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04.06.2025 In Nvidia, Tecnologia, windows

Recensione NVIDIA GeForce RTX 5060: un’occasione d’oro per AMD

Da qualche giorno è arrivata sul mercato la scheda video gaming “base” di NVIDIA per questa generazione, la GeForce RTX 5060. È uscita nel mezzo di una controversia piuttosto spiacevole, che ha visto la società evitare di rilasciare driver pre-lancio per permettere ai recensori di testarla in anteprima. Già questo fa pensare che NVIDIA non abbia molta fiducia nel prodotto, ma poi è addirittura emerso che in realtà un driver di anteprima ce l’aveva; l’ha proposto solo ad alcune testate, peraltro vincolandolo a determinate scelte editoriali, in particolare di concentrarsi sulla multi-frame generation.

Non possiamo certo dire che si tratta del clima ideale in cui ci si vorrebbe trovare quando ci si avvicina a un nuovo prodotto, ma non possiamo nemmeno dichiararci sorpresi. È una scheda grafica da oltre 300 euro (a partire da, naturalmente, come da tradizione in questo settore) con soli 8 GB di VRAM, il che ha implicazioni pesanti sul tipo di risoluzione a cui è possibile spingersi. Il suo principale vantaggio rispetto alla precedente generazione è in ultimo la MFG, che grazie all’AI può arrivare a triplicare il framerate, e che però funziona solo in determinate circostanze e condizioni (per non parlare del fatto che gli sviluppatori la devono implementare).

Insomma, con ogni probabilità avete già capito l’antifona, ma è doveroso comunque andare per gradi e fare tutti i test, le considerazioni e le analisi di rito.

L’ARCHITETTURA BLACKWELL

Ve l’abbiamo già raccontata in molteplici occasioni, ma vale la pena fare un rapido recap. La nuova architettura non migliora granché dal punto di vista della potenza di calcolo bruta, le prestazioni raster per così dire. I core CUDA aumentano un pochino, la potenza assorbita e le frequenze operative anche, ma il processo produttivo è rimasto lo stesso delle precedenti RTX 40.

NVIDIA ha migliorato le VRAM a bordo delle schede, passando allo standard GDDR7, e poi si è concentrata su AI e Ray Tracing, con i relativi core che sono entrambi di nuova generazione. Proprio grazie ai nuovi core AI le RTX 50 offrono quella che è probabilmente la vera unica marcia in più rispetto alle precedenti generazioni, ovvero la MFG o multi-frame generation. In sostanza, per ogni fotogramma renderizzato dalla GPU l’intelligenza artificiale ne “inventa” tre. Il framerate quadruplica? Non proprio, ma può arrivare a triplicare, e questa è davvero un’aspettativa realistica.

Prima di gridare al miracolo e spolverare quel meme di Futurama, Il problema è che per tastiera, mouse e joypad Il framerate è quello della GPU. Se la base di partenza non è buona, il gioco ha un feeling scarso a prescindere dal numerino in alto o quello che dicono i benchmark. Naturalmente i giochi devono anche supportare la tecnologia, e bisogna tenere conto della possibilità che ogni tanto compaia qualche artefatto e imprecisione – si sa, l’AI non è infallibile e affidabile al 100%. Insomma, questa tecnologia può rendere stupefacente uno scenario che è già in partenza molto buono, ma fa poco per passare dallo “scarso” al “buono”, a differenza dell’upscaling che è alle fondamenta del DLSS e che con i nuovi modelli Transformer della versione 4 ha fatto ancora un enorme passo avanti qualitativo, anche se c’è qualche artefatto in più.

LA SCHEDA IN PROVA

A differenza della RTX 5060 Ti, la 5060 è disponibile solo in configurazione con 8 GB di VRAM. Come sempre, Gigabyte ha previsto diverse tipologie di dissipatori in modo tale da accontentare le esigenze più disparate. A noi la società taiwanese ha inviato la variante Aero OC, un’unità con dissipatore a tripla ventola dai colori chiari, ideale da abbinare a case bianchi diciamo, e come dice il nome overclockata di fabbrica, di circa 100 MHz.

La scheda è piuttosto leggera, lunga circa 281 mm e spessa due slot PCI. L’alimentazione avviene tramite connettore PCI tradizionale a 8 pin, niente 12v-2×6 o HPWR che dir si voglia. Anche se si tratta di una scheda di fascia bassa, Gigabyte non ne ha trascurato l’estetica, impreziosita dal logo Aero illuminato RGB, personalizzabile tramite il solito Gigabyte Control Center (GCC).

A livello di prestazioni la società prevede il supporto a doppio BIOS; il sistema di dissipazione è il solito ottimo WINDFORCE con le ventole “hawk” dentellate, che sono generalmente molto silenziose e anche quando sono al 100% hanno un suono piuttosto corposo, non troppo sibilante – intendiamoci, è fastidioso a lungo andare, ma fortunatamente meno di quanto potrebbe. Il vantaggio è che tanto questo scenario si verificherà molto raramente, visto che il dissipatore riesce a mantenere la scheda a temperature piuttosto basse anche nelle condizioni più impegnative.

Scheda tecnica

  • Architettura: Blackwell
  • GPU: GB206-250 con die da 181 mm2
  • VRAM: 8 GB di memoria GDDR7 su bus a 128 bit
  • CUDA Core: 3.840
  • Tensor Core: 5a generazione
  • RT Core: 4a generazione
  • Clock base: 2,28 GHz
  • Clock boost: 2,5 GHz (modello specifico Gigabyte: 2,6 GHz)
  • Consumi: TGP 145 W (1 connettore ausiliario da 8 pin)
  • Connettività: 3x DisplayPort 2.1b, 1x HDMI 2.1b
  • Slot: PCIe 5.0 x8
  • Output video: 4K 480 Hz, 8K 120 Hz, 8K 165 Hz con DSC
  • Raffreddamento: Dissipatore ad aria Windforce a tre ventole (modello specifico Gigabyte)
  • Disponibilità: 19 maggio
  • Prezzo consigliato: da 329 euro (MSRP generico di NVIDIA per le RTX 5060)

PIATTAFORMA DI TEST

Il sistema è sempre quello: ruota attorno a una piattaforma hardware composta da AMD Ryzen 9800X3D, scheda madre ASUS X870E e RAM Kingston Fury Beast da 6.000 MT/s e CL40. Come già dicevamo la scorsa volta non sono esattamente la scelta ideale per una build vera e propria, ma più che adeguate per una piattaforma di test in cui prima di tutto è importante avere condizioni omogenee per rilevare le differenze prestazionali tra una scheda e l’altra. Di seguito l’elenco completo dei componenti e dei software usati per i benchmark.

Hardware

  • Sistema Operativo: Windows 11 Pro
  • Scheda madre: Asus ProArt X870E-Creator
  • Processore: AMD Ryzen 7 9800X3D
  • Dissipatore CPU: Asus Ryujin III 360
  • Memorie: Kingston FURY Beast DDR5 – 32 GB (2×16) / 6000 MHz / CL40
  • Storage SSD: Samsung 990 EVO Plus PCIe 5.0/4.0 2TB / WD Black SN850 PCIe 4.0 1 TB
  • Alimentatore: Corsair RM1000e

Software

  • Test 3D sintetici e giochi:
    • 3DMark Fire Strike Ultra
    • 3DMark Time Spy e Time Spy Extreme
    • Horizon Zero Dawn
    • Shadow of The Tomb Rider
    • Metro Exodus Enhanced Edition
    • Assassin’s Creed Valhalla
    • Watch Dogs: Legion
    • Far Cry 6
    • Red Dead Redemption 2
    • Cyberpunk 2077
    • Black Myth: Wukong
    • Cyberpunk 2077
  • Benchmark sintetici, tool e stress test:
    • FurMark
    • Geekbench 5
    • Geekbench AI
    • Indigo Benchmark
    • V-Ray
    • MSI Afterburner
    • MSI Kombustor
  • Driver scheda video: 576.52 Game Ready. Sono i primi rilasciati a supportare questa scheda, e sono usciti il giorno stesso del lancio delle RTX 5060 sul mercato, il 19 maggio.

CONSUMI, TEMPERATURE E OVERCLOCK

Il sistema è montato su una sorta di test bench ricavato da un vecchio case che possiamo a tutti gli effetti definire aperto, e i test sono stati condotti in una stanza con temperatura tra i 19 e i 20°C. La scheda si è comportata molto bene dal punto di vista termico, ed era abbastanza facile da prevedere grazie al dissipatore a tre slot. Anche negli stress test più impegnativi si è attestata sui 63°C e non si è mai schiodata da lì.

In tutto questo le ventole rimangono molto sottomesse: quando si gioca girano piano e, fasi di compilazione degli shader a parte, è molto raro che si “intromettano” nell’esperienza di fruizione quando l’audio del gioco è a volumi normali. I consumi sono in linea con quanto dichiarato dal produttore: 150 W negli stress test con scheda sempre al 100%, che durante una partita di mezz’ora si attestano sui 123 W.

La scheda ha dimostrato di saper andare anche ben oltre i suoi limiti: siamo riusciti a overclockarla in modo stabile ben 500 MHz al di sopra delle specifiche di fabbrica, con valori di picco rilevati da MSI Afterburner di addirittura 3.262 MHz, per consumi che si sono spinti vicino ai 160 W – quasi territorio della Ti, potremmo dire. Chiaramente valgono i soliti moniti: ogni sample è diverso, esistono margini di tolleranza e via dicendo. Ma da questo punto di vista ci possiamo ritenere piuttosto soddisfatti.

I guadagni prestazionali in-game non sono nemmeno trascurabili: i benchmark in Cyberpunk e Wukong ci hanno permesso di spremere circa il 10% di frame al secondo in più, addirittura quasi il 20% nel caso di Red Dead Redemption 2 (unico test eseguito in 1440p, gli altri due in FHD). Non male considerando che il rovescio della proverbiale medaglia è pressoché inesistente – le temperature rimangono più o meno quelle, forse si sale di 1°C e le ventole si fanno sentire un pochino di più.

PRESTAZIONI

L’abbiamo già anticipato a inizio recensione e non c’è molto da aggiungere: questa 5060 tende a piazzarsi tra la vecchia 4060 e la 4060 Ti. Ogni tanto, in qualche test o gioco sporadico, riesce a sorpassare la Ti di precedente generazione, in particolare per esempio Cyberpunk, ma più o meno siamo in linea con le previsioni ufficiali di NVIDIA, che dice intorno al +15% rispetto al modello direttamente predecessore, +20% nei casi migliori. Potete consultare nel dettaglio i grafici, ma appunto: sono semplicemente una dimostrazione di quanto previsto, ipotizzato e ampiamente atteso. Da segnalare di particolare solo lo strano caso di GPUPI: uno dei due test risulta inspiegabilmente lento, molto più di quanto totalizza anche solo una RTX 4060. Inspiegabile. Forse un qualche bug del driver?

Certo, come tutte le RTX 50, anche la 5060 ha dalla sua il grande vantaggio che è, in determinati scenari, la MFG o Multi-Frame Generation – in altre parole, fotogrammi renderizzati dall’intelligenza artificiale invece che dalla GPU vera e propria. In determinati scenari, la tecnologia può migliorare drasticamente l’esperienza di fruizione di un gioco e, in combinazione con l’upscaling di nuova generazione del DLSS 4, rendere perfettamente fluidi giochi che prima sarebbero stati inaccessibili.

Ma, appunto: in determinati scenari. Valgono i soliti moniti che abbiamo ripetuto un po’ in tutte le recensioni di RTX 50 e in apertura: il gioco deve tanto per cominciare supportarla; il framerate di base (frame gen completamente disattiva, bene l’upscaling) dev’essere decente, altrimenti inizia a dare fastidio l’input lag; e possono esserci imprecisioni e artefatti, soprattutto nelle fasi più concitate e nei titoli più frenetici. Nel gaming single player è a nostro avviso da abilitare senza remore, quando si gioca online, soprattutto competitivo, è meglio fare un po’ più attenzione.

Il grosso limite di questa scheda rimane la VRAM. Sarà anche vero che, come ha detto AMD in questi giorni, la maggior parte dei giocatori usa ancora monitor FHD 1080p e quindi 8 GB sono più che sufficienti, però d’altra parte i giochi stanno diventando sempre più esosi in termini di memoria e più in generale risorse, e non è difficile immaginare uno scenario non troppo lontano in cui questo quantitativo inizierà a stare stretto anche a risoluzioni più basse.

Detto questo, come potete vedere dai benchmark, è possibile avventurarsi anche nel territorio del QHD 1440p, senza troppe pretese a livello di preset e soprattutto facendosi aiutare dal DLSS. Il 4K, però, rimane sostanzialmente off limits – lì sì, che si possono verificare cali drastici di prestazioni o addirittura crash se la VRAM richiesta supera quella a disposizione.

CONCLUSIONI

329€… A partire da. È davvero difficile giustificarli per una scheda entry level con solo 8 GB di VRAM, ancora prevalentemente pensata per il gaming in 1080p. È una filastrocca che abbiamo ripetuto alla nausea nell’ultimo periodo – il mercato è quello che è, la concorrenza è poca, i dazi, le fabbriche TSMC sature, la corsa all’AI, tutto perfettamente valido, ma è al tempo stesso piuttosto frustrante per chi vuole realizzare un sistema per giocare a prezzi ragionevoli. Anche perché, chissà se si troveranno almeno ai prezzi ufficiali, queste benedette schede. Già quelli sono decisamente alti, pensare di spendere 50-100 euro in più è follia. Io ero lì, Gandalf, quando con quei soldi ci compravi una scheda di fascia xx70 (GTX 1070 sei mesi dopo il lancio: 420€ su Amazon)

Non c’è dubbio che ci sia un mercato per questa scheda, ma con ogni probabilità non è il nostro. Il consiglio è cercare di far saltare fuori il budget almeno per una 5060 Ti da 16 GB, magari facendo qualche sacrificio sul resto dei componenti.

Sempre che si voglia rimanere in casa NVIDIA, certo. E le ragioni ci sono, sia chiaro. L’algoritmo di upscaling del DLSS 4 ha ancora una marcia in più, e la MFG, quando funziona, nei giusti contesti (single player “da divano” in primis) e alle condizioni ideali di cui abbiamo parlato nel corso della recensione, è una tecnologia sorprendente, e non è impossibile immaginare che, come è successo proprio per l’upscaling, in un futuro non troppo lontano diventerà una tecnologia perfettamente matura e senza controindicazioni. Ma al giorno d’oggi non è così.

In alternativa può valere la pena aspettare e vedere che combina AMD. Sulla carta, la Radeon RX 9060 XT è posizionata benissimo per dare battaglia alla RTX 5060. Ricordiamo che, negli USA, la 8 GB costa esattamente come la 5060, e la 16 GB costa appena 50 dollari in più. Il tutto per prestazioni che, a detta del produttore, sono superiori addirittura alla 5060 Ti, di circa il 15%. Il problema di AMD è che è ancora indietro come hardware AI e RT, e soprattutto che con le 9070 non è stata in grado di soddisfare la domanda con un’offerta adeguata, mentre NVIDIA è riuscita pian piano a migliorare le cose. Il risultato è che le schede AMD costano molto più del prezzo di listino suggerito rispetto alle controparti RTX 50.

MSI GeForce RTX 5060 8G SHADOW 2X OC Scheda Video – Core 3840, Memoria 8GB GDDR7, Risoluzione massima (7680 x 4320), Connettori di alimentazione 8-pin x1, Velocità Memory Clock (MHz) 28 Gbps

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329,00 €

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