i Pixel ad oggi ha una generica modalità “sfocato” supportata solo dalla camera 1X a 1080P. Nei video non c’è ancora partita, anche grazie al sensor shift.
Concludo il discorso parlando della selfie camera da 12MP e dimensioni del sensore 1/3.6″. L’apertura focale è di f/1.9, la lunghezza focale di 23mm e c’è l’autofocus PDAF. I video arrivano al 4K/60fps anche con questo sensore. Non parliamo del miglior sensore su piazza ed onestamente lo sfrutto per i video, eccellenti, meno per gli autoscatti. Ve ne lascio alcuni di iPhone 14 Pro ottenuti durante il 2024.
Un ulteriore plauso ad Apple: anche la selfie camera è perfettamente compatibile con i ProRAW ed ora anche questo sensore integra su LightRoom il profilo “Apple ProRAW”. Se prendiamo un Honor Magic 6 Pro, che ha un super hardware, ci ritroviamo poi con la sola fotocamera principale a supportare i RAW, standard, andando a perdere tutti i benefici dell’hardware. Qui invece tutte le fotocamere sono supportate al 100% per ogni funzione messa a disposizione.
IL CAMERA CONTROL: TECNICAMENTE GENIALE, PRATICAMENTE MENO.
Dopo aver configurato il camera button, il nuovo tasto meccanico che integra però anche un controllo touch, probabilmente ve ne scorderete, perlomeno ad oggi. Il funzionamento è complicato, perchè le gesture e le combinazioni sono tantissime, proverò a semplificarle al massimo – e nel momento in cui serve spiegare qualcosa su un iPhone, qualcosa non torna:
- Con un click o doppio click potremo avviare la fotocamera. Non basta sfiorare il tasto, non si rischiano falsi tocchi. Possiamo scegliere di aprire con queste gesture la Fotocamera, Instagram, Lente, Scansione Codici o nulla, nel caso volessimo evitare anche false operazioni o click involontari.
- Una volta all’interno della fotocamera con un click scattiamo una foto, con una pressione prolungata registriamo un video (il tasto non può essere rilasciato o finirà la registrazione)
- Con un doppio tap sblocchiamo le impostazioni come esposizione, profondità, zoom, fotocamere, stili e tonalità.
- Una volta selezionata una modalità, scorrendo in alto o in basso (o verso sinistra/destra), con un tap entriamo in essa e possiamo muoverci sempre con degli scorrimenti sul tasto.
Una volta presa confidenza col funzionamento non è difficoltoso usare il tasto ma più volte capita di interrogarsi sulla sua reale efficacia. Le stesse operazioni che si fanno con due tap, o con uno swipe ed un tap, con il nuovo Camera Control si esauriscono in molte più gesture e con molto più tempo perso.
Non c’è alcuno scenario che sia lo zoom o il cambio di esposizione che tramite questo tasto risulti più rapido o più semplice della “vecchia maniera”. Non solo perché le funzioni superflue a determinate modalità non vengono nascoste: quando scattiamo in ProRAW non ha senso che ci sia l’impostazione dedicata alla profondità di campo e che questa sia modificabile.
Io infine sono mancino e quindi mi trovo ogni tanto a toccare il tasto con il medio o con l’anulare. Se questo non ha alcun impatto durante il normale uso dello smartphone, dal momento che servirebbe un click deciso per azionare il tasto, una volta che siamo all’interno della fotocamera basta un semplice tocco per attivare il tasto.
Questo crea un po’ di scompiglio perché capiterà di alzare o abbassare l’esposizione senza accorgersene o zoomare involontariamente. Per ovviare a ciò ho tenuto perennemente il camera control sull’apertura focale della modalità ritratto, quella funzione che prima vi dicevo dovrebbe essere disattivata, così da rendere eventuali swipe superflui. Ho usato un “bug” come soluzione al problema, sì.
LE APP DI TERZE PARTI ED APPLE INTELLIGENCE: LA SVOLTA?
Abbiamo visto, in fase di presentazione, il tasto “Camera Control” in azione con Apple Intelligence. Basterà un singolo click per aprire una sorta di “Google Lens” ma con una grafica nettamente più curata e che permetterà di analizzare ciò che è all’interno dell’interfaccia. Con un funzionamento di questo tipo il tasto prende tutto un altro senso, anche in verticale.
Per quanto riguarda le app di terze parti: Instagram permette di scattare foto (non video al momento), mentre WhatsApp sia di scattare foto sia registrare video. Nessuna delle due supporta gesture soft touch, solo il click. App come Moment o Halide supportano sia i click sia le gesture soft touch ed in un modo molto più intelligente della camera stock di Apple.
Ho acquistato Moment Camera proprio per testare questa funzione, ma non mi pento di aver investito 10€ in un team di sviluppo che in tempo zero ha integrato il Camera Control all’interno della loro app e nel modo giusto. Moment supporta le stesse identiche gesture citate sopra, ma quando teniamo premuto anziché registrare un video abbiamo una raffica di foto (anche RAW).
La genialata di Moment (e Halide) è integrare tutti i controlli manuali in questo menù: non controlleremo quindi soltanto “Esposizione” e “Zoom” (tra l’altro qui diviso per ogni singola fotocamera per evitare switch automatici) ma anche “Tempi di Esposizione”, “ISO”, “Messa a Fuoco” e “Bilanciamento del Bianco”. Apple avrebbe potuto fare la stessa cosa, integrando per la prima volta tali controlli manuali grazie ad un tasto dedicato, come si dice “due piccioni con una fava”.
Piccolo extra: Moment permette anche di registrare in Apple LOG con già le LUTs baked, anche questa una caratteristica che si attende nell’app stock. Non abbiamo alcun interesse a promuovere tale app ma se siete appassionati merita!
IL DISPLAY: PIÚ AMPIO, LUMINOSO E RESISTENTE
Scattare foto è bello, editarle al volo ancor di più, ma è meno bello quando il display ti abbandona perché finisce in protezione energetica. Apple ha finalmente integrato su iPhone 16 Pro un nuovo sistema di dissipazione che aiuta a tenere le temperature a bada, ma come effetto collaterale determina un display che riesce a mantenere più a lungo la luminosità massima.
iPhone è l’unico smartphone assieme al Pixel fa quello che promette: Apple dichiara 2000 Nit di luminosità massima e infatti nell’utilizzo quotidiano arriviamo ad un valore molto vicino ai 1800 Nit. I vari Xiaomi, Realme, Oppo, OnePlus e simili dichiarano spesso 4000, 5000, 6000 Nit ma sono valori registrati solo sull’1-2% dell’intero display e per brevissimi secondi. Nell’utilizzo reale quegli smartphone hanno valori più bassi, molto più bassi, dai 1200 ai 1600 Nit.
iPhone è anche uno dei pochi smartphone a supportare l’HDR10, l’HEVC ed il Dolby Vision, anche in tutte le app terze presenti nello store e compatibili con queste tecnologie. Molte delle aziende citate sopra hanno offrono le stesse caratteristiche, come anche Motorola, ma poi quando si tratta di app terze come Netflix questi formati sono assenti o arrivano dopo diversi mesi. Insomma il display è uno dei migliori, se non il migliore, ma anche il supporto è ciò che gli permette di essere così apprezzato dagli utenti iPhone.
Ad oggi, anche con un “vecchio” iPhone 14 Pro, se mi trovo svariati top di gamma sulla scrivania scelgo lui per visualizzare contenuti multimediali. Bene poi le cornici attorno al display, così ridotte da far sembrare iPhone 16 Pro un mock-up.
Il sistema di dissipazione sembra funzionare e dare i suoi frutti. Durante svariati giorni in esterna con circa 20°C ambientali, CarPlay Wireless, editing foto Lightroom ed export CapCut non ho ancora ricevuto notifiche relative alla protezione energetica. Vi aggiornerò in futuro, con qualche viaggio esotico ed in generale temperature ambientali più elevate. Bene per ora.
RICEZIONE, MICROFONI E CONNETTIVITÀ
iPhone 16 Pro fa un bel salto in avanti sia per quanto riguarda i microfoni sia per la ricezione e la connettività in generale. A bordo di questo nuovo iPhone troviamo il modem Snapdragon X71 che supporta tra le altre cose il WiFi 7, rispetto al 6E del precedente modem. Questo determina anche una miglior ricezione generale. Parliamo di una versione “moddata” da Qualcomm per Apple che assieme, probabilmente, ad una migliore disposizione delle antenne, offre per l’appunto anche una ricezione migliore.
Ora abbiamo a disposizione quattro microfoni che permettono di registrare audio in formato Mono, Stereo e Spaziale. Con quest’ultima modalità andiamo a sbloccare, all’interno dell’editor in galleria, la funzione “Mix Audio”.
Una volta selezionata questa modalità abbiamo differenti opzioni. Tutto ciò è supportato da algoritmi di machine learning che separano la nostra voce da quelle di fondo e dal rumore. Ecco le quattro modalità a disposizione:
- Standard: L’audio originale registrato
- Primo Piano: Riduce la voce ed i suoni provenienti da chi non è all’interno dell’inquadratura.
- Studio: Riduce i rumori ed i suoni di sottofondo, come se si stesse registrando in uno studio professionale.
- Cinema: La funzione più affascinante che posiziona tutte le voci come se stessero provenendo dal lato di registrazione, annullando tutti i rumori terzi e lasciando un minimo di rumore ambientale in sottofondo.
Due parole anche per l’audio stereo che si basa sempre sullo speaker principale inferiore e sulla capsula auricolare. iPhone continua ad essere uno dei pochi smartphone che quando viene ruotato regola automaticamente i canali audio. Banalmente la capsula auricolare viene potenziata così da migliorare l’effetto stereo. Anche ruotando lo smartphone di 180° i canali audio verranno sempre bilanciati, così da correggere il lato sinistro e quello destro! Come qualità siamo sullo stesso livello dei precedenti.
Facciamo un appunto sul WiFi 7: ad oggi in Italia è poco diffuso ma su questi iPhone 16 Pro al momento esso è “castrato”. Potremo sfruttare il canale a 160MHz ma non a 320MHz, dimezzando praticamente le sue prestazioni. La speranza è che venga reso disponibile il pieno supporto.
SCHEDA TECNICA
- Display: 6,3″ Super Retina XDR, OLED, 2.622 x 1.206 pixel, densità 460 ppi, refresh variabile max 120 Hz, luminosità max 1.000 nit / 1.600 nit HDR / 2.000 nit all’aperto HDR, luminosità minima 1 nit
- SoC: Apple A18 Pro, CPU esa-core (2 core ad alta potenza e 4 core a risparmio energetico), GPU esa-core, NPU da 35 TOPS da 16 core
- Memoria di archiviazione: 128 GB (solo Pro), 256 GB, 512 GB, 1 TB
- Fotocamere:
- Principale posteriore: 48 MP, Fusion, focale 24 mm, apertura f/1,78, OIS, 100% Focus Pixel, modalità scatto a 24 e 48 MP e crop zoom 2x
- Ultra-grandangolo posteriore: 48 MP, focale 13 mm, apertura f/2,2, FOV 120° Hybrid Focus Pixels
- Telefoto posteriore: 12 MP, obiettivo periscopico (Tetraprism), zoom 5x, OIS, focale 120 mm, f/2,8, FOV 20°, 100% Focus Pixel
- Video max 4K120 Dolby Vision, supporto registrazione HEVC e ProRes
- Anteriore: 12 MP TrueDepth, apertura f/1,9, Face ID
- Certificazione IP68, USB-C, connettività satellitare a 2 vie, 5G, eSIM
- Autonomia dichiarata:
- 27h riproduzione video
- 22h riproduzione video streaming
- 85h riproduzione audio
- Ricarica wireless fino a 25 W, 45W via cavo
- Dimensioni: 149,6 x 71,5 x 8,25 mm
- Peso: 199 g
PRESTAZIONI, ESPERIENZA D’USO E BATTERIA
A bordo di iPhone 16 Pro troviamo il nuovissimo SoC A18 Pro a 3nm. Anche il precedente A17 Pro era a 3nm, ma questa nuova soluzione nasce sullo stesso nodo N3E di M4. Può sembrare una banalità ma ciò comporta una stabilità nettamente migliore.
Scordatevi tutti i problemi di temperatura e fix successivi degli iPhone 15 Pro, qui le prestazioni massime sono sempre garantite e lo smartphone scalda poco. Sulla scocca esterna ho notato oltre 3 gradi di differenza, durante un export Lightroom sotto WiFi, internamente la differenza è ancor più ampia.
Per il resto la CPU è sempre a 6 core, la GPU a 6 core e il Neural-Engine a 16 core. La CPU è composta da 2 performance core e 4 efficiency core. Alcune applicazioni sono ancora da ottimizzare: abbiamo visto nella recensione di Xiaomi 14T Pro come CapCut ci mettesse il doppio del tempo per un export 4K o di come Lightroom in fase di export fosse più lento.
Parliamo comunque di virgolette, che già ora non hanno impatto nell’uso quotidiano. Le animazioni di iOS, la fluidità delle app, la piacevolezza d’uso, tutte queste cose ad oggi sono ancora a favore di iPhone. Come detto nel caso del display, se mi trovo svariati top di gamma sulla scrivania e devo fare qualche operazione anche banale, come controllare Whatsapp e mandare una mail, è molto probabile che scelga l’iPhone.
LA NUOVA RICARICA RAPIDA “SBLOCCA IL GAMING”
iPhone 16 Pro ha una batteria da 3.582mAh e si ricarica in 30 minuti dallo 0 al 60% con il classico caricatore rapido Lenovo/Motorola a 68W che utilizzo in viaggio. Per una carica completa da 0 a 100% ho dovuto attendere 1h40min, venti minuti in più di Pixel 9 Pro, che ha praticamente 1.200mAh in più. I nostri test non confermano quindi la notizia del supporto ai 45W, ma ai 30W via cavo sì. Bene anche la ricarica wireless che passa a 25W.
Grazie a questa ricarica più rapida è possibile videogiocare con l’iPhone senza il terrore di non arrivare a sera, poiché basterà una ricarica relativamente breve per tornare almeno al 50% di batteria. Continuo a sostenere che iPhone vada usato per videogiocare a titoli come Horizon Chase 2 o Monster Hunter Stories+, giochi anche elaborati ma che scaldano poco e nulla e consumano anche poco. In generale se siete amanti del gaming sappiate che avrete fra le mani il miglior smartphone per questo scopo.
Diciamocelo chiaramente, è inutile spendere più di 1.000€ per un top di gamma Android da gaming quando poi tutti i giochi più diffusi neanche supportano un refresh rate oltre i 60Hz e sono decisamente meno ottimizzati lato grafica e performance. Ad oggi un modesto iPhone 14 Pro mi restituisce delle prestazioni su Genshin Impact o Honkai Star Rail infinitamente migliori di tutti i top di gamma Android più recenti.
Durante i nostri test comunque la batteria del nuovo iPhone 16 Pro si è comportata decisamente bene. Le ore di display le potete vedere dagli screenshot ma hanno poca valenza, poiché ognuno di noi usa lo smartphone in modi e luoghi differenti. Ciò che voglio sottolineare è che rispetto all’iPhone 14 Pro qui riesco ad arrivare sempre a sera con un uso intenso, così da necessitare solo di una brevissima ricarica nei giorni lavorativi di viaggio più intensi. iPhone 14 Pro, con la capacità all’87%, spesso mi costringeva ad una carica completa aggiuntiva.
IN ATTESA DI APPLE INTELLIGENCE…
È vero, a bordo dei nuovi iPhone ancora non c’è traccia di Apple Intelligence, ma sembra che arriverà quanto prima, dando anche senso ad alcune nuove funzioni come per esempio il Camera Control. Ad oggi abbiamo comunque iOS 18 che integra varie novità: la possibilità di personalizzare le nostre schermate home spostando le icone dove si vuole, colorandole a piacere o rendendole adeguate al tema scuro (anche se non ancora per tutte le app).
Ci sono poi svariate novità come il menù delle impostazioni dedicato alle password che ora diventa una vera e propria app “Password”, decisamente migliorata e graficamente ben ordinata, ma troviamo ad esempio anche app come la Calcolatrice o Foto ampiamente modernizzate e arricchite di funzioni. Anche il Centro di Controllo diventa ampiamente personalizzabile e guadagna una suddivisione a schede più pulita.
IN ATTESA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Personalmente, sia su dispositivi Android sia sul mio precedente iPhone 14 Pro, non ho mai sentito e non sento la particolare necessità di una intelligenza artificiale proprietaria. Questo perché ciò che spesso ci viene offerto gratuitamente non è mai qualcosa di realmente buono. Ce lo dimostrano le gomme magiche ancora generazioni indietro rispetto l’AI generativa di Adobe tramite Lightroom Mobile (55€ l’anno nel mio caso), PerplexityAI PRO per sostituire Google\Siri\Gemini (200€ l’anno) e Google ONE per il Magic Editor e Gemini nelle varie Google App (10€ al mese, con Gemini Advanced 22€).
Tutte queste funzioni AI a pagamento ad oggi non hanno nessun rivale proposto gratuitamente, escludo il Magic Editor ovviamente incluso nei Google Pixel (chissà che se in futuro diventerà totalmente a pagamento, esclusiva di Google One?). Quanto è la spesa annua però? Ben 355€ l’anno. Escluso Lightroom, che utilizzo sia per piacere sia per lavoro, non pagherei mai gli altri due abbonamenti se non li avessi avuti in modo gratuito per testarli.
APPLE ONE PREMIUM: IL PIANO CHE TUTTI SOTTOVALUTANO
Utilizzo Apple One Premium da ormai un anno (condiviso con 5 familiari) e non riesco a capacitarmi di come non sia così diffuso. Parliamo di un costo di 6,33€ al mese (35.95€ tot) per Apple Music, Apple TV+, Apple Arcade, Apple Fitness+ e iCloud (2TB divisi per 6 persone). Anche solo il costo di Google Drive, Spotify o Netflix/Disney+ supererebbe quello di un piano che include tutto ciò e su Android non esiste un’alternativa così completa. Questa è una di quelle funzioni che mi tiene legato ai prodotti Apple.
CONCLUSIONI E PREZZO
Abbiamo trattato tutti gli aspetti principali di iPhone 16 Pro. Mancherebbero alcuni dettagli che potremmo citare ora, come il nuovo Ceramic Shield, il vetro a protezione del display frontale: parliamo di una soluzione molto resistente alle cadute (valuteremo per i graffi). Queste settimane di maltrattamenti non hanno lasciato il minimo segno sullo schermo (che invece ritrovo su Xiaomi 14T Pro, usato nello stesso periodo).
iPhone 16 Pro costa ben 1.239€ nelle versione 128GB, che onestamente troviamo poco sensata su un top di gamma di questo tipo. Basteranno una manciata di app, foto ProRAW e qualche registrazione video per mandare K.O. la memoria.
Per la versione con 256GB parliamo di 1.369€ e per la 512GB di 1.619€. La nostra versione da 1TB arriva a ben 1.869€. La 256GB, considerando la novità dei JPEG XL, ha più di senso dell’anno scorso, soprattutto per chi come me tende a saturare la memoria dei propri smartphone con tantissime foto.
La 512GB è probabilmente la più versatile se avete intenzione di registrare e tenere in archivio anche tantissimi video, anche se il prezzo sale abbastanza. Se pensate di tenere l’iPhone per più di una generazione ha decisamente senso. La versione da 1TB crediamo abbia un pubblico davvero ristretto, magari può essere adatto chi pensa di tenere il telefono per più di 2-3 generazioni o per chi registra tantissimi video ProRES LOG senza SSD esterno (così da coprire una cinquantina di minuti).
Una cosa però è certa: questo è forse uno degli iPhone che più di tutti ha innovato e si è migliorato rispetto al passato. Certo, a prima vista potrebbe non esser cambiato nulla, ma per chi utilizza quotidianamente lo smartphone, cercando sempre di superare i suoi limiti, noterà degli importanti passi avanti: il comparto fotografico è migliorato su ogni fronte, escluso il passaggio dalla 3X alla 5X che potremmo definire un cambiamento.
Il display è migliorato ed è protetto da un nuovo vetro. Le prestazioni e la piacevolezza d’uso sono aumentate, c’è un ottimo supporto all’AI on device per il futuro, la batteria e l’autonomia sono incrementate come anche la velocità di ricarica, la struttura interna ed esterna è migliore, abbiamo l’aggiunta di un nuovo tasto laterale per la fotocamera e tante altre funzioni future, ci sono dei nuovi eccellenti microfoni ed un modem più evoluto.
Chi si aspetta una rivoluzione estetica e software ogni anno si deve mettere l’anima in pace, ormai quei tempi di stravolgimenti continui non ci sono più. Anche le aziende cinesi come Xiaomi o OPPO sono ormai alla ricerca di continuità, sia sul design sia nell’hardware e nelle funzioni.
D’altronde se un prodotto funziona è meglio perfezionarlo o ricominciare da zero? Personalmente a questo iPhone aggiungerei solo una cosa: la quarta fotocamera posteriore con una lunghezza focale tra i 60 e gli 80 mm, per me sarebbe lo smartphone perfetto. E voi cosa ne pensate? Lasciateci un commento con il vostro feedback qui sotto nei commenti.
VOTO: 9
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(aggiornamento del 04 ottobre 2024, ore 03:42)