Sin dai primi annunci della nuova gamma TV OLED 2021 di LG, ero molto curioso di poter mettere mano alla inedita serie A1, soprattutto per capire quanto le rinunce ad alcune caratteristiche tecniche appannaggio dei fratelli maggiori serie C1 e G1 potessero poi incidere sulle prestazioni complessive.
In particolare, mi riferisco all’adozione di un pannello OLED WRGB con refresh a 60Hz al posto di quelli a 120Hz che hanno sempre caratterizzato tutte le serie degli ultimi anni, unito al processore Alpha 7 di quarta generazione, che sostituisce l’Alpha 9 presente, invece, sulle serie superiori.
Caratteristiche che, al di là dei “numeri”, si traducono immediatamente in conseguenze sul fronte del gaming con la rinuncia all’integrazione di porte HDMI in versione 2.1 (sono tutte 2.0) e a qualsiasi tipo di supporto Variable Refresh Rate. Quindi occhio, mentre i C1 e G1 sono televisori riferimento per gli appassionati dei videogiochi di ultima generazione, lo stesso non può dirsi della serie A1.
Come per la serie G1 che abbiamo testato qualche mese fa, anche la nuova serie A1 prevede il totale rinnovamento dell’interfaccia del sistema operativo “smart” webOS e di tutto il menu delle impostazioni.
Ciò detto, il nuovo OLED A1 da 55 pollici (ma sono disponibili anche i tagli da 48, 65 e 77) prevede un prezzo di listino di 1.499 euro, ma si trova in realtà molto facilmente a circa 1.000 euro (e anche meno). Un prezzo indubbiamente interessante per un OLED, ma che rimane comunque importante nella fascia dei televisori da 55 pollici. Cerchiamo quindi di capire come si comporta la serie A1 e a chi potrebbe interessare nonostante alcune rinunce tecniche.
SOMMARIO
CARATTERISTICHE TECNICHE E DOTAZIONE
Per quanto riguarda l’estetica la nuova serie A1 rinuncia all’elegante piedistallo centrale in alluminio che caratterizza la serie C1 (nonché le precedenti serie C) e si affida a due semplici supporti laterali. L’aspetto interessante è che la scocca del TV è invece in tutto e per tutto simile a quella della serie C1, attacchi compresi, quindi chi preferisse adottare il piedistallo centrale della serie C (non solo C1, ma anche quello dei precedenti CX o C9) potrà decidere di farlo tranquillamente.
Frontalmente, se non fosse per la sottilissima cornice con finitura in metallo che circonda il perimetro, lo spazio risulta interamente occupato dallo schermo. Sul retro, invece, appare sempre la suddivisione in due parti che caratterizza gran parte degli OLED sul mercato: la prima metà sottilissima in finitura metallica grigio scuro e la seconda in plastica e decisamente più spessa per poter racchiudere l’elettronica di bordo, l’alimentazione, gli altoparlanti posti sulla cornice inferiore e tutte le connessioni.
Connessioni che mettono a disposizione uno slot CAM CI+ in versione 1.4, tre ingressi HDMI 2.0b compatibili funzionalità gaming ALLM (Auto Low Latency Mode), di cui una con supporto eARC, due porte USB, un’uscita audio su jack da 3,5 millimetri, un’uscita digitale ottica, una porta Ethernet e i connettori per i sintonizzatori TV DVB-S2 e DVB-T2. Questi ultimi supportano ovviamente anche la decodifica HEVC (profilo Main10) richiesta per il nuovo digitale terrestre e la dotazione è completata anche dalle certificazioni Tivùsat 4K e Lativù 4K, dalla compatibilità HbbTV di ultima generazione (versione 2.0.1) e dalle connessioni wireless Bluetooth, Wi-Fi, Miracast, AirPlay 2, HomeKit e anche audio WiSA fino a 2.1 canali.
A livello costruttivo il nuovo A1 da 55″ non appare più economico rispetto al resto della gamma OLED, sia per qualità dei materiali che per scelte di design. L’unica nota distintiva riguarda i piedini laterali in plastica dura, ma chi decidesse di appendere lo schermo a parete potrebbe tranquillamente confonderlo per un serie C1. Identico anche il nuovo telecomando puntatore “Magic Remote”. Come ho già avuto modo di sottolineare durante la recensione della serie G1, mi piacciono le funzionalità, il consueto utilizzo intuitivo e l’ergonomia, ma il rinnovato design leggermente più compatto appare più “plasticoso” rispetto al passato, caratteristica che, nel caso della serie A1, risulta meno stonata trattandosi dell’entry-level della gamma. Il nuovo telecomando è completo anche di microfono per l’attivazione degli assistenti vocali di Google e Amazon Alexa (con tasti dedicati).
Venendo alla dotazione tecnica, il nuovo LG A1 integra il nuovo processore Alpha 7 Gen 4 con AI, quarta generazione dell’elettronica di elaborazione dei televisori meno pregiati del costruttore coreano e che l’anno scorso era integrato sulla serie BX. Questa nuova versione 2021 non prevede rivoluzioni, ma affinamenti di tutti gli algoritmi, a cominciare da quelli di “Intelligenza Artificiale” basati sul “deep learning” e sviluppati per riconoscere e riprodurre in maniera ottimale qualsiasi tipo di contenuto tenendo conto anche dell’illuminazione ambientale. Interventi di ottimizzazione della resa che non riguardano esclusivamente le immagini ma che coinvolgono anche il comparto audio, in grado di tenere conto del tipo di installazione (a parete o su mobile), dell’acustica dell’ambiente (con una basilare calibrazione tramite il microfono del telecomando) e in grado anche di applicare un upmix del sonoro con effetti surround 5.1.
A proposito di audio, l’A1 integra altoparlanti in configurazione 2 canali stereo con una potenza complessiva di 20W che risultano compatibili con le tracce Dolby Digital, Dolby Digital+ e anche Dolby Atmos (sempre DD+). Tramite HDMI e via eARC vengono riconosciute anche le tracce lossless TrueHD (anche Atmos), mentre manca anche in questo caso qualsiasi supporto alle tracce DTS. Il TV è, infine, anche compatibile con lo standard di trasmissione audio wireless senza perdita WiSA fino a 2.1 canali (richiede sistemi di altoparlanti compatibili da acquistare a parte).
In maniera del tutto simile ai fratelli maggiori, la serie A1 supporta i contenuti ad “elevata dinamica” nei formati HDR10, HLG, Dolby Vision e HGIG (specifico per il gaming). Manca quindi sempre il supporto HDR10+, mentre Il formato Dolby può funzionare anche in modalità “Dolby Vision IQ”, in grado di sfruttare il sensore di luminosità per adattare la resa della immagini alle condizioni di illuminazione ambientale. Non mancano neppure i preset d’immagine ISF Giorno e Notte (nati come banchi dedicati a chi volesse procedere con la calibrazione dello schermo), nonché il preset “Filmaker Mode”, la modalità voluta dall’industria del cinema che disabilita tutte le elaborazioni delle immagini – come gestione del moto o riduzione del rumore – per restituire una visione dei film fedele all’originale cinematografico immaginato e voluto dal regista.
Il 2021 vede la comparsa di un nuovo menu e relative impostazioni dedicati in maniera specifica al mondo del gaming. Il nuovo “Game Optimizer” è pensato per soddisfare le aspettative dei videogiocatori più esigenti con una serie di preset di visione, nonché alcune voci che consentono di intervenire sulla riproduzione delle alte e basse luci dei giochi (e superare così l’assenza di un vero e proprio standard di settore). Assente, rispetto ai modelli superiori C1 e G1, qualsiasi modalità VRR – Variable Refresh Rate – in virtù dell’assenza di porte HDMI 2.1, mentre l’input lag si attesa ad appena 10ms a 60Hz e non è previsto alcun supporto per il gaming a 120 Hz (ricordo che il pannello adottato non va oltre il refresh a 60Hz). E’ presente anche la “Game Dashboard”, un’interfaccia semplificata che permette di visualizzare le impostazioni di gioco correnti, ma anche di controllare e intervenire velocemente su alcune impostazioni del “Game Optimizer”.
Come per i fratelli maggiori, anche sulla serie A1 ritroviamo il rinnovo dell’interfaccia e, soprattutto, della Smart TV, come sempre affidate al sistema operativo webOS. La nuova versione 6.0 vede l’introduzione di una vera e propria Home Screen con i contenuti (e relativi suggerimenti) in primo piano e l’abbandono dell’ormai familiare (nonché intuitiva) barra App in sovraimpressione a scorrimento orizzontale. Il feeling rimane in tutto e per tutto simile a quanto riscontrato durante la prova del G1: navigazione sempre veloce e reattiva, con il telecomando “puntatore” che consente di muoversi facilmente in tutte le direzioni. Rispetto al passato, il menu delle impostazioni prevede maggiori raggruppamenti iniziali (i sottomenu risultano invece simili a quelli degli anni scorsi) e scelte di colori meno “sgargianti” (è sparito il rosa / fucsia delle varie voci che contraddistingueva le precedenti generazioni) a favore di un più sobrio grigio chiaro.
Durante l’uso delle principali applicazioni come Netflix, Amazon Prime Video, Disney+, DAZN, Now o Rai Play è sempre stato possibile sfruttarne tutte le potenzialità audio-video, incluse quindi riproduzioni in 4K Ultra HD , HDR / Dolby Vision / HLG e audio Dolby Digital+ / Dolby Atmos (anche tramite canale di ritorno audio eARC). L’interfaccia prevede anche un media-player integrato in grado di riprodurre contenuti multimediali sia da HDD esterni USB, che da eventuale NAS su rete locale DLNA / UPnP. Lo scraping è risultato sempre veloce e privo di impuntamenti e non ha evidenziato problemi nel riprodurre foto, musica e una molteplicità di formati video a qualsiasi risoluzione (massimo 4K Ultra HD – 3840 x 2160 pixel) o da qualunque codec (anche AV1), container e anche in Dolby Vision con Dolby Atmos (DD+ ed esclusivamente da file mp4 o ts, quindi non da container Matroska) e in HLG (quindi HDR televisivo).
Segnalo giusto una piccola criticità che non avevo riscontrato durante la prova del G1: come detto, lo scraping dei contenuti presenti, ad esempio in un HDD, è molto veloce, ma non sempre riconosce correttamente l’eventuale presenza di HDR (lo potete notare già dall’anteprima in miniatura) e quando avvio quel tipo di contenuto non viene agganciata la modalità HDR (risultando quindi una visualizzazione scorretta). Interrompendo e riavviando lo scraping poi il bug si risolve. Visto che questo comportamento non accadeva con il firmware presente al momento del test del G1, presumo che possa essere facilmente risolto con un aggiornamento FW (che magari è già stato rilasciato mentre vi scrivo).
LE MISURE E I CONSIGLI PER REGOLARE LA TV
Una volta completata la prima installazione e la sintonizzazione dei canali TV ho provveduto, come di consueto, a un centinaio di ore di rodaggio prima di procedere con tutte le fasi di misurazione e calibrazione. L’interfaccia del televisore essendo sostanzialmente identico a quello del G1, il mio approccio è stato immediato e mi limiterò quindi a riassumervi velocemente tutte le impostazioni disponibili. Identici i tanti (fin troppi) preset d’immagine disponibili: “Nitidezza”, “Standard”, “Eco”, “Cinema”, “Sport”, “Ottimizzatore Game”, “Filmmaker Mode”, “ISF Esperto (Stanza luminosa)” e “ISF Esperto (Stanza buia)” in SDR; “Nitidezza”, “Standard”, “Home Cinema”, “Cinema”, “Ottimizzatore Game” e “Filmmaker Mode” In HDR10; in Dolby Vision rimangono le stesse modalità previste per l’HDR10, ad eccezione dell’assenza di “Filmaker Mode”.
Per essere certi di riprendere il controllo di tutte le impostazioni disponibili suggerisco, come prima cosa, di disattivare le voci di “Risparmio Energetico” (all’interno del menu “Sostegno”) nonché quelle di “Intelligenza Artificiale” che trovate nel menu “Generale”. In particolare risulta importante togliere la spunta alla “Selezione Genere Automatica” e all’”Immagini AI” (specie per la riproduzione di film e serie TV), mentre “Impostazione AI Brightness” sfrutta il sensore di luminosità per ottimizzare la riproduzione in funzione dell’illuminazione ambientale, nonché abilitare la modalità “IQ” dei preset Dolby Vision. Suggerisco di disattivare questo automatismo “intelligente” per la visione di film e serie TV da sorgenti esterne o App di streaming non sportive, mentre può risultare efficace e di aiuto durante l’utilizzo più prettamente televisivo di tutti i giorni.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: in ogni caso risultano da bandire i preset “Nitidezza” e “Sport”, entrambi troppo saturi, troppo freddi, troppo scorretti. Anche “Standard” ed “Eco” sono lontani dalla correttezza necessaria alla riproduzione di film o serie TV da App in streaming o da disco, ma possono comunque essere valutati per la visione dei canali televisivi o App di streaming sportivo / televisivo (come DAZN o Now) intervenendo sulle impostazioni di temperatura colore (rendendole più “calde”) e del gamma. Ricordo sempre che ogni emittente televisiva utilizza una propria messa in onda quindi i miei vogliono essere meri suggerimenti di massima e non la regola assoluta: per i canali “broadcast” (che siano su digitale terrestre, satellite o anche streaming) regoliamoci utilizzando buon senso e pragmatica consapevolezza; se state guardando una partita di calcio e il campo risulta verde fluo o i giocatori sembrano appena sbarcati da Marte, beh, sarà forse il caso di provare a cambiare preset, non credete?
Il ragionamento cambia, invece, radicalmente quando utilizziamo sorgenti “nobili” come un lettore Blu-ray o Ultra HD Blu-ray, nonché le varie App di streaming per film o serie TV. In questi casi l’industria si è data delle regole molto precise di riproduzione SDR e HDR e l’obiettivo sarà quindi quello di individuare la modalità d’immagine di riproduzione più corretta. “Cinema” “Filmaker Mode” e i 2 preset “ISF Esperto” vanno, in tal senso, tutti nelle direzione giusta.
“Out of the box” i preset REC709 (quindi per tutti i contenuti in SDR) più corretti da prendere in considerazione sono proprio quelli che vi ho citato poco sopra, che si distinguono esclusivamente per scelte di gamma leggermente diverse (tra “Cinema” e “Filmaker Mode, ad esempio) e, soprattutto di luminanza (dai 220 nit di “Cinema” fino a scendere ai 102 nit di “Filmaker Mode”). Rispetto alle esemplari prestazioni dei preset di fabbrica misurati sul G1, qui la situazione appare leggermente meno ottimale (il pannello non è lo stesso, né tanto meno l’elettronica). La tendenza generale privilegia un punto del bianco un po’ troppo caldo e un eccesso di rosso man mano che si sale verso le alte luci.
Dalle misure del preset “Cinema” è possibile notare un DeltaE medio di 2.2 (che quindi dovrebbe risultare positivo), ma con punte che superano il 4 alle alte luci. Scostamento che si riflette anche sul gamma e sempre alle alte luci, seppur non in maniera significativa (tant’è che il valore medio risulta ottimale). La copertura gamut REC709 risulta invece piuttosto convincente. Ci tengo a specificarlo sin d’ora: sono preset che vanno molto bene, è solo che sul G1 erano migliori e comunque sono scostamenti, come leggerete più avanti, facilmente correggibili con pochi interventi di calibrazione (non a occhio, ma con gli strumenti adatti, mi raccomando!)
Il discorso migliora invece in HDR, con i preset “Cinema” e “Filmaker Mode” che non sono perfetti, ma che risultano comunque complessivamente molto corretti sia per quanto riguarda il bilanciamento del bianco, sia per tracking della curva di tone mapping, con un picco di luminanza che supera di poco i 510 nit. Ecco, su questo fronte va sottolineata la più grossa differenza rispetto alle serie superiori, visto che il picco in HDR perde quasi 300 nit rispetto a quanto misurai per la serie G1. Anche l’ABL interviene in maniera più marcata a circa 130 nit (con schermata bianca “full screen”). Molto buona invece la copertura gamut DCI P3 che raggiunge poco meno del 99%, mentre quella BT2020 si attesta a 75%. Assolutamente lusinghiera anche l’analisi del “Color Check” con pochi e perdonabili scostamenti dal riferimento.
Volendo quindi riassumere la situazione di fabbrica, il consiglio è di usare il preset “FIlmaker Mode” per la riproduzione dei contenuti sia SDR che HDR10 in ambiente buio, mentre le modalità “ISF Stanza luminosa” (SDR) “Home Cinema” (HDR) sono consigliabili per la riproduzione in ambiente luminoso. In Dolby Vision le due modalità “Home Cinema” e “Cinema” si adattano bene ai rispettivi utilizzi in ambiente luminoso e buio. Per la televisione (sia SDR tradizionale che HDR HLG – ad esempio per Sky 4K o Rai 4K) si può invece optare per il preset “Standard” un po’ più “tonico”, scegliendo però un’impostazione di temperatura colore più calda rispetto a quella di default e verificando che l’impostazione di “Spazio Colore” sia in “automatico” e non in “nativo”.
Venendo alla calibrazione SDR REC709 sono partito dal preset “ISF Stanza buia” abbassando di qualche punto la luminanza (Luce OLED) e con il solo intervento sul bilanciamento del bianco a 2 punti (alte e basse luci a 30 e 80 IRE) sono riuscito a correggere la tendenza al rosso delle alte luci e a centrare la temperatura colore di 6500°K, con una luminanza finale di poco inferiore ai 120 nit e un deltaE medio sceso a 0,9, con punte massime a 1,4 (contro gli oltre 4 di fabbrica). Visto il risultato non ho neanche perso tempo a ricorrere ai controlli della scala dei grigi a 22 punti e la verifica del gamut ha semplicemente confermato la bontà dell’intervento con un DeltaE medio sceso a 0,6 e una copertura del 99%.
Ho optato per lo stesso approccio di calibrazione anche in HDR10, partendo dal preset “Cinema”. Con il solo controllo del bilanciamento del bianco a 2 punti, oltre a linearizzare perfettamente la scala dei grigi si ottiene anche un ulteriore affinamento della curva EOTF con un ottimale tracking del tone-mapping. Il picco di luminanza rimane inalterato (sempre di poco superiore ai 500 nit), così come le già più che apprezzabili prestazioni sui colori.
Come per le serie superiori, anche per l’A1 LG ha per fortuna mantenuto la possibilità di attivare l’algoritmo di tone-mapping dinamico applicabile ai contenuti in HDR10 e HLG. Algoritmo che funziona in maniera molto apprezzabile nell’evitare fenomeni di clipping alle alte luci o repentine “chiusure” e che riesce a gestire al meglio e in tempo reale immagini ad elevata dinamica anche con metadati statici fino a 10.000 nit, restituendo sempre dettaglio e sfumature. Come per il G1, ne suggerisco quindi l’attivazione e l’utilizzo durante la riproduzione di qualsiasi contenuto HDR10 o HLG.
In merito alle impostazioni di gestione del moto e dell’interpolazione dei fotogrammi “TruMotion”, arrivano un po’ le dolenti note di questa serie A1. Oltre a una serie di preset, le possibilità di intervento manuale sono ridotte all’osso e contemplano esclusivamente la regolazione del De-Judder (fluditià). Algoritmo che tra l’altro riesce ad operare esclusivamente fino a 60Hz (proprio per limiti hardware del pannello in uso). A tutto ciò aggiungiamo anche la totale assenza della funzionalità di BFI – Black Frame Insertion (inserimento di fotogrammi neri) che, sulle serie superiori consente di incrementare notevolmente la risoluzione in movimento. Il tutto si traduce in un funzionamento della gestione del moto nettamente inferiore a quanto apprezzato sulla serie G1 (e che funziona allo stesso identico modo anche sulla serie C1). Una criticità sicuramente da tenere in conto da tutti coloro che fanno un grande uso di un TV per guardare soprattutto canali televisivi e sport.
Infine, segnalo che al momento delle stesura di questa recensione, la serie A1 non prevede il supporto “Calman Ready”, la funzionalità che permette anche ai non addetti ai lavori di procedere in maniera automatizzata a una calibrazione video SDR, HDR e Dolby Vision professionale del TV.
LA PROVA DI VISIONE E CONCLUSIONI
Se fino allo scorso anno, la serie B rappresentava la soglia d’ingresso della gamma OLED di LG, da quest’anno il costruttore coreano ha deciso di ampliare ulteriormente la gamma verso il basso. Di base le caratteristiche risultano avere un approccio simile a quello della serie BX del 2020, con un pannello OLED dotato di prestazioni in HDR leggermente inferiori rispetto a quanto proposto sulle serie superiori e un’elettronica di elaborazione delle immagini meno raffinata, in virtù dell’integrazione del processore Alpha 7 al posto dell’Alpha 9.
Per cercare di contenere ulteriormente i costi, a tutto ciò si è aggiunta sulla serie A1 la decisione di adottare un pannello dal refresh a 60Hz, che sostituisce quello a 120Hz delle precedenti serie B.
Nonostante ciò, già di fabbrica l’A1 da 55 pollici rimane comunque capace di mettere in mostra il suo DNA da OLED. Specie con sorgenti di qualità come film in Blu-ray o in Ultra HD Blu-ray, l’elevata qualità di riproduzione non gli manca di certo né in SDR, né tanto meno in HDR. In SDR le prestazioni risultano molto simili a quelle di un qualsiasi altro televisore OLED, fatti salvi i primissimi step della scala dei grigi (le bassissime luci), in cui emerge una leggera tendenza ad affogare.
Sempre a proposito delle basse luci, e come per tutti gli OLED WRGB, è possibile notare del banding verticale (seppure contenuto rispetto al passato) e l’esemplare in prova ha evidenziato un’ottima uniformità complessiva del quadro, nonostante un leggero difetto di tinting avvertibile sulle zone periferiche di un fondale molto chiaro. Per quanto concerne la riproduzione delle sfumature colore (specie a 8 bit), l’elettronica è dotata di una funzionalità di “Gradazione colore” pensata per ridurre l’insorgenza di banding colore. La gestione con l’impostazione al minimo non ci è apparsa particolarmente efficace e all’aumentare dell’intervento si riduce anche il dettaglio.
Gli stessi apprezzamenti sono riscontrabili anche durante la visione di film o serie TV in HDR o Dolby Vision, in cui nonostante la capacità di raggiungere picchi di luminanza elevati sia più contenuta, le immagini non perdono mai di dinamica, grazie all’elevata escursione garantita dal nero assoluto e dal contrasto infinito. L’immagine risulta quindi immediatamente riconoscibile come HDR, anche se nel confronto con un modello di serie più elevata (come un C1 o un G1) si noterà ovviamente durante le sequenze ad elevato APL una riproduzione dei picchi leggermente più sopita (come le lucine LED, il riflesso del sole o un cielo stellato). Anche i colori risulteranno meno “luminosi”. Nulla di eclatante, ma la differenza c’è. Magari per chi ama vedere i film in stanza totalmente buia, quei circa 2-300 nit di picco in meno, potrebbero addirittura risultare più riposanti.
Passando, invece, a contenuti televisivi o streaming da App, la situazione si fa più altalenante per via di una gestione di processing (in primis l’eventuale upscaling) che non mi ha del tutto convinto. Mentre la visione del G1 mi aveva sempre positivamente impressionato, con l’A1 e il suo processore Alpha 7 non sempre il quadro riesce a restituire tutta la nitidezza auspicata. La capacità di calcolo è inferiore e si nota, specie con le tante emittenti in SD che popolano ancora il nostro digitale terrestre.
Se poi passiamo agli eventi sportivi, la gestione del moto “TruMotion” non viene particolarmente in soccorso. E’ vero che la fluidità e il dettaglio in movimento aumentano, ma in maniera meno incisiva rispetto a quanto apprezzato con i modelli dotati di pannelli a 120Hz, senza contare che ai livelli di intervento medio/alti dell’algoritmo, appaiono anche parecchi artefatti durante i panning più movimentati.
Durante la visione dei contenuti “cinematografici” a 24 fotogrammi al secondo (sia da disco che dalle App di streaming), chi volesse ridurre leggermente i microscatti nei panning (insiti in questo tipo di materiale) potrà, invece, quanto meno attivare la modalità “Movimento Cinematico” del TruMotion, capace di un intervento migliorativo privo di “esasperazioni” e dalla resa che mantiene comunque l’effetto “cinema like”. In alternativa potete impostare la modalità manuale regolando il De-Judder al massimo su 2.
La sezione audio in configurazione 2 canali risulta adeguata all’insonorizzazione di un ambiente non troppo grande. Nonostante l’assenza di sezione dedicata alle basse frequenza, risulta buona la risposta in frequenza e di grande aiuto sia la calibrazione ambientale automatica (tramite il microfono del telecomando), sia la gestione dell’intelligenza artificiale nel restituire maggior impatto e coinvolgimento sonoro. Le voci appaiono sempre chiare e si può anche osare alzare il volume, ma senza esagerare, visto che la potenza complessiva a disposizione è di appena 20W. Chi ricercasse maggiore impatto e qualità dovrà per forza di cose affidarsi a un sistema audio separato (o quanto meno a una soundbar di fascia media).
Con la nuova serie A1, LG propone la sua tecnologia OLED a un prezzo molto interessante. Come abbiamo avuto modo di verificare, qualche rinuncia rispetto alle serie superiori è da mettere in conto, ma la qualità complessiva rimane sempre di alto livello. Per gli amanti del cinema, la serie A1 è capace di regalare ore e ore di grande intrattenimento sia in SDR che in HDR o in Dolby Vision.
Non è il “non plus ultra”, ma la qualità di visione è comunque ampiamente superiore alla media in qualsiasi condizione. Rimane in tutto e per tutto un OLED e si vede! Certo non ha porte HDMI 2.1, non ha un pannello a 120Hz e questo penalizza le aspirazioni dei videogamer più esigenti, ma ha comunque dalla sua un input lag bassissimo e un’ottima interfaccia dedicata al “tuning” videoludico. Molto buona, infine, tutta l’interfaccia multimediale e Smart grazie a un sistema operativo webOS 6.0 sempre veloce e ricco di applicazioni, nonostante abbia perso secondo me un po’ dell’intuitività del passato. Da questo punto di vista si comporta come i fratelli più grandi, non gli manca proprio nulla e le App vengono sempre tutte gestite in maniera corretta.
PRO E CONTRO
<!–
–>