Sono ormai passati alcuni mesi dal lancio dei Copilot Plus PC con chip Qualcomm Snapdragon X Plus ed Elite, probabilmente la prima vera offensiva ARM credibile al dominio di x86 nell’ecosistema Windows. Ci pare un buon momento per tornarci sopra e fare il punto della situazione con una recensione sul medio termine della proposta di Samsung, il Galaxy Book4 Edge. Lo stiamo usando quotidianamente quasi dal day one.
Rispetto a quanto abbiamo visto in fase di lancio, con l’ASUS VivoBook S15, oggi abbiamo una piattaforma un po’ più rifinita, ma i pur innegabili miglioramenti arrivati nel frattempo non eliminano – e a ben vedere nemmeno riducono troppo – i limiti intrinseci rispetto a x86. E cominciamo ad avere la percezione di accoglienza tiepida anche da parte del mercato – soprattutto considerando che AMD con Strix Point (recensione) e soprattutto Intel con gli imminenti Core Ultra 200V sembrano pronte a rispondere a tono a Qualcomm. Ma andiamo con ordine e vediamo tutto quanto.
SOMMARIO
SCHEDA TECNICA
- Display: 16” touch, 16:10 AMOLED 3K (2880×1800), 500 nit (HDR), refresh variabile fino a 120 Hz, copertura spazio colore DCI-P3 120%
- SoC: Qualcomm Snapdragon X Elite X1E-80-100
- CPU: 12 core Oryon, frequenza operativa 3,4 GHz/4 GHz boost
- GPU: Qualcomm Adreno da 3,6 TFLOPs
- NPU: 45 TOPs
- Memoria:
- RAM: 16 GB, LPDDR5X, non espandibile
- Archiviazione: 512 GB, non espandibile (eUFS)
- Input:
- Tastiera: tasti a isola, retroilluminazione bianca con tre livelli di intensità, tastierino numerico laterale
- Trackpad: Microsoft Precision, 153 x 109 mm, multi-touch
- Connettività: Wi-Fi 7, Bluetooth 5.4
- Porte: 2x USB-C 4.0 (no Thunderbolt), 1x HDMI 2.1, 1x USB-A 3.2, 1x lettore microSD, jack da 3,5 mm combo cuffie/microfono
- Multimedia:
- 2 woofer da 5 W + 2 tweeter da 2 W, certificazione Dolby Atmos
- doppio microfono
- webcam da 2 MP
- Sicurezza/privacy: TPM, scanner di impronte nel pulsante di accensione/spegnimento, riconoscimento facciale Windows Hello, disabilitazione webcam e microfoni tramite combinazione di tasti
- Batteria: 61,8 Wh
- Caricatore: USB-C, 65 W
- Dimensioni: 355,4 x 250,4 x 12,3 mm
- Peso: 1,55 kg
ERGONOMIA E MATERIALI
Samsung ha realizzato davvero un gran bel portatile: e soprattutto è, appunto, portatile. 1,55 kg non sono pochi a livelli assoluti, si fanno sentire in mano, ma poi ti rendi conto che stai maneggiando un 16” – tutto in metallo, per giunta. Samsung ha saputo ottimizzare molto bene anche le cornici del display; quella inferiore è come da prassi più spessa, ma non in modo esagerato. Molto carina anche la finitura: a una prima occhiata può sembrare il “solito” grigio chiaro/argento, ma c’è una tendenza al blu/azzurro appena accennata che crea dei riflessi piuttosto particolari.
Il laptop è ragionevolmente sottile e affusolato; la qualità costruttiva è eccelsa – non si sente uno scricchiolio che sia uno e la resistenza torsionale del coperchio è molto elevata. La tastiera ha dei tasti comodi, e anche se la corsa non è elevata mi sono trovato benissimo a scrivere. Il feeling, senza girarci molto attorno, è del tutto analogo a quello che si trova sui portatili Apple – con il valore aggiunto del tastierino numerico laterale.
Il trackpad è invece un po’ meno riuscito. È troppo grosso, e spesso è d’impiccio durante la digitazione, inoltre ogni tanto si “pianta” inspiegabilmente e non muove più il puntatore. Il fatto curioso è che quando il computer finisce in questo stato le gesture multi-touch, come quella per lo scrolling e il passaggio da un desktop virtuale all’altro, continuano a funzionare. L’impasse dura di solito non più di qualche secondo e non capita troppo spesso, ma è piuttosto frustrante.
DISPLAY E MULTIMEDIA
Il display è probabilmente il migliore che si possa trovare a oggi su un laptop, soprattutto in questa fascia di prezzo. È un OLED di ultimissima generazione con risoluzione elevatissima, refresh di 120 Hz e colori estremamente brillanti, che si apprezzano anche in virtù dei neri che sono assoluti come da tradizione per gli OLED. Gli angoli di visione sono più che generosi e la luminosità più che adeguata anche all’aperto, grazie a un trattamento antiriflesso piuttosto efficace (il display è lucido, comunque). Un’esperienza d’uso praticamente perfetta, a cui è davvero molto difficile fare appunti.
L’esperienza audio è… variabile. Gli speaker sono buoni per la categoria, soprattutto quando si tratta della riproduzione di dialoghi e parlato. Hanno un ottimo volume e garantiscono una notevole sensazione di apertura della scena sonora, ma troppo sensibili alla superficie e agli oggetti nelle immediate vicinanze. I laptop con gli speaker rivolti verso l’alto, come per esempio i MacBook Pro, restituiscono un’esperienza più consistente; ma, come sempre, è una questione di compromessi – un layout del genere preclude l’implementazione del tastierino numerico laterale, per esempio. Webcam e microfoni sono senza infamia e senza lode – fanno il loro lavoro, comunque.
LO STATO DI WINDOWS ARM
Nel corso di questi quattro mesi Microsoft, Qualcomm e i produttori hanno apportato diverse migliorie alla piattaforma; in altre parole, è stato un periodo piuttosto ricco di aggiornamenti e patch su Windows Update per i Copilot Plus PC. I contrattempi non erano tantissimi nemmeno al day one, ma con un uso continuativo e regolare della piattaforma possiamo dire che si ha una percezione di maggior rifinitura. La sensazione è che si sia molto lavorato a livello driver per spremere il massimo dalla combinazione di hardware e software; nel caso specifico di questo Galaxy Book4 Edge è migliorata molto soprattutto l’autonomia, ma ne parleremo meglio nel capitolo dedicato.
Tuttavia, le limitazioni macroscopiche della piattaforma rimangono, prima fra tutte l’emulazione dei software x86/64. Molti giochi continuano a non funzionare e svariate app non sono compatibili – e probabilmente non lo saranno mai. Il nocciolo del problema sono i driver custom o virtuali, che non possono essere emulati: intere categorie di app, come le VPN o i giochi con tecnologie anti-cheat, sono quindi automaticamente escluse. E anche quando l’emulazione funziona, prima o poi capita qualcosa che ti fa rendere conto che non è proprio la stessa esperienza di un software nativo – qualche impuntamento, o rallentamento, o freeze, o crash, o incremento di temperatura (con conseguente attivazione delle ventole) di troppo. Le app native girano generalmente molto bene, ma nelle fasi più concitate, specialmente se si parla di multitasking molto spinto, è facile che la macchina inizi ad arrancare ai danni di reattività e fluidità. Nell’ultimo periodo è anche doveroso segnalare un peggioramento di Chrome, che sembra impuntarsi per un paio di minuti la prima volta che si aprono video in streaming. Può essere un problema solo di questa macchina specifica o un bug temporaneo, naturalmente.
È vero che i Copilot Plus PC non sono macchine ottimizzate per il gaming, ma quando si spendono intorno ai 1.500€ per un computer, soprattutto Windows, essere in grado di fare una partitella occasionale senza troppe complicazioni è un’aspettativa anche ragionevole. In questi mesi abbiamo osservato alcuni miglioramenti tangibili: Cyberpunk 2077, il nostro riferimento proprio perché inizialmente piuttosto problematico, è diventato sia più stabile sia più fluido, e si riesce a giochicchiare piuttosto decentemente, anche se a dettagli minimi, a 30 FPS e senza ray tracing. Control, che invece è stato usato un po’ come un esempio di eccellenza da Qualcomm e Microsoft, è diventato piuttosto ben giocabile: realistico aspettarsi di mantenere i 60 FPS relativamente stabili – qualche frame drop c’è, ma non tale in gravità e frequenza da rendere il titolo ingiocabile.
Ma troppi giochi, di qualsiasi fascia ed epoca, continuano a rifiutarsi di funzionare. Con i computer Intel o AMD non si prospetta mai il dubbio della compatibilità – non devi consultare un sito apposito per assicurarti di essere in grado di sfruttare la tua libreria di giochi. È chiaro che si tratta di una slide di parte, ma Intel durante la presentazione dei suoi chip Lunar Lake ha centrato perfettamente il punto:
Il dilemma dell’ecosistema Windows di cui parlavamo nella recensione dell’ASUS VivoBook S15 rimane, insomma. Quando Apple è passata ad ARM era chiaro fin da subito che x86 sarebbe sparita definitivamente dai suoi Mac. Gli sviluppatori o si adattano o restano indietro. Microsoft vuole invece portare avanti il supporto a entrambe le architetture, e continuiamo a vedere estremamente difficile che si raggiunga una massa critica di migrazione alla strada nuova, che peraltro non è chissà quanti anni luce migliore, se rimane disponibile quella vecchia – che ha una retrocompatibilità infinitamente superiore.
Sempre rimanendo in tema software, è giusto spendere qualche parola sull’ampia collezione di strumenti, app ed esperienze proprietari Samsung, racchiusi in una sorta di “hub centrale” con collegamenti, riferimenti e sistema di ricerca. Possiamo dire che si tratta di una delle suite software proprietarie più ricche che si trovano su un laptop oggi. Tuttavia, il confine tra bloatware e utility può essere molto sfocato, e varia da una persona all’altra. Con un’offerta così aggressiva, peraltro con svariati doppioni rispetto al default Microsoft e con altri software che funzionano solo se si possiede uno smartphone Galaxy, Samsung rischia di far pendere il giudizio dell’utente dalla parte sbagliata.
Dal punto di vista dell’AI non c’è molto da aggiungere a quanto abbiamo detto qualche mese fa: non abbiamo riscontrato grandi passi avanti dal punto di vista qualitativo. Se non altro ora il chatbot Gen AI Copilot è disponibile regolarmente senza bisogno di trucchi ed escamotage.
PRESTAZIONI
La macchina in prova è equipaggiata con la versione “intermedia” dello Snapdragon X Elite, codice X1E-80-100. L’ASUS che avevamo testato qualche mese fa era l’entry level X1E-78-100, più in alto c’è X1E-84-100 (esiste anche un X1E-00-1DE, ma non si è mai visto).Rispetto al “78” visto sull’ASUS, la grossa differenza dell’80 è la capacità per la CPU di salire in boost a 4 GHz, mentre l’altro rimane fermo a 3,4 GHz. La GPU è identica: una Adreno da 3,8 TFLOPs teorici. A oggi trovare laptop con “l’’84” è piuttosto difficile: proprio il Galaxy Book4 Edge è uno dei pochi confermati. Ha una GPU più potente e sale fino a 4,2 GHz in boost.
Il boost di 4 GHz permette al portatile di ottenere punteggi più elevati nei benchmark, soprattutto in single-core, anche se non di tantissimo. Sembra piuttosto chiaro che Samsung abbia preferito favorire sottigliezza e leggerezza invece di ottimizzare al massimo le prestazioni – che è anche condivisibile, volendo, su macchine di questa classe. In concreto, su CineBench 2024 abbiamo un +13% circa rispetto al 78 in single-core, ma in multi si raggiungono più o meno gli stessi valori, se non leggermente inferiori, visti nella recensione dell’ASUS.
Anche per quanto riguarda la grafica, le differenze con il “78” sono pressoché inesistenti: era da prevedere, perché la GPU è esattamente la stessa e la CPU è appena un pochino più performante. Nel complesso valgono le considerazioni fatte sopra – questa non è la piattaforma ideale per il gaming, ma con dettagli al minimo e risoluzione FHD 1080p è realistico aspettarsi di raggiungere i 60 FPS in diversi giochi anche recenti, come Control.
È anche interessante comparare i vari risultati in base al piano di alimentazione e risparmio energetico, come potete vedere nella tabella qui sopra. Notiamo che tra bilanciato e massima potenza cambia relativamente poco – uno scarto di circa il 10%, mentre il punteggio crolla fino a quasi dimezzare quando si usa il risparmio energetico. La fonte di alimentazione non sembra avere influenza, almeno con la modalità a massime prestazioni. Nel grafico qui sotto possiamo osservare più da vicino anche le differenze di frequenze operative e temperature durante uno dei test più pesanti per il processore, il render di Cinebench in multi-core.
Le temperature rimangono sempre ben sotto controllo: la scocca raramente ha raggiunto temperature fastidiose – forse quando già fa caldissimo non è una buona idea lanciare un render e tenere il portatile sulle gambe, ma nell’operatività normale rimane sempre accettabile. Anche col piano bilanciato le ventole intervengono molto sporadicamente. Per quanto riguarda il chip vero e proprio, durante lo stress test del render in multi-core su Cinebench, non si superano quasi mai i 70°C.
Nella vita reale, tutto questo si traduce in un sistema generalmente molto fluido e piacevole da usare, almeno in caso di carichi di lavoro relativamente leggeri ma che possono diventare impegnativi. Il chiaro riferimento è un lavoro di redazione, dove lo strumento principale è il browser Web, anche se viene usato in modo intensivo, tra streaming video, conferenze, riunioni, decine e decine di schede aperte senza risparmio energetico, siti dinamici, ritocco ed eventuale elaborazione di file immagine di grandi dimensioni, qualche piccola operazione sui video e così via.
In questo scenario, ha perfettamente senso mantenere attivo il piano più parsimonioso, che peraltro rende il laptop quasi fanless: non si notano differenze o rallentamenti significativi. Naturalmente quando serve più potenza, per esempio rendering video o montaggio più complesso, è meglio cambiare marcia e usare le massime prestazioni – o anche il piano bilanciato, specialmente se si vuole mantenere un certo silenzio operativo.
AUTONOMIA
Nell’ultimo periodo il portatile è migliorato molto da questo punto di vista, ma secondo i nostri test non è necessariamente miracoloso. È realistico aspettarsi di raggiungere agilmente il traguardo delle otto ore di schermo acceso con luminosità intorno al 75%, senza mai andare in standby o in idle, almeno con il piano a massima efficienza energetica. Da notare che per default sui laptop Snapdragon X Windows attiva il risparmio energetico al 30% di carica residua, non al 20% come al solito.
Con il profilo bilanciato, sempre luminosità al 75%, alle otto ore ci siamo arrivati relativamente vicino: intorno alle 7 e 20. Usando le massime prestazioni ci si ferma intorno alle 6 e 30. Interessante osservare che in standby la macchina consuma praticamente niente: si perde forse un 1% in una “pausa pranzo” da 3 ore e mezza. Usando le massime prestazioni, si perde invece circa un punto percentuale l’ora. Il risveglio è inoltre praticamente istantaneo, proprio come avviene su smartphone e tablet.
Il Galaxy Book4 Edge non ha una batteria di per sé estremamente capiente: con i suoi quasi 62 Wh è tra l’altro meno capiente delle dirette controparti x86, che sono equipaggiate con delle 76 Wh. La sensazione è che Samsung abbia cercato, di nuovo, di massimizzare ingombri e peso pur garantendo un’autonomia che è sì buona, ma non da record. Detto questo, è facile fare un po’ di proporzioni e immaginare che con questa piattaforma e una batteria da 99 Wh, il massimo teorico per un laptop (anche per via delle limitazioni negli aerei), è possibile completare una giornata lavorativa normale costantemente a schermo acceso senza mai entrare in risparmio energetico.
CONCLUSIONI
In ultimo, consigliare un portatile Windows ARM rimane un’impresa piuttosto ardua – soprattutto perché ormai stanno arrivando sul mercato i laptop con i chip Intel Core Ultra di seconda generazione che, sulla carta, rappresentano un bel balzo in avanti rispetto a quanto visto con i Core Ultra 100 – nodo TSMC a 3 nm e architettura a chiplet molto più avanzata, per non parlare della memoria direttamente integrata nel die. Ma anche tralasciando quelli, che per adesso sono ancora un’ipotesi tutta da verificare, rimanendo in casa Galaxy Book4 le varianti Intel rimangono un investimento più sicuro, specialmente se si cerca un computer che possa rimanere valido e rilevante ancora per qualche anno.
In generale la nostra sensazione è che la ricezione dei sistemi Snapdragon X sia stata tiepida, nella migliore delle ipotesi. Semplicemente, non ci sono ragioni sufficientemente forti per abbandonare x86. E crediamo che produttori e distributori se ne siano già accorti – a distanza di pochi mesi dall’uscita, è già molto facile imbattersi in sconti davvero sostanziosi per questo tipo di portatili. Sconti che, tanto per dire, non si trovano per un MacBook neanche a due o tre anni dall’uscita.
Detto questo, se conoscete bene i limiti della piattaforma Windows ARM e siete certi che non li supererete mai, c’è molto da apprezzare in questo Galaxy Book4 Edge – display in primissima linea, ma anche (finalmente) temperatura, qualità costruttiva, ingombri e silenziosità. Anche perché, come dicevamo, è facile trovare delle offerte decisamente succulente: la configurazione che abbiamo recensito costa di listino 1.799,99€, ma l’abbiamo già avvistata a 300€ meno; la variante da 14” e 1.699,99€ di listino addirittura a 600€ meno.