Possiamo ormai suddividere i produttori impegnati nel mobile in due famiglie: c’è chi punta su pochi prodotti, ben focalizzati, e chi invece invade letteralmente il mercato con una moltitudine di soluzioni spesso poco distanti tra loro. Xiaomi pende chiaramente da quest’ultima parte, non solo in ambito smartphone; all’attesissima Mi Band 5 si è infatti aggiunta a sorpresa la Mi Band 4C, una versione leggermente rivista e più economica della passata generazione che faccio fatica ad inquadrare.
Per raccontarvi al meglio questa storia ho deciso di indossarle entrambe, allo stesso polso, associandole al medesimo smartphone con notifiche e impostazioni affini. Insomma, per una volta, ho creato le stesse identiche condizioni, così da poterle valutare alla pari e far emergere eventuali pregi o difetti.
Le premesse lasciano naturalmente trasparire il risultato di questa doppia prova, ma non è importante il risultato finale quanto l’intera partita. Le due band si differenziano online di circa 10 euro (al netto delle offerte che cambiano di continuo), una distanza minima ma non trascurabile visto il target a cui punta Xiaomi con questi accessori: giovani e giovanissimi. E non solo.
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L’ASPETTO CONTA, SOPRATTUTTO AL POLSO
Sarà che da giorni vado a letto e mi risveglio guardandole entrambe, ma più ci faccio caso e più è evidente la diversa progettazione delle due Band, con la più economica che pare uscita dalla line up 2017. Le linee squadrate, spessore maggiore ed una gomma del cinturino che nel punto di aggancio all’elemento centrale diventa particolarmente generoso, tutti elementi che rendono la Mi Band 4C datata rispetto alla Mi Band 5 (ma anche la Mi Band 4).
Nessuno stravolgimento invece per la più pregiata delle due, assomiglia molto al suo predecessore ma migliora in più punti: il pannello AMOLED in primis, che passa da 0,95″ a 1,1″ di diagonale, seguono poi le funzioni software che lo rendono uno dei più completi activity tracker economici presenti sul mercato. Il cinturino in gomma è esile come l’elemento centrale, discreto e capace di aderire bene al polso, nel complesso risulta infatti poco ingombrante. Non è possibile purtroppo utilizzare su quest’ultimo i cinturini delle Mi Band 4, qualche dettaglio è cambiato e per variare look sarete quindi costretti ad acquistarne di nuovi, dedicati a questa generazione.
Se si parla di estetica bisogna ovviamente tirare ancora in ballo i display, perché tra il luminoso Amoled della Mi Band 5 e l’LCD da 1.08″ della Mi Band 4C c’è davvero un abisso. Sarà forse scontato sottolineare una miglior riproduzione dei colori sul primo e neri assoluti, irreplicabili sull’altro, in cui il nero vira inevitabilmente sul grigio scuro. Contano anche i materiali, con Xiaomi che parla di un vetro temperato 2.5D per la Mi Band 5 che assicura maggior protezione ed un miglior trattamento oleofobico; le impronte stanno infatti alla larga, cosa che non si può affatto dire della Mi Band 4C.
Simpatica l’idea della ricarica diretta su Mi Band 4C, con una lato che nasconde il connettore USB una volta tolto (con qualche difficoltà) un pezzo del cinturino, ma è poco pratica, in tutti i sensi. Per la “5” c’è invece un semplice cavetto con attacco magnetico proprietario che attrae i due pin di contatto posteriori e li avvicina all’istante.
SOFTWARE SIMILE MA APP DIVERSE
Apparentemente il menù è uguale su entrambe le applicazioni, seppur la Mi Band 5 sia al momento della recensione ancora disponibile in lingua inglese (l’italiano dovrebbe arrivare a fine luglio) mentre la Mi Band 4C vanti l’italiano e tante funzioni in meno. Oltre al design cambiano infatti le opzioni che le due band offrono, nulla di meglio di una lista per aiutarvi a visualizzare le differenze:
- Mi Band 4C – Notifiche, Stato, Frequenza Cardiaca, Allenamento (5 sport), Meteo, Altro
- Mi Band 5 – Notifiche, Stato, Frequenza Cardiaca + VO2 max, Pai, Stress, Respirazione, Eventi, Ciclo mestruale, Allenamento (11 sport), Meteo, Altro
Ingresso inedito di quest’anno il Pai, un indicatore dell’attività fisiologica personale che mette insieme alcuni dei principali indicatori monitorati come frequenza cardiaca, attività quotidiana e dati personali, riassunto tutto in questa unità. Secondo uno studio citato (nel dettaglio l’Hunt Fitness del prof. Ulrik Wisloff dell’università norvegese di scienza e tecnologia) sarebbe opportuno mantenere il livello di PAI sopra i 100 ogni giorno. L’affidabilità? Dubbia, dalle ricerche fatte non sembra essere uno standard accettato ed utilizzato dalla comunità internazionale, è una nuova metrica su cui bisognerà tornare.
La Mi Band 5 ad ogni modo ci monitora e calcola questo punteggio, ma ci sono giornate particolarmente sedentarie passate dall’automobile alla sedia della mia postazione in redazione dove ho notato 50 PAI accumulati… come, non lo so.
Certamente utile il monitoraggio del ciclo mestruale, funzione richiesta e apprezzata dalle donne che vogliono tener traccia del loro periodo, anche in questo modo. C’è poi il misuratore di stress, che qualche volta ci azzecca e altre volte no, e anche una simpatica voce sulla respirazione che ci aiuta ad allentare la tensione semmai dovesse servire. Provata, può esser utile.
APPLICAZIONE MI BAND 5
APPLICAZIONE MI BAND 4C
Andiamo così alle notifiche, certamente più rapide a giungere sulla Mi Band 5 rispetto alla Mi Band 4C, dove arrivano costantemente qualche decimo di secondo dopo. Non è questa la cosa che mi preme sottolineare, anche perché il gap è quasi impercettibile, quanto l’impossibilità di scorrere interamente le diverse notifiche accumulate sulla MI Band 4C: si, avete capito bene, se ne arriva più di una riesco solo a leggere l’ultima e quelle precedenti vengono solo annunciate (es esempio, WhatsApp 3 messaggi da due chat).
Insomma viene meno poi una delle principali funzioni di questi dispositivi, o comunque funziona in maniera del tutto parziale. Cosa che non si può invece dire, fortunatamente, della Mi Band 5 che permette di leggere e scorrere interamente messaggi IM (Telegram, WhatsApp, Messenger etc…), email e messaggi di testo.
IL CONTAPASSI CHE CONTA… QUALSIASI COSA
Per entrambi non manca certamente il contapassi, sempre presente nelle varie homescreen personalizzabili e di dubbia funzione. Non ho mai capito quale sia il piacere di una metrica che mira a tracciare gli spostamenti e si basa sull’accelerometro che sta su un polso, la mia non è certo una critica diretta a Xiaomi ma a tutti i produttori che continuano a pubblicizzare o mantenere “i passi” in bella vista.
Senza un sistema di localizzazione preciso è inutile, anzi, fuorviante; mi sono ritrovato di prima mattina con 700-800m percorsi, secondo le due Mi Band che ho al polso, nonostante mi fossi svegliato da poco e avessi solo digitato sul notebook per qualche decina di minuti. Quindi, ripeto, il contapassi è una presa in giro, non fateci minimamente affidamento, neanche alle presunte calorie bruciate dopo le fantomatiche camminate che questo sistema crea (chissà, magari ci si era solo grattati tanto una gamba per la puntura della zanzara di turno).
AUTONOMIA
Uno dei vantaggi indiscussi di questi accessori è la durata della batteria, se confrontata con gli smartwatch si guadagna sempre qualcosa ma le dimensioni restano comunque contenute, dunque niente miracoli. Xiaomi parla di due settimane in media per entrambi, con la Mi Band 5 che vanta un’unità da 125mAh e la Mi Band 4C che tocca i 130mAh, ma nella mia esperienza le cose sono andate diversamente.
La Mi Band 4C si è addirittura spenta due giorni prima della sua sorella maggiore, non è infatti andata oltre i 5 giorni di utilizzo continuativo, mentre la Mi Band 5 si è spenta dopo una settimana esatta. Bisogna tuttavia sottolineare che non tutti utilizzano allo stesso modo gli activity tracker, per questa prova io ho attivato tutto ciò che era attivabile e il che significa ricevere anche tantissime notifiche da email e piattaforme di messaggistica.
Sono quindi rimasto un po’ deluso da entrambei magari è anche possibile raggiungere le due settimane dichiarate se si disattiva il monitoraggio del sonno, quello continuo del battito cardiaco e quindi il Pai. Insomma, con le strozzature in essere e senza troppe notifiche, ma poi a che servono? Per avere maggior autonomia reale bisogna quindi rivolgersi ad altri prodotti, più grandi, penso agli activity tracker travestiti da orologi smart, penso agli Amazfit, ai Fitbit e alle soluzioni di Huawei/Honor. Ma con questi il prezzo inevitabilmente sale.
INSOMMA QUALE CONVIENE?
La risposta a questa domanda credo l’abbiate già intuita: Mi Band 5 è l’unica per cui vale la pena spendere qualcosa, lasciate dove si trova la Mi Band 4C, qualsiasi sia la promozione del momento. La differenza di prezzo è più che motivata, oltretutto quest’ultima ha svariati limiti sia estetici sia funzionali, l’activity tracker a metà non serve credo a nulla.
Affinata, migliorata, funzionale, discreta, decisamente a fuoco invece la Mi Band 5 che si conferma uno degli assi vincenti in mano a Xiaomi, che dovrebbe anche imparare a valorizzare maggiormente le sue gemme “preziose” evitando di creare delle copie mal fatte, con il rischio di sporcare la reputazione del brand. Adesso aspettiamo la versione con GPS, se mai arriverà.
MI BAND 4C – PRO E CONTRO
MI BAND 5 – PRO E CONTRO
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