Negli ultimi anni abbiamo visto un susseguirsi di notizie sulle batterie basate sul grafene, di come fossero in grado di ricaricarsi in pochi istanti e soprattutto della loro autonomia di gran lunga superiore rispetto a quella delle batterie che troviamo attualmente negli smartphone. Purtroppo non si sono ancora avverate le previsioni dell’esordio nel 2020, tali tecnologie restano per ora relegate ai laboratori delle aziende più importanti e probabilmente ci vorrà ancora un po’ di tempo prima di poterle toccare con mano.
Nonostante queste soluzioni siano così distanti, nelle ultime generazioni degli smartphone top di gamma abbiamo visto un’evoluzione delle tipologie di ricarica rapida. Con i mezzi attuali non riusciamo ancora a creare batterie che consentano di raggiungere un’autonomia di una settimana, ma possiamo comunque avere tempi di caricamento ridotti che rendono più comodo usare lo smartphone.
Molto spesso però le aziende produttrici sviluppano internamente la propria tecnologia di fast charger e mantengono l’esclusività di questi progetti. Sul mercato esistono ormai tante alternative e può risultare utile metterle a confronto.
GLI SFIDANTI
Per scoprire quale fosse realmente lo smartphone che si ricarica più velocemente abbiamo confrontato 7 tra i top di gamma più importanti di inizio 2020:
I RISULTATI
Prima di iniziare il test le batterie sono state scaricate completamente e tutti gli smartphone sono stati lasciati sul tavolo per un paio d’ore. Questa accortezza ci ha permesso di creare una situazione identica per tutti i dispositivi che hanno iniziato a ricaricarsi in un ambiente con temperatura controllata.
Dai grafici si evince come il primo a raggiungere il 100% sia stato il Realme X50 Pro in soli 32 minuti. A seguire vediamo l’Oppo Find X2 Pro in 37 minuti. In terza posizione è giunto lo Mi 10 Pro con 53 minuti e poco dopo anche il Huawei P40 Pro che ha avuto un andamento molto simile allo Xiaomi ma ha rallentato verso la fine. La stessa cosa è accaduta con il OnePlus 8 Pro che per gran parte del tempo si è trovato davanti all’S20 Plus ma nel finale è stato superato. Infine vediamo anche l’iPhone 11 Pro Max che ha avuto una crescita piuttosto costante ma è stato il più lento del gruppo.
L’ALIMENTATORE PIÙ POTENTE
Confrontare però soltanto il tempo per portare lo smartphone al 100% non basta. Noi abbiamo scelto gli smartphone con le caratteristiche hardware più simili tra loro, ma anche in questa selezione abbiamo dei dispositivi con batterie con capacità differenti. Per comprendere meglio quale fosse realmente l’alimentatore più potete abbiamo calcolato quanti mA venissero caricati di media ogni 10 minuti.
La classifica non viene stravolta e troviamo sempre in prima posizione il Realme X50 Pro con l’alimentatore SuperDart capace di spingere di media 1.312 mA ogni 10 minuti. Seguito sempre da Oppo e Xiaomi, ma vediamo come il P40 Pro, avendo rallentato nell’ultimo periodo, abbia avuto un apporto di corrente in media inferiore a quello dell’S20 e più simile a quello registrato sul OnePlus 8 Pro che sfrutta solo un caricatore da 30W. iPhone 11 pro Max rimane ultimo ma con un alimentatore così piccolo non potevamo sperare in un risultato differente.
CHI SCALDA DI PIÙ E PER QUANTO TEMPO
Ora che conosciamo quale è il caricatore più potente parliamo anche delle temperature generate durante la ricarica perché come sappiamo più queste sono elevate e maggiori sono i danni che si creano nei componenti interni. Il degrado della batteria è molto basso e questa mostra dei segni di decadimento solo dopo molti anni, ma per completezza ci sembrava corretto rilevare quale smartphone scalda maggiormente.
Inaspettatamente il più caldo è stato il P40 Pro che nel momento di picco ha quasi toccato i 40° gradi, poi l’s20 con 36,7° gradi, Xiaomi con 36,1°, Oppo 35,5 e infine il Realme con 34,3°. Gli unici a non superare la soglia dei 34° sono stati OnePlus e iPhone. Queste però sono solo le temperature massime raggiunte nella fase di picco. La cosa che ha più importanza è per quanto tempo gli smartphone siano rimasti caldi.
Nei primi 15 minuti abbiamo raggiunto su tutti gli smartphone il picco di temperatura massima ad eccezione dello Xiaomi che ha continuato a salire fino ai 20 minuti. Il P40 pro è stato sicuramente quello più caldo del gruppo mentre gli altri si sono sempre tenuti in un range di 1/2 gradi. Un’altra cosa degna di nota è come dopo 30 minuti sia il Realme sia l’Oppo abbiamo diminuito drasticamente le temperature perché ormai la carica era terminata.
S20 Plus è stato invece quello che ha avuto il comportamento più anomalo, perché pur avendo raggiunto raggiunto OnePlus negli ultimi istanti di ricarica, è stato l’unico che anche verso la fine ha aumentato la temperatura fino a raggiungere i 36 gradi. Al contrario, l’iPhone è stato quello che ha raggiunto temperatura massima più bassa di tutti gli altri ma l’ha mantenuta costante per più tempo perché appunto i tempi di ricarica si sono prolungati fino a quasi due ore.
COME FUNZIONA IL CARICATORE PIÙ VELOCE
L’alimentatore che maggiormente si è distinto è quello del Realme e ci interessava comprendere qualcosa in più sul suo funzionamento. Vedendo un caricatore così grande sia per dimensioni ma anche per potenza generata, ci saremmo immaginati che questo avrebbe permesso dei tempi di ricarica ultra rapidi ma anche le temperature generate fossero tra le più alte. Questo non è avvenuto perché alla base di tale tecnologia c’è una batteria speciale capace di accogliere la corrente in modo diverso dal solito.
Nota: le spiegazioni che vi forniamo prendono in considerazioni solo gli aspetti più semplici di queste tecnologie.
La potenza di un alimentatore, che sia per pc o per smartphone, viene calcolata in Watt. Questa unità di misura è frutto del prodotto tra i Volt (potenziale elettrico) per gli ampere (intensità corrente). Ad esempio i classici caricatori rapidi da 10W sono generati da 5V per 2A. 5V è anche il voltaggio tipico delle batterie presenti negli smartphone.
Per ottenere invece delle velocità ancora più elevate di norma viene aumentato sia l’amperaggio sia il voltaggio. Ad esempio il caricatore da 25W dell’S20 si ottiene con 11 volt per 2,25 ampere. Il problema è che per poter accogliere questa corrente lo smartphone deve riconvertire gli 11V in modo tale che la batteria da 5V li accetti senza problemi. Tale conversione crea del calore e questo a lungo andare potrebbe essere una fonte di problemi.
Il SuperDart da 65W dell’X50 Pro è il risultato dei 10 volt per 6,65 ampere. Anche qui potremmo pensare che si verifichino le stesse problematiche ma la batteria integrata nel Realme è anch’essa da 10 volt, o meglio è realizzata con due celle entrambe da 5V ed è quindi in grado di accogliere la corrente senza doverla riconvertire. Per questo motivo lo smartphone non ha scaldato più degli altri anche se ha avuto dei tempi di ricarica più bassi.
CONCLUSIONI
Con questo confronto abbiamo voluto osservare più da vicino quelle che sono le tecnologie alla base delle varie ricariche rapide. Come abbiamo potuto apprendere dai grafici il Realme X50 Pro si è distinto per la sua capacità di raggiungere il 100% in pochi minuti senza però incidere tanto sulle temperature generate. Samsung S20 è l’unico che ha scaldato tanto anche verso la fine mentre l’iPhone è quello che ha sempre mantenuto temperature molto basse a discapito tempi di ricarica prolungati e un calore elevato per più tempo. Gli altri smartphone hanno avuto un comportamento piuttosto equivalente ad eccezione dell’Oppo e dello Xiaomi che si sono distinti anche loro per una ricarica molto veloce.
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(aggiornamento del 23 maggio 2020, ore 02:32)