Mi sono avvicinato a Nioh 2 con una buona dose di scetticismo. Personalmente non sono mai stato un fan del genere souls-like, quindi provare e recensirlo è stato un percorso personale, più una sfida contro me stesso che un semplice lavoro da dover portare a termine.
Come ben sapete, il privilegio di un recensore è quello di ricevere in anteprima i titoli da provare, poterli giocare quando gli altri stanno ancora sognando di poterci mettere le mani sopra. Privilegio che però può trasformarsi rapidamente in un serio problema, quando davanti a noi ci sono tempistiche strette entro le quali dover confezionare un prodotto finito, una recensione per tutti i lettori che vogliono saperne di più.
Specialmente se il titolo in questione non solo non rientra tra i propri generi preferiti, ma è anche famoso per la sua estrema cattiveria con la quale punisce ogni errore, ogni singolo sgarro e distrazione. Sin dalle prime missioni, infatti, Nioh 2 non ci fa sconti; dopo un breve tutorial che ci permette di scegliere e provare il set di armi a noi più congegnali, dopo averci spiegato i principi base che regolano il potere demoniaco del nostro protagonista, come gestire parate e schivate, veniamo subito gettati nel bel mezzo della mischia, alla mercé dei banditi e degli yokai che hanno devastato il Giappone del 1555.
UN TUFFO NEL PERIODO SENGOKU
Nioh 2 è posizionato cronologicamente prima rispetto ai fatti narrati nel capitolo originale della saga. La storia, che si articolerà nell’arco di molti anni, comincia nel 1555, proprio durante le ultime fasi del periodo Sengoku (il periodo degli stati combattenti), per poi toccare l’inizio del periodo Azuchi Momoyama in cui è ambientato il primo Nioh.
Si tratta di anni cruciali per la storia del Giappone, durante i quali si compie – in maniera sanguinosa – l’unificazione del Paese ad opera dei tre grandi padri della patria: Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu. Il nostro protagonista (o la nostra) si ritrova immerso in questo contesto di fermento, incertezza e guerra; come se ciò non bastasse, il Giappone è scosso anche da una presenza ultraterrena che semina morte e terrore: gli yokai.
Generalmente il termine yokai indica tutte le creature sovrannaturali che popolano il vastissimo folklore giapponese, ma Nioh 2 ci ricorda che questi possono essere divisi in due categorie, i nigitama (esseri benevoli, nati dalle anime pure e gentili dei trapassati) e gli aratama (veri e propri demoni, nati da anime rancorose e malvagie). La distinzione tra bene e male in Nioh 2 può concludersi qui; nel Giappone dell’epoca Sengoku c’è poco spazio per questo tipo di classificazione. Esistono solo alleati e nemici.
Il nostro protagonista scopre ben presto questa verità. Il personaggio che creeremo (rigorosamente muto!) è a tutti gli effetti un reietto della società del tempo: un cacciatore di yokai che è a sua volta un mezzo yokai, o meglio, un metamorfo. Si tratta di un elemento fondamentale per la trama, dal momento che questa condizione è alla base del nostro viaggio lungo tutti i principali campi di battaglia del periodo Sengoku e della nostra amicizia-collaborazione con lo strano Tokichiro, il cui incontro sarà determinante per iniziare a capire come sfruttare al meglio la nostra natura.
Ma la condizione di metamorfo è anche determinante per il gameplay, dal momento che questa è la prima variazione significativa – rispetto al primo Nioh – che ci viene offerta sin dai primi istanti di gioco. Prima di addentrarci in questo dettaglio è bene chiarire una cosa, ovvero il motivo per cui continuo a parlare di protagonista senza citare un nome. Nel primo episodio rivestivamo i panni di William Adams, ma il protagonista del secondo capitolo è un personaggio indefinito, riconosciuto solo dal soprannome Hide che gli viene assegnato dopo il primo incontro con Tokichiro.
Tutti i dati di gioco fanno riferimento a Hide come al/alla protagonista, a conferma del fatto che questa volta ci troviamo davanti ad un avatar completamente personalizzabile, pensato per rappresentare l’ideale di eroe del giocatore. Spazio quindi alla creatività; l’editor per la creazione del personaggio è incredibilmente articolato e complesso. Ma non solo; qualora volessimo intervenire per delle modifiche successive, ciò sarà possibile accedendo alla nostra capanna (anche se non possiamo alterare elementi fondamentali come il sesso).
In generale la trama gioca un ruolo quasi di contorno, ma ci regala lo stesso interessanti colpi di scena nelle cut scene che troviamo ad inizio e fine missione. Nioh 2 non punta le sue carte sulla narrazione, nonostante questa risulti comunque piacevole e accattivante.
NIOH 2 PAD ALLA MANO: UN GAMEPLAY RICCHISSIMO
Nioh 2 ci permette di toccare con mano tutte le principali novità legate al gameplay già nei primi minuti di gioco; alla creazione del personaggio segue un completo tutorial che ci guida nello sviluppo del nostro stile di gioco personale. Davanti a noi si para la possibilità di scegliere una delle 9 armi presenti nel gioco: Katana, Doppia Katana, Lancia, Ascia, Kusarigama, Odachi, Tonfa, Accette e Falcione. Le ultime due sono state introdotte proprio in questa occasione, mentre Odachi e Tonfa tornano dopo essere stati introdotti già nel primo titolo, ma solo nel DLC successivo al lancio.
Chi non si avvicina per la prima volta a Nioh avrà quindi la possibilità di provare due armi inedite, che portano delle nuove meccaniche di gioco. Le accette hanno una scarsa gittata nel combattimento corpo a corpo, ma il fatto che possano essere lanciate – trasformandosi quindi in armi a media distanza – compensa questa debolezza. Il Falcione, invece, cambia letteralmente forma e stile di combattimento in base al tipo di impugnatura scelta.
Nioh 2 mantiene inalterata la possibilità di impugnare l’arma in 3 diversi modi (impugnatura bassa, media e alta), fatto che permette al giocatore di approcciarsi al combattimento con lo stile che più preferisce: colpi deboli ma rapidissimi con l’impugnatura bassa o lenti e possenti con quella alta? La scelta di come approcciare il combat system di Nioh 2 è totalmente nelle mani del giocatore e il tutorial ha proprio lo scopo di permettergli di scoprirlo in una zona tranquilla e controllata.
Ricordo che ogni personaggio può equipaggiare 2 armi bianche, 2 armi a distanza (tra le 3 disponibili, arco, schioppo e cannone), oltre ad una serie di oggetti consumabili come le pergamene con i vari ninjutsu, armi da lancio (shuriken, sassi, bombe a mano) e incantamenti di attacco/difesa.
Costruire il proprio set di armi preferite è fondamentale per riuscire a muoversi nella maniera desiderata durante i combattimenti. Personalmente ho apprezzato molto la versatilità della lancia, in grado di consentire una manovrabilità eccellente con l’impugnatura bassa (ideale per rapide schivate) e colpi affidabili e potenti anche con l’impugnatura media, oltre a dare un vantaggio tattico dato dalla gittata dell’arma. Ma, come detto, ogni giocatore ha il suo stile e Nioh 2 non fa nulla per spingerci verso un’arma piuttosto che un’altra.
Solo questi aspetti del combat system basterebbero per garantire a Nioh 2 una profondità e una complessità che pochissimi altri titoli sono in grado di offrire, ma Team Ninja ha scelto di non fermarsi qui e di andare oltre, introducendo la forma yokai e le abilità yokai. Il nostro metamorfo, infatti, possiede due importanti caratteristiche date dalla sua natura: la possibilità di trasformarsi temporaneamente in uno yokai – alterando il suo aspetto (anche quello personalizzabile!) e accedendo a stili di combattimento completamente nuovi -, di utilizzare le mosse degli altri yokai e di effettuare quello che viene chiamato il Contrattacco Esplosivo. Ma andiamo con ordine.
Il gioco ci permette da subito di scegliere uno spirito guardiano tra 3 archetipi: Bruto, Feroce e Spettro. In base alla nostra scelta, la trasformazione in yokai sarà maggiormente orientata verso lo scontro fisico tradizionale (Bruto), quello più rapido ed elusivo (Feroce) o quello a distanza (Spettro). Progredendo durante l’avventura otterremo accesso a tanti diversi spiriti guardiani appartenenti a tutte e 3 le categorie. Ogni spirito influisce in maniera attiva sulle nostre statistiche di attacco e difesa e ci permette di equipaggiare le abilità yokai.
Queste vengono letteralmente droppate (non comunemente) da ogni yokai abbattuto e ci permetteranno di usare le mosse tipiche di quello yokai. Ogni abilità ha un costo – definito limite di armonizzazione – e procedendo nell’avventura potremo equipaggiare sino a 3 abilità per spirito (e un totale di 2 spiriti da alternare a piacimento). Le abilità yokai ci permettono quindi di aggiungere un ulteriore livello di personalizzazione al nostro stile di gioco.
Se la trasformazione in yokai è paragonabile alla classica mossa finale da tenere per i momenti critici (una volta trasformati, ad esempio, la nostra barra dei punti vita verrà sostituita dal tempo restante per la trasformazione), le abilità yokai possono invece essere utilizzate con maggior frequenza, dal momento che non consumano tutta l’energia a nostra disposizione.
L’ultima mossa da yokai di cui si deve parlare è il contrattacco esplosivo. Come dice il nome, questo è un contrattacco che ci permette di reagire agli attacchi più devastanti dei nemici, ovvero quelli anticipati da un bagliore rosso. Padroneggiare le tempistiche con cui effettuare il contrattacco (ogni spirito guardiano ha tempi di reazione diversi, così come le finestre di vulnerabilità degli attacchi nemici cambiano in base alla mossa) è fondamentale per riuscire a portare a casa la pelle.
Da questo, infatti, dipenderà l’esito di quasi ogni scontro, dal momento che si tratta del metodo più efficace per creare un’apertura che lascerà l’avversario alla mercé dei nostri attacchi.
Un altro elemento da tenere in considerazione – anche questo molto differente rispetto al primo capitolo – è rappresentato dalla gestione del Ki degli avversari. Per il giocatore il Ki rappresenta l’energia a disposizione per effettuare ogni azione base: attaccare consuma Ki (più o meno in base al tipo di impugnatura), parare consuma Ki, correre consuma Ki, schivare consuma Ki: qualsiasi cosa consuma Ki. Restarne a secco significa restare indifesi davanti agli attacchi nemici o, peggio, essere esposti ai colpi di grazia. Durante uno scontro possiamo recuperare il Ki effettuando quello che viene chiamato ritmo Ki (il cambio di impugnatura o la pressione di R1 nel momento in cui l’energia si concentra attorno a noi).
Ma, come anticipato, è la gestione del Ki dei nemici a rappresentare il vero punto di svolta di Nioh 2, dal momento che le stesse regole ora si applicano anche a loro e mirare ad esaurire il Ki nemico ci porta in una situazione di importante vantaggio. Questa permette di effettuare dei colpi di grazia che causano danni ingenti, di colpire ripetutamente senza che l’avversario possa reagire e di volgere a nostro favore l’esito dello scontro.
CRESCITA E SVILUPPO
L’utilizzo di ogni abilità o arma ci permetterà di guadagnare punti specifici da spendere in nuove abilità attive e passive legate ad essa. Questo significa che più utilizzeremo una determinata arma (ad esempio) e più diventeremo specializzati in quella e solo quella, rendendo meno efficace il passaggio ad altre soluzioni nel bel mezzo dell’avventura.
La personalizzazione e la crescita del nostro personaggio passano sia attraverso l’utilizzo di questi punti che per gli Amrita. Questi rappresentano ciò che in altri giochi potrebbero essere considerati i punti esperienza. Possiamo accumularli sia perquisendo ogni angolo dello scenario che combattendo contro i nemici, tuttavia è possibile spenderli solo in prossimità di un santuario. Li perderemo tutti qualora dovessimo morire prima di avere occasione di usarli. Fortunatamente il nostro spirito guardiano si posizionerà nel luogo della nostra ultima morte per custodire i nostri Amrita, ma se dovessimo morire nuovamente, questi andranno perduti per sempre.
Utilizzare gli Amrita e i punti abilità permette di specializzarci in determinate statistiche e determinate abilità che potremo anche resettare utilizzando degli appositi oggetti. Questo ci permetterà di sperimentare le combinazioni che si adattano maggiormente al nostro stile di gioco, tuttavia è bene ricordare che ogni reset ha un costo crescente (si pagano con le monete, un’altra valuta presente), quindi non possiamo abusare di questa possibilità.
In generale tutta la crescita del personaggio è gestita in maniera più leggibile rispetto al primo capitolo, grazie a delle mappe delle abilità molto chiare e precise. Resta anche la possibilità di personalizzare la mossa finale di ogni singola combo per ogni arma, scegliendo tra le abilità che abbiamo appreso in precedenza. Segnalo il debutto della statistica Coraggio, la quale influisce direttamente sulla nostra capacità di recupero del Ki.
Alla fase di potenziamento delle statistiche si affianca quella di miglioramento dell’equipaggiamento: ogni pezzo è dotato di statistiche e abilità aggiuntive uniche e il gioco integra anche un ricco sistema di creazione degli oggetti che permette di realizzare da zero nuove armi e armature o di potenziare e fondere quelle già in nostro possesso.
LEVEL DESIGN: LO SPIRITO DEI SOULS LIKE, MA CON QUALCHE NOVITÀ
La forte presenza degli yokai in Giappone ha causato la comparsa di quello che viene definito il Regno degli Yokai. Possiamo riconoscere facilmente queste zone: una folta nebbia scura ci avvisa che stiamo entrando in una di queste aree maledette e il nostro personaggio muterà il suo aspetto includendo alcuni dei tratti della sua trasformazione. All’interno del Regno degli Yokai ci è impossibile salvare una partita e recuperare energia dai santuari e tutti gli yokai presenti saranno più potenti.
Questa scelta ha permesso a Team Ninja di rendere ancora più interessante la fase esplorativa: ogni scenario – tutti molto curati e ben caratterizzati da uno stile unico – presenta più di un regno degli yokai e all’interno di questi sono posizionati dei santuari – che fungono da veri e propri checkpoint -in punti strategici per poter avere un punto di respawn abbastanza vicino al boss di turno.
Ma, come detto prima, l’aura malefica del regno ci impedisce di accedere ai santuari posizionati in queste zone: cosa fare quindi? L’unica possibilità è quella di sconfiggere dei mini boss di zona, in modo da far sparire ogni traccia del regno. A noi la scelta se affrontarli per semplificare il tutto o procedere spediti evitando il più possibile questi scontri pericolosi.
Il Regno degli Yokai rappresenta una delle strade percorse da Team Ninja per rendere più vario e accattivante il level design delle nuove aree di Nioh 2. Il gioco migliora notevolmente rispetto al suo predecessore e, pur restando ancorato alle meccaniche classiche del genere, che costringono ad una linearità di base impossibile da eliminare, ogni scenario è ben progettato, ricco di spunti per effettuare attacchi furtivi o a distanza.
Le meccaniche di base di cui parlo sono quelle comuni a tutti i souls-like: si parte da un punto di salvataggio, si avanza per sbloccare una scorciatoia, si guadagna accesso ad un nuovo punto di salvataggio e così sino al boss. Ogni livello, se vogliamo, si riduce a questo, ma la presenza del Regno degli Yokai ci costringe ad effettuare una variazione sul nostro percorso che risulta una gradevole aggiunta alla formula.
Anche il comparto multi player vede qualche novità, come ad esempio l’introduzione delle tombe blu – che ci permettono di evocare lo spirito di un altro giocatore per una sorta di multi player asimmetrico – e la possibilità di allearsi con un clan e contribuire al suo successo all’interno delle classifiche settimanali. Allearci con un determinato clan ci darà la possibilità di migliorare alcune statistiche in particolare (quindi, anche qui, la scelta è basata sul nostro stile di gioco) e il suo prestigio crescerà con l’aumentare della nostra gloria. Troviamo poi la possibilità di convocare un giocatore per completare un livello in modalità multi player (quindi non asimmetrico, ma in tempo reale) e la presenza di missioni online.
COMPARTO TECNICO: ANCHE L’OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE
Stacchiamoci per un attimo dall’esperienza di Nioh 2 e diamo uno sguardo al comparto tecnico del titolo. Nioh 2 permette anche ai possessori di PlayStation 4 (parlo del modello base) di scegliere se dare maggior priorità alla risoluzione o al frame rate, grazie alle tre opzioni di gioco. Si tratta di un livello di scelte che sino ad ora erano riservati ai possessori del modello Pro.
Questo significa che tutti gli utenti PS4 – a prescindere dalla console posseduta – possono scegliere se giocare in modalità Azione a 60 fps (scelta praticamente obbligata) con risoluzione abbassata (720p su PS4 e 1080p sulla Pro), a 30 fps con il massimo della risoluzione (1080p su PS4, 1800p sulla Pro) in modalità Cinema o con l’opzione Cinema con frame rate variabile, ma questa è caldamente sconsigliata in quanto l’esperienza di gioco non risulta uniforme.
Il maggior livello di dettaglio della modalità Cinema è sicuramente apprezzabile, ma – vista l’azione frenetica di Nioh 2 – vi consiglio di prediligere sempre i 60fps a discapito della risoluzione. Il comparto grafico è comunque molto curato e di alto livello anche in questa modalità.
In particolare colpisce il livello di dettaglio di ogni singolo equipaggiamento, i riflessi in tempo reale delle fiamme sulle armature, la qualità dei fondali e l’espressività dei personaggi secondari (mentre il protagonista non eccelle…). Sul fronte tecnico c’è davvero poco da dire: Nioh 2 è un ottimo titolo che vorrei vedere reinterpretato da PlayStation 5 con una modalità che permetta di godere del massimo della risoluzione e del frame rate. Un plauso a Team Ninja per essere stata in grado di garantire performance solidissime sotto quest’ultimo aspetto.
Particolarmente coinvolgenti anche tutti i temi musicali e il doppiaggio originale giapponese, i quali riescono a pieno a incrementare il livello di immersività offerto al giocatore. Segnalo infine che il gioco ha un peso di 36,36GB (versione 1.03, l’ultima disponibile).
CONCLUSIONE: LA PAZIENZA PAGA
Sono partito prevenuto nei confronti di Nioh 2 (nei confronti del genere, più che del titolo), ma questo lungo percorso di sofferenza e disperazione si è concluso in maniera inaspettatamente positiva.
Nioh 2 è senza dubbio un gioco punitivo che richiede una grossa dose di pazienza e dedizione. Per avvicinarsi a questo titolo è fondamentale avere entrambe, accettare ogni singola morte come un insegnamento che ci spingerà ad andare un po’ più in là nello scontro successivo, studiare le meccaniche e i pattern di attacco di ogni singolo boss per riuscire ad emergere trionfanti, magari anche alla centesima morte. La morte in Nioh 2 non deve spaventare: ci insegna sempre qualcosa.
La ricompensa per tutto ciò è un grande senso di soddisfazione e il titolo è maestro nel mostrarci come i nostri progressi siano tangibili e concreti, grazie a scenari di difficoltà crescente che ci mettono alla prova con sfide nuove, ricorrendo anche a minacce passate che ormai siamo in grado di superare con facilità. Ma attenzione: mai dare una vittoria per scontata.
Nioh 2 ripaga anche tutti gli appassionati della cultura e del folklore giapponese che vogliono immergersi in uno dei periodi più interessanti della storia del paese. Il gioco ci mette davanti a descrizioni dettagliatissime di personaggi storici, yokai realmente appartenenti alla mitologia giapponese, di fatti, luoghi e persino oggetti comuni nel Giappone del periodo Sengoku.
Spezzo infine una lancia in favore dell’elevato livello di difficoltà, pur essendone stato vittima in prima persona! Un titolo come Nioh 2 punta tutto sulla qualità del gameplay e sulla sfida. La trama è quasi secondaria ed è poco più che un pretesto per farci avanzare da un boss all’altro, quindi una riduzione del tasso di difficoltà – o anche solo la possibilità di selezionarne il livello – avrebbero reso il gioco poco interessante. Nioh 2 è invece ben calibrato, punitivo quanto serve, ma anche generoso nei confronti di chi riesce a capire come sfruttare al meglio ogni elemento di gameplay a suo vantaggio.
Se siete disposti a pagare questo prezzo per un’esperienza di gioco incredibilmente longeva – grazie anche ai ripetuti new game+ -, ma che non vi farà mai sconti, Nioh 2 potrebbe essere il souls-like che stavate cercando.
VOTO