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02.07.2025 In android, Nothing, Tecnologia

Recensione Nothing Headphone (1): vorremmo amarle, ma hanno un difetto

Ho passato due settimane in compagnia delle Nothing Headphone (1) , delle cuffie particolari, soprattutto per il loro design fuori dal coro. Partiamo dal prezzo: 299€, elevato soprattutto se paragonato alle più vendute o famose del settore: le Sony WH-1000XM. Le ultimissime XM6, che abbiamo recensito un mesetto fa, costano 499€, ma le precedenti XM5 ormai si trovavano a 279€ online su Amazon, nel mentre vi scrivo questa recensione. L’altro giorno ero di passaggio all’aeroporto di Monaco di Baviera ed in uno di quei negozi tech, poco convenienti, all’interno del Terminal 1, c’era proprio un cestone di WH-1000XM5 a 299€. Su Aliexpress, dalla spagna, si trovano a 220-230€.

Le Sonos o le AirPods Max, che come design magari sono più un competitor diretto di queste Headphone (1), costano sicuramente di più, ma modelli più popolari come le Sony sono un acerrimo rivale di questo nuovo esperimento di Nothing. Io in primis utilizzo sporadicamente ancora delle WH-1000XM3 acquistate nel 2019 e sfrutterò proprio tale modello per fare alcune comparazioni, soprattutto sulla cancellazione del rumore e sul suono.

Parto dal prezzo poiché molti di voi sicuramente lo prenderanno come riferimento per la valutazione generale di questo prodotto, ma l’altro lato della medaglia ci racconta anche del primo esperimento dell’azienda londinese nel mondo delle cuffie over ear.

Essere già messe a paragone con mostri sacri come le Sony, o le AirPods, o magari alcune Sennheiser, non è roba da poco! Peccato che la mia esperienza d’ascolto è stata mediocre. Anche la cancellazione dei rumori è migliorabile. Se siete all’interno del mondo di tali prodotti potreste non essere totalmente soddisfatti delle Headphone (1) dopo averle provate, se è il vostro primo acquisto potreste essere più che soddisfatti, a patto di non ascoltare alcuni generi musicali.

ATTENZIONE:

In questa recensione sono uscite fuori alcune problematiche, come dei bassi un po’ gracchianti e poco convincenti. Soltanto dopo aver testato le cuffie e aver scritto e registrato le dovute registrazioni ho scoperto che altri “colleghi” hanno avuto problematiche, come cuffie difettose o simili. Non saprei quindi dirvi se anche le problematiche da me riscontrate sono dovute a un difetto di fabbrica o meno, seppur siano arrivate immacolate. Essendo in questi giorni a Londra per scoprire la nuova lineup Nothing cercherò di testarne altre e farvi sapere. Ho finalmente messo le mani su altri modelli e vi confermo che le mie impressioni sono state corrette, il nostro modello non era quindi difettoso, seppur le segnalazioni arrivate all’azienda, sia dall’Italia che da EMEA non sono state poche. Parlerò dopo delle problematiche audio.

ESTETICA E DESIGN

Le Nothing Headphone (1) si presentano bene, anzi benissimo. Sono le cuffie più originali che io abbia mai visto, seppur questo non significhi direttamente le più belle o ben realizzate. Le parti in trasparenza sono fintissime, disegnate, è lampante. Il metallo è solido, ma le inserzioni in plastica già mostrano evidenti segni o micrograffi. I cuscinetti in similpelle sembrano ben imbottiti e robusti, ma non sono sostituibili come nelle ultime Sony o le Sonos. Quando si danneggeranno probabilmente dovrete cambiare cuffie, seppur parliamo di tanto tempo di utilizzo continuato.

Le dimensioni sono contenute: 173.8 x 78 x 189.2 mm per 329g di peso, un compromesso interessante tra solidità e portabilità. La certificazione IP52 garantisce resistenza a polvere e schizzi d’acqua, dettaglio non scontato in questa categoria.

In ogni caso alcune parti, come il collegamento in metallo tra l’archetto e i due padiglioni, sono ben fatte con inserzioni in metallo “indistruttibili”. Le XM5, ad esempio, spesso si danneggiavano in questa sezione. Come mai? Perché non si potevano richiudere e subivano tantissima pressione in quella zona. Anche le Headphone (1) non si possono richiudere, ma con questi inserti in metallo perlomeno non si danneggeranno.

Il meccanismo per allargare l’archetto, con la parte metallica che fuoriesce o va a nascondersi negli inserti in plastica protettivi, è ben fatto e “burroso”, per nulla scattoso. In questi piccoli dettagli si nota che c’è stata una ingegnerizzazione del design e dell’estetica con un occhio di riguardo alla funzionalità.

I padiglioni chiaramente possono ruotare, così da essere più comfortevoli quando abbiamo le cuffie indossate “al collo” o per essere riposte nella custodia di trasporto. Come le Sony infatti anche qui abbiamo una custodia un po’ vellutata, semi-rigida, bella a vedersi ed al tatto, ma enorme! La custodia misura 52 x 220 x 220 mm per 264g, praticamente raddoppia l’ingombro totale.

Le mie XM3 erano richiudibili e questo permetteva anche di avere una custodia compatta, piacevole da tenere nello zaino. Queste Headphone (1) hanno una custodia enorme e che spesso ho dovuto rinunciare a portare con me nello zaino, non avendo abbastanza spazio a disposizione. Forse una soluzione “a borsetta” come le AirPods Max sarebbe stato il compromesso perfetto tra estetica e funzionalità.

Inoltre la custodia di trasporto, seppur enorme, non permette di salvare l’apertura dell’archetto: ogni volta dovrete richiudere il tutto. In una giornata dove capita di tirar fuori le cuffie 5-6 volte inizia a diventare frustrante.

Piccola nota di disappunto: per una azienda che punta tantissimo sul design mi sarei aspettato un jack audio ed un cavo type-c per la ricarica dello stesso colore delle cuffie, mentre sia per quelle nero/grigie che quelle bianco/argentate ci sono cavi bianchi. Ok risparmiare in fase di produzione, ma è un piccolo dettaglio che a molti potrebbe non fare impazzire. Ecco, io prenderei il modello bianco/argento anche solo per questo aspetto, seppur reputi questo nero più elegante e meno “sporchevole”.

COMODITÀ E TASTI FISICI

Indossando queste Headphone (1) notiamo come si parla di cuffie ben studiate: si adattano praticamente ad ogni persona, gli archetti come detto prima sono flessibili e regolabili ed infine non sono cuffie pesantissime come le AirPods Max, seppur non ho trovato neanche tutta la leggerezza delle mie XM3 che però sono proprio “in plasticaccia”, dopo 6 anni a prenderle in mano mi sembrano peggiori di alcune cuffie “da Aliexpress”.

Quello che però vi farà amare le Headphone (1), o perlomeno così è stato per me, sono i controlli fisici. C’è un Roller (cilindro rotante) che permette di alzare o abbassare il volume, ma anche essere cliccato per il play/pausa. Se lo teniamo premuto passiamo dalla cancellazione dei rumori attiva alla modalità trasparenza.

C’è anche una levetta, un “Paddle” come lo chiama Nothing, che possiamo spostare in un verso o nell’altro: questo permette di andare avanti o indietro con la coda musicale e se il vostro player musicale lo supporta anche andare avanti o indietro all’interno di un brano (funzione scrub). Io con Apple Music, sia su iPhone che Android, non sono riuscito a sfruttare questa funzione.

Non finisce qui perché c’è un tasto per richiamare l’assistente vocale, sull’esterno, completamente personalizzabile tramite l’app Nothing X. Su Nothing Phone attiva la funzione Channel Hop per passare rapidamente tra app audio recenti. Sul fondo della cuffia destra troviamo lo slider per l’accensione, l’ingresso per il jack 3.5mm e la USB-C per la ricarica. L’audio via USB-C è supportato per la riproduzione Hi-Res fino a 24-bit/96kHz. Attenzione perché se ascoltiamo musica tramite la USB-C perdiamo ogni controllo tramite app, un peccato.

CANCELLAZIONE DEI RUMORI E MODALITÀ TRASPARENZA

Le Nothing Headphone (1) vantano una cancellazione dei rumori tramite il suo sistema di 6 microfoni totali (4 per l’ANC, 2 aggiuntivi). Il sistema ANC ibrido adattivo in tempo reale scansiona l’ambiente ogni 600ms e monitora le perdite tra padiglione e orecchio ogni 1875ms, promettendo fino a 42dB di riduzione (efficace fino a 2kHz).

Qui iniziano i miei dubbi, seppur ripeto che potrebbero essere causati da un modello difettoso. Parlavo con alcuni colleghi che trovavano la cancellazione decisamente migliore delle Sony, anche di più recente generazione, ma con ascolto musicale. Io invece l’ho trovata deficitaria anche rispetto alle mie XM3 con ormai tanti anni alle spalle. Quello che invece ho trovato migliore è la modalità trasparenza poiché rendeva l’ascolto molto più naturale e meno distorto/robotico delle mie XM3.

Provando modelli di colleghi, sempre per verificare che le mie non fossero difettose, ho avuto comunque la stessa sensazione. Le Nothing sono conservative nel cancellare, se le utilizzate senza ascolto musicale potrete notare come il parlato delle persone è più netto ed il suono come quello di un motore aereo è più evidente. Ho preso quattro aerei durante il test di queste cuffie quindi credo di aver avuto abbastanza tempo per metterle sotto torchio. Inoltre la cancellazione è troppo influenzata dalla posizione della testa e se premete la testa addosso tipo ad una parete dell’aereo, o del treno, rischiate di avere un fastidioso suono.

​ ASCOLTO MUSICALE: QUALCHE DUBBIO SUI BASSI

Anche per questo capitolo rimane un punto interrogativo: le Nothing Headphone (1) si fregiano di una fotonica collaborazione con KEF, non un brand a caso del mondo audio. Questa collaborazione promette un tuning ottimale e un ascolto “perfetto” senza bisogno di fare particolari equalizzazioni. I driver dinamici da 40mm con impedenza 16Ω e diaframma nichelato dovrebbero garantire una risposta in frequenza 20Hz-40kHz con certificazione Hi-Res Audio e LDAC.

Tutto dovrebbe funzionare in modo idilliaco di stock, al più si consiglia la funzione Bass Enhance o l’Head Tracking per una esperienza più immersiva con audio spaziale 3D.

Dai miei test però non ho avuto questa esperienza piacevole di stock. L’unico modo per non far gracchiare le cuffie è stato quello di trovare una equalizzazione fine che ha richiesto circa due ore per essere affinata, e una conoscenza piuttosto profonda (che neanche io avevo, grazie Perplexity AI per l’aiuto eheh). In ogni caso ho dovuto sempre lasciare la funzione Bass Boost ed il Tracking della testa disattivato poiché in quei casi l’audio gracchiava sempre sui bassi, anche con brani piuttosto comuni come un reggaeton di Bad Bunny su DtMF, un Post Malone su White Iverson ma anche un You Rock My World di Michael Jackson.

Durante i miei soliti test di auricolari e cuffie in genere metto sotto torchio i bassi con dell’hyperpop come quello dei 100 Gecs con brani come “hands crushed by a mallet” o “Pombachu” di Cake Pop & Dylan Brady, ma qui sarebbe stato accanimento terapeutico. L’ascolto di tali brani mi era possibile soltanto disattivando tutte le impostazioni terze e impostando l’equalizzazione su “VOCE” o con quella personalizzata da me, che comunque tagliava un po’ le gambe all’audio in generale, risultando infine in un volume leggermente più basso del solito.

Chiaro, parliamo delle prime cuffie di tipo headphone per Nothing, ma non mi sarei aspettato questi problemi, come il mio o quello di altri colleghi, con modelli difettosi. Spero che i modelli per la vendita siano testati più a fondo e con un controllo qualità più alto, altrimenti così rischia di essere un “campo minato”.

NOTHING HEADPHONE TEST BASSI

SONY WH-1000XM3 TEST BASSI

Confrontandomi sempre con altre persone che le hanno provate, in molti vantavano una qualità di ascolto fantastica, il che mi lasciava piuttosto dubbioso. La verità è che dipende molto dalle vostre esigenze, gusti e generi musicali che ascoltate. Per del soul, un pop generico o le canzoni da Sanremo di turno vanno benissimo, già se mettete qualche tormentone estivo con una base reggaeton rischiate di trovarvi di fronte a qualche limite.

Il consiglio che mi è stato dato è quello di abbassare l’audio intorno al 60-70%, ma trovo questa una non-soluzione, sopratutto quando delle Sony di sei/sette anni fa non hanno la minima problematica al 100%. Anche perché un brano di hyperpop anche al 50-60% continua ad avere problematiche, mentre sulle Sony anche a 100% non c’è problema.

​ AUTONOMIA E CONNETTIVITÀ AL TOP

L’autonomia delle Nothing Headphone (1) è fantastica: fino a 80 ore senza ANC e 35 ore con ANC attivo (con codec AAC). Con LDAC i numeri scendono rispettivamente a 54 e 30 ore. La ricarica rapida è impressionante: 5 minuti per 2.4 ore di ascolto con ANC o 5 ore senza ANC. La ricarica completa richiede 120 minuti con la batteria da 1040mAh.

Anche la connettività è egregia con un Bluetooth 5.3 stabile (raggio 10m), dual-device connection presente e uno switch tra un dispositivo e l’altro fluidissimo, fattore scontato ma neanche troppo. I codec supportati includono AAC, SBC e LDAC con compatibilità Google Fast Pair e Microsoft Swift Pair. Abbiamo chiaramente l’app Nothing X tramite la quale si può controllare ogni parametro con EQ a 8 bande o scaricare aggiornamenti migliorativi.

CONCLUSIONI E PREZZO

Le Nothing Headphone (1) rappresentano un debutto ambizioso nel mondo delle cuffie over-ear, con un design distintivo e caratteristiche tecniche di alto livello sulla carta. La collaborazione con KEF, l’autonomia eccezionale e i controlli fisici innovativi sono punti di forza innegabili. Tuttavia, i problemi riscontrati con i bassi e la cancellazione del rumore sollevano interrogativi. A 299€ si posizionano in una fascia competitiva dove la concorrenza è agguerrita, e dove ogni difetto viene amplificato. Speriamo che Nothing risolva questi problemi di gioventù, perché il potenziale c’è tutto.

Se siete alla ricerca del vostro primo paio di over ear e per voi il design è essenziale, questo tipo di comandi touch lo trovate piuttosto comodo o banalmente volete un qualcosa che sia anche bello come accessorio di design, queste Nothing Headphone (1) fanno al caso vostro, al netto di non ascoltare alcune tipologie di musica (o farlo con una equalizzazione manuale).

Se siete già all’interno di questo mondo audiofilo allora forse potreste rimanere delusi in partenza. Anche se viaggiate spesso la custodia ed il fatto che non siano ripiegabili potrebbe non farvele amare. Noi le terremo in test, sperando in qualche aggiornamento che migliori il comparto audio!

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