Dopo anni di ottimi TV OLED con pannelli WRGB forniti da LG Display, di cui la serie A90 ha rappresentato la massima espressione tecnica e prestazionale, da un paio d’anni Sony ha deciso di puntare anche sui pannelli QD-OLED di Samsung Display da dedicare alla serie A95, vertice della produzione televisiva del gruppo nipponico.
Nuova serie A95L che ha quindi preso il posto della precedente serie A95K, mantenendone la filosofia “top di gamma assoluto”, guadagnando l’incremento prestazionale assicurato dai pannelli QD-OLED di seconda generazione e inserendo un inedito modello da 77 pollici che va ad affiancare i tagli da 55 e 65 pollici.
Ma tante novità sono anche sotto al cofano, a cominciare dall’adozione di un nuovo processore che ha finalmente consentito il pieno supporto HDMI 2.1 a 48 Gbps e la compatibilità Dolby Vision fino a 120Hz. A sovrintendere il funzionamento del TV è sempre il sistema operativo Google TV, ma Sony ha operato una bella rinfrescata alla grafica dei menu d’impostazione e configurazione.
Insomma, tanta carne al fuoco per una serie OLED che punta al vertice assoluto del mercato TV e che si riflette anche sui prezzi di listino, con il 77 pollici disponibile a 6.499 Euro, il 65 pollici a 3.999 Euro e, infine, il 55 pollici oggetto di questa prova a 3.299 Euro (ma si trova online a circa 2.900 Euro). Scopriamo insieme tutti i dettagli e le prestazioni del Sony OLED A95L da 55 pollici.
SOMMARIO
CARATTERISTICHE TECNICHE E DOTAZIONE
Dal punto di vista estetico, nessuna particolare rivoluzione, con la nuova serie A95L che riprende quasi del tutto lo stile minimalista ed elegante della precedente serie A95K. È diminuito di 9mm lo spessore laterale ed anche il peso complessivo del televisore.
I bordi prevedono finiture in metallo, mentre il retro è sempre caratterizzato dall’originale finitura a “quadretti” che contraddistingue quasi l’intera superficie. Nonostante le smussature verso l’esterno che rendono la vista posteriore molto omogenea e la cura dimagrante, lo spessore complessivo non è iper sottile in quanto tutta la fascia centrale deve ospitare l’elettronica, l’alimentazione, lo strato di dissipazione del pannello, i subwoofer del sistema audio “Acoustic Surface”, nonché tutti i vari connettori che possono, oltretutto, essere comodamente celati alla vista.
In alto, centralmente, è poi previsto l’alloggiamento per la Bravia Cam (inclusa con l’acquisto), che consente di effettuare video chiamate con Google Meet, di attivare i controlli gestuali, di sfruttare il sensore e il microfono per adattare la visione e l’ascolto alle condizioni ambientali, nonché alla seduta degli spettatori, ma anche di rilevare la vostra presenza per attivare le funzionalità di risparmio energetico (anche attenuando o disattivando il pannello in vostra assenza). Chi temesse per la propria privacy, potrà coprire e quindi disattivare la Bravia Cam in qualsiasi momento.
Il più importante cambiamento estetico riguarda però il ritorno dei piedini laterali, che vanno quindi a sostituire l’originale base a filo che caratterizzava la precedente serie. Supporti laterali che possono essere installati a due altezze: a filo con il mobile porta TV o rialzata per poter ospitare un’eventuale soundbar. Il modello da 77 pollici (e solo lui) prevede anche la possibilità di posizionare i piedini centralmente. Chi volesse appendere il TV a parete, potrà acquistare una staffa da muro compatibile VESA 300 x 300mm.
Grazie all’adozione del nuovo SoC MediaTek Pentonic 1000 e relativo controller HDMI, sul fronte delle connessioni troviamo delle apprezzate novità: 4 porte HDMI, di cui 2 in versione 2.1 a piena banda 48 Gbps e una sola completa anche di supporto al canale di ritorno audio eARC (enhanced Audio Return Channel). Le porte pienamente compatibili con le funzionalità HDMI 2.1 rimangono sempre la 3 e la 4 e prevedono il supporto 4K fino a 120Hz (ora anche in Dolby Vision), l’Auto Low Latency Mode e il VRR. Variable Refresh Rate supportato nella versione “generica” dell’HDMI Forum VRR e non nelle versioni proprietarie AMD FreeSync e Nvidia G-Sync (sebbene quest’ultimo risulti attivabile con le GPU da PC compatibili).
La nuova elettronica consente ora anche l’utilizzo simultaneo del Dolby Vision e delle funzionalità VRR (sulle porte HDMI 3 e 4), ma sarà comunque sempre l’utente a dover configurare il tutto correttamente tramite l’apposita voce del menù (“Formato segnale HDMI”). Per quanto riguarda l’input lag, il TV si attesta a poco più di 16ms a 60Hz, per scendere fino a poco più di 8ms a 120Hz.
La dotazione è completata da 2 porte USB (di cui una 3.0 e funzionalità di registrazione / time-shift su pennetta o HDD dei canali televisivi), dall’uscita digitale ottica SP-DIF, dalla porta di rete LAN Ethernet (limitata a 100 Mbps), dai connettori antenna DVB-T2 e DVB-S2 naturalmente compatibili con la decodifica HEVC, dallo slot per un modulo CAM CI+ e, infine, da 2 morsetti per poter eventualmente sfruttare il sistema audio Acoustic Surface integrato come diffusore centrale di un piccolo sistema Home Theater esterno. Non mancano, infine, la connessione Wi-Fi 6 (2,4 GHz e 5 GHz), nonché il Bluetooth e il supporto Google Chromecast, Apple AirPlay, Apple HomeKit e agli assistenti vocali Google e Amazon Alexa.
Per quanto riguarda il pannello QD-OLED, Sony integra su questa serie la versione di seconda generazione (sempre fornita da Samsung Display), a risoluzione 4K Ultra HD (3840 x 2160 pixel) e 10 bit nativo. Ricordiamo che dietro la sigla “QD-OLED” si cela una soluzione OLED che possiamo considerare a tutti gli effetti di tipo RGB. Sebbene, infatti, Samsung abbia deciso di utilizzare esclusivamente OLED Blu, i substrati emettitori vengono poi assorbiti dai nanocristalli Quantum Dot per essere riemessi in rosso e in verde. Non sono quindi presenti filtri colore e non si perde efficienza.
La tripletta Rosso, Verde (tramite i Quantum Dot) e Blu (dagli emettitori OLED) rimane pura e questo a tutto vantaggio della saturazione dei colori, della loro luminanza e delle prestazioni in HDR (ulteriormente migliorate con la seconda generazione di pannelli). Oltretutto, gli ingegneri Sony hanno aggiunto una lastra di dissipazione del calore, a tutto vantaggio dell’affidabilità e delle prestazioni.
La serie A95L supporta i contenuti HDR nei formati HDR10, Dolby Vision e HLG (manca quindi all’appello solo l’HDR10+) e tutta l’elettronica è affidata al processore video “Cognitive Processor XR” con tutti i suoi algoritmi di analisi ed elaborazione “cognitivi” che puntano ad attestarsi ai vertici in ambito TV in termini di upscaling e resa del dettaglio, gestione dei colori e relative sfumature, tone-mapping HDR e gestione del moto. Proprio al moto è dedicato l’XR OLED Motion, una soluzione che consente di combinare il BFI (Black Frame Insertion) limitato a 60Hz con l’interpolazione dei fotogrammi, per ottenere una resa del movimento più naturale e dettagliata, ma anche una significativa perdita di luminanza.
Il processore viene sfruttato anche per ottimizzare la resa del sistema di altoparlanti “Acoustic Surface Audio+” che integra 2 attuatori “vibranti” posti dietro al pannello e 2 subwoofer per un’erogazione di potenza complessiva di 60W. Oltre a prevedere una soluzione di calibrazione acustica ambientale – con una procedura di misurazione tramite il microfono integrato nel telecomando retroilluminato -, il sistema è anche in grado di simulare una resa sonora surround: una funzionalità particolarmente utile durante la riproduzione di eventuali tracce dei film o delle serie TV in Dolby Atmos o in DTS.
La Smart TV e tutta l’interfaccia è, ancora una volta, affidata al sistema operativo Google TV (aggiornata, quest’anno, ad Android 12). L’impostazione grafica rimane quella che abbiamo ormai imparato a conoscere, con il launcher che privilegia soprattutto le raccomandazioni streaming, a discapito delle tradizionali emittenti televisive. Sono presenti tutte le App di streaming principali richieste dal mercato italiano: da Netflix, a Prime Video, passando per Disney+, DAZN, Now, Paramount+ o Apple TV+.
Immancabile, quando parliamo di un TV Sony di fascia alta, è poi la presenza dell’App streaming proprietaria “Bravia Core”, che consente di accedere a un discreto catalogo di titoli e di abilitare la modalità “Pure Stream” ad elevato bitrate (con qualità simil Blu-ray e Blu-ray 4K e che richiede una connessione Internet da almeno 115 Mbps) con HDR, elaborazione IMAX Enhanced e anche audio DTS 5.1 (half-rate a 768 kbps) e Dolby Atmos (non ancora per i doppiaggi in italiano).
Tutte le App di streaming che abbiamo testato (Netflix, Prime Video e Disney+) vengono riprodotte senza problemi e con pieno supporto in 4K, HDR, Dolby Vision e audio Dolby Digital+/Dolby Atmos, anche attraverso il canale di ritorno audio eARC. Il media-player integrato nell’interfaccia permette anche la riproduzione di contenuti multimediali da dispositivi esterni come HDD USB o da un NAS su rete locale DLNA/UPnP. Tuttavia, lo scraping potrebbe non essere sempre veloce e richiedere il ricaricamento dell’app per accedere a tutti i contenuti presenti nell’hard-disk USB. Nonostante ciò, il media-player è in grado di riprodurre i formati video a qualsiasi risoluzione, codec, container e anche in Dolby Vision con Dolby Atmos e HLG (HDR televisivo). In alternativa, si possono sempre utilizzare app di terze parti come VLC, Kodi o l’ottimo Nova Player.
Segnaliamo, inoltre, la disponibilità delle modalità video “Netflix Calibrated Mode” e “IMAX Enhanced”, nonché del supporto “Calman Ready”, che permette di operare una calibrazione video SDR e HDR professionale del TV in maniera automatizzata. Una funzionalità che richiede però il possesso di un PC Windows, di un colorimetro, di un generatore di pattern (i segnali di test necessari per le misurazioni) e l’acquisto del software di calibrazione “Calman Home for Sony” di Portrait Displays.
LE MISURE E I CONSIGLI PER REGOLARE LA TV
Come per qualsiasi altro televisore dotato di sistema operativo Google TV, la prima installazione risulta ben supportata da indicazioni passo e passo e piuttosto facilitata in presenza di un account Google e di uno smartphone Android. Vi ritroverete con numerosi disclaimer e autorizzazioni che riguardano la privacy, ma nel giro di qualche minuto l’A95L risulterà sintonizzato e pronto all’uso riportandovi alla schermata principale dell’interfaccia Google TV.
Di fabbrica, il Sony A95L abilita numerose funzionalità di risparmio energetico e di luminosità adattiva in funzione della luce ambientale (grazie anche alla Bravia Cam), indubbiamente utili durante l’uso quotidiano (specie per la visione di contenuti televisivi), ma prima di procedere con le misure strumentali mi sono accertato di averle tutte disattivate, per evitare che le rilevazioni venissero condizionate dall’elettronica.
Sebbene l’impostazione generale dei menu rimanga fedele all’approccio Sony degli ultimi anni, la grafica è stata un po’ rivista e resa più intuitiva ed è stata soprattutto inserita una nuova barra a widget che permette poi di accedere alle varie voci di configurazione desiderate.
Davvero numerose le modalità video disponibili: “Brillante”, “Standard”, “Cinema”, “IMAX Enhanced”, “Gioco”, “Grafica”, “Foto” e “Professionale” in SDR e HDR10, “Dolby Vision Chiaro” e “Dolby Vision Scuro” per quanto riguarda i contenuti in HDR con metadati dinamici Dolby Vision, oltre alla modalità “Netflix Calibrated Mode” che apparirà solo una volta avviata la relativa piattaforma di streaming. Coloro che si affideranno al sistema di auto-calibrazione del software Calman Home for Sony o richiederanno la taratura ad un tecnico certificato ISF avranno, inoltre, la possibilità di sbloccare due ulteriori banchi di memoria “Professionale 1 e 2” da poter utilizzare sia per l’SDR che l’HDR e con la possibilità di intervenire sulle regolazioni della scala dei grigi a 20 punti, in luogo dei 10 punti disponibili di fabbrica.
Come di norma con i televisori del costruttore giapponese, chi ricercasse la massima correttezza nella riproduzione di film o serie TV dovrà bandire i preset “Brillante” e “Standard”. Tutto ciò nonostante la modalità “Brillante” sia indubbiamente la più prestante in termini di luminosità, con l’A95L in grado – in questa modalità – di superare agevolmente gli 800 nit in SDR in finestra al 10% e anche di tenerli per quasi un minuto prima dell’intervento dell’ABL (il limitatore di luminanza che viene abilitato per preservare il pannello). A pieno schermo, la luminanza massima si attesta invece a circa 220 nit, che vengono mantenuti senza problemi anche per lungo tempo.
Le modalità d’immagine SDR più corrette e quindi da utilizzare risultano essere “Cinema”, “IMAX Enhanced” e “Professionale”: restituiscono tutti un comportamento simile con alcune variazioni che riguardano esclusivamente il gamma (che oscilla tra il 2.3 di “Cinema” e “IMAX Enhanced e il 2.4 di “Professionale”) e la luminanza (con “Professionale” che risulta perfettamente adatto alla visione in ambienti bui).
Come testimonia il deltaE medio della scala dei grigi che si attesta a 2 / 2,2 per tutte e tre queste modalità, siamo di fronte a delle modalità di fabbrica già eccellenti, con “Cinema” e “IMAX Enhanced” adatte per la visione SDR diurna / stanza illuminata e “Professionale” per quella serale / stanza buia.
Nulla da dire anche per quanto riguarda i colori, con tutti e tre questi preset che centrano in maniera ottimale la copertura REC709. Anche tutti i colori secondari e le saturazioni intermedie vengono riprodotti con assoluta correttezza e valori medi di deltaE abbondantemente sotto al 3 (la soglia entro cui il nostro apparato visivo non è in grado di apprezzare scostamenti dal riferimento). Un plauso, infine, alla modalità “Gioco”, che presenta una luminanza, un gamma e una temperatura colore leggermente fredda che ben si prestano alle sessioni di gaming.
Venendo all’HDR, ricordiamo che i TV di Sony non prevedono delle calibrazioni separate, ma si limitano ad applicare una trasposizione (tramite una LUT interna) dei relativi preset SDR. Non sorprende, quindi, riscontrare una resa del bilanciamento del bianco simile e altrettanto positiva, con un tracking della curva EOTF e il relativo tone-mapping assolutamente esemplari soprattutto in modalità “Professionale”, con il preset “Cinema”, invece, leggermente più luminoso del dovuto ai toni medi.
In merito alla luminanza di picco, è qui che riscontriamo i maggiori benefici del nuovo pannello di seconda generazione, rispetto alle prestazioni del già ottimo A95K del 2022. Tutti i preset raggiungono senza il benché minimo sforzo gli oltre 1300 nit di picco in finestra al 10%, con la modalità “Brillante” (che sconsiglio di usare) capace addirittura di superare i 2000 nit in finestre all’1% e al 2%.
In tutte le altre modalità (quindi anche le più corrette “Professionale” e “Cinema”), l’A95L supera i 1500 nit in finestre tra l’1% e il 5%, con i valori che scendono poi a 700 nit al 25% e, infine, attestarsi a ottimi 270 nit a pieno schermo. Prestazioni davvero ragguardevoli, con i valori di picco che vengono tranquillamente mantenuti senza la benché minima flessione anche per oltre un minuto.
Per quanto riguarda i colori, grazie all’utilizzo dei nano cristalli Quantum Dot, siamo ai vertici assoluti in ambito display TV, con una copertura gamut che raggiunge l’86% dello spazio colore BT2020 e il 100% di quello DCI-P3. Ineccepibili anche la resa delle saturazioni intermedie e la luminanza sia dei colori primari che secondari, con favorevole impatto in termini di volume colore.
Come avrete capito, già di fabbrica il nuovo QD-OLED A95L si presenta come uno dei riferimenti del mercato e in HDR è riuscito a superare sensibilmente le già eccellenti prestazioni dell’A95K dello scorso anno. Il mio consiglio è di usare il preset “Professionale” per la riproduzione dei contenuti sia SDR che HDR10 in ambiente buio, mentre la modalità “Cinema” è consigliabile per la riproduzione in ambiente luminoso. Per la televisione (sia SDR tradizionale che HDR HLG – ad esempio per Sky 4K o Rai 4K) si può invece optare per il preset “Standard” un po’ più “tonico”, scegliendo però un’impostazione di temperatura colore più calda rispetto a quella di default. Infine, per quanto riguarda il Dolby Vision, le due modalità chiaro e scuro si adattano perfettamente ai rispettivi utilizzi in ambiente luminoso e buio.
Chi volesse comunque cimentarsi con la calibrazione raggiungerà piuttosto facilmente il rigore assoluto. Anche perché con Sony, vi basterà tarare l’SDR per ritrovarvi calibrato anche il relativo banco HDR. Già con il solo bilanciamento del bianco a 2 punti (ho optato per interventi a 30 e 80 IRE) il deltaE medio della scala dei grigi è sceso a 0,6 e anche la copertura dei colori REC709 è ulteriormente migliorata. Davvero inutile stare a perdere ulteriore tempo con il bilanciamento del bianco a 10 punti o il CMS (Color Management System) per i colori.
Tornando all’HDR, il Sony A95L integra una funzionalità di tone-mapping dinamico (per rendere, appunto, dinamici i metadati statici dell’HDR10) che prevede due tipi di impostazione: una standard definita “Gradazione” e una più spinta definita “Luminosità” (che tende però maggiormente al clipping alle alte luci). Come per il modello dello scorso anno, dalle prove effettuate consiglio di lasciare generalmente il settaggio su “Gradazione” che si comporterà in maniera ottimale con tutti i contenuti in HDR con MaxCLL fino a 4000 nit.
Prima di passare alla prova di visione, un accenno alla gestione del moto e all’impatto che avrà sulla resa delle immagini. Il “Motion Flow” prevede, infatti, l’interpolazione dei fotogrammi che può lavorare anche in congiunzione con il BFI – Black Frame Insertion. Un connubio che permette di aumentare sia la fluidità, sia la nitidezza delle immagini. Il rovescio della medaglia è che l’inserimento dei fotogrammi neri opera solo a 60Hz, con un dimezzamento della luminosità a schermo e l’insorgenza di flickering. Suggerisco quindi a chi volesse aumentare la fluidità e risoluzione in movimento di attivare la sola interpolazione dei fotogrammi. Fino a livelli di “Nitidezza” 1 o 2 l’algoritmo risulta apprezzabile e in grado di restituire un’ottima interpolazione senza troppi artefatti. Oltre avrà la meglio un costante effetto “telenovela”. Non troppo invasivo, infine, l’algoritmo “CineMotion” pensato per i film e, volendo, è anche possibile impostare tutti i parametri di de-blur e de-judder in manuale.
LA PROVA DI VISIONE E CONCLUSIONI
Il nuovo Sony A95L è riuscito a superare le già eccellenti prestazioni dell’A95K? Specie in HDR sì, con il nuovo top di gamma di Sony che già di fabbrica e, a maggior ragione, una volta calibrato ha sfoggiato prestazioni da primo della classe. Che siano immagini in SDR o in HDR è davvero difficile metterlo in difficoltà e solo durante la riproduzione di contenuti in Dolby Vision ho riscontrato qualche incertezza all’avvio (che si stabilizza comunque dopo qualche secondo) e una tendenza a sollevare più del dovuto il livello del nero.
A proposito di incertezze, sembra che l’adozione di Google TV in versione Android 12 e del nuovo processore MediaTek debbano ancora trovare una perfetta ottimizzazione, visto che l’interfaccia non è risultata sempre fluida e reattiva (specie all’accensione), con qualche impuntamento di troppo, una certa lentezza nel cambio canali e anche qualche esitazione nel gestire l’audio in collegamento HDMI eARC. Li vogliamo considerare piccoli peccati di gioventù che speriamo vengano presto risolti con un aggiornamento firmware.
Per il resto, dell’A95L si apprezza l’estremo rigore nel restituire il dettaglio alle basse e bassissime luci, con l’elettronica che riesce a cavarsela molto bene anche in presenza di contenuti riprodotti in streaming e quindi spesso penalizzati da bit-rate di compressione poco elevati. Il contrasto e la dinamica vengono restituiti in maniera esemplare e senza eccessi: che si tratti di SDR o di HDR, si spengono le luci e ci si gode semplicemente la visione. In HDR, poi, l’utilizzo del pannello QD-OLED regala una marcia in più sui colori, sempre luminosi e perfettamente saturi anche alle alte luci, con le sfumature che riescono a limitare gli eventuali fenomeni di banding grazie all’ottimo algoritmo di “Smooth Gradiation”.
La resa della qualità delle immagini è sicuramente da imputare anche alla bontà del processore XR cognitivo, che rimane ancora una volta un riferimento in ambito consumer per quanto riguarda le prestazioni di upscaling e ottimizzazione della nitidezza. Già con le impostazioni di fabbrica l’immagine riesce ad acquisire una compattezza e una tridimensionalità davvero sorprendenti e i vari livelli di intervento permettono poi di affinare la resa secondo i propri gusti.
Al salire della qualità del materiale di partenza, corrisponderà anche una superiore resa dell’elaborazione di upscaling, ma è soprattutto con contenuti a bassa risoluzione e parecchio compressi che l’elettronica di Sony riesce ancora a fare la differenza. La resa dei contenuti cinematografici a 24 fps appare sempre molto naturale e mai forzata, mentre chi volesse ridurre un po’ l’effetto blur potrà attivare al minimo l’algoritmo CineMotion.
Come per l’A95K dello scorso anno, in presenza di luce in ambiente, il livello del nero si solleva leggermente (forse un po’ meno) e la disposizione a triangolo dei subpixel RGB del pannello QD-OLED continua ad evidenziare il cosiddetto difetto di “Color Fringing”: durante la visualizzazione di un testo su sfondo bianco, ad esempio, si evidenzia intorno ai caratteri una mancanza di nitidezza dovuta a un leggero debordamento di verde e magenta. Per fortuna nulla di avvertibile poi con i contenuti video a normale distanza di visione, mentre può risultare leggermente percepibile con alcune sovraimpressioni dei videogiochi.
Eccellente anche la resa in modalità gaming e vengono agganciati senza problemi sia i 120Hz che la modalità Variable Refresh Rate in un intervallo compreso tra i 40Hz e i 120 Hz. Per cadenze inferiori interviene l’algoritmo LFC (Low Frame-rate Compensation) che provvede a ripetere più vote i fotogrammi per farli rientrare nell’arco d’intervallo supportato dal pannello. Come per tutti gli altri pannelli OLED (a prescindere dalla tecnologia), con la modalità VRR attiva è possibile notare in alcune circostanze del flickering nelle zone più scure dell’immagine.
Molto buona, infine, la sezione audio integrata che riesce sempre a garantire una corretta sonorizzazione in ambiente, voci sempre chiare e ben centrare (sicuramente uno dei vantaggi della soluzione ad attuatori “Acoustic Surface”) e anche una più che discreta risposta in frequenza e tenuta dinamica. Non può naturalmente competere con sistemi audio home theater dedicati o soundbar più evolute, ma è indubbiamente tra i migliori comparti audio TV sul mercato. Apprezzabile, tra l’altro, la piena compatibilità del televisore con tutti i codec più significativi: PCM, Dolby Digital, Dolby Digital+, Dolby Atmos e anche DTS.
Il Sony A95L è uno dei TV migliori, più completi e tecnologicamente raffinati del mercato. Ha ancora qualche difetto di gioventù che ci auguriamo venga presto risolto tramite aggiornamenti firmware, soprattutto a fronte di un prezzo d’acquisto decisamente importante che richiede grande attenzione ai dettagli.
PRO E CONTRO