Gli ultimi anni sono stati interessanti per chi osserva da vicino il mondo dei portatili. E quelli che verranno potrebbero essere ancora meglio. Sul fronte x86, Intel è ormai impegnata su un numero davvero impressionante di fronti (troppi?) mentre AMD continua un percorso magari meno appariscente ma capace di alcuni spunti non indifferenti, basti pensare a quanto fatto con Z1 Extreme sui prodotti con form factor da console.
L’altra metà del cielo, quella fondata sull’architettura ARM, ha visto Apple consolidare la sua line up di prodotti basati sui processori della serie M, mentre questo 2024 vedrà Qualcomm inaugurare un nuovo e imponente sforzo per rimettere un piede nel mondo dei notebook, questa volta in maniera definitiva.
Aspettando di capire se questa sarà finalmente la volta buona per Windows on Arm, gli utenti Apple hanno da qualche settimana una nuova possibilità d’acquisto: i MacBook Air con processori M3. L’azienda di Cupertino ce ne ha recapitato uno (modello da 13″ con 16 / 512 GB) l’ho usato per qualche settimana e finalmente posso scrivere la recensione più breve della storia di HDblog:
Ottimo prodotto, pochissime novità. Se volete un MacBook Air e basta, comprate questo, tanto già si trova attorno ai 1.200 euro. Se invece volete un MacBook Air spendendo il meno possibile, allora cercate quello con M1 che ancora funziona alla grande.
Scherzi a parte, i ragionamenti da fare sul nuovo arrivato non sono moltissimi, in fondo è una revisione piuttosto marginale del modello dello scorso anno dotato di processore M2. L’aspetto interessante, piuttosto, è fermarsi un attimo a riflettere sul lavoro fatto da Apple in ambito notebook: l’attuale offerta della mela morsicata è la migliore di sempre per l’azienda, sono tutti prodotti davvero ottimi, e a livello di prezzi è stato fatto di tutto per essere molto competitivi.
Prima di iniziare, infine, sappiate che arrivo da qualche mese di lavoro con un portatile dotato di processore M1 – un MacBook Pro con la Touch Bar – quindi proverò anche a rispondere alla domanda: vale la pena passare da M1 a M3?
DA FUORI, LE DIFFERENZE NON SI VEDONO
Tolto dalla confezione, il MacBook Air M3 da 13” – ma il discorso varrebbe anche per il 15” – è virtualmente indistinguibile dal modello dello scorso anno. Le linee sono identiche ed Apple è rimasta fedele anche alle medesime colorazioni. A questo proposito: quella Mezzanotte che mi è stata recapitata è molto bella da vedere ma, nonostante un lavoro fatto ad hoc per ridurre il problema, trattiene ancora una quantità non indifferente di ditate, quindi se sapete che la cosa vi dà fastidio e non volete pulirlo ogni singolo giorno, molto semplicemente non sceglietela.
Da quando le linee dei MacBook Air e dei Pro sono state unificate sotto lo stesso design, messi accanto il mio Air 13” e il Pro di Davide sono molto simili. Le differenze grosse, oltre alla diagonale, sono quelle legata a performance e prezzi.
Quanto detto nelle precedenti recensioni vale quindi anche per questo nuovo MacBook: la qualità costruttiva è eccellente, MacBook Air riesce a mantenere dimensioni compatte (30,4 x 21,5 x 11,3 cm) e una notevole leggerezza (1.2 Kg) senza risultare fragile, flettere o dare mai l’impressione di essere un prodotto delicato. L’esperienza di scrittura con la tastiera è buona e io nel tempo ho imparato ad apprezzare il click piuttosto netto dei tasti, mentre il trackpad in vetro è, semplicemente, il migliore in circolazione. L’unico che, quasi, mi fa pensare di poter lasciare a casa il mouse.
La dotazione è quella consueta, con due Thunderbolt e il jack 3.5mm, a cui si affianca la rinata MagSafe. Avendo saltato la generazione con M2, vi racconto come è stata la mia esperienza da utente Apple che prima ha avuto la MagSafe, poi no e ora nuovamente sì: dal giorno 1 al giorno 5 il cavo dedicato mi ha accompagnato ogni giorno al lavoro, dal giorno 6 ad oggi è rimasto a casa, inutilizzato in favore dei più versatili cavi USB-C. Quante opzioni di ricarica, in fondo, potranno mai servire veramente per dei portatili che non vanno ricaricati mai, tanto dura la batteria?
Ci sono comunque un paio di novità per quanto riguarda la connettività. Primo, il Wi-Fi è ora stato aggiornato alla versione 6E. Secondo, finalmente un prodotto dotato di processo M “base” supporta due schermi esterni contemporaneamente, una novità che per molti avrà interesse zero ma per qualcuno potrebbe da solo già valere l’upgrade da M1.
Lo schermo è quello dello scorso anno e così l’esperienza visiva, sempre valida sia che si stia lavorando, sia che si stia guardando una serie TV o un film. Resta il grosso mistero del notch che in realtà non dà molto fastidio ma non ha nemmeno senso, almeno finché non sbarcherà Face ID su MacBook. Le casse installate nel 13” fanno un lavoro discreto soprattutto finché non alzate il volume al massimo, poi qualcosa si perde. Il modello da 15” ha due altoparlanti in più (6 e non 4) e dovrebbe fare un lavoro migliore, paragonabile a quello descritto nella recensione del MacBook Pro.
Se provenite da un MacBook con processore M1, Air o Pro che sia, l’upgrade visivo non è clamoroso ma c’è: la risoluzione è rimasta pressoché invariata ma la resa dei colori comunque è migliorata e soprattutto la luminosità è aumentata, passando da un massimo di 400 nits a un massimo di 500 nits. Da tenere a mente soprattutto se siete indecisi tra i due. Ed è visibile anche il salto in avanti per quanto riguarda la webcam, che come sui modelli dello scorso anno con M2 è ora di 1080p rispetto a quella da 720p del passato.
SCHEDA TECNICA
- CPU: 8‑core
- GPU:10-core
- Memoria: fino a 24GB di memoria unificata
- Archiviazione: SSD fino a 2TB
- Neural Engine: 16‑core
- Display: Liquid Retina da 13″ o 15″ con True Tone
- Videocamera: FaceTime HD a 1080p
- Porta MagSafe 3 per la ricarica
- Due porte Thunderbolt / USB 4
- Magic Keyboard con Touch ID
- Trackpad Force Touch
- Alimentatore da 35W a doppia porta USB‑C (alimentatore da 70W venduto separatamente)
- Dimensioni e peso: 1,15×34,04×23,76cm; 1,51 kg
PRESTAZIONI: AVANTI CON I GUADAGNI INCREMENTALI
Facciamoci una domanda: chi acquista un MacBook Air, per cosa lo utilizza? Si tratta di un portatile che, in questa generazione come in quelle precedenti, non dispone di un sistema di dissipazione attiva (quindi niente ventole) ed è chiaramente pensato dall’inizio alla fine per quel mix di navigazione, messaggistica, documenti e media che in fondo caratterizzano l’utilizzo medio della grande parte degli utenti. Poi se volete ritoccare foto e video fatti in vacanza va benissimo, ma il suo utilizzo è pensato per fermarsi lì.
Dico questo perché su un portatile pensato per consumare e scaldare il meno possibile, i benchmark hanno senso fino a un certo punto. Rispetto a M1 le prestazioni di M3 sono di circa il 25% migliori e in multi core si sale fino al 35%. Risultando ancora più nette quando si guarda la GPU. Tra l’altro, M3 è il primo a sfruttare i vantaggi del processo produttivo a 3nm che riducono ulteriormente il rischio di thermal throttling.
Nella quotidianità, però, le differenze si notano molto meno e se è vero che il MacBook Air M3 risulta più reattivo quando ad esempio lavoro con decine di tab aperte su Chrome e magari un paio di altri programmi, evitando quegli sporadici micro lag che osservo con l’M1, mentirei se dicessi che l’esperienza d’uso è radicalmente diversa.
In termini di batteria ci si può aspettare come al solito qualcosa a cavallo tra le 12 e le 15 ore di autonomia, anche qualcosa in più se lo si utilizza con particolare parsimonia. Sono risultati in linea con il passato – e tanto basta, visto che sono eccellenti – quindi diciamo che si è lavorato per aumentare le prestazioni mantenendo lo stesso livello di autonomia.
In tutto questo ovviamente c’è il MacBook Air con processore M2, ancora in vendita ufficialmente anche sul sito Apple e con performance ancora più vicine a quelle del dispositivo recensito in questa pagina. Inutile dire che, per chi l’ha comprato lo scorso anno oppure anche più di recente, non c’è nessuna ragione pratica per passare al nuovo modello.
IN CONCLUSIONE, DEVO CAMBIARE IL MIO PORTATILE CON M1?
Secondo me la risposta è no: probabilmente la maggior parte delle persone possono felicemente restare ancora per un anno o giù di lì con il loro MacBook dotato di piattaforma M1. Se lo utilizzate per la produttività quotidiana fatta di navigazione, mail e messaggistica notereste una differenza, è vero, ma non così netta da non poter magari aspettare una nuova versione ancora più performante e ottimizzata.
Detto questo, MacBook Air M3 è un prodotto eccellente dall’inizio alla fine, come tutti gli ultimi portatili Apple. Tenendo conto del fatto che resta molto distante dai modelli Pro, sia per la dotazione di processori che per la dissipazione passiva poco adatta ad un uso per task intensivi, ha tutto quello che serve per lavorare uno o due giorni senza mai caricarlo, adesso sfruttando anche la possibilità di collegarlo a due schermi e sfruttare una connettività limitata.
Se invece dovete fare un acquisto e il prezzo non è un problema, comprate questo, in fondo si trova a un centinaio di euro in più della versione con M2 ma avrà anche un supporto più lungo, essendo uscito dopo. Altrimenti potete comprare quello con M1 che a cercare bene si trova a circa 750 / 800 euro e ancora svolge egregiamente il suo lavoro.
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