Surface Pro X è stato annunciato qualche mese fa durante il Microsoft Surface Event 2019 e, sebbene sarà importante valutare la risposta del mercato a questa nuova categoria,, è stato un chiaro segnale di cambiamento. Un messaggio diretto ai partner che realizzano processori come Intel e AMD, ormai certi di avere anche sui notebook un nuovo concorrente del calibro di Qualcomm con i suoi potenti SoC e connettività mobile.
Non è la prima volta che si fonde il mondo ARM con quello di Windows, noi stessi abbiamo già provato direttamente qualche soluzione come il Lenovo C630, ma se a prendere questa strada è Microsoft tutto cambia.
COSTRUZIONE E DISPLAY DI ALTA QUALITÀ
Come da tradizione Microsoft il Surface Pro X ha una costruzione impeccabile, un corpo interamente in alluminio robusto e resistente. La kickstand posteriore consente di inclinare tantissimo il portatile e renderlo quindi più confortevole durante la scrittura tramite la Surface Pen. Lo spessore di soli 7mm lo rende più sottile rispetto al Pro 7 recensito lo scorso mese, design possibile grazie all’utilizzo di un SoC ARM a basso impatto energetico (e termico) che non richiede particolari sistemi di dissipazione come vistose heatpipe o griglie di areazione.
Il peso rimane invariato (774 grammi solo parte tablet) ma la struttura è leggermente più ampia, così da implementare un display da 13 pollici. Esattamente come la controparte Intel, il pannello è di altissima qualità e vanta una risoluzione di 2880 x 1920p con proporzioni 3:2, naturalmente touch e protetto da un vetro lucido. Questo ovviamente crea dei riflessi, ma grazie all’elevata luminosità massima di 450 nits si riesce a utilizzare anche in ambienti dove abbiamo condizioni di luce difficili.
Il design così spinto ha costretto Microsoft all’eliminazione delle porte USB Type A in favore delle due nuove Type-C, più piccole e anche più funzionali. Nonostante sia possibile ricariche il terminale attraverso una di queste porte, è stato mantenuto il connettore proprietario Surface Connect Port. Sebbene l’attacco magnetico sia comodo, trovo la scelta forzata e legata ad un’era ormai conclusa, il vantaggio di poter avere un unico connettore che vada bene per smartphone e tablet/notebook è quella vincente e molti dei principali produttori si sono adattati.
Trovo poi inammissibile l’eliminazione del jack audio 3.5 mm, se per gli smartphone è chiara la scelta di puntare su accessori terzi come le cuffie wireless, su tale piattaforma sembra forzata e di certo limitante. A completare la dotazione la webcam frontale da 5MP, che scatta e filma ad alta risoluzione (1080p) e da accesso al dispositivo sfruttando il riconoscimento del volto e Windows Hello.
NUOVI ACCESSORI, SUPER MAGNETI PER LA PENNA
Guardando il Surface Pro X immagino l’idea che Microsoft voglia dare all’intera line up, volta alla mobilità e aperta ad un utilizzo vario e propria di questa famiglia, con il vantaggio di linee più estreme e sottili, oltre ad accessori che creano un vero valore aggiunto come la Surface Pen e tastiera che vedete in questa prova.
La penna cambia aspetto e acquista una forma più schiacciata, ricorda una tipica matita da carpentiere con i lati piatti per evitare che rotoli via. La tecnologia utilizzata è la stessa delle precedenti versioni, difatti è utilizzabile anche sui Pro 5, 6 e 7, cambiano però le modalità di ricarica grazie ad una basetta integrata nella nuova tastiera che agisce in wireless.
Oltre alle funzionalità vere e proprie, ho apprezzato i piccoli dettagli che Microsoft ha curato come ad esempio la particolare implementazione di magneti nella base di ricarica: in qualsiasi modo si inserisca la penna nella tastiera, infatti, questa viene ruotata magneticamente e posta nella posizione più corretta. Una soluzione molto semplice ma d’impatto
Oltre all’incavo per conservare la penna, la nuova tastiera è simile a quella del Pro 7. È interamente rivestita in alcantara, i tasti sono ben spaziati, retroilluminata a più livelli e con un touchpad sfrutta i driver precision per un puntamento fluido corretto.
COSA CAMBIA CON UN PROCESSORE ARM?
Qualcomm ha realizzato insieme a Microsoft il SoC utilizzato nel Pro X. Da questa collaborazione è nato l’SQ1, un chip con CPU octa-core e GPU integrata Adreno 685, capace di gestire 8 o 16 GB di memoria RAM e memoria d’archiviazione nei tagli da 128 o 256 GB. La buona notizia è che possono essere cambiate separatamente, c’è infatti uno slot posteriore che da accesso allo slot dove trova posto una NVME di buona qualità, sia nelle velocità di lettura che in scrittura.
Benchmark memoria SSD NVME 256 GB
Lo sviluppo di Windows 10 per questa piattaforma hardware va avanti da un paio d’anni ma solo con questo portatile sono riuscito ad avere un’esperienza (quasi) soddisfacente. Approfittando dell’uscita del nuovo browser Edge ho voluto testare due programmi molto simili e realizzati con la medesima base (Chromium). Ho messo quindi a confronto Edge, compatibile con l’architettura ARM, con Google Chrome installato in emulazione x86. Il browser di Microsoft è risultato essere il più reattivo ed evidenziato zero rallentamenti, un minore impatto su CPU e sulla memoria RAM.
In queste settimane di utilizzo ho installato anche Adobe Photoshop, tecnicamente compatibile ma poco reattivo, perché in realtà di tratta di una semplice emulazione x86. Il programma risulta davvero difficile da utilizzare anche nelle operazioni più comuni di zoom e spostamento dell’immagine. Differentemente da quanto avessi immaginato inizialmente, il problema non è legato alla potenza pura dell’hardware, anche perché durante l’utilizzo delle funzioni più esigenti non ho mai visto lavorare la CPU oltre il 6%. Una criticità, quella dei software, che abbiamo evidenziato anche in altre occasioni e che non potrà risolversi facilmente a meno di un impegno serio delle principali softwarehouse.
La batteria integrata da 32 Wh riesce a coprire fino a 7/8 ore d’uso quando si sfruttano prevalentemente programmi con emulazione x86, dunque in linea con quanto offerto dai migliori portatili/ultrabook con CPU Intel di decima generazione. La marcia in più si ha quando si utilizzano programmi ideati per l’architettura nativa come il pacchetto Office, Edge e altri applicati presenti nel Microsoft store, in quel caso la durata sale fino alle 10 ore.
Interni Surface Pro X – FONTE: iFixit.com
MODEM LTE PER L’UTILIZZO IN MOBILITA’
L’ultima particolarità del Pro X risiede nel fatto che, grazie al modem LTE Qualcomm Snapdragon X24 integrato (lo stesso che si trova nel chip Snapdragon 855), si possono utilizzare facilmente SIM Card per la connessione dati. L’ho testato con una comune SIM Vodafone che uso tutti i giorni anche per le chiamate e si è comportato benissimo; ottima recezione del segnale e veloce nella navigazione web.
Grazie al SoC Qualcomm è inoltre possibile ricevere le notifiche di mail e app di messaggistica anche quando il portatile si trova in standby senza consumare batteria. Si possono inoltre registrare le nuove eSIM tramite QR Code e camera frontale.
CONCLUSIONI E PREZZI
Il Surface Pro X lo immagino come il 2-in-1 del futuro, un futuro che si concretizzerà forse nel corso dei prossimi 2/3 anni, quando gli sviluppatori spingeranno ancor di più sui programmi compatibili con la nuova architettura ARM. Microsoft si è dimostrata coraggiosa e ha voluto anticipare i tempi presentando un prodotto bello, che vale anche dal punto di vista hardware ma paga pegno a causa di un ecosistema software ancora in via di evoluzione. L’emulazione non può essere una soluzione definitiva.
Ci sono tuttavia già oggi tanti scenari d’uso dove il Pro X si dimostra vincente, penso al mondo del lavoro dove il browser e la suite Office fanno da padrone e gli studenti, che guardano anche alla leggerezza e alla fruibilità di contenuti video. In entrambi i casi si punta molto sulla stesura di documenti (sia tramite tastiera sia con penna) e gestione di mail in mobilità, con il grande vantaggio di una tastiera fisica sganciabile in pochi istanti che rappresenta poi il punto di forza rispetto ai classici portatili e tablet.
I prezzi per entrare in questo nuovo “mondo” sono però ancora alti: di listino si parte da 1169 euro per la variante con 8 GB di RAM e 128 di storage. Il modello testato in questa prova ha 256 GB di memoria interna e attualmente è possibile acquistarlo scontato per 1199 euro, un piccolo sforzo che mi sento di consigliare per avere il doppio dello spazio di archiviazione. Entrambi i modelli, purtroppo, non prevedono gli accessori fin qua lodati, la combo nuova tastiera e Surface Pen costa ben 299 euro.
VOTO: 7,8
Pro e Contro:
VIDEO
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