Xiaomi torna a proporre il suo top di gamma appartenente alla famiglia “T”. Se negli anni precedenti questa serie veniva accolta più come dispositivi di fascia media ma con il “turbo”, quest’anno le cose sono molto diverse: Xiaomi 14T Pro si candida infatti ad essere un sostituto a tutti gli effetti di un vero top di gamma. Anche il prezzo ovviamente segue quanto detto dal momento che partiamo da 799€ per arrivare a 999€, ma ci sono tantissimi sconti e bundle che rendono l’acquisto più appetibile sin dal day one.
Protagonista assoluto di Xiaomi 14t Pro è il nuovo Mediatek Dimensity 9300+, un SOC che ci ha lasciato semplicemente a bocca aperta. Per chi si fosse perso la sua notizia di lancio, parliamo di un processore che si basa su una struttura fuori dal comune: vengono abbandonati i 4 efficiency core A520 a favore di 4 prime core X4 e 4 performance core A720.
Questa scelta, sulla carta folle, si è rivelata in realtà un vero colpo di genio: Il Dimensity 9300+ a bordo di questo Xiaomi 14T Pro consuma come uno Snapdragon 8 Gen 3, a volte meno, scalda meno e ha delle performance CPU e GPU migliori. La speranza è di vedere questo SOC il più spesso possibile anche su altri smartphone top di gamma, dal momento che funziona così bene (anche grazie ad una ottimizzazione e collaborazione diretta con Xiaomi).
Xiaomi 14T Pro però è molto altro: display AMOLED super luminoso (fino a 4000 Nit), tre fotocamere posteriori utili firmate LEICA, una batteria da 5000mAh con ricarica rapida a 120W via cavo e 50W wireless, certificazione IP68 e supporto alla eSIM. Bene anche i microfoni ed eccellente la ricezione.. non manca davvero nulla! Scopriamo come ci siamo trovati nel dettaglio con questo Xiaomi 14T Pro e del perché ve lo consigliamo e perché no.
INDICE
PRESTAZIONI, ESPERIENZA D’USO E BATTERIA
Contrariamente a quanto fatto di solito iniziamo questa recensione proprio da cosa c’è all’interno dello Xiaomi 14T Pro: il Mediatek Dimensity 9300+. È da qualche generazione che l’azienda taiwanese propone eccellenti soluzioni, alla pari se non superiori a quelle Snapdragon. Il loro vantaggio è sempre stato sul prezzo: una soluzione più potente spesso costa meno al compratore di una più economica di Qualcomm.
Qui per la prima volta ci troviamo invece di fronte ad una soluzione, che seppur sia più economica, compete e supera quella di Qualcomm. Lo fa grazie a quanto raccontato prima: la struttura “All Big Core”. Per le task più leggere lo smartphone utilizza i quattro core A720, comunque molto performanti, mentre per le operazioni più intense entrano in gioco i quattro prime core X4.di cui uno arriva a 3.4GHz. La RAM è LPDDR5x e lo storage UFS 4.0 con 3895MB/s in lettura e 3763MB/s in scrittura.
C’è anche una nuova APU A790 che permette di supportare modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) fino a 13 miliardi di parametri. La GPU Arm Immortalis-G720 MC12 a 12 core nei benchmark nudi e crudi batte sia l’Adreno di Snapdragon 8 Gen 3 e l’A18 Pro che stiamo testando su iPhone 16 Pro (tra CPU e GPU il rendering CapCut 4K ad alto bitrate avviene nella metà del tempo). L’ISP proprietario Imagiq 990 ed il modem R16 5G con velocità di download e upload al top chiudono questo cerchio di un SOC pressoché perfetto.
Questa “perfezione” dichiarata la ritroviamo non solo nella scheda tecnica ma anche nell’utilizzo giornaliero: tutte le app come Instagram, Facebook, Telegram, X, Discord, Netflix o Gmail girano alla perfezione. Trovare un lag, anche soltanto micro, è praticamente impossibile. Andando ad operare ad esempio con CapCut abbiamo una esperienza super fluida e l’export 4K si effettua in tempi record.
Ciò che sorprende più di tutto è il gaming: qui interviene anche il chip “Rampage Gaming D1” a 12nm che permette una migliore gestione ad esempio dell’interpolazione o di una risoluzione del display “aumentata”. La funzione primaria è però quella di ottenere una migliore efficienza energetica.
Difatti iniziando a videogiocare ad Honkai Star Rail al massimo della qualità, per 1h18min33sec, abbiamo consumato 1200mAh con un tasso di scarica di circa il 18-20% orario. La temperatura massima non è mai stata oltre i 42°C in questa ampia ora di gaming con una media nelle 12h di 33.8°C, per quanto riguarda la batteria.
AUTONOMIA E TEMPERATURE “DA RECORD”
L’ottima gestione delle temperature ci anticipa soltanto una cosa: possiamo videogiocare per quanto tempo vogliamo, al massimo della qualità, senza mai perdere framerate o qualità. Un bell’affare anche perché, senza usare una cover, non si avverte mai lo smartphone scaldare sul frame, al più diventare leggermente tiepido. La zona che scalda di più e quella posta sotto le fotocamere, in prossimità del SOC.
In una giornata di viaggio super stress ho raggiunto le 4h31min di display attivo con 5h15min di utilizzo a schermo spento, temperatura media batteria di 33°C e 9% di batteria residua. Con un caricatore generico rapido a 68W (motorola/lenovo) ho portato la batteria dal 14% al 97% in 38 minuti. Col caricatore ufficiale a 120W si effettua una ricarica completa in meno di 20 minuti.
Usando lo smartphone per uso browsing sotto al sole, mentre il telefono era in ricarica rapida, non ho superato i 40°C di media temperatura batteria. Con una giornata in esterna, durante un weekeend tra le montagne del Trentino, ho totalizzato 4h55min di display attivo e 5h5min di display inattivo con ancora il 33% di autonomia residua e temperatura media di 33.8°C. Ho in questo caso effettuato ben 4h di navigazione con Maps.
Ho infine effettuato due esperimenti con uso principalmente passivo, per capire come se la cavasse con i drain in standby: ho usato il telefono per qualche foto e messaggio social per 1h3min di display attivo e 1d5h27min di display inattivo, con un tasso di scarica dell’1.5%/ora e 54% di autonomia residua. Il display attivo lo è sempre stato in esterna, sotto il sole diretto.
Dei risultati che soddisfano sotto tutti i punti di vista. Nella giornata più stress possibile lo smartphone ha avuto un tasso di scarica comunque del 9.3%/ora, un valore più che accettabile (in una giornata medio-intensa si assesta sul 6%).
DESIGN E QUALITÀ COSTRUTTIVA
Tutto ciò che vi abbiamo raccontato riguardo le prestazioni è possibile anche grazie ad una ottima qualità dei materiali scelti per la back cover e la scocca di questo Xiaomi 14T Pro, come anche per il sistema di dissipazione integrato che viene chiamato da Xiaomi “3D IceLoop”. Il frame vi ricordo è in metallo mentre la back cover in vetro con uno speciale trattamento opaco.
Lo smartphone pesa 209g, poco più del suo fratello cinese Redmi K70 Ultra seppur lui abbia 500mAh in più di batteria. Questo è giustificato dal fatto che qui abbiamo la ricarica wireless, delle fotocamere migliori (e quindi più grosse e pesanti) e svariate migliorie generali.
Lo smartphone risulta solidissimo, molto resistente, seppur ad un primo sguardo forse troppo anonimo. Il design non è mai stato il punto forte della famiglia “T” di Xiaomi, ma forse questa volta avremmo preferito un qualcosa di leggermente più accattivante. In ogni caso la certificazione IP68 dimostra come lo smartphone sia ben costruito, non lasciando nulla al caso.
Sul frame poi troviamo il doppio speaker (uno è la capsula auricolare), un tasto di accensione zigrinato, due microfoni, la type-c 2.0 ed un sensore IR. C’è anche un carrellino per due SIM fisiche ma attenzione poiché c’è il supporto anche all’eSIM nativo. La nostra colorazione azzurrina è originale ma purtroppo non viene cordinata da una cover simile in dotazione, poiché essa è sempre grigia (bene e non scontato però che ci sia).
SCHEDA TECNICA
- Display: AMOLED 6,67″, risoluzione “1,5K” (1.220 x 2.712 pixel), frequenza di refresh massima 144 Hz, luminosità di picco 4.000 nit (1600 Nit automatico)
- SoC: MediaTek Dimensity 9300+
- RAM: 12 GB
- Storage: 256GB/512GB/1TB
- Fotocamere:
- Principale posteriore: 50 MP, sensore custom Light Fusion 900 da 1/1,31″, apertura f/1,6
- Ultra-grandangolo posteriore: 12 MP, FOV 120° f/2.2 da 1/3.21″
- Telefoto posteriore: 50 MP, sensore Isocell JD1 da 1/2.76″, 2,6x zoom ottico, f/2.0
- Anteriore: 32 MP, sensore Isocell KD1 da 1/3.44″, f/2.0, fuoco fisso.
- Certificazione IP68
- Batteria: 5.000 mAh
- Velocità di ricarica: 120 W cablato, 50 W wireless
- OS: Android 14 personalizzato HyperOS
- Dimensioni: 160,4 x 75,1 x 8,39 mm
- Peso: 209 g
FOTO E VIDEO DA TOP?
Xiaomi 14T Pro fa all-in anche nel comparto fotografico, ereditando la stessa eccellente fotocamera principale osservata su Xiaomi 14 (molto simile a quella anche vista nella riprova di Honor Magic 6 Pro). Non solo perché rispetto al K70 Ultra cinese qui abbiamo un teleobiettivo di livello da 50MP con zoom 2.6X ed una discreta ultrawide da 12MP. La selfie camera si affida al recentissimo Samsung Isocell KD1 da 32MP. Soltanto la fotocamera principale ha OIS, seppur il teleobiettivo è così ben stabilizzato da sembrare averne uno anche lui.
La fotocamera principale fa fede ad un sensore rinominato “Light Fusion 900” (in Cina Light Hunter 900). Parliamo dell’Omnivision OV9000X ovvero il fratello gemello dell’OV50H che troviamo sull’Honor Magic 6 Pro. Il sensore è stacked e supporta svariate tecnologie come quella proprietaria di Omnivision “DCG” ma anche l’H/V QPD autofocus. Le lenti poste sopra a questo obiettivo sono stabilizzate con OIS e supportano una apertura focale di f/1.6.
Il teleobiettivo è sicuramente un passo indietro la fotocamera principale: l’Isocell JN1 è lo stesso sensore che trovavamo sul teleobiettivo 3.2X di Xiaomi 13 Pro. Cambiano però le lenti: qui ci fermiamo ad un 2.6X (60mm) e non abbiamo quella tecnologia di lenti flottanti per l’effetto macro. I risultati comunque sono più che accettabili, seppur in notturna si faccia più fatica a contenere il rumore digitale.
L’ultrawide e la selfie camera sono le fotocamere più sacrificate: la selfie camera in tutta onestà svolge il suo lavoro senza strafare, pecca sempre l’assenza dell’autofocus. La ultrawide anche non ha autofocus ed in notturna è la fotocamera che soffre più di tutti e difatti è anche l’unica, posteriore, a non supportare il 4K/60fps. I video comunque sono ottimi e trovate alcuni esempi nella videorecensione.
Tutti gli scatti che avete osservato sono scattati in RAW punta e scatta per poi essere elaborati con un preset Lightroom che avevo creato l’anno scorso con Xiaomi 13T Pro e Xiaomi 13 Pro basato sul profilo “Adobe Colori”. In tutte le foto è stata tenuta la cancellazione del rumore e disturbo colore a 0, esclusa la foto di notte dove abbiamo alzato i valori a “+7”. In questo modo potete farvi una idea di quanto rumore le fotocamere vadano a catturare, senza l’intervento del software.
Per completezza vi lasciamo invece anche i JPEG originali elaborati dal telefono nel BOX qui sotto (verrà aggiunto ASAP), così da farvi invece una idea su come gestisce i colori ed il rumore lo smartphone in autonomia. Considerando che per modificare i RAW ci vuole qualche secondo il consiglio è caldamente quello di sfruttare questa possibilità di scatto.
DISPLAY, LETTORE DI IMPONTE e SBLOCCO VISO
Se le prestazioni dello Xiaomi 14T Pro sorprendono e le foto soddisfano, anche il display AMOLED da 6.67″ non è da meno. Parliamo di un pannello, purtroppo non LTPO, con risoluzione 1.5K e refresh rate massimo di 144Hz (nel quotidiano sarete spesso a 120Hz). Il pannello è 12Bit, con un PWM Dimming fino a 3840Hz e luminosità di picco pari a 4000 Nit, seppur nel quotidiano arriviamo massimo a 1600 Nit (comunque un ottimo valore).
Le cornici sono state ancor più ridotte rispetto al precedente Xiaomi 13T Pro ed al suo fratello minore POCO F6 Pro. Presenti come sempre sin dal day one le certificazioni, anche in app terze come Netflix, all’HDR10, HEVC e Dolby Vision. Il fatto di avere un display completamente piatto, protetto da un vetro Xiaomi Shield Glass altrettanto piatto, aiuta poi anche a proteggere meglio il proprio smartphone ed avere la miglior visualizzazione possibile di esso.
Lo sblocco del telefono avviene tramite sensore di impronte digitali ottico posto sotto al display, che funziona decisamente bene ed è rapido, ma all’evenienza possiamo sfruttare anche lo sblocco tramite il riconoscimento del volto, seppur sia soltanto 2D ed effettuato tramite la selfie camera.
RICEZIONE, MICROFONI E CONNETTIVITÀ
Xiaomi 14T Pro integra un sensore di prossimità virtuale molto affidabile, anche senza scuotere eccessivamente lo smartphone. Non sappiamo ancora quali migliorie siano state apportate ma ora lo smartphone riconosce le distanze inferiori a 5cm anche tenendo il telefono fermo. Ho effettuato circa 4 ore di chiamate durante il periodo di test e non ho avuto il minimo problema. Non siamo di fronte alla perfezione di un sensore fisico ma ci stiamo iniziando ad avvicinare.
Per il resto i microfoni di Xiaomi 14T Pro svolgono un ottimo lavoro, anche nella registrazione video dove invece POCO F6 Pro era deficitario. La ricezione è eccellente, anche grazie al chip proprietario Surge T1 Tuner che migliora la rapidità e la stabilità del segnale e del cambio celle ma non solo. Le prestazioni rispetto alla precedente generazione dovrebbero offrire un 30% di miglioramento sotto rete mobile e circa un 15% con WiFi e Bluetooth. Il WiFi 7 ed il Bluetooth 5.4 coronano una connettività completissima.
L’HYPEROS E GLI AGGIORNAMENTI: PUNTO DEBOLE?
Reputo la MIUI di qualche generazione fa non all’altezza di uno smartphone di fascia alta ma l’attuale HyperOS, che lato estetico riprende molto dal passato, è una interfaccia grafica che mi soddisfa sia lato prestazioni sia all’occhio. Attenzione non la reputo l’interfaccia perfetta, ci sono ancora alcuni aspetti da migliorare, ma è tutto un altro paio di maniche rispetto al passato!
Bug, freeze e anomalie ormai sono un lontano ricordo, con giusto ogni tanto le notifiche in arrivo che ci arrecano qualche noia (la loro gestione e divisione potrebbe essere migliorata). Una volta che in fase di configurazione non date i permessi ad ogni cosa che vi viene proposta, per la fretta di configurare lo smartphone, non vi troverete pubblicità o altro di fronte. Manualmente ho giusto dovuto disattivare i “Consigli personalizzati” e Mi Video, una delle due fonti di “spam” assieme a Mi Browser.
Certo, queste due operazioni appena descritte non dovrebbero proprio essere prese in considerazione, su uno smartphone da 800-1000€, ma neanche da 300€, però è l’unico vero compromesso software da accettare. Una volta fatto ciò vi ritroverete fra le mani una interfaccia leggera, curata graficamente e super personalizzabile e con svariate funzioni comode. Prima che Google facesse diventare famosa la Gomma Magica su Xiaomi già c’era da tempo.
L’azienda cinese ha sempre sponsorizzato queste funzioni senza mettere il focus se fossero “Intelligenza Artificiale” o meno. Xiaomi ha comunque potenziato questo strumento e ora attivando l’Editor AI “PRO” dovrete scaricare un Plug-In da ben 800MB. Fatto ciò avrete una “IA” più potente generativa in grado di ricostruire al meglio le scene.
Le funzioni extra non finiscono qui: c’è la possibilità di avere dei sottotitoli in tempo reale sia in base all’audio multimediale si in base a ciò che viene catturato dai microfoni. A giorni arriverà anche il “Circle to Search”, il famoso “Cerchia e Cerchia” già visto su Google Pixel e Samsung Galaxy. Come su questi c’è la predisposizione all’AI Recorder e AI Notes mentre per la fotografia computazionale abbiamo “FusionLM, ToneLM, ColorLM e PortraitLM.
Sempre per quanto riguarda la fotocamera non vi abbiamo ancora citato il supporto ai file LOG o alla modalità “Regista” che permette di far divenire lo smartphone un monitor per controllare altre camere o controllare lo smartphone tramite un secondo monitor. Vi ricordo la politica di aggiornamento: 4 major update e 5 anni di patch di sicurezza.
Qui sopra avete visto in azione anche “Espansione AI”, una funzione che permette di andare a “ricreare” grazie all’IA generativa i bordi delle nostre foto, nel caso magari non fossimo riusciti a catturare il frame o composizione perfetti. Anche in scenari caotici, come una fermata dei treni, il lavoro svolto non è poi così male.
CONCLUSIONI, PRO E CONTRO
Xiaomi 14T Pro insomma è uno smartphone validissimo e completissimo. Avesse avuto una estetica più accattivante e delle fotocamere secondarie poco superiori di livello ora staremmo parlando di uno dei migliori top di gamma in commercio. Il software è vero non è ancora ai livelli della OneUI o della ColorOS/OxygenOS come completezza, ma anche grazie a tutte le nuove funzioni “AI” anche qui iniziamo ad avere un ottimo livello anche da quel punto di vista.
Il Mediatek Dimensity 9300+ è sicuramente la punta di diamante di questo smartphone e non vedo l’ora di vederlo su più smartphone possibile nel corso del 2025 e testare il futuro Dimensity 9400 che andrà ad ottimizzare ancor di più questa struttura “All Big Cores”, magari passando agli A725.
Benissimo anche il display, con l’unica pecca di non essere LTPO, la vibrazione che ci accompagna un po’ in tutte le operazioni ed è di qualità, la fotocamera principale, la batteria e la velocità di ricarica, la presenza della eSIM e della certificazione IP68. Lo smartphone è completissimo ed il prezzo di 800€ per la versione 12/256GB non è esagerato.
Dal 26 settembre al 31 ottobre tra l’altro sarà possibile avere in accoppiata un Redmi Pad Pro, che abbiamo già recensito, ed il caricatore rapido a 120W non più offerto in confezione di vendita. Sempre sul sito Xiaomi ci si aspetta un extra sconto di 100€, trade-in con extra valutazione di 100€, Mi Point doppi ed eventuale tasso zero di finanziamento.
Insomma se si riesce ad incastrare ogni combinazione possibile di scontistica, per quanto un po’ da mal di testa, si riesce a portare a casa questo Xiaomi 14T Pro ad un prezzo quasi da medio-basso gamma, avendo fra le mani un telefono che è invece ormai paragonabile ad un vero e proprio top di gamma.
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VOTO: 8.5
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(aggiornamento del 27 settembre 2024, ore 00:57)